Pomponio Torelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Pomponio Torelli
Dipinto ad opera di Cesare Aretusi, raffigurante il conte Pomponio Torelli.
Conte di Montechiarugolo
Stemma
Stemma
In carica1545 –
1608
Altri titoli
  • Signore di Marano
  • Signore di Monticelli
  • Signore di Tortiano
  • Signore di Basilicagoian
  • Signore di Martorano
  • Signore di Lesignano dei Bagni e Pegorale
NascitaMontechiarugolo, 1539
MorteParma, 9 aprile 1608
DinastiaTorelli
PadrePaolo Torelli (conte)
MadreBeatrice Pico della Mirandola
ConsorteIsabella Bonelli
FigliPaolo, Cecilia, Francesco, Marsilio, Emilia, Flavia, Pio, Salinguerra, Pompilio.

Pomponio Torelli (Montechiarugolo, 1539Parma, 9 aprile 1608) è stato un nobile, letterato, poeta e tragediografo italiano.

Conte di Montechiarugolo, importante fu anche il suo ruolo culturale: da letterato compose liriche, prose e tragedie in versi; il Torelli è considerato il più importante tragediografo italiano di fine Cinquecento, oltreché anticipatore della commedia del XVIII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Pomponio era il figlio primogenito di Paolo, conte di Montechiarugolo, e della sua seconda moglie Beatrice, figlia di Gianfrancesco Pico della Mirandola. Suo fratello maggiore, Francesco, nato dal matrimonio del padre Paolo con Isabella Contrari, aveva intrapreso la carriera ecclesiastica divenendo abate di Lézat.

Conte di Montechiarugolo e l'attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Egli si trovò a dover succedere al padre nel 1545, all'età di soli sei anni e l'anno successivo morì anche la madre. Pomponio, ancora minorenne, passò dunque sotto la tutela del duca di Parma, venendo affidato fisicamente dapprima ad Angelo Cantelli ed a Francesco Baratta, e in seguito allo zio Gaspare Torelli (figlio naturale di Francesco).

Evento storico che comprometterà poi la signoria dei Torelli nell'area, sarà in quello stesso 1545 l'investitura ai Farnese del Ducato di Parma e Piacenza, un potere non indifferente che farà cessare le pretese della corte milanese sull'area.

Pomponio compì quindi i propri studi a Padova e nel 1561 tornò nel proprio feudo, ove conobbe una popolana di cui non ci è giunto il nome, ma dalla quale ebbe un figlio illegittimo. Postosi al servizio della corte parmigiana, gli vengono affidati moltissimi incarichi non solo in Italia, ma anche nelle Fiandre e presso le prestigiose corti di Parigi e Madrid, concludendo proprio con Filippo II di Spagna la trattativa per la restituzione di Piacenza nelle mani dei Farnese. In segno di riconoscenza, nel 1583 venne nominato precettore del Duca Ranuccio I Farnese che nel 1586 divenne reggente del ducato per il padre, impegnato negli scontri nelle Fiandre, dove era diventato Governatore dei Paesi Bassi.

Tutti questi onori lo resero però inviso alla corte, e decise perciò saggiamente di fare ritorno a Montechiarugolo, malgrado l'affetto e la stima per Ranuccio I.

Scrisse poesie amorose in volgare (Rime, 1575; ed. accr. 1586), sei libri di Carmina in latino (1600) e il Trattato del debito del cavalliero (1596), una sorta di galateo su come comportarsi a corte (nel ballo, nella caccia, nel gioco, ecc.) e nel contempo un manuale di etica di comportamento, per ragionare e pensare in modo virtuoso; è dedicato a Ranuccio Farnese in cui "tutte le virtù cavalleresche, mirabilmente, et gloriosissimamente risplendono". Studioso delle leggi dell'arte drammatica, fu soprattutto celebre come autore di cinque tragedie, fondate essenzialmente sul conflitto tra la ragion di stato e gli affetti degli individui: Merope (1589), Tancredi (1597), Galatea (1603), Vittoria (il cui protagonista è Pier delle Vigne; 1605) e Polidoro (1605).

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì a Parma il 9 aprile 1608 e venne sepolto nella cappella di famiglia, dedicata a San Giovanni, nella chiesa della Santissima Annunziata, che all'epoca recava una tavola con l'immagine del santo dedicatario che si diceva dipinta dal Parmigianino.

Ritratto di Pomponio Torelli, opera di Scipione Pulzone

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sposò nel 1573 Isabella Bonelli (1554-1591), figlia di Marco, nobile alessandrino, e di Dominia de Gibertis (pronipote del pontefice Pio V), sorella del cardinale Michele Bonelli. Da questa unione nacquero:[1]

  • Paolo (1576-1630), primogenito, vescovo di Rossano
  • Cecilia, sposò Giammbattista Masi
  • Francesco (?-1629), militare
  • Marsilio (?-1608)
  • Emilia, sposò il conte Francesco Anguissola
  • Flavia, sposò il conte Girolamo Bernieri
  • Pio (1578-1612), ultimo conte di Montechiarugolo
  • Salinguerra.

Ebbe anche un figlio naturale, Pompilio.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Marsilio Torelli, conte di Montechiarugolo Cristoforo I Torelli, conte di Montechiarugolo  
 
Taddea Pio  
Francesco Torelli, conte di Montechiarugolo  
Paola Secco Francesco Secco, conte di Calcio  
 
Caterina Gonzaga  
Paolo Torelli, conte di Montechiarugolo  
Giovanni Trivulzio, consignore di Borgomanero Pietro Trivulzio  
 
Lara Bossi  
Damigella Trivulzio  
Angiola Martinengo  
 
 
Pomponio Torelli, conte di Montechiarugolo  
Galeotto I Pico della Mirandola, signore di Mirandola e conte di Concordia Gianfrancesco I Pico, signore di Mirandola e conte di Concordia  
 
Giulia Boiardo  
Giovanni Francesco II Pico della Mirandola, signore di Mirandola e conte di Concordia  
Bianca d'Este Niccolò III d'Este, marchese di Ferrara, Modena e Reggio  
 
Anna de' Roberti  
Beatrice Pico della Mirandola  
Giovanni Tommaso Carafa, conte di Maddaloni Diomede I Carafa, conte di Maddaloni  
 
Maria Caracciolo, signora di Casalduni e Ferrarisi  
Giovanna Carafa, signora di Roddi  
Giulia Sanseverino Roberto Sanseverino d'Aragona, marchese di Castelnuovo Scrivia  
 
Giovanna da Correggio  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Torelli di Ferrara, Torino, 1835.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ettore Bonora "Pomponio Torelli edito ed inedito", in Retorica ed invenzione, Rizzoli, Milano 1970.
  • Pietro Montorfani, Uno specchio per i principi. Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608), ETS, Pisa 2011.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Torelli di Ferrara, Torino, 1835, ISBN non esistente.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Conte di Montechiarugolo Successore
Paolo 1545-1608 Pio
Controllo di autoritàVIAF (EN19753223 · ISNI (EN0000 0001 2123 1084 · SBN CFIV005947 · BAV 495/41483 · CERL cnp01339380 · LCCN (ENn87101059 · GND (DE119103613 · BNF (FRcb12351446n (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n87101059