Aterno-Pescara: differenze tra le versioni

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Aterno-Pescara
L'Aterno-Pescara nei pressi di Popoli (PE)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Abruzzo
Lunghezza152 km
Portata mediaalla foce 57 m³/s
Bacino idrografico3,190 km²
NasceMonti della Laga
42°09′53.17″N 13°49′18.29″E / 42.164769°N 13.821747°E42.164769; 13.821747
AffluentiVetoio, Raio, Vera, Sagittario, Tirino, Orta, Lavino, Cigno, Nora
SfociaMare Adriatico
42°28′10.87″N 14°13′46.62″E / 42.469686°N 14.229616°E42.469686; 14.229616
Mappa del fiume
Mappa del fiume

L'Aterno-Pescara (Aternus in latino) è il fiume più lungo d'Abruzzo e il maggiore per estensione di bacino (3.190 km²) fra quelli che sfociano nell'Adriatico a sud del Reno.

Nasce come Aterno sui Monti della Laga, nei pressi di Montereale (AQ), e si sviluppa prevalentemente tra la provincia dell'Aquila e quella di Pescara, toccando in minima parte anche la provincia di Chieti[1][2]; nei pressi di Popoli (PE) si unisce al fiume Pescara e sfocia nel mare Adriatico nell'omonima città.

Toponimo

L'area dell'antica Sabina con indicati il fiume Aternus e le città di Amiternum e Aternum.

I latini lo chiamavano Aternus. Da questo nome derivò quello di Aternum con cui si indicava, in epoca romana, un villaggio posto alla foce del fiume (l'odierna Pescara), porto dei Vestini e dei Marrucini[3]; successivamente il villaggio sarà denominato Vicus Aterni o Ostia Aterni, con riferimento alla tipicità del luogo (ostia vuol dire appunto "foce"), prima di venire distrutto dai Longobardi[4]. Aternus dava inoltre il nome alla città sabina di Amiternum (da Amnem-Aternum, ovvero "presso l'Aterno"), fondata lungo il corso del fiume nella piana ad ovest dell'odierna L'Aquila.

Nel medioevo la parte finale del fiume fu chiamata Piscaria per la pesca che vi si faceva e da esso prese il nome il nuovo villaggio sorto sul luogo della vecchia Aternum, poi diventato definitivamente Pescara[4].

Descrizione

Il fiume si può dividere in tre parti: l'Aterno, fino all'immissione del Sagittario, l'Aterno-Sagittario fino all'unione con il Pescara e l'Aterno-Pescara (anche detto solo Pescara) nel tratto conclusivo[1].

Aterno

L'Aterno tra le gole di San Venanzio.

L'Aterno sorge sulle pendici del monte Capo-Cancelli, nel massiccio dei Monti della Laga, ad un'altitudine di 1013 m s.l.m. e a nord-est dell'abitato di Aringo, piccola frazione di Montereale[5]. Prende inizialmente il nome di torrente Mondragone[2] che mantiene sino alla conca alluvionale di Montereale, spartiacque tra il bacino dell'Aterno e quello del Vomano.

Attraversa le cosiddette gole di Montereale scorrendo dapprima da nord-est verso sud-ovest quindi, dalla località Marana in poi, da nord-ovest verso sud-est, immettendosi così nella conca aquilana. Superata la piana amiternina, l'Aterno riceve i contributi del Vetoio e del Raio prima di lambire da sud la città dell'Aquila[2]. Il capoluogo abruzzese non è direttamente attraversato dal fiume che tuttavia costituisce storicamente una risorsa per la città; dall'abbondanza di acque nell'area nacque il toponimo del borgo di Acquili da cui, a sua volta, derivò quello di Aquila (poi L'Aquila)[6].

Il fiume prosegue il suo corso in direzione sud-est attraversando la piana di Bazzano, dove riceve le acque del Vera. Quindi si separa in due corsi distinti che si riuniscono nei pressi di Sant'Eusanio Forconese. Da Villa Sant'Angelo l'Aterno entra nella stretta valle Subequana, all'uscita della quale, vicino Molina Aterno, viene rifornito dalle acque delle cosiddette sorgenti di Molina[2].

Tramite le selvagge gole di San Venanzio l'Aterno giunge a Raiano entrando di fatto nella conca Peligna. Qui il fiume ruota il suo corso dirigendosi verso nord-est e lambendo i centri di Vittorito e Corfinio, quest'ultima antica capitale degli Abruzzi.

Aterno-Sagittario

A monte di Popoli, vi si immette il suo principale tributario, il Sagittario che, proveniente dal Lago di Scanno con regime torrentizio[1], riceve a sua volta le acque del Gizio (il fiume che attraversa la città di Sulmona) e del Vella[2]. Per qualche chilometro e il fiume muta denominazione in Aterno-Sagittario.

Sorgenti del fiume Pescara.

Aterno-Pescara

Più avanti il corso dell'Aterno-Sagittario si unisce a quello, proveniente da sinistra, del Pescara, brevissimo fiume sorgivo assai ricco di acque, che gli reca un tributo minimo assoluto di magra di 7 m³/s. Da questo punto in poi il fiume viene spesso chiamato Aterno-Pescara, o anche solo Pescara. La denominazione riflette una diversa caratteristica del suolo che, essendo assai meno permeabile da questo punto sino alla foce rispetto a quello della valle dell'Aterno propriamente detta, mantiene in superficie la gran parte delle precipitazioni che lo investono.

Il Pescara ha origine da quattro caverne poste a valle di Popoli che formano un laghetto detto Capo Pescara[3], dal 1986 area protetta con il nome di riserva naturale guidata Sorgenti del Fiume Pescara. La sua rete idrica è particolarmente elaborata ed è alimentata dalle acque provenienti direttamente dalle montagne del Gran Sasso d'Italia[2].

Il porto canale di Pescara, parte terminale del fiume.

Il fiume entra nelle gole di Popoli notevolmente ingrossato, stretto dalle montagne del Gran Sasso a nord e dal massiccio del Morrone a sud; da questo punto in poi raccoglie altri affluenti di una certa importanza (in particolare il Tirino, ma anche l'Orta e il Lavino), incrementando ulteriormente il suo volume d'acqua.

Mantenendo quindi la direzione nord-est, il fiume attraversa quindi la piana alluvionale della valle del Pescara, lambisce la parte bassa della città di Chieti ed entra in quella di Pescara, sfociando infine nel mare Adriatico. Nel suo tratto conclusivo il fiume, che fino agli anni trenta del XX secolo creava periodicamente danni all'abitato[2], è stato arginato per formare un porto canale; l'infrastruttura ha avuto anche un carattere sociale dato che ha consentito la riunificazione delle due città a nord e a sud del fiume (rispettivamente Castellamare Adriatico e Pescara) in un unico centro.

Caratteristiche

L'Aterno-Pescara scorre per 152 km attraversando l'Abruzzo appenninico da ovest a est e toccando alcuni dei principali centri della regione, tra cui lo stesso capoluogo. In realtà la lunghezza effettiva è di 145 km ma viene generalmente compreso anche il breve tratto del Pescara dalle sorgenti nell'omonima riserva presso Popoli (PE) sino all'unione con l'Aterno.

Affluenti

Caratteristiche idrologiche

Il bacino idrografico dell'Aterno-Pescara occupa un'area di 3.190 km² con una portata media alla foce di circa 57 m³/s. Da evidenziare le differenze notevolissime tra il tratto alto di fiume chiamato Aterno e quello basso chiamato Pescara: il primo è molto più irregolare e povero d'acqua nel corso dell'anno risentendo direttamente degli apporti precipitativi con un regime quasi torrentizio nell'alta e media valle di scorrimentofino a Molina Aterno dove il fiume è alimentato/incrementato da una vena d'acqua proveniente dal Monte Sirente (c. 15 m³/s di modulo medio dopo la confluenza del Sagittario) rispetto al secondo che può invece beneficiare di costanti apporti sorgivi, come quello della sorgente di Capo Pescara presso Popoli o quello del fiume Tirino, arrivando così a sfiorare valori di portata media annua di quasi 60 m³/s. Un aspetto curioso di questo corso d'acqua, beninteso comune ad altri corsi d'acqua analoghi da un punto di vista geologico, è di essere caratterizzato da notevoli interscambi idrici con l'acquifero, tali da far diminuire e riaumentare a tratti la portata: il carsismo è soltanto una delle modalità con cui avvengono questi interscambi. Il tratto basso inoltre è ricco di acque anche in estate, con una portata minima di ben 18 m³/s. (superiore addirittura a quella media del tratto alto e a quella estiva dello stesso Reno) tanto da risultare nella stagione estiva il massimo tributario dell'Adriatico a sud del Po. Le portate massime invece possono sfiorare i 3.000 m³/s. tanto che durante le piene stagionali la città di Pescara corre seri rischi di inondazione nelle zone circostanti il porto situato sull'estuario. Nel tratto finale del suo corso, specialmente presso Bussi sul Tirino vi sono numerosi impianti idroelettrici.

Livelli di inquinamento

A ridosso delle zone urbane, il percorso del fiume è caratterizzato dalla presenza di un numero elevatissimo di scarichi civili e nei, pressi di Bussi, di una grande discarica chimica illegale: da un'inchiesta della rivista Focus, risulta che il fiume è uno dei sette fiumi italiani più sfruttati ed inquinati.

Fauna

Tra le specie ittiche che necessitano di tutela in quanto vivono in questo fiumevi è l'alborella appenninica (Alburnus albidus).

Principali località attraversate

Galleria immagini

Altri progetti

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Collegamenti esterni

Note

  1. ^ a b c Regione Abruzzo, Redazione del piano stralcio difesa alluvioni (PDF), su regione.abruzzo.it.
  2. ^ a b c d e f g Regione Abruzzo - Commissario Aterno-Pescara, Inquadramento, su commissarioaternopescara.it.
  3. ^ a b Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005, p.252.
  4. ^ a b Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005, p.337.
  5. ^ Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005, p.128.
  6. ^ Provincia dell'Aquila, Guida turistica della provincia dell'Aquila, L'Aquila, Edigrafital, 1999, p.193.
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