Torelli (famiglia)

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Torelli
FondatoreSalinguerra Torelli
Data di fondazioneXI secolo
Rami cadetti
  • Torelli di Bisceglie (estinto)
  • Torelli di Bologna (estinto)
  • Torelli di Fano (estinto nel 1786)
  • Torelli di Firenze (estinto)
  • Torelli di Foligno
  • Torelli di Forlì (ancora in vita)
  • Torelli di Montechiarugolo (estinto nel 1840)
  • Torelli di Napoli (estinto)
  • Torelli di Pavia (estinto)
  • Ramo di Francia (estinto)
  • Ramo di Polonia
Montechiarugolo, il castello dei Torelli

I Torelli sono un'antica famiglia italiana, originaria di Ferrara, che ebbe per qualche tempo in signoria. Si diramò in molte città d'Italia (Fano, Bologna, Firenze, Foligno, Forlì, Napoli e Pavia), in Francia e in Polonia. I rami italiani furono ascritti alle nobiltà di varie città e possedettero molti titoli e feudi, tra i quali la contea di Guastalla e di Montechiarugolo del 1428 e il titolo di marchese sul cognome per diploma del Re di Polonia del 19 luglio 1747[1]. Un ramo della famiglia, stabilitasi in Polonia, prese il cognome Poniatowski; a tale ramo appartenne l'ultimo re di Polonia Stanislao II Augusto Poniatowski.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia Torelli nel Palazzo Municipale di Ferrara

Salinguerra fu signore di Ferrara nell'XI e nel XII secolo: la famiglia era vassalla e feudataria dell'arcivescovo di Ravenna.

Salinguerra II tra il 1206 e il 1240 contese la signoria di Ferrara agli Estensi, tenendola a fasi alterne; alla fine dovette andare in[2]esilio. Suoi nipoti abiatici furono il beato Torello, eremita vallombrosano, e Salinguerra III, che nel 1309 tenne ancora brevemente la signoria di Ferrara.

A Fano i Torelli vennero da Parma o Forlì con Viviano, figlio di Salinguerra II. Nel 1203 Attolino, figlio di Viviano, ricoprì la carica di massaro del suddetto comune[3].

Guido Torelli (1379-1449) fu il personaggio più illustre della casata: capitano dei Gonzaga, degli Estensi e dal 1415 del Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, ebbe le Contee di Guastalla e di Montechiarugolo, che erano Stati sovrani, e inoltre il feudo di Casei e del Vicariato di Settimo nel territorio pavese.

Nel 1456 i figli di Guido, Cristoforo e Pietro Guido, divisero i loro territori: al primo toccarono Montechiarugolo e Casei, al secondo Guastalla e Settimo.

Stemma dei Poniatowski

Nella linea di Cristoforo, nel 1612 il conte Pio fu ingiustamente condannato a morte con l'accusa di aver congiurato contro Ranuccio I Farnese, duca di Parma. La contea di Montechiarugolo fu confiscata dal Duca.
Un suo nipote, Giuseppe Salinguerra (?-1612), sposando Sofia Sreniawa signora di Poniatow, divenne capostipite dei principi Poniatowski, cui appartenne il re Stanislao II di Polonia. Da un figlio cadetto di Cristoforo, Guido, discese la linea dei Marchesi di Casei, estinta nel 1825.

La discendenza primogenita di Pietro Guido si estinse nel 1569 con Ludovica, che aveva venduto la contea di Guastalla nel 1539 a Ferrante I Gonzaga. Il ramo cadetto dei conti di Settimo si estinse nel 1688.

Attualmente la famiglia è rappresentata dal ramo di Foligno, unico superstite per linea maschile, ed aveva in corso un procedimento presso la Consulta araldica per il riconoscimento dei titoli di marchese, patrizio di Fano e nobile di Foligno.

Per linea femminile,dal ramo dei conti di Foligno discende la famiglia Penzo-Torelli creata da Maria Alessandra Torelli, unica figlia dell'ultimo conte di Foligno, e Pio Augusto Penzo, tenendo il titolo di conti di Foligno e nobili dei conti di Settimo. Il loro nipote Placido Augusto Torelli Penzo nel 1841 riottenne il titolo di duca di Guastalla da Maria Luisa di Parma per l'aiuto datogli durante i moti rivoluzionari che hanno scosso il Ducato di Parma. Alla morte di Maria Luisa Parma e Piacenza andarono ai Borbone Parma mentre Guastalla passo al Ducato di Modena governato dagli Austria- Este che riconobbero il titolo di duca ai Penzo-Torelli. Attualmente i discendenti risiedono nella provincia di Vicenza, fra cui va ricordato l'incisore Pio Penzo.

Il Corpo della nobiltà italiana il 29 settembre 1963 riconobbe a Torelli Lelio di Torello i titoli di Patrizio di Fano (m) e Nobile di Foligno (m)[4]. Con Regie Lettere Patenti del 3 marzo 1969 Umberto II di Savoia concesse a Lelio Torelli Massini il titolo di marchese (mpr) con trasmissibilità alla figlia Maria Elena, coniugata con Camillo Frè, e da questa ai discendenti maschi primogeniti[5][6]. In Italia tuttavia dal 1946 la nobiltà non è legalmente riconosciuta per espresso dettato costituzionale.

I conti di Montechiarugolo[modifica | modifica wikitesto]

Stemma di Montechiarugolo con gli emblemi dei Visconti e dei Torelli

I Torelli che ebbero il feudo di Guastalla[modifica | modifica wikitesto]

Seconda creazione
  • Placido Augusto Torelli Penzo 1841-1878
  • Antonio Riccardo Penzo Torelli 1878-1901
  • Pio Augusto Penzo Torelli 1901-1924
  • Placido Augusto Penzo Torelli 1924-1946

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV. "Libro d'oro della nobiltà italiana" Roma Collegio Araldico 2010-2014 Edizione XXIV vol. XXX pag. 766-767
  2. ^ Gian Maria Varanini: Salinguerra Torrelli, in: Enciclopedia Fredericiana, Roma 2005
  3. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191
  4. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 306
  5. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191 e pag. 262
  6. ^ Provvedimenti nobiliari di grazia e di giustizia di Umberto di Savoia Archiviato il 23 novembre 2013 in Internet Archive.: nella lista sono titoli italiani ufficiali quelli concessi fino al 13 giugno 1946, quelli successivi sono concessi dall'esilio in qualità di re non debellato e quindi titolare della regia prerogativa anche in difetto del trono.
  7. ^ Vittorio Barbieri, I Torelli, Conti di Montechiarugolo (1406-1612), 1998

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 3 pag. 190-191
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Torelli di Ferrara, Torino, 1835, ISBN non esistente.
  • Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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