Alburnus albidus
Alborella appenninica | |
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Stato di conservazione | |
Vulnerabile[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Actinopterygii |
Ordine | Cypriniformes |
Famiglia | Cyprinidae |
Genere | Alburnus |
Specie | A. albidus |
Nomenclatura binomiale | |
Alburnus albidus Costa, 1838 | |
Sinonimi | |
Alburnus vulturius, Alburnus alburnus albidus | |
Nomi comuni | |
Alborella appenninica, alborella meridionale |
L'alborella appenninica o alborella meridionale (Alburnus albidus O. G. Costa, 1838) è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae endemico dell'Italia meridionale[2].
Indice
Distribuzione ed habitat[modifica | modifica wikitesto]
L'areale della specie è limitato alle regioni meridionali d'Italia, dalla Campania e Abruzzo meridionale fino a tutta la Basilicata e alla Calabria e Puglia settentrionali.
Sul versante tirrenico la sua presenza in natura si registra spontanea nell'area della Campania compresa tra il Voltumo a nord e l'Alento (nel Cilento) a sud[2]. Come specie introdotta, sub-popolazioni di albarella appenninica si rinvengono più a sud: in Campania, nel Cilento, nei fiumi Mingardo e Bussento; in Calabria, nel Lao e nel Savuto[2].
Sul versante adriatico-ionico, la sua presenza naturale va dal Trigno al Basento, senza alcuna popolazione introdotta[2].
È incerto se, in seguito ad introduzioni, sia presenta anche in altre aree del centro sud.
Abita soprattutto ruscelli e piccoli corsi d'acqua e si adatta a una varietà di ambienti, dai corsi veloci della zona dei Ciprinidi a deposizione litofila fino ai canali con acqua ferma e torbida con molte piante acquatiche.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
È molto simile all'alborella comune: l'unica differenza riguarda la bocca, che è quasi orizzontale e non nettamente all'insù come nel caso della congenere settentrionale.
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
La biologia della specie è ancora non del tutto nota.
Comportamento[modifica | modifica wikitesto]
Vive in branchi fitti e può avere popolazioni numericamente abbondantissime.
Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]
Variabile, dagli insetti, alle larve fino alle alghe.
Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]
Avviene tra marzo e giugno, nelle acque basse; i particolari sono simili a quelli dell'alborella comune.
Pesca[modifica | modifica wikitesto]
Si cattura con le stesse tecniche usate per l'alborella. Utilizzando ami di piccola dimensione e montature molto leggere
Conservazione[modifica | modifica wikitesto]
La specie è sensibile alle introduzioni di specie alloctone, soprattutto con quelle a nicchia ecologica simile come alborella, cavedano, l'invasiva Rutilus rubilio[2].
Un'altra minaccia deriva dalla possibilità di ibridazione con alcune specie, soprattutto Leuciscus cephalus[2], che riduce ancora di più la vitalità della specie.
Inoltre, altro fattore di minaccia è la distruzione degli habitat a cui appartiene, o un declino della loro qualità, dovuto soprattutto all'imbrigliamento, canalizzazione, e copertura dei corsi d'acqua d'interesse per la specie[2].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Alburnus albidus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2017.1, IUCN, 2017.
- ^ a b c d e f g (EN) Alain Jean Crivelli, Alburnus albidus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2017.1, IUCN, 2017.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Stefano Porcellotti, Pesci d'Italia. Ittiofauna delle acque dolci, Edizioni PLAN, 2005, pp. 16-17.
- Sergio Zerunian, Condannati all'estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d'acqua dolce indigeni in Italia, Edagricole, 2002 !, pp. 61-62.