Ottavio Abbati

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Ottavio Abbati
Ottavio Abbati nel 1939

Segretario del Partito Repubblicano Italiano
Durata mandatoaprile –
luglio 1938
PredecessoreCipriano Facchinetti
SuccessoreRandolfo Pacciardi e Cipriano Facchinetti

Dati generali
Partito politicoPartito Repubblicano Italiano
ProfessioneGiornalista pubblicista

Ottavio Eusvaldo Ferdinando Abbati (Fabriano, 5 aprile 1897Roma, 6 gennaio 1951) è stato un politico, antifascista e pubblicista italiano, segretario del Partito Repubblicano Italiano (PRI) nel 1938. Visse come rifugiato politico in Francia e fu membro della Commissione Esecutiva della Lega italiana dei diritti dell'uomo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la famiglia Abbati fosse originaria di Savignano sul Rubicone, Ottavio Abbati crebbe con due fratelli più piccoli in condizioni modeste a Fabriano, luogo d'origine della madre Cesira Rossi. Suo padre, Giuseppe Abbati, era parrucchiere di orientamento socialista. Nel 1912 lui e la sua famiglia si stabilirono nella Svizzera occidentale. A Malley, Renens, Vevey e Ginevra apprese il mestiere di parrucchiere e si interessò alle idee politiche, rivolgendosi alla vita e agli scritti di Giuseppe Mazzini. Nel 1917 partecipò alla prima guerra mondiale. Nel 1918 si arruolò nuovamente volontario con le Truppe ausiliarie italiane in Francia (TAIF). Dopo la guerra si stabilì a Roma.

Impegno politico a Roma (1918-1936)[modifica | modifica wikitesto]

Stretto collaboratore del politico e avvocato Giovanni Conti, divenne dapprima segretario della Federazione giovanile repubblicana del Lazio, poi membro del Comitato esecutivo della Federazione nazionale giovanile, in tale veste principalmente responsabile della propaganda e organizzazione.[1] Nel 1921 partecipò al Congresso giovanile della Regione Lazio a Castel Gandolfo, e un anno dopo a Roma.[2] Nel 1922 partecipò al congresso nazionale del Partito Repubblicano a Trieste come rappresentante delle sezioni di Corchiano, Montalto di Castro, Palombara Sabina, Roma e Viterbo.[3]

Dopo lo scioglimento del Partito Repubblicano, continuò a lavorare in clandestinità. Nel luglio del 1932 fu arrestato insieme ad altre persone per aver fondato a Roma una propaggine del movimento Giustizia e Libertà e, dopo mesi di reclusione nel Carcere di Regina Coeli, fu mandato in esilio all'Isola di Ponza.[4] Dopo il suo ritorno a Roma, sotto costante sorveglianza e più volte arrestato, riuscì a fuggire in Francia alla fine del dicembre 1936.

Parigi, 54 rue Saint-Lazare, sede del Partito Repubblicano Italiano in esilio

Impegno politico in Francia (1937-1940)[modifica | modifica wikitesto]

Abbati fu attivo principalmente nell'organizzazione del Partito Repubblicano a Marsiglia e Nizza (reclutamento di nuovi membri, fondazione di nuove sezioni, ecc.).[5] Nel gennaio 1938 Randolfo Pacciardi lo chiamò a Parigi e gli affidò l'amministrazione e la redazione de La Giovine Italia, settimanale politico per gli emigrati repubblicani in Francia, il cui primo numero uscì a Parigi nel dicembre 1937 e ad Annemasse dal settembre 1938.[6] Nel 1938 ricoprì per alcuni mesi la segreteria del Partito Repubblicano.[7]

Abbati è stato attivo nella Lega italiana dei diritti dell'uomo e durante il Congresso della LIDU di Nantes nel luglio 1938 fu eletto nel Comitato Esecutivo.[8] Gli informatori della polizia politica fascista che si erano introdotti clandestinamente nel partito e nella LIDU inoltrarono numerose segnalazioni su di lui al Ministero dell'Interno di Roma. Pur essendo apolitica per ovvie ragioni,[9] fu monitorata anche la sua corrispondenza con la famiglia a Roma; tutte le lettere furono lette, fotografate, valutate e archiviate.

Annotazione del diario su un tentativo di fuga fallito da Orano (1941)

Fuga, internamento e liberazione (1940-1945)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sconfitta francese nel 1940, la polizia fascista inviò alle autorità di occupazione tedesche un elenco con i nomi di 123 "pericolosi sovversivi" ricercati e residenti in Francia [10], tra cui Abbati e Pacciardi.[11] Sotto l'impressione della minaccia dell'arresto e dell'estradizione in Italia, tentarono insieme di fuggire da Marsiglia attraverso il Nordafrica verso gli Stati Uniti, ma solo Pacciardi vi riuscì, mentre Abbati e alcuni commilitoni politici (Antonio Bedei, Francesco Blesio, Francesco Burrai, Raffaele Savorani, Augusto Testa) rimasero bloccati ad Orano dopo diversi tentativi di fuga falliti. La via di fuga attraverso Orano, organizzata da Pacciardi, si rivelò un vicolo cieco.[12]

La moglie di Abbati, Caterina Martini, seguì il marito ad Annemasse con il loro bambino nel dicembre 1938. Per un accordo tra il Ministero dell'Interno, la polizia romana e il consolato italiano a Chambéry, fu arrestata al confine italo-francese nell'autunno del 1940, inizialmente trasferita nel campo femminile di Pollenza senza una sentenza del tribunale e poi internata in provincia di Avellino fino alla fine del 1942[13] mentre il figlio undicenne veniva consegnato alla nonna a Roma dalla polizia.[14]

Ottavio Abbati fu internato dalle autorità di Vichy a Tiaret nel 1941; le occasionali donazioni di amici in Svizzera (tra cui Egidio Reale e i due socialisti ticinesi Francesco Borella e Guglielmo Canevascini, e a Tunisi Guido Levi) gli consentirono di sopravvivere. Nel 1943 fu liberato dalle truppe statunitensi. Lavorò poi per le autorità militari statunitensi ad Algeri nell'ambito della propaganda antifascista; nel febbraio 1945 tornò a Roma.

Dopoguerra (1945-1951)[modifica | modifica wikitesto]

Nel marzo 1945 fu incaricato da Pacciardi di riorganizzare il partito, ma fu destituito nel luglio dello stesso anno a causa di divergenze di opinioni sul corso del partito.[15] Corse per le elezioni parlamentari nel 1948, ma non riuscì a farsi eleggere. Ottavio Abbati morì il 6 gennaio 1951 a Roma.[16]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il 9 dicembre 1976, per il 50º anniversario dell'adozione delle leggi eccezionali e della formazione del tribunale speciale fascista, Ottavio Abbati (postumo) e altri 16 antifascisti ricevettero una medaglia dalla città di Roma "per il loro impegno contro la dittatura".[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'Alba Repubblicana, 27 febbraio 1921
  2. ^ Oronzo Reale: L'opera di propaganda e organizzazione della Commissione Esecutiva. In: L'Alba Repubblicana, IV., N. 15, 21 maggio 1922, p. 2
  3. ^ Partito Repubblicano Italiano: Resoconto sommario del XV. Congresso Nazionale, Trieste 22-25 agosto 1922. Roma 1922, pp. 90-93
  4. ^ Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini (Hrsg.): L'Italia al confino. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943. Milano 1983, vol. 3, pp. 1377–1378; Mario Giovana: Giustizia e Libertà in Italia 1929–1937. Storia di una cospirazione antifascista. Torino 2005, pp. 316–318
  5. ^ Elisa Signori: Républicains et giellistes en France entre guerre d’Espagne et Résistance. In: Pierre Milza, Denis Peschanski (dir.): Exils et Migration. Italiens et Espagnols en France (1938–1946). 1995, p. 554
  6. ^ L'ultimo numero de La Giovine Italia porta la data del 29 maggio 1940.
  7. ^ Il Diario inedito di Ottavio Abbati. In: Archivio Trimestrale. 2/1981, p. 318; La Giovine Italia. 22 gennaio 1938, p. 3
  8. ^ La Giovine Italia. 9 luglio 1938, p. 3
  9. ^ Patrizia Gabrielli: Con il freddo nel cuore. Uomini e donne nell'emigrazione antifascista. 2004
  10. ^ Elisa Signori: Républicains et giellistes en France entre guerre d’Espagne et Résistance. In: Pierre Milza, Denis Peschanski (dir.): Exils et Migration. Italiens et Espagnols en France (1938–1946). 1995, p. 563–564
  11. ^ Alcuni di questi antifascisti svolsero un importante ruolo politico dopo la guerra, ad esempio i comunisti Giorgio Amendola, Luigi Longo e Palmiro Togliatti, i socialiati Giuseppe Emanuele Modigliani, Pietro Nenni e Giuseppe Saragat e l'ex diplomatico Carlo Sforza.
  12. ^ La debacle del progetto di fuga via Orano e il fallimento della cooperazione tra Pacciardi e il Centre Américain de Secours di Marsiglia sono descritti in: Anne Klein: Flüchtlingspolitik und Flüchtlingshilfe 1940–1942. Das Varian-Fry-Komitee in Marseille und New York. Berlino 2007, pp. 354-355
  13. ^ Per un approfondimento sulla politica di internamento dello stato fascista si veda Klaus Voigt, Zuflucht auf Widerruf. Exil in Italien, Stuttgart (Klett-Cotta) 1989 (vol. 1) e 1993 (vol. 2)
  14. ^ Elisa Signori, Frammenti di vita e d'esilio. Giulia Bondanini, una scelta antifascista (1926-1955), Zurigo 2006 (L'Avvenire dei Lavoratori), p. 11
  15. ^ Giovanni Conti: Controcorrente e copialettere. Roma senza anno, p. 67, 101
  16. ^ La Voce Repubblicana. 9 gennaio 1951
  17. ^ Nel 50. anniversario delle leggi eccezionali – Ieri in Campidoglio i combattenti della lotta antifascista. In: L'Unità. 10 dicembre 1976, p. 2: Ottavio Abbati (postumo), Giulio Turchi (postumo), Fausto Nitti (postumo), Mario Magri (postumo), Umberto Terracini, Sandro Pertini, Camilla Ravera, Luigi Longo, Pietro Nenni, Vittorio Foa, Giorgio Amendola, Claudio Cianca, Gioacchino Malavasi, Lucio Lombardo Radice, Maria Baroncini, Alberto Jacometti e Vincenzo Baldazzi.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Diario inedito di Ottavio Abbati. In: Archivio Trimestrale. 2/1981, pp. 311-329
  • [Abbati Ottavio]: Album Documentario familiare (a cura del figlio Alberto Mario). In: Bollettino della Domus Mazziniana, Pisa. 2/1977, p. 318 (recensione)
  • Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti ANPPIA (Ed. ): Antifascisti nel Casellario Politico Centrale. Roma 1988, Volume 1, pp. 30-31
  • Sonia Castro: Egidio Reale tra Italia, Svizzera e Europa. Milano 2011, pp. 204-206
  • Sonia Castro (ed. ): Guglielmo Canevascini - Egidio Reale: Al di sopra di ogni frontiera - Carteggio 1927-1957. Lugano 2016, pp. 96–97, 105, 117, 10, 137
  • Ennio Ceccarini: Ottavio Abbati. In: Archivio Trimestrale, Rassegna storica di studi sul movimento repubblicano. 4/1975, pp. 383-384
  • Giuseppe Chiostergi (a cura di Elena Fussi Chiostergi e Vittorio Parmentola): Diario Garibaldino ed altri scritti e discorsi . Milano 1965, p.40
  • Giovanni Conti: Controcorrente e copialettere. Roma senza anno, pp. 36-37, 82, 101
  • Santi Fedele: I repubblicani in esilio nella lotta contro il fascismo (1926-1940) . Firenze 1989, p.97
  • Patrizia Gabrielli: Con il freddo nel cuore. Uomini e donne nell'emigrazione antifascista . Roma 2004, pp. 25, 27, 29-31, 70, 92, 97, 135, 136, 145
  • Mario Giovana: Giustizia e Libertà in Italia. Storia di una cospirazione antifascista 1929-1937 . Torino 2005, pp. 316-318
  • Jean-Claude Lescure: Un parti dans une transition démocratique. La refondation du Parti républicain Italia (1944-1946). In: Vie et mort des partis politiques. Genese, cycle de vie et déclin des partis politiques (Actes du Congrès de l'Association française de sciences politiques), Grenoble 2010, pp. 46-47
  • Paolo Palma: Una bomba per il duce. La centrale antifascista di Pacciardi a Lugano (1927-1933) . 2003, pp. 210-211, 237, 240-241
  • Massimo Scioscioli: Si fa presto a dire coerenza, di Alberto Mario Abbati. In: Archivio Trimestrale. 4/1977, pp. 355-356 (recensione)
  • Elisa Signori: Républicains et giellistes en France entre guerre d'Espagne et Résistance. In: Pierre Milza, Denis Peschanski (dir.): Exils et Migration. Italiens et Espagnols in Francia (1938-1946). 1995, pp. 554-555, 561-562, 565
  • Elisa Signori: Frammenti di vita e d'esilio - Giulia Bondanini, una scelta antifascista . Zurigo 2006, p.11
  • La Giovine Italia (La Jeune Italie / La Jeune Europe). N. 1/1937 (4º dicembre 1937) - n. 7/1940 (29. maggio 1940)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Segretario del Partito Repubblicano Italiano Successore
Cipriano Facchinetti aprile - luglio 1938 Randolfo Pacciardi e Cipriano Facchinetti