Nicelli

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La famiglia Nicelli è una storica famiglia feudale piacentina di origine longobarda o franca, per secoli dominatrice della Val Nure, con domini estesi alle vicine valli dell'Aveto, del Trebbia, del Riglio e del Pernio, e in varie zone della pianura anche oltre il Po. Il suo primo possesso risulta Aniceto (l'attuale Nicelli, frazione del Comune di Farini) come risulta dalla investitura di Ottone I all'Abate di Bobbio del 972.[1]

Nicelli
Titoli
FondatoreBonifacio
Data di fondazioneXII secolo
Etniaitaliana
Rami cadetti
    • Nicelli di Montechino e di Muradello
    • Nicelli di Ferriere e di Viustino
    • Nicelli di Bettola
    • Nicelli di Braiamano e di Rossoreggio
    • Nicelli di Roncovero
    • Nicelli di Coli
    • Nicelli di Maiano e Cogno
    • Nicelli di Erbia
    • Nicelli di Casellasca
    • Nicelli di Cogno, di Collignola e di Vigolo
    • Nicelli di Guardamiglio
    • Nicelli di Prussia
    • Nicelli di Cogno San Savino

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la genealogia tradizionalmente accettata[2] il capostipite dei Nicelli fu Bonifacio, investito da Federico Barbarossa nel 1184 nella Contea di Revigozzo (l'attuale Bettola). In una rara rappresentazione di un albero genealogico disegnato a mano, da ignoti, Bonifacio viene indicato come figlio di Alberto.

Bonifacio ebbe due figli, Lanfranco e Rizzo, divenuti potenti signori della Val Nure. Lanfranco ebbe quattro figli: Alberico, Alberto, Guido e Pietro. Proprio da quest'ultimo, Pietro, dottore collegiato, e soprattutto dai figli del figlio Avvocato iniziarono a districarsi i rami dei Nicelli. I Nicelli, per via delle loro ricchezze, instaurarono presto rapporti di parentela con le più ingenti famiglie piacentine, tra cui i Marchesi Malaspina, e la loro aspirazione di conquista li portò allo scontro con diverse famiglie locali, tra le quali gli Scribani, i Chinelli e i Camia.

La famiglia ebbe il suo massimo splendore alla fine del XVI secolo e all'inizio del secolo successivo, ma la loro fulgidezza andò a disperdersi per via dei numerosi rami che si andarono a creare, cosa che portò alla fine di diverse loro linee minori.

La prima divisione della famiglia in vari rami avvenne con i figli di Avvocato: Bartolino I, Bernardo, Castellino, Gherardo e Guglielmo. Da Bartolino I, signore del castello di Cianeto, discendono i Nicelli di Montechino e di Muradello (con Giovanni progenitore), di Ferriere e di Viustino (Bartolino III progenitore), di Bettola (con Stefano progenitore), di Rossoreggio (con Bassano progenitore), di Coli (con Giacomo progenitore) e di Lugherzano (con Zanone progenitore); da Castellino, i Nicelli di Montereggio, che però ebbero breve durata, causa estinzione del ramo; da Gherardo, i Nicelli di Grondone, di Salso e di Cataragna; da Bernardo, signore del castello di Cogno, i Nicelli di Erbia, di Casellasca (entrambi con Barnabò progenitore), di Cogno e di Maiano (con Castellino progenitore), di Villanova (con Marco Antonio progenitore) e i conti di Guardamiglio (con Giovanni progenitore). È importante considerare che tali denominazioni non sempre sottolineano un vero e proprio feudo, ma stanno a identificare la località in cui il singolo ramo aveva i propri beni terrieri e/o abitava.

Tuttora sussistono il ramo dei Nicelli di Coli, quelli di Guardamiglio e di altri rami minori.

Luoghi, architetture e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Località e paesi[modifica | modifica wikitesto]

Nicelli, frazione di Farini[modifica | modifica wikitesto]

Nicelli è una frazione del comune di Farini, dal quale dista circa 8,5 km, in provincia di Piacenza in Emilia-Romagna, ed è il paese natale dell'antica casata omonima. È situato a 1 063 m s.l.m. tra la val Nure e la val Perino sull'Appennino Ligure. Secondo una tradizione antica ma del tutto impossibile da dimostrare, in origine il borgo sarebbe stato fondato da un soldato romano di nome Marco Anicio. Un'altra leggenda "di famiglia" riporta come il capostipite del casato sarebbe stato investito del feudo da Carlo Magno in persona, come premio per essersi distinto nella guerra tra i Franchi e i Longobardi, terminata con la vittoria dei primi e la cattura del Re Desiderio, nel 774.[3]

Ca' Nicelli[modifica | modifica wikitesto]

Ca' Nicelli è una frazione del comune di Rovescala, in provincia di Pavia in Lombardia. È situata nella collina dell'Oltrepò Pavese, nella valle del torrente Bardonezza, al confine con la provincia di Piacenza.[4]

Aeroporto di Venezia-Lido "Giovanni Nicelli"[modifica | modifica wikitesto]

L'Aeroporto di Venezia-Lido è intitolato al Sergente Giovanni Nicelli (1893–1918), pilota dell'Aeronautica, 79ª Squadriglia, caduto in guerra nel marzo 1918 a causa di un cedimento strutturale del suo aereo.[5] È situato nella parte nord dell'isola del Lido di Venezia.

Palazzi storici già residenza della famiglia o di suoi membri[modifica | modifica wikitesto]

Castello di Montechino

Araldica civica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Coli, in provincia di Piacenza in Emilia-Romagna, è stato ricavato dallo stemma dei Nicelli.

Membri illustri[modifica | modifica wikitesto]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Annuario della Nobiltà Italiana, XXXIII edizione (2015-2020), di Andrea Borella.
  2. ^ La maggior parte delle notizie sui Nicelli si trovano nel libro "Antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi" di Giorgio Fiori, dalla pagina 305 alla pagina 316.
  3. ^ Nicelli, frazione di Farini, su altavaltrebbia.net. URL consultato il 29 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2021).
  4. ^ Giancarlo A. Baruffi, Via S.ti Columbani-II Alta Versa, Pavia, Luigi Ponzo e Figlio, 2014..
  5. ^ Varriale 2009, p. 68..
  6. ^ Groppoducale, su groppoducale.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario della Nobiltà Italiana, XXXIII edizione (2015-2020), di Andrea Borella.
  • Antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi, 1979, di Giorgio Fiori, dalla pagina 305 alla pagina 316.
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