Fokker F.XXXVI

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Fokker F.XXXVI
Descrizione
Tipoaereo di linea
Equipaggio4
CostruttoreBandiera dei Paesi Bassi Fokker
Data primo volo22 giugno 1934
Data entrata in servizio1935
Data ritiro dal servizio1940
Utilizzatore principaleBandiera dei Paesi Bassi KLM
Altri utilizzatoriBandiera del Regno Unito Scottish Aviation
Esemplari1
Dimensioni e pesi
Lunghezza24,0 m
Apertura alare33,0 m
Altezza8,3 m
Superficie alare172,0
Peso a vuoto10 300 kg
Peso carico16 500 kg
Passeggeri32
Propulsione
Motore4 Wright SGR-1820-F2 Cyclone
radiale 9 cilindri raffreddato ad aria
Potenza750 hp (560 kW) ciascuno
Prestazioni
Velocità max280 km/h (151 kt)
Autonomia1 536 km (830 nmi)

i dati sono estratti da:
British Civil Aircraft since 1919[1]
Fokker Commercial Aircraft[2]

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Il Fokker F.XXXVI, indicato anche come Fokker F.36, fu un aereo di linea quadrimotore monoplano ad ala alta, sviluppato dall'azienda aeronautica olandese Fokker nei primi anni trenta. Grazie allo scompartimento passeggeri a 32 posti a sedere, fu il più grande modello di aereo costruito dall'azienda olandese.

Benché concepito per consentire il massimo comfort per i passeggeri, tanto da essere soprannominato Vliegende Hotel (hotel volante), pagò la scelta di una tecnologia ancora legata a materiali convenzionali, tecnica mista per la cellula e legno e tela per le superfici alari, mentre già si affacciava sul mercato la concorrenza statunitense con modelli interamente metallici. Realizzato in un unico esemplare, venne utilizzato principalmente dalla compagnia aerea di bandiera KLM.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1930 la KLM aveva inaugurato una nuova rotta passeggeri che univa le città di Amsterdam e Giacarta, l'allora Batavia, capitale delle Indie orientali olandesi; la nuova rotta, nonostante la difficile situazione economica, si rivelò un successo commerciale tale da convincere Albert Plesman, il proprietario della compagnia aerea, a valutare l'acquisto di un grande aereo quadrimotore per soddisfare la crescente richiesta.[3]

A tale scopo si rivolse ad Anthony Fokker, titolare dell'azienda aeronautica che portava il suo nome, con il quale pianificare lo sviluppo di un modello adatto allo scopo nel loro incontro iniziale del 6 giugno 1932. Fokker e il suo ufficio tecnico iniziarono quindi il disegno di un velivolo quadrimotore che attingeva all'esperienza acquisita nella realizzazione dei precedenti Fokker F.XX e F.XXII, con struttura della fusoliera realizzata in tubi d'acciaio interconnessi a triangolo. Proposti i progetti preliminari a Plesman nel settembre del 1932, questi si dichiarò soddisfatto lasciando intendere un interesse all'acquisto di sei esemplari, di conseguenza Fokker avviò lo sviluppo e la costruzione di un prototipo che identificò con la sigla F.XXXVI, mutando la tradizione che indicava ogni nuovo modello con una sigla numerica consecutiva. Presumibilmente la scelta del 36, equivalente arabo della numerazione romana XXXVI, era relativa alla capacità totale di trasporto, quattro membri dell'equipaggio più trentadue passeggeri.[3]

Il Fokker F.XXXVI era un velivolo, per l'epoca, imponente, che riproponeva la tradizionale impostazione dei modelli Fokker, un monoplano ad ala alta a sbalzo, questa interamente realizzata in legno, con fusoliera ricoperta in tessuto trattato sopra una struttura metallica. Quest'ultima integrava le quattro cabine separate da otto posti a sedere ciascuna, dove l'isolamento acustico, in una decisione insolita e innovativa per il periodo, doveva consentire ai passeggeri di conversare a voce normale dopo il decollo. Il carrello d'atterraggio era un convenzionale triciclo anteriore fisso con gambe di forza principali ammortizzate integrate posteriormente da un ruotino d'appoggio fisso posizionato sotto la coda.[4]

Il prototipo, immatricolato PH-AJA ed equipaggiato con quattro motori radiali Wright Cyclone, venne portato in volo per la prima volta il 22 giugno 1934[4] per essere consegnato alla KLM al termine delle prove di volo aziendali. La compagnia aerea iniziò ad utilizzarlo su rotte europee da marzo 1935 dove in ambito operativo, pur nella notevole capacità di carico, si riscontrò un'autonomia nettamente inferiore a quella prevista in sede progettuale. Con l'affacciarsi sul mercato dei nuovi Douglas DC-2 e DC-3, che interamente metallici garantivano costi di manutenzione inferiori, le iniziali intenzioni di Plesman vennero meno e non furono sottoscritti nuovi contratti di fornitura per il modello.

Il Fokker F.XXXVI suscitò comunque l'interesse da parte dell'azienda aeronautica britannica Airspeed, la quale acquistò una licenza per la costruzione del modello, ridesignato Airspeed AS.20, per il mercato nazionale, tuttavia non ricevendo alcuna commissione non ne venne mai avviata la produzione.[5]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Un gruppo di allievi del No. 1 Air Observer and Navigation School davanti al Fokker F.XXXVI con insegne Royal Air Force.

La compagnia aerea di bandiera olandese KLM utilizzò il Fokker F.XXXVI dal marzo 1935 al 1939, anno in cui lo cedette alla Scottish Aviation Limited, scuola di volo con sede a Prestwick, nell'Ayrshire Meridionale (Scozia).

Reimmatricolato con marche civili G-AFZR, questa lo utilizzò come aereo da addestramento per equipaggi e navigatori per conto della Royal Air Force, aggregato alla No.12 Elementary Flying Training School ma operato da proprio personale.

L'aereo rimase in linea fino al 1940 quando a seguito di un incidente in fase di decollo rimase distrutto da un incendio.[6]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Bandiera del Regno Unito Regno Unito

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera del Regno Unito Regno Unito

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jackson 1974, p. 373.
  2. ^ de Leeuw 1994, p. 102.
  3. ^ a b van Weezepoel, Dutch Aviation: Fokker F.XXXVI.
  4. ^ a b Flight, 26 July 1934, The Fokker F.XXXVI.
  5. ^ Taylor 1970.
  6. ^ (EN) ASN Aircraft accident 21-MAY-1940 Fokker F.XXXVI G-AFZR, su Aviation Safety Network, 10 febbraio 2011. URL consultato il 15 luglio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985), Orbis Publishing, 1985.
  • (EN) René de Leeuw, Fokker Commercial Aircraft, Fokker Publications, 1994.
  • (NL) René de Leeuw, Fokker verkeersvliegtuigen, van de F1 uit 1918 tot en met de Fokker 100 van nu, Fokker Publications, 1989, ISBN 90-269-4074-2.
  • (EN) A.J. Jackson, British Civil Aircraft since 1919, Volume 2, London, Putnam, 1974, ISBN 0-370-10010-7.
  • (EN) H.A. Taylor, Airspeed Aircraft since 1931, London, Putnam, 1970, ISBN 0-370-00110-9.

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]