Proteste in Thailandia del 2020-2021: differenze tra le versioni

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[[File:Bangkok Protests 15 October 2020 Ratchaprasong Bangkok 06.jpg|thumb|Protesta del 15 ottobre a Ratchaprasong con le richieste di riforme e di liberare i detenuti]]
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Secondo alcuni commentatori politici, domande per la riforma della monarchia erano state fatte in precedenza solo da gruppi emarginati, mentre la protesta del 2020 è stata la prima in cui tali domande sono state discusse in pubblico. Questo fatto potrebbe allontanare dai dimostranti alcuni di coloro che avevano dato la loro adesione alla causa anti-governativa, ma se il governo dovesse tentare di sopprimere le proteste con la forza , potrebbe contribuire a rafforzare e ingrandire il movimento.<ref>{{cita web |autore= Helen Regan e Kocha Olarn |titolo= Thailand's monarchy was long considered God-like. But protesters say it's time for change |url= https://edition.cnn.com/2020/08/17/asia/thailand-democracy-protests-monarchy-intl-hnk/index.html |dataarchivio= 26 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200826024326/https://edition.cnn.com/2020/08/17/asia/thailand-democracy-protests-monarchy-intl-hnk/index.html |lingua= en }}</ref> A metà agosto, sul sito internet khaosod.com, espressione online in inglese del quotidiano nazionale ''Khaosod'', fu scritto che alle proteste studentesche mancava una strategia coerente e non avevano un piano articolato aldilà di organizzare le dimostrazioni giorno per giorno. Il giornalista Atith Keating ipotizzò che questo limite fosse dovuto alla mancanza di una struttura centralizzata, al contrario dei movimenti di protesta thailandesi degli anni settanta, e aggiunse che il movimento del 2020 dovrebbe cercare alleati tra i partiti politici (in particolare [[Pheu Thai]]) e organizzazioni sociali consolidate. Diede comunque atto agli studenti di aver sfatato la convinzione che in Thailandia non si potessero organizzare proteste atraverso internet.<ref>{{cita web|data= 13 agosto 2020|titolo=Opinion: Student Protest Leaders Lack a Coherent Strategy |url= https://www.khaosodenglish.com/opinion/2020/08/13/opinion-student-protest-leaders-lack-a-coherent-strategy/|dataarchivio= 29 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200829190627/https://www.khaosodenglish.com/opinion/2020/08/13/opinion-student-protest-leaders-lack-a-coherent-strategy/|lingua= en }}</ref>
Secondo alcuni commentatori politici, domande per la riforma della monarchia erano state fatte in precedenza solo da gruppi emarginati, mentre la protesta del 2020 è stata la prima in cui tali domande sono state discusse in pubblico. Questo fatto potrebbe allontanare dai dimostranti alcuni di coloro che avevano dato la loro adesione alla causa anti-governativa, ma se il governo dovesse tentare di sopprimere le proteste con la forza , potrebbe contribuire a rafforzare e ingrandire il movimento.<ref>{{cita web |autore= Helen Regan e Kocha Olarn |titolo= Thailand's monarchy was long considered God-like. But protesters say it's time for change |url= https://edition.cnn.com/2020/08/17/asia/thailand-democracy-protests-monarchy-intl-hnk/index.html |dataarchivio= 26 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200826024326/https://edition.cnn.com/2020/08/17/asia/thailand-democracy-protests-monarchy-intl-hnk/index.html |lingua= en }}</ref> A metà agosto, sul sito internet khaosod.com, espressione online in inglese del quotidiano nazionale ''Khaosod'', fu scritto che alle proteste studentesche mancava una strategia coerente e non avevano un piano articolato aldilà di organizzare le dimostrazioni giorno per giorno. Il giornalista Atith Keating ipotizzò che questo limite fosse dovuto alla mancanza di una struttura centralizzata, al contrario dei movimenti di protesta thailandesi degli anni settanta, e aggiunse che il movimento del 2020 dovrebbe cercare alleati tra i partiti politici (in particolare [[Pheu Thai]]) e organizzazioni sociali consolidate. Diede comunque atto agli studenti di aver sfatato la convinzione che in Thailandia non si potessero organizzare proteste attraverso internet.<ref>{{cita web|data= 13 agosto 2020|titolo=Opinion: Student Protest Leaders Lack a Coherent Strategy |url= https://www.khaosodenglish.com/opinion/2020/08/13/opinion-student-protest-leaders-lack-a-coherent-strategy/|dataarchivio= 29 agosto 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200829190627/https://www.khaosodenglish.com/opinion/2020/08/13/opinion-student-protest-leaders-lack-a-coherent-strategy/|lingua= en }}</ref>


Secondo Atiya Achakulwisut del [[Bangkok Post]], i dimostranti si sono dimostrati più creativi e più esperti del governo da un punto di vista tecnologico, e il fatto di essere stati oggetto di sproporzionate accuse da parte del governo potrebbe spostare dalla loro parte buona parte dell'opinione pubblica rimasta neutrale. Potrebbero inoltre trarre vantaggio dalla instabilità del governo, accusato di incapacità nel gestire la crisi dell'economia, ma ha aggiunto che il movimento dovrebbe trovare il modo di mantenere la carica che l'ha caratterizzato e risolvere le dispute al proprio interno, in particolare per le richieste di riforma della monarchia.<ref>{{Cita web|titolo= Crackdown on student protest is a wasted effort |url= https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1985547/crackdown-on-student-protest-is-a-wasted-effort |lingua= en }}</ref> In altri articoli del ''Bangkok Post'' fu scritto che il sentimento [[repubblicanesimo|repubblicano]] non era mai stato così forte in Thailandia,<ref>{{cita web |titolo= An unexpectedly successful protest |url= https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1990175/an-unexpectedly-successful-protest |dataarchivio= 8 novembre 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201108024423/https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1990175/an-unexpectedly-successful-protest |lingua= en }}</ref> che i dimostranti dovrebbero allargare il raggio degli obiettivi da raggiungere, visto che la crisi del Paese si manifesta anche in altri aspetti della società non ancora affrontati dal movimento.<ref name=":5" /> Un professore di Scienze Politiche scrisse che la mancanza di leader potrebbe portare il movimento a perdere il controllo della situazione e a non riuscire a elaborare nuove strategie.<ref>{{cita web |titolo= Loss of protest leaders 'critical' |url=https://www.bangkokpost.com/thailand/politics/2002815/loss-of-protest-leaders-critical |dataarchivio= 8 novembre 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201108024437/https://www.bangkokpost.com/thailand/politics/2002815/loss-of-protest-leaders-critical |lingua= en }}</ref>
Secondo Atiya Achakulwisut del [[Bangkok Post]], i dimostranti si sono dimostrati più creativi e più esperti del governo da un punto di vista tecnologico, e il fatto di essere stati oggetto di sproporzionate accuse da parte del governo potrebbe spostare dalla loro parte buona parte dell'opinione pubblica rimasta neutrale. Potrebbero inoltre trarre vantaggio dalla instabilità del governo, accusato di incapacità nel gestire la crisi dell'economia, ma ha aggiunto che il movimento dovrebbe trovare il modo di mantenere la carica che l'ha caratterizzato e risolvere le dispute al proprio interno, in particolare per le richieste di riforma della monarchia.<ref>{{Cita web|titolo= Crackdown on student protest is a wasted effort |url= https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1985547/crackdown-on-student-protest-is-a-wasted-effort |lingua= en }}</ref> In altri articoli del ''Bangkok Post'' fu scritto che il sentimento [[repubblicanesimo|repubblicano]] non era mai stato così forte in Thailandia,<ref>{{cita web |titolo= An unexpectedly successful protest |url= https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1990175/an-unexpectedly-successful-protest |dataarchivio= 8 novembre 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201108024423/https://www.bangkokpost.com/opinion/opinion/1990175/an-unexpectedly-successful-protest |lingua= en }}</ref> che i dimostranti dovrebbero allargare il raggio degli obiettivi da raggiungere, visto che la crisi del Paese si manifesta anche in altri aspetti della società non ancora affrontati dal movimento.<ref name=":5" /> Un professore di Scienze Politiche scrisse che la mancanza di leader potrebbe portare il movimento a perdere il controllo della situazione e a non riuscire a elaborare nuove strategie.<ref>{{cita web |titolo= Loss of protest leaders 'critical' |url=https://www.bangkokpost.com/thailand/politics/2002815/loss-of-protest-leaders-critical |dataarchivio= 8 novembre 2020 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201108024437/https://www.bangkokpost.com/thailand/politics/2002815/loss-of-protest-leaders-critical |lingua= en }}</ref>

Versione delle 21:27, 21 nov 2020

Proteste in Thailandia del 2020
parte del conflitto tra la classe dominante thailandese monarchico-militarista e le opposizioni democratiche
Dimostranti a Bangkok il 18 luglio
Data1ª fase in febbraio
2ª fase dal 18 luglio
LuogoThailandia e alcune città all'estero
Causa
Schieramenti
  • Khana Ratsadon 2563
  • Gente libera e Gioventù libera
  • Gruppo per il ritorno alla democrazia
  • Unione degli studenti di Thailandia
  • Thoey liberi
  • Gruppo della campagna per la Costituzione del popolo
  • Assemblea nazionale del lavoro
  • Assemblea dei poveri
  • Network dei lavoratori per i diritti umani
  • Collegio professionale di protezione della democrazia in Thailandia
  • Gruppo dei cattivi studenti
  • Studenti di scuole superiori, college e università thailandesi
Governo di Prayut Chan-o-cha
  • Forze armate
    • Comando delle operazione per la sicurezza interna
  • Polizia
  • Senato
  • Amministrazione metropolitana di Bangkok
  • Gruppi civili filo-governativi
    • Cittadini thai che amano e riveriscono la monarchia
    • Aiuta la nazione
    • Coalizione di azione per la Thailandia
    • Organizzazione di raccolta spazzatura
    • Centro di coordinamento studenti per la protezione delle istituzioni nazionali
    • Lealisti thai (Thai pakdee)
  • Con il supporto della casa reale[3]
  • Richieste dei dimostranti
    Dimissioni del governo, scioglimento delle camere e nuove elezioni
    Fine della repressione governativa
    Nuova costituzione
    Abolizione della prerogativa dei militari nella nomina dei senatori
    Limitazione delle prerogative del re
    Voci di sommosse presenti su Wikipedia

    Le proteste del 2020 in Thailandia sono soprattutto una serie di grandi manifestazioni popolari contro il governo filo-militare e filo-monarchico di Prayut Chan-o-cha. Iniziarono nel febbraio 2020, ripresero vigore a partire dal 18 luglio successivo e sono tuttora in corso. I dimostranti, in gran parte giovani e studenti che non hanno un vero leader,[4] chiedono tra le altre cose la riforma della monarchia nazionale, richiesta che non ha precedenti nella storia della Thailandia. Le proteste sono state espresse anche su internet e i social network hanno avuto un ruolo importante nella loro diffusione e nell'organizzazione delle dimostrazioni.

    Ebbero inizio verso fine febbraio per protestare contro la dissoluzione del Partito del Futuro Nuovo (PFN), compagine che aveva riscosso grande successo soprattutto tra i giovani e che era stata protagonista alle elezioni del 2019; in particolare il PFN fu molto critico verso Prayut e verso la Costituzione del 2017 stilata secondo le direttive dei militari.[4] La prima ondata di proteste ebbe luogo esclusivamente nelle università e si concluse con i provvedimenti restrittivi presi dal governo a fine mese per fronteggiare la pandemia di COVID-19. Ripresero il 18 luglio con una grande dimostrazione al Monumento alla Democrazia di Bangkok organizzata dal gruppo Gioventù libera e le richieste principali furono lo scioglimento del Parlamento, la fine delle intimidazioni delle forze dell'ordine e una nuova costituzione. Tra le altre richieste che emersero dal movimento in questo periodo vi furono quelle per i diritti delle donne, del movimento LGBT e dei lavoratori, per la riforma dell'Istruzione pubblica, delle forze armate, del sistema giudiziario, e del sistema economico dominato da una ristretta cerchia di capitalisti, ecc.[5][6][7] Anche queste proteste ebbero fine con nuovi provvedimenti presi contro la pandemia.

    Il 3 agosto due gruppi studenteschi raccolsero pubblicamente firme per la riforma della monarchia, rompendo un secolare tabù del Paese, dove le critiche in pubblico alla monarchia sono punite severamente. Una settimana dopo destarono scalpore le 10 richieste per la riforma della monarchia presentate dal movimento studentesco. Alla manifestazione del 19 settembre presero parte tra i 20 000 e i 100 000 dimostranti e fu descritta come una aperta sfida a re Vajiralongkorn. Vista l'imponente adesione alle proteste, il governo promise emendamenti alla Costituzione ma a fine mese il rinvio in Parlamento del voto per gli emendamenti alimentò il sentimento repubblicano tra la popolazione come mai era successo prima.[8] Le grandi dimostrazioni del 14 ottobre portarono il governo a promulgare per Bangkok un duro stato di emergenza, sostenendo che una dimostrazione aveva bloccato un corteo reale. Il provvedimento estese ulteriormente i poteri delle autorità che già erano aumentati con il decreto di emergenza di marzo relativo alla pandemia. Nonostante i divieti, le proteste continuarono e il 16 ottobre la polizia le disperse usando cannoni ad acqua. Il decreto di emergenza della settimana prima fu revocato il 22 ottobre.

    Prayut convocò quindi la sessione speciale del Parlamento il 26 ottobre al termine della quale annunciò che non si sarebbe dimesso e che avrebbe presentato al Parlamento un progetto di legge per un referendum sugli emendamenti alla contestata Costituzione del 2017.[9][10]

    Il governo fin dall'inizio ha risposto alle proteste con l'incriminazione e la detenzione di diversi manifestanti (per aver violato il Decreto di emergenza), con le intimidazioni della polizia, l'impiego di unità speciali antiterrorismo dell'esercito, la censura dei media, la mobilitazione di gruppi filo-governativi e monarchici, e soprattutto schierando migliaia di poliziotti alle manifestazioni. Ha rinviato le decisioni da prendere in risposta alle richieste dei dimostranti, sostenendo che abbiano il supporto di governi stranieri e organizzazioni non governative impegnate in una cospirazione globale contro la Thailandia. L'esecutivo ha inoltre dato ordine agli organi direttivi di scuole e università di vietare agli studenti di chiedere riforme della monarchia e di identificare i leader delle proteste. Durante le proteste di ottobre, dopo il rientro del re da uno dei suoi abituali soggiorni in Germania, sono stati impiegati l'esercito e la polizia anti-sommossa che hanno eseguito arresti di massa.[11]

    Premesse

    Cause dirette

    Nei 90 anni precedenti, i governi thailandesi eletti democraticamente sono stati spesso soppressi da colpi di Stato.[12] Il primo ministro e generale in pensione Prayut Chan-o-cha era stato comandante in capo dell'Esercito thailandese e in questa veste aveva guidato il colpo di Stato in Thailandia del 2014 (il tredicesimo portato a termine nel Paese da quando era stata concessa la Costituzione nel 1932)[13] ponendosi a capo della giunta militare nota come Consiglio nazionale per la pace e per l'ordine (CNPO). Prayut fu quindi nominato primo ministro e il CNPO continuò a governare senza elezioni per i 5 anni successivi, durante i quali furono sistematicamente limitati i diritti civili e si dilatò la disuguaglianza economica tra fasce sociali.[14][15] Il referendum costituzionale organizzato dalla giunta militare si tenne nel 2016 e ottenne con metodi sleali e coercitivi l'assenso del popolo sul progetto della nuova Costituzione stilato dai militari.[16] La Costituzione fu promulgata nel 2017 e venne criticata per i grandi vantaggi che concesse ai militari, in particolare permise alla giunta di scegliere tutti i membri del Senato che sarebbero rimasti in carica per 5 anni, dando loro la possibilità di votare i nuovi governi per due legislature, che durano ciascuna 4 anni.[17] La Costituzione inoltre dispose l'impegno da parte dei futuri governi di aderire al piano ventennale predisposto dal CNPO, di fatto consegnando il Paese a un periodo di pseudo-democrazia controllata dai militari assegnando ai partiti un ruolo marginale a livello nazionale e locale.[18][19]

    Le elezioni del 2019, caratterizzate dalle irregolari manipolazioni della Commissione elettorale nominata dalla giunta e descritte come "non imparziali",[17] segnarono la fine del CNPO ma il sistema politico rimase immutato con l'egemonia del partito organizzato dai militari Palang Pracharath, che sotto la forma di una democrazia illiberale in sostanza continuò a imporre le politiche autoritaristiche della giunta.[17] La coalizione di governo venne composta dai partiti pro-Prayut che beneficiarono delle criticate interpretazioni della legge elettorale da parte della Commissione elettorale controllata dai militari. Tra le consultazioni e il momento in cui furono comunicati i risultati ufficiali passarono 44 giorni durante i quali la Commissione introdusse dei nuovi criteri interpretativi della legge che tolsero seggi alle opposizioni consegnando alla coalizione filo-militare anche il controllo della Camera dei rappresentanti.[20][21] Grazie alle regole stabilite dal CNPO, i militari hanno potuto scegliere i membri del Senato, della Corte costituzionale, di varie organizzazioni costituzionali come la Commissione elettorale e la Commissione nazionale anti-corruzione,[17] nonché i funzionari delle amministrazioni locali. Effettivi emendamenti della Costituzione divennero quasi impossibili perché richiedono il supporto di almeno un terzo dei senatori e un referendum.[22] Numerosi generali e anche personaggi legati al crimine organizzato (come ad esempio il militare Thammanat Prompao, condannato nel 1994 per traffico di eroina in Australia)[23] ottennero posizioni di rilievo nei ministeri del secondo gabinetto di Prayut.[17][24][25]

    Alle elezioni del 2019 il Partito del Futuro Nuovo (PFN) prese molti voti dei giovani e dei progressisti, offrendo un'alternativa ai tradizionali partiti politici e ponendosi in conflitto con i militari al potere,[26] rivelando la spaccatura socio-politica tra generazioni presente nel Paese,[17] in particolare tra i giovani e la gerontocrazia al potere. Il partito fu il terzo per numero di seggi ottenuti in Parlamento con oltre sei milioni di voti.[27] Dopo undici mesi nella coalizione all'opposizione, il 21 febbraio 2020 il PFN fu disciolto dalla Corte costituzionale nei giorni in cui era in corso alla Camera il dibattito su una mozione di sfiducia.[28] Tra le reazioni dei sostenitori del PFN vi fu una campagna di controinformazione sulla corruzione del regime riguardante il coinvolgimento della giunta in uno scandalo finanziario in Malesia.[1]

    Cause indirette

    Altri motivi di discontento e altre richieste dei dimostranti, molte delle quali erano state sostenute dal Partito del Futuro Nuovo, comprendono il diritto all'aborto, l'eccessivo autoritarismo nelle scuole thailandesi, la riforma dell'Istruzione, il rispetto dei diritti delle donne e dei lavoratori, riforme militari (tra le quali rimuovere l'obbligo di coscrizione e ridurre le spese militari), riforma del sistema giudiziario, riforma del sistema economico per porre fine al monopolio di un piccolo gruppo di capitalisti, ecc.[5][6][7]

    Le critiche alla monarchia furono rare durante il regno di Bhumibol Adulyadej, che morì nel 2016. Il vecchio monarca aveva riguadagnato l'influenza della monarchia persa negli anni 1930 nel periodo di Khana Ratsadon, contribuendo a ridefinire il panorama politico-sociale thailandese moderno.[29] Il figlio e successore Vajiralongkorn è invece diventato oggetto delle proteste, l'imposizione dei suoi voleri ai militari è vista come un tentativo di rafforzare il prestigio della monarchia nel Paese centralizzando il potere secondo uno stile di stampo assolutista,[30] e il connubio monarchia-militari viene definito nemico della democrazia.[31] Dopo essere salito al trono nel 2016, il re consolidò il proprio potere riunendo Consiglio privato della Thailandia, Agenzia della Casa Reale e Agenzia della sicurezza reale in un'unica agenzia posta sotto il suo esclusivo controllo. Accrebbe sensibilente il proprio potere acquisendo altri privilegi tra i quali spicca l'acquisizione nel 2018 della proprietà degli ingenti beni della Casa reale stimati in circa 40 miliardi di dollari controllati dall'Agenzia della Proprietà della Corona, fino ad allora considerati un patrimonio pubblico.[32]

    Il re spesso interferisce nella vita politica thailandese. Impose emendamenti alla Costituzione del 2017, nonostante che il progetto della Costituzione stilato dai militari fosse stato approvato nel referendum costituzionale del 2016; questi emendamenti gli permisero di emanare gli editti reali senza la fino ad allora necessaria controfirma di un ministro.[30][33] Nel 2019 furono trasferiti sotto il suo comando personale due reggimenti dell'esercito. Il sovrano viene anche criticato per le spese eccessive con cui vengono dilapidati i soldi dei contribuenti, alcuni parlamentari dell'opposizione protestarono ad esempio sostenendo che il re mantenesse una flotta personale di 38 fra aerei ed elicotteri. Il budget dell'Agenzia reale fu di 290 milioni di dollari per il 2020, più del doppio del budget del 2018. Le ricchezze da lui accumulate sono tra i principali motivi delle contestazioni, anche per i gravi problemi economici e sociali in cui si trova il popolo thailandese a causa della pandemia di COVD-19, con milioni di nuovi disoccupati soprattutto nel settore del turismo.[32]

    Durante la campagna elettorale del 2019, Vajiralongkorn esortò pubblicamente i thailandesi a votare per le "brave persone" (in thailandese คนดี, khon di, riferendosi ai partiti che appoggiavano la giunta), intervento di un sovrano che non aveva precedenti nella storia elettorale del Paese.[34] La reazione negativa di molti giovani thailandesi fu immediata, e su Twitter molti aderirono all'hashtag "Siamo adulti e possiamo scegliere da soli".[34][35] Al termine delle consultazioni, il 19 luglio 2019, durante il giuramento ufficiale del nuovo governo, i ministri promisero fedeltà alla monarchia ma non alla Costituzione e, nonostante le proteste, non posero riparo a questa che è considerata una grave violazione del tradizionale giuramento e una tacita accettazione della crescente natura assolutistica della monarchia nazionale. In una cerimonia ufficiale del 27 agosto successivo, ogni ministro ricevette un messaggio di supporto da parte del re.[24]

    Trascorre la maggior parte del suo tempo in Germania[32][33] e con gli emendamenti da lui imposti alla Costituzione può soggiornare all'estero senza dover nominare un reggente, come invece accadeva in precedenza.[30] Il ministro degli Esteri tedesco ha reso noto di aver informato a più riprese l'ambasciatore thailandese che non è consentito alle personalità straniere di gestire i propri affari di Stato dalla Germania.[36] Vajiralongkorn è inoltre accusato di voler riscrivere la storia nazionale per aver fatto demolire monumenti dedicati al partito Khana Ratsadon e alla rivoluzione siamese del 1932, simboli del movimento costituzionalista thailandese.[24] La rivoluzione del 1932 e altri eventi storici rimasti nella memoria dei thailandesi contribuiscono ad alimentare le proteste, come il massacro del 6 ottobre 1976 e la repressione dell'esercito contro le proteste del 2010, per i quali non furono mai puniti i responsabili.[5]

    La dura legge nazionale contro i reati di lesa maestà era stata al centro di controversie già durante il regno del predecessore Rama IX, ma le incriminazioni per questo reato sono rapidamente aumentate dopo il colpo di Stato del 2014.[37] La legge viene quindi considerata un'arma impiegata per sopprimere le opposizioni e limitare la libertà di manifestazione del pensiero. Dopo il 2018 non si sono più verificate nuove incriminazioni per lesa maestà (Prayut disse che era stato per volere del re), ma in compenso furono aggravate le pene per la violazione di altre leggi sulla pubblica sicurezza, come quelle contro la sedizione o i crimini informatici. Nel giugno 2020, la forzata scomparsa in Cambogia del dissidente anti-monarchico e anti-governativo Wanchalearm Satsaksit, in esilio dopo il colpo di Stato del 2014, destò grande interesse e compassione tra i thailandesi.[38] In luglio, Tiwagorn Withiton fu ricoverato di forza tre settimane in un ospedale psichiatrico per aver indossato una maglietta su cui era scritto "ho perso la fede nella monarchia".[39]

    Eventi legati alla pandemia di COVID-19 che hanno contribuito alle proteste

    Lo stesso argomento in dettaglio: Pandemia di COVID-19 del 2020 in Thailandia.

    A fine marzo del 2020 il governo adottò provvedimenti di emergenza per fronteggiare la pandemia di COVD-19 e il 3 aprile fu imposto il coprifuoco.[40][41] Furono vietati gli assembramenti e venne quindi introdotto il divieto di entrare nel Paese agli stranieri. Il Decreto di emergenza fu criticato dai gruppi internazionali per i diritti civili, i quali sostengono che venga usato per sopprimere la libertà di parola e neutralizzare il movimento di opposizione.[42] Nonostante il virus si fosse diffuso in misura molto minore di molti altri Stati, grazie anche all'efficiente servizio sanitario nazionale,[43] a tutto settembre lo stato di emergenza e le severe restrizioni economiche non furono revocate.[44] I primi turisti poterono entrare i Thailandia solo in ottobre.[45] L'industria del turismo, uno dei caposaldi dell'economia thailandese, ha subito gravi ripercussioni che hanno contribuito alla peggiore crisi economica in Thailandia dai tempi della crisi finanziaria asiatica nel 1997.[29] Il Fondo monetario internazionale ha previsto un calo del 6,7% del prodotto interno lordo thailandese nel 2020.[46] In aprile il governo annunciò un pacchetto di incentivi per la popolazione di 1.900 miliardi di baht, dei quali solo in pochi hanno beneficiato.[47]

    Proteste del 25 febbraio

    Prima ondata delle proteste in febbraio

    La prima ondata di proteste fu dovuta al verdetto della Corte costituzionale del 23 febbraio 2020 con cui fu disciolto il Partito del Futuro Nuovo.[48] Quello stesso giorno in varie scuole superiori, college e università in tutto il Paese furono organizzate dimostrazioni, che si estesero nei giorni successivi. Anche se ebbero una buona risonanza nei social network,[49] le dimostrazioni di febbraio rimasero circoscritte all'interno delle istituzioni scolastiche e si conclusero a fine mese con la chiusura di scuole, college e università per far fronte alla pandemia di COVID-19.[1][50] Uno storico thailandese ha fatto notare che le proteste di strada non hanno mai creato problemi quando i militari appoggiavano il governo.[1]

    Seconda ondata da luglio

    Richieste principali dei dimostranti

    Il gruppo Seri Thoey sventola la bandiera LGBT durante la dimostrazione del 25 luglio

    Il 18 luglio si tenne al Monumento alla Democrazia di Bangkok la più grande dimostrazione in Thailandia dal colpo si Stato del 2014, con la partecipazione di circa 2 500 persone.[51] I manifestanti, organizzati dal gruppo Giovani liberi (in thailandese เยาวชนปลดแอก, yaowachon plot aek), annunciarono le tre principali richieste del movimento:[52] lo scioglimento delle Camere, la fine delle intimidazioni da parte delle forze dell'ordine e una nuova costituzione. Un portavoce del gruppo annunciò che non era in programma il rovesciamento della monarchia.[53] Una delle principali cause che scatenarono le proteste di luglio, fu la scomparsa in giugno a Phnom Penh del noto dissidente Wanchalearm Satsaksit, in esilio in Cambogia dal colpo di Stato del 2014, rapito da sconosciuti e mai più ritrovato. Secondo i dimostranti il rapimento fu orchestrato dallo Stato thailandese.[38][54]

    Il programma della dimostrazione prevedeva il presidio notturno della piazza, che fu cancellato a mezzanotte per motivi di sicurezza. Le proteste dilagarono quindi in tutto il Paese, il giorno dopo vi furono dimostrazioni a Chiang Mai e nella provincia di Ubon Ratchathani.[55] Entro il 23 del mese si tennero dimostrazioni in oltre 20 province.[56] Il 25 luglio, gli attivisti del gruppo LGBT Seri Thoey (letteralmente liberi thoey; parodia del gruppo di liberazione durante la seconda guerra mondiale Seri Thai – Thailandia libera) dimostrarono al Monumento alla Democrazia chiedendo la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, in aggiunta alle tre richieste presentate dai Giovani liberi.[57]

    Proteste in favore della riforma della monarchia

    File:10 August rangsit 1.jpg
    La protesta del 10 agosto nel campus di Rangsit dell'Università Thammasat, durante la quale furono annunciate per la prima volta le richieste per la riforma della monarchia e vennero ricordati i casi dei dissidenti scomparsi.

    Il 3 agosto si svolse una manifestazione a cui parteciparono in 200; fu improntata sulle critiche alla monarchia e l'avvocato e attivista per i diritti civili Anon Nampha nel suo intervento criticò apertamente la monarchia e disse che dovevano essere diminuite le prerogative del re e che andava modificata la legge sulla lesa maestà.[59] L'accademico Paul Chambers, esperto di politica del Sud-est asiatico, ha fatto notare che questo tipo di critiche pubbliche alla monarchia da parte di persone che non fanno parte dell'élite del Paese espresse davanti alla polizia schierata sono state le prime nella storia della Thailandia.[60] L'8 agosto Anon Nampha e altri otto attivisti furono arrestati con l'accusa di sedizione, e rilasciati su cauzione qualche giorno dopo.[61]

    Il 10 agosto si svolse una dimostrazione al campus di Rangsit dell'Università Thammasat a cui parteciparono in 3 000. Tra gli slogan dei manifestanti vi furono "la Thammasat non tollererà" e "non vogliamo riforme, vogliamo la rivoluzione".[62][63] Durante la manifestazione, l'Unione degli studenti di Thailandia annunciò le 10 richieste del movimento per la riforma della monarchia.[58][64][65] Secondo quanto riportato dall'agenzia statunitense Associated Press, la proposta suscitò entusiasmo tra molti dei manifestanti, ma vi fu anche chi rimase sbalordito.[66]

    Parit Chiwarak si rivolge alla folla con il saluto tipico dei dimostranti thai del 2020

    Il 14 agosto vi furono dimostrazioni associate al gruppo Giovani liberi in 49 province, mentre furono 11 le contro-manifestazioni dei lealisti monarchici e filo-governativi.[67] Quello stesso giorno fu arrestato l'attivista Parit Chiwarak, e subito fu richiesta da Human Rights Watch la sua liberazione nonché il proscioglimento dalle accuse di tutti gli attivisti.[68] Due giorni dopo si radunarono tra le 20 000 e le 25 000 persone al Monumento alla democrazia, che rinnovarono le richieste per una nuova costituzione a per la riforma della monarchia.[69].[70] Il 20 agosto vi furono due manifestazioni degli studenti a Nakhon Ratchasima e Khon Kaen, e fu annunciato un grande raduno da tenersi il 19 settembre nel campus della sede centrale dell'Università Thammasat a Bangkok.[71][72]

    Presentazione ufficiale delle richieste del movimento e risposte

    Il 26 agosto alcuni gruppi studenteschi presentarono alla Camera dei deputati una serie di richieste ufficiali che comprendevano le 10 formulate per la riforma della monarchia il 10 agosto a Rangsit.[73] Si sviluppò quindi un dibattito alla Camera sulle proposte per gli emendamenti da apportare alla Costituzione, in particolare per modificare la clausola che ne disciplina la procedura di modifica.[74]

    Il 27 e 28 agosto, circa 15 000 persone si radunarono a Bangkok al Memoriale del 14 ottobre, che celebra le oltre 70 vittime della rappresaglia di polizia contro l'imponente manifestazione che nel 1973 protestò contro la dittatura militare. La nuova dimostrazione fu la prima con un presidio notturno e venne organizzata dal gruppo Siamo amici.[75] Il 28 agosto, una parte dei dimostranti che avevano presidiato durante la notte il Memoriale accompagnarono a una vicina stazione di polizia 15 attivisti convocati per rispondere delle accuse riguardanti la dimostrazione del 18 luglio. I poliziotti predisposero delle barricate che furono rimosse dai dimostranti, i quali penetrarono all'interno del posto di polizia e lanciarono della vernice addosso agli agenti.[76]

    L'occupazione di Sanam Luang del 19 settembre 2020.

    Il 19 settembre si tenne a Bangkok la più grande dimostrazione in Thailandia degli ultimi anni,[77] i manifestanti si radunarono prima all'Università Thammasat e nel pomeriggio si spostarono nella vicina piazza reale Sanam Luang, dove rimasero anche la notte. Si è stimato che i partecipanti fossero tra i 20 000 e i 100 000.[78][79][80] La mattina successiva i dimostranti fissarono nella piazza una targa simbolica dedicata al Khana Ratsadon per sostitutire quella analoga andata perduta.[81] Prima che la manifestazione si sciogliesse, una delegazione fece avere le richieste del movimento al presidente del Consiglio privato.[82] Non si registrarono episodi di violenza e il leader Parit Chiwarak annunciò uno sciopero generale per il 14 ottobre per commemorare la sollevazione popolare del 1973.[82] La targa installata fu rimossa meno di 24 ore dopo,[83] ma si continuò a discuterne online.[84] La grande manifestazione fu descritta su alcuni media internazionali come una sfida aperta a Vajiralongkorn.[85]

    Il 24 settembre il Parlamento votò a favore dell'istituzione di una commissione incaricata di studiare il problema, di fatto rinviando di almeno un mese il voto per gli emendamenti alla Costituzione che era già stato fissato. Il pubblico discontento si manifestò soprattutto su Twitter dove vi furono 700 000 commenti all'hashtag #RepublicofThailand, e fu la più grande espressione di massa del sentimento repubblicano mai registrata fino ad allora nel Paese.[86]

    Inasprimento della repressione

    La protesta del 15 ottobre nel distretto di Pathumwan a Bangkok

    Dopo un mese di relativa calma, il 13 ottobre un piccolo gruppo di dimostranti si radunò in thanon Ratchadamnoen per protestare contro il previsto corteo automobilistico del re,[87] e alcuni di loro vennero arrestati.[88] La manifestazione vera e propria ebbe luogo il giorno dopo al Monumento alla Democrazia con l'intento di sfilare fino alla sede del governo e chiedere le dimissioni di Prayut.[89] Quello stesso giorno si tenne una contro-manifestazione alla quale i partecipanti arrivarono a bordo di automezzi dell'amministrazione locale,[90] si radunarono anche altri gruppi di destra tra i quali Thai Pakdee (Lealisti thai) e l'Organizzazione per la raccolta dell'immondizia.[91] Nelle ore successive decine di migliaia di dimostranti anti-governativi, tra i quali quelli che facevano riferimento al gruppo Khana Ratsadon 2563 (Khana Ratsadon 2020) si mossero pacificamente verso la sede del governo,[92] e durante il tragitto subirono attacchi violenti dai monarchici.[27] Giunsero comunque a destinazione e si accamparono attorno alla sede del governo con l'obiettivo di rimanerci tre giorni.[93] Nel frattempo fu dato il via alla sfilata automobilistica del re, appena tornato da uno dei suoi soggiorni in Europa.[27] La sfilata reale passò dove si era accalcata una folla di dimostranti staccatasi dalla manifestazione anti-governativa[94] e in tarda serata Prayut diede corso a una denuncia legale contro i manifestanti per aver bloccato la sfilata reale,[94] anche se secondo l'agenzia Reuters nessuno aveva provato ad avvicinarla.[95] Anon accusò le autorità di aver fatto passare volontariamente la sfilata reale dove erano concentrati dei dimostranti, aggiungendo che alla manifestazione erano in 200 000 verso mezzanotte.[96]

    Le autorità emanarono un decreto di stato di emergenza a Bangkok a partire dalle 4 del mattino del 15 ottobre, vietando assembramenti di 5 o più persone.[97][98] I dimostranti furono dispersi dalla polizia antisommossa durante la notte, non si registrarono scontri né feriti. Le forze dell'ordine ne arrestarono 20, tra cui tre leader, e imposero un divieto a pubblicare messaggi illegali sui social media.[97][99] Il giorno dopo, truppe furono dislocate a protezione della sede del governo e del Parlamento,[100] uno dei membri dell'opposizione in Parlamento lanciò l'allarme che la situazione era simile a quella dei giorni che precedettero il golpe del 2014.[101] Nel pomeriggio si tenne ugualmente la pianificata dimostrazione a Ratchaprasong (dove vi era stato il sanguinoso intervento delle forze dell'ordine nel 2010), nel distretto di Pathumwan, la zona era presidiata da ingenti forze di polizia e vi parteciparono in 13 500, alcuni dei quali furono arrestati.[54][102][103] Un gruppo di supporto legale ai dimostranti dichiarò che almeno 51 persone furono arrestate tra il 13 e il 15 ottobre.[104]

    Dimostranti al crocevia Pathumwan dispersi dalla polizia con cannoni ad acqua il 16 ottobre

    Il 16 ottobre, circa 2 000 dimostranti disarmati si radunarono al crocevia Pathumwan e due ore dopo furono dispersi dalla polizia che impiegò cannoni ad acqua. Si è ipotizzato che l'acqua contenesse sostanze chimiche nocive perchè alcuni getti erano di colore blu e alcuni dimostranti subirono brucianti infiammazioni agli occhi.[103][105][106] Secondo il comandante della polizia metropolitana gli arrestati furono almeno 100.[107] I dimostranti fecero sapere che avrebbero continuato le proteste.[103] La polizia difese l'impiego di sostanze chimiche sostenendo che stavano osservando gli standard internazionali.[108][109]

    Nei giorni che seguirono le proteste furono organizzate online e si tennero quasi ogni giorno con brevi apparizioni in diversi luoghi fino al 24 ottobre.[12] A queste dimostrazioni il governo rispose con la chiusura della metropolitana e del Bangkok Skytrain.[110] In un discorso televisivo del 21 ottobre, Prayut invitò alla riconciliazione mediante il dibattito parlamentare.[12][111] Quello stesso giorno, un gruppo di monarchici che indossavano le magliette gialle simbolo della monarchia attaccarono i dimostranti all'interno dell'Università Ramkhamhaeng e ferirono due studenti.[112][113] Il giorno dopo Prayut revocò lo stato di emergenza sostenendo che la situazione si era normalizzata.[114]

    Prayut programmò una seduta straordinaria del Parlamento per discutere della questione, ma i dimostranti continuarono a chiedere le sue dimissioni.[115] La seduta del Parlamento si tenne il 27 ottobre e non affrontò nessuno dei temi proposti dai dimostranti.[116] Dopo la seduta, il primo ministro annunciò che il governo avrebbe presentato un progetto di legge sugli emendamenti alla Costituzione e istituito un comitato per risolvere il conflitto politico.[117]

    Nuove proteste contro il re

    Il 26 ottobre, un corteo di dimostranti arrivò all'ambasciata tedesca di Bangkok e presentò una formale richiesta al governo tedesco di investigare sulle attività in Germania di re Vajiralongkorn, in particolare se avesse esercitato i suoi poteri durante i soggiorni europei.[116][118][119] Il 30 ottobre furono rilasciati tre leader della protesta ma furono subito rimessi agli arresti dalla polizia di un'altra provincia, fatto che scatenò immediate proteste fuori dalla stazione di polizia dove erano detenuti.[120]

    Si è stimato che fossero circa 10 000 i monarchici in maglia gialla (colore del re) a testimoniare supporto al sovrano al Grande palazzo reale il 1º novembre dopo la cerimomia da lui presieduta al Wat Phra Kaew.[121] Il 2 novembre, uno sconosciuto fece scoppiare un petardo durante una dimostrazione anti-governativa a Bangkok.[122] Quello stesso giorno un'altra dimostrazione si tenne al Ministero di Economia e Società digitale per protestare contro la chiusura del sito internet Pornhub, accusato di aver provato a inserire immagini private del re.[123]

    Il 7 novembre, oltre 1 000 persone della comunità LGBT e dimostranti anti-governativi organizzarono a Bangkok una parata del Pride durante la quale furono richiesti diritti di uguaglianza sociale, le dimissioni di Prayut e le riforme della monarchia.[124] L'8 novembre, una folla di 7 000 - 10 000 persone marciò dal Monumento alla Democrazia al Grande palazzo reale per consegnare una lettera di richieste al re.[125] Per l'occasione furono dispiegati oltre 9 000 poliziotti.[126] Nonostante il corteo fosse pacifico, la polizia usò per la seconda volta in un mese i cannoni ad acqua.[125][127] L'incidente provocò il ferimento di 5 persone, tra le quali un poliziotto. La lettera dei dimostranti fu lasciata all'Agenzia della Casa Reale.[126] Poco dopo le autorità pubblicarono la foto di un manifestante che lanciava un oggetto fiammeggiante contro la polizia, nel tentativo di far passare per violenta la dimostrazione, ma questi rispose che era un fumogeno.[128] Il 10 novembre Prayut invitò alla calma sia lo schieramento anti-governativo che quello di destra monarchico, dicendo che il governo era neutrale nella disputa; ma mentre molti furono gli arresti alle dimostrazioni anti-governative, in quelle dei monarchici non fu arrestato nessuno.[129]

    IL 16 novembre ebbe inizio una seduta di due giorni congiunta di Senato e Camera per valutare eventuali modofiche alla Costituzione. Il giorno dopo migliaia di dimostranti anti-governativi si radunarono nei pressi del palazzo del Parlamento reclamando l'urgenza di modificare la Costituazione, le dimissioni del governo e tagli ai privilegi del re. Vi furono quindi i più violenti scontri dall'inizio delle proteste dopo che i dimostranti tentarono di rimuovere le barricate della polizia, che rispose con gas lacrimogeni e getti dei cannoni ad acqua mista con sostanze chimiche. Nella zona si radunarono inoltre centinaia di monarchici a supporto del governo e della Costituzione, frange delle due manifestazioni vennero a contatto e vi furono scontri anche tra questi due schieramenti. I disordini durarono oltre sei ore e al termine rimasero ferite almeno 55 persone, di cui sei da armi da fuoco.[130][131] Un manifestante monarchico fu arrestato perché trovato in possesso di una pistola e munizioni. I parlamentari discussero sette proposte di emendamenti alla Costituzione e votarono in favore di due, che però non prevedevano modifiche ad alcun articolo riguardante la monarchia, come invece chiedevano i dimostranti. In risposta a questa decisione e al violento intervento della polizia, il giorno dopo decine di migliaia di dimostranti si radunarono intorno al quartier generale della polizia di Bangkok lanciando oggetti e vernice e ricoprendo i muri di graffiti anti-monarchici. La polizia rimase all'interno della caserma e non vi furono scontri.[132]

    Finanziamento delle proteste

    Il movimento di protesta è finanziato da donazioni private,[133][134] tra cui quelle dell'attrice Intira Charoenpura[135] e di diversi appassionati thailandesi di K-pop[136] — questi ultimi da soli donarono il 18 ottobre 3,6 milioni di baht.[137] Vi sono stati tentativi di incriminare i donatori.[138] La teoria del complotto secondo cui le proteste sono finanziate da stranieri, come il governo statunitense e organizzazioni come Human Rights Watch e Netflix, venne diffusa dal gruppo monarchico Visione della Thailandia, ma le accuse furono smentite dall'ambasciata statunitense di Bangkok.[139] Dimostranti monarchici si riunirono fuori dall'ambasciata statunitense il 27 ottobre per chiedere che avesse fine quella che definirono una forma di guerra ibrida contro la Thailandia.[140]

    Reazioni

    Risposta dello Stato e arresti

    File:Student protester hit by a tear gas.jpg
    Uno studente riceve i primi soccorsi il 16 ottobre dopo essere stato colpito dai getti d'acqua contenenti sostanze chimiche

    Secondo quanto riportò il sito isaanrecord.com della Thailandia del Nordest, le risposte del governo alle proteste sono state messe in atto con uso della forza, intimidazioni, detenzioni disposte arbitrariamente, disinformazione, impiego dei servizi segreti militari, censura dei media, tattiche di rinvio delle decisioni, arresti, offuscamenti, supporto dei gruppi filo-governativi, gaslighting e negoziati.[141] Il Dipartimento governativo delle pubbliche relazioni pubblicò due video di propaganda su YouTube che attaccavano i dimostranti.[142]

    Prayut accusò il movimento di aver contribuito alla flessione dell'economia nazionale.[143] Alti ufficiali dell'esercito, come il comandante in capo generale Apirat Kongsompong, accusò i dimostranti di lesa maestà,[144] mentre l'altro comandante Narongpan Jittkaewtae disse loro di riformare sé stessi prima di chiedere altre riforme.[145] Il ministro della Sanità Anutin Charnvirakul, membro di un partito minore della coalizione di governo, si dichiarò neutrale nel conflitto ma espresse le sue preoccupazione per la diffusione del COVID-19.[146]

    Fra le intimidazioni delle autorità vi fu l'ordine alle università di proibire agli studenti di chiedere riforme della monarchia e di compilare una lista dei leader del movimento.[147] Alcuni atenei e scuole superiori proibirono al personale e agli studenti di partecipare alle proteste e negarono gli spazi per i raduni dei dimostranti, adducendo le preoccupazioni per la diffusione del COVID-19, mentre la polizia inviò lettere di ammonimento.[148] Il 18 agosto, un dipartimento del Ministero dell'Istruzione permise agli studenti di fare dimostrazioni negli spazi delle scuole.[149] A fine agosto, gruppi studenteschi fecero sapere che in almeno 109 scuole erano state soppresse o oggetto di intimidazioni le pubbliche manifestazioni di pensiero.[150]

    A tutto l'ottobre del 2020, almeno 167 persone furono arrestate sotto varie accuse, in particolare quella di sedizione, e 5 dimostranti furono inoltre arrestati senza essere accusati.[151] All'inizio di agosto l'organizzazione iLaw fece sapere che vi erano stati 78 casi di intimidazione dei simpatizzanti delle proteste.[67] A inizio settembre, la polizia convocò per la prima volta uno studente delle superiori accusato di aver violato le leggi sulla sicurezza.[152] Il 2 ottobre il quotidiano Bangkok Post scrisse che almeno 63 dei dimostranti arrestati erano stati accusati di aver violato il contestato e più volte esteso decreto di emergenza sul COVID-19, anche se il governo aveva assicurato che il decreto non sarebbe stato impiegato per reprimere l'opposizione.[153] Alcuni dei dimostranti arrestati subirono lesioni nel periodo in cui furono in stato di fermo.[120]

    Lo Stato ha più volte limitato la libertà di esprimere il proprio dissenso su internet. Il 24 agosto, su ordine del governo, Facebook bloccò l'accesso in Thailandia a circa un milione di membri alla pagina critica della monarchia.[154][155] Le autorità tentarono di bloccare 2 200 siti internet prima della dimostrazione del 19 settembre.[156] Dopo la dimostrazione, un ministro preparò una denuncia contro Facebook, Twitter e YouTube per aver permesso la pubblicazione di contenuti anti-governativi. Fu la prima volta che la legge contro i crimini telematici fu applicata contro Internet service provider stranieri.[157]

    Durante il severo stato di emergenza in vigore tra il 15 e il 22 ottobre, la polizia bloccò o fece chiudere media indipendenti e anti-governativi, nonché la pagina Facebook di Gioventù libera,[158] fece inoltre requisire libri criticanti la monarchia.[159] Il Ministero dell'Economia e della Società digitale annunciò denunce contro internet provider e siti internet che permettevano contenuti vietati, riferendosi a circa 320 000 messaggi illegali.[160] Diverse agenzie stampa thailandesi reagirono stilando un documento comune in cui si opponevano alla soppressione dei media.[161] Fu indetta una seduta straordinaria del Parlamento per risolvere la situazione il 26-27 ottobre.[116]

    L'Amministrazione metropolitana di Bangkok supportò le contro-manifestazioni dei filo-monarchici e filo-governativi fornendo loro il trasporto fino al punto di ritrovo, automezzi della nettezza pubblica e servizi igienici mobili.[90][162]

    Posizione del re

    Il re e la corte inizialmente non presero alcuna posizione riguardo alle proteste. In agosto, l'agenzia Asia Times riportò una dichiarazione di un funzionario di governo secondo la quale il re non si preoccupava dalle proteste dei "bambini",[163] mentre qualche giorno prima Al Jazeera aveva pubblicato un articolo in cui si riportavano le richieste della monarchia ai media thailandesi di censurare ogni menzione delle 10 richieste degli studenti per la riforma della monarchia stessa.[164] Il 16 ottobre fu reso pubblico un discorso di Vajiralongkorn del giorno prima nel quale il sovrano avrebbe detto: "Adesso si capisce perché il Paese ha bisogno di gente che ami il Paese e ami la monarchia".[165] Il 24 ottobre fu inserito nella pagina di Facebook di un gruppo thai monarchico il video del re che encomiava l'ex monaco ed ex leader del Comitato popolare di riforma democratica[166] Buddha Issara e un altro monarchico che aveva avuto il coraggio di innalzare un ritratto di re Bhumibol Adulyadej davanti a una recente dimostrazione.[167] I monarchici gioirono per il video, mentre gli anti-governativi videro il commento del re come una presa di posizione e subito postarono sul Twitter di Thailandia l'hashtag #23ตุลาตาสว่าง (23 ottobre occhi aperti).[168]

    In un'intervista televisiva del 1º novembre fu chiesto al sovrano cosa ne pensava dei dimostranti e la risposta fu: "Nessun commento...Li amiamo tutti allo stesso modo...", mentre alla domanda se vedeva spazio per un compromesso rispose che la Thailandia è la terra dei compromessi.[169] Patrick Jory, esperto insegnante di storia del Sud-est asiatico all'Università del Queensland, fece un ritratto dell'imprevedibile natura del re e della sua volontà di usare la violenza, aggiungendo che potrebbe mettere pressione su Prayut per stroncare le proteste.[170]

    Supporto alle proteste

    In Thailandia

    Dimostranti a Bangkok con una bandiera dell' LGBT pride

    In agosto, un deputato dell'ex Partito del Futuro Nuovo affermò che alcuni riferimenti alla monarchia fatti dai contestatori erano verità scomode che richiedevano attenzione. Il sito internet Manager Online e il generale Apirat Kongsompong gli risposero seccamente che alcuni dei dimostranti miravano al rovesciamento della monarchia, o erano caduti vittime della manipolazione di qualche partito.[171] A inizio dettembre, il leader del partito Pheu Thai Sompong Amornwiwat fece sapere che la coalizione delle opposizioni era allineata con la richiesta degli studenti di modificare l'articolo 256 della Costituzione,[172] secondo il quale per fare emendamenti alla Costituzione era necessario l'approvazione di almeno un terzo dei senatori.[173]

    Nonostante le minacce per la loro carriera a cui furono esposte,[174] molte celebrità thailandesi espressero pubblicamente il proprio supporto alle proteste.[175][176] Un gruppo di 147 membri del personale universitario fece sapere pubblicamente che le richieste di riforma della monarchia avanzate dagli studenti non violavano la legge. La Rete degli accademici thailandesi per i diritti civili, gruppo a cui aderiscono 358 professori,a sua volta espresse pieno supporto alle proteste.[69] Un medico fu licenziato per aver firmato una petizione in favore del movimento.[177] In ottobre, editoriali di Khaosod English e Bangkok Post chiesero le dimissioni di Prayut, ma non fecero riferimenti alle richieste per la nuova Costituzione e per le riforme della monarchia.[178][179]

    All'estero

    In agosto, l'UNICEF pubblicò una dichiarazione sulla situazione thailandese citando la convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, secondo la quale le scuole e gli istituti di Istruzione devono essere ambienti sicuri in cui i ragazzi possano avere il diritto di esprimere le proprie idee.[180] L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e Amnesty International riconobbero la natura pacifica delle dimostrazioni e condannarono il duro intervento della polizia.[181][182] Il direttore di Human Rights Watch affermò che criminalizzare le proteste per la riforma politica è una caratteristica dei governi dittatoriali e chiese ai governi stranieri e alle Nazioni Unite di condannare la repressione in atto in Thailandia e di chiedere l'immediata liberazione dei detenuti.[103] Tra i messaggi di solidarietà ricevuti dai dimostranti thailandesi vi furono quelli provenienti dall'estero, come quelli da Hong Kong del gruppo politico Tuen Mun Community Network[183] e dei dimostranti nelle manifestazioni di Hong Kong,[184] tra i quali l'attivista Joshua Wong.[185] Gruppi di civili in Corea del Sud chiesero al proprio governo di bloccare subito l'esportazione di cannoni ad acqua in Thailandia.[186] Alcuni relatori speciali al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite sui diritti di libere assemblee e associazioni pacifiche, inoltrarono una urgente richiesta al governo thailandese di garantire i diritti a esprimere liberamente il pensiero e a tenere pacifiche assemblee, nonché di revocare il divieto alle dimostrazioni pacifiche.[187]

    Opposizione alle proteste

    L'opposizione dei gruppi monarchici e filo-governativi alle proteste, appoggiata dal governo,[188] ebbe inizio in agosto con le accuse di cospirazione globale ispirata da un governo straniero o da qualche Organizzazione non governativa. Il 10 agosto, i conservatori dell'Istituto del movimento thailandese pubblicarono un diagramma di una presunta rete della rivoluzione popolare che associava gli studenti all'ex leader del PFN Thanathorn Juangroongruangkit e all'ex primo ministro Thaksin Shinawatra.[189][190] La polizia e i gruppi di destra presero di mira Thanatorn e i suoi alleati accusandoli di essere gli ispiratori delle proteste.[191][192]

    Le destre insorsero immediatamente dopo le richieste di riforma della monarchia, sostenendo che fossero un atto di malvagità, che mirava a disgregare il popolo e a danneggiare la monarchia, accusando Pheu Thai e i membri dell'ex PFN di manipolare le proteste.[193] La maggior parte dei politici espressero disaccordo con le richieste di riforma della monarchia, tra i quali Sudarat Keyuraphan, influente politica del Partito Pheu Thai.[194] Tra i più tenaci gruppi civili che si oppongono ai dimostranti vi sono gli ultra-monarchici dell'Organizzazione per la raccolta della spazzatura,[195] considerati dei fascisti, che hanno attaccato i cortei di protesta;[196][197][198] alcuni sono arrivati al punto di invocare la violenza sessuale contro gli studenti dimostranti.[199] A metà settembre, la Corte costituzionale avviò un procedimento penale con l'accusa di tradimento per i leader della protesta in cui erano state presentate le 10 richieste per la riforma della monarchia.[200][201] Gruppi e media delle destre si scagliarono contro i dimostranti accusati di aver bloccato la sfilata reale del 14 ottobre.[202][203]

    A tutto l'11 settembre si registrarono 103 casi di molestie agli studenti.[204] Le modalità delle proteste hanno subito pesanti critiche, ad esempio l'episodio in cui un dimostrante gettò vernice contro agenti di polizia fu considerato violento.[205] Fu anche considerato inaccettabile il linguaggio volgare con cui si sono espressi i leader della protesta.[206] I media monarchici e filo-governativi spesso riportarono situazioni in cui quelli che si oppongono alle dimostrazioni sono descritti come vittime dei dimostranti, spesso definiti violenti agitatori.[207] I monarchici sono convinti che i dimostranti vogliano la dissoluzione della monarchia, ipotesi che questi ultimi hanno negato.[208]

    Sondaggi

    Dal sondaggio d'opinione raccolto su scala nazionale da Suan Dusit tra il 16 e il 21 agosto su un campione di 197 029 persone, è emerso che il 59,1% considerava legittime le richieste dei dimostranti in una democrazia, il 62,8% era d'accordo sulla richiesta di riforma della Costituzione e il 53,9% condivideva l'idea che il primo ministro Prayut Chan-o-cha dovesse dimettersi o dissolvere il Parlamento. Il 59,5% era d'accordo sul fatto che il governo doveva smettere di esercitare intimidazioni. Il 53,7% si dichiarò in favore delle proteste e il 41,2% contro.[209]

    Analisi

    Richieste e tattiche dei dimostranti

    Protesta del 15 ottobre a Ratchaprasong con le richieste di riforme e di liberare i detenuti

    Secondo alcuni commentatori politici, domande per la riforma della monarchia erano state fatte in precedenza solo da gruppi emarginati, mentre la protesta del 2020 è stata la prima in cui tali domande sono state discusse in pubblico. Questo fatto potrebbe allontanare dai dimostranti alcuni di coloro che avevano dato la loro adesione alla causa anti-governativa, ma se il governo dovesse tentare di sopprimere le proteste con la forza , potrebbe contribuire a rafforzare e ingrandire il movimento.[210] A metà agosto, sul sito internet khaosod.com, espressione online in inglese del quotidiano nazionale Khaosod, fu scritto che alle proteste studentesche mancava una strategia coerente e non avevano un piano articolato aldilà di organizzare le dimostrazioni giorno per giorno. Il giornalista Atith Keating ipotizzò che questo limite fosse dovuto alla mancanza di una struttura centralizzata, al contrario dei movimenti di protesta thailandesi degli anni settanta, e aggiunse che il movimento del 2020 dovrebbe cercare alleati tra i partiti politici (in particolare Pheu Thai) e organizzazioni sociali consolidate. Diede comunque atto agli studenti di aver sfatato la convinzione che in Thailandia non si potessero organizzare proteste attraverso internet.[211]

    Secondo Atiya Achakulwisut del Bangkok Post, i dimostranti si sono dimostrati più creativi e più esperti del governo da un punto di vista tecnologico, e il fatto di essere stati oggetto di sproporzionate accuse da parte del governo potrebbe spostare dalla loro parte buona parte dell'opinione pubblica rimasta neutrale. Potrebbero inoltre trarre vantaggio dalla instabilità del governo, accusato di incapacità nel gestire la crisi dell'economia, ma ha aggiunto che il movimento dovrebbe trovare il modo di mantenere la carica che l'ha caratterizzato e risolvere le dispute al proprio interno, in particolare per le richieste di riforma della monarchia.[212] In altri articoli del Bangkok Post fu scritto che il sentimento repubblicano non era mai stato così forte in Thailandia,[213] che i dimostranti dovrebbero allargare il raggio degli obiettivi da raggiungere, visto che la crisi del Paese si manifesta anche in altri aspetti della società non ancora affrontati dal movimento.[80] Un professore di Scienze Politiche scrisse che la mancanza di leader potrebbe portare il movimento a perdere il controllo della situazione e a non riuscire a elaborare nuove strategie.[214]

    Il movimento si è caratterizzato per le sue coordinate tecniche di protesta, la tecnologia usata nelle comunicazioni, con i meme, la musica e i social media, in contrasto con le tradizionali tecniche di dispiegamento della forza pubblica, di propaganda di Stato e di cannoni ad acqua adottate dal governo di Prayut.[215] Per esempio, dopo il violento intervento della polizia del 16 ottobre, il movimento pubblicò l'hashtag #WhatsHappeningInThailand che ebbe una diffusione sempre più ampia in diverse piattaforme di social media con i contenuti pubblicati in thailandese, inglese, cinese, indonesiano, giapponese e coreano per richiamare l'attenzione globale su quanto stava accadendo in Thailandia.[216]

    In alcune dimostrazioni, la maggior parte dei dimostranti erano donne, tra le quali giovanissime studentesse che protestavano per ottenere cambiamenti nella società, contro la discriminazione sessuale a cui sono sottoposte le donne e contro il patriarcato.[217]

    Dopo l'arresto di molti dei leader delle proteste, gli attivisti cambiarono tattica seguendo l'esempio di quanto stava succedendo nelle proteste a Hong Kong del 2019-2020 e in seguito dichiararono che tutti i dimostranti erano leader. Come a Hong Kong, iniziarono a parteciapre alle dimostrazioni con un ombrello per ripararsi dai candelotti lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine.[218] Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Associated Press, i dimostranti si sono concentrati sempre di più sulle richieste di riforma della monarchia, e per questo motivo devono affrontare i seri ostacoli posti loro anche dai partiti di opposizione al governo che pur appoggiano le loro altre richieste.[127]

    Possibilità di un colpo di Stato

    Con la crescente pressione risultante dalle proteste, in settembre si cominciò a speculare su un possibile colpo di Stato militare ai danni del governo di Prayut, che iniziava ad essere visto sempre più insostenibile;[219] i timori che si verificasse aumentarono quando il 6 settembre fu visto un carro armato nelle strade di Bangkok. I militari fecero sapere che si trattava di un'esercitazione programmata da tempo, ma spesso in passato avevano detto la stessa cosa poco prima dei golpe militari thailandesi.[220] Le preoccupazioni in tal senso dei dimostranti si basano soprattutto sul fatto che all'interno delle forze armate sia in piena ascesa la fazione più vicina al re.[221] Secondo un editoriale di ottobre del corrispondente della BBC Jonathan Head, le autorità potrebbero porre fine alla tolleranza che hanno avuto con i dimostranti che ridicolizzano la monarchia, in particolare dopo il ritorno del re in Thailandia; con i maggiori leader delle proteste già detenuti, i militari potrebbero iniziare a perseguire quelli che sono considerati i finanziatori delle proteste.[222]

    Il magnate dei media e politico di destra Sonthi Limthongkul, già capo delle camicie gialle dell'Alleanza Popolare per la Democrazia che erano state determinanti nella caduta del governo di Thaksin Shinawatra con il golpe militare del 2006, sollecitò un nuovo colpo di Stato militare per porre fine alle proteste, nonostante il primo ministro e il comandante dell'esercito avessero escluso questa possibilitá.[223]

    Note

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