Diritti umani in Thailandia

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L'attuale costituzione thailandese, fatta redigere da un organismo nominato dall'allora giunta militare, precisa all'art.4 che "i diritti umani, la dignità, libertà ed uguaglianza delle persone debbon esser protetti"[1]; mentre gli articoli dal 26 al 29 elencano una vasta gamma di diritti specifici in settori quali la giustizia penale, l'istruzione, la non discriminazione, la religione e la libertà d'espressione.

La promulgazione della carta costituzionale del 2007 ha ripristinato gran parte del vasto catalogo di diritti già esplicitamente riconosciuti negli articoli della costituzione popolare datata 1997; questa ha delineato il diritto alla libertà di parola, di stampa, di riunione pacifica, associazione, religione e di movimento all'interno e all'esterno del paese.
Abrogata nel settembre 2006 a seguito di un colpo di Stato militare, il regime ha imposto una costituzione ad interim che ha avuto effetto fino alla versione attuale approvata l'anno successivo a seguito di un referendum.

Garanzie costituzionali[modifica | modifica wikitesto]

Molti nuovi diritti sono stati introdotti per la prima volta nella costituzione del 1997: questi includono l'istruzione gratuita, i diritti delle comunità etniche-tradizionali del paese, il diritto di protestare pacificamente, i diritti degli anziani-bambini-persone disabili e l'uguaglianza dei sessi. Anche la libertà d'informazione, il diritto alla salute pubblica e dei consumatori sono stati riconosciuti; per un totale di 40 rispetto ai 9 elencati nella precedente costituzione del 1932[2].

Violazioni dei diritti umani[modifica | modifica wikitesto]

In generale il governo thailandese rispetta i diritti umani dei propri cittadini; tuttavia il dipartimento di stato USA ha espresso preoccupazione per significative lacune al riguardo in diversi settori[3].

Traffico di esseri umani[modifica | modifica wikitesto]

La tratta degli esseri umani è un'importante questione aperta per la Thailandia: questa include il sequestro di uomini dalla Cambogia da parte di trafficanti e la loro rivendita come pescatori. Dopo esser stati promessi loro posti di lavoro meglio retribuiti dei propri, vengono invece costretti a lavorare nelle barche da pesca a strascico illegali tra il golfo di Thailandia e il Mar cinese meridionale anche per anni interi[4].

Libertà di stampa e diritto di riunione[modifica | modifica wikitesto]

A seguito del colpo di Stato del 2014 il diritto alla libertà di parola e di viaggio è stato gravemente messo in discussione. La giunta militare provvisoria ha messo in atto una proibizione riguardante gl'incontri e qualsiasi attività di tipo politico, oltre che un divieto assoluto di critica nei loro confronti da parte dei media. Il "Southeast Asian Press Alliance-SEAPA" (organizzazione per la promozione e protezione per la libertà di stampa ed espressione) ha notato che i mezzi di comunicazione, considerati come una delle voci più libere e vivaci dell'Asia intera, avevano rapidamente deteriorato la propria autonomia a seguito della cacciata di Thaksin Shinawatra da parte dei militari.

Col colpo di Stato è stata segnalata la chiusura di centinaia di radio libere in tutte le province, il blocco dei canali di notizie via cavo e la sospensione di alcuni siti web dedicati alla discussione critica dell'intervento militare e delle implicazioni che questo avrebbe avuto per la democrazia.

Violazione dei diritti umani nel sud del paese[modifica | modifica wikitesto]

Diversi problemi sono stati segnalati nelle province meridionali, in relazione all'insurrezione nella Thailandia del Sud; durante gli arresti avvenuti nel 2004 almeno 180 persone sono morte durante la detenzione. Un caso particolarmente di alto profilo riguarda l'avvocato musulmano "Somchai Neelapaijit" il quale, dopo esser stato molestato e minacciato ripetutamente è infine scomparso, questo dopo aver accusato di tortura le forze di sicurezza dello stato[5]. Nel 2006 lo stesso primo ministro affermò di credere che l'uomo fosse oramai morto e che c'erano dubbi aperti su eventuali responsabilità dei servizi segreti[6]
A cinque poliziotti è stata poi addebitata la responsabilità della sua morte, anche se il processo si è trascinato in appello ancora nel 2011[7]: il verdetto inconcludente è stato denunciato dalla "Asian Human Rights Commission-AHRC"[8] e dalla moglie dello scomparso la quale ha dichiarato la sua intenzione di continuare a far appello per portare il caso di fronte alla corte suprema[7].

Morti relative alla guerra antidroga del governo nel 2003[modifica | modifica wikitesto]

La campagna di guerra contro il traffico di stupefacenti ha portato a più di 2500 uccisioni extra-giudiziarie di sospetti di traffico di droga[9][10][11][12][13][14][15][16][17][18][19][20][21][22][23]. Le condizioni di detenzione in alcune delle strutture carcerarie per immigrati di provincia sono caratterizzate da gravi carenze umanitarie; nel 2004 più di 1600 persone sono morte in prigione o durante la custodia da parte della polizia, 131 come risultato di azioni dirette delle forze dell'ordine[10][21][22][23].

Rifugiati birmani[modifica | modifica wikitesto]

I rifugiati provenienti dalla Birmania possono soggiornare in uno dei campi profughi lungo il confine, sono protetti dalla possibilità di arresto e ritorno forzato nel loro paese ma non hanno libertà di muoversi né di cercarsi un'occupazione: possono in realtà andar a vivere e lavorare nelle campagne, ma generalmente senza che venga loro riconosciuto alcuno status legale di qualsiasi genere e lasciandoli così a rischio costante di deportazione[24][25].

I rifugiati che si avventurano al di fuori dei campi sono considerati ufficialmente come clandestini e pertanto soggetti ad arresto; vi sono episodi in cui polizia e paramilitari hanno richiesto tangenti minacciando i residenti dei campi di detenzione e deportazione[24][25]. I rifugiati sono inoltre anche soggetti ad abusi e sfruttamento da parte di altri connazionali che esercitano il potere nei campi, avendo connessioni segrete con gruppi armati etnici birmani[26][27].

Gravi problemi di violenza sulle donne richiederebbero poi un ampio lavoro di prevenzione nei campi profughi[28].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] Archiviato il 15 maggio 2012 in Internet Archive. 2007 Constitution (unofficial translation)
  2. ^ Thanet Aphornsuvan, The Search for Order: Constitutions and Human Rights in Thai Political History Archiviato il 26 febbraio 2008 in Internet Archive., 2001 Symposium: Constitutions and Human Rights in a Global Age: An Asia Pacific perspective
  3. ^ Country Reports on Human Rights Practices for 2013
  4. ^ "Forced to Fish: Cambodia's sea slaves". The Guardian Weekly, Jan. 30, 2009.
  5. ^ Missing Thai lawyer 'harassed', su news.bbc.co.uk, BBC News, 9 agosto 2005. URL consultato il 24 aprile 2011.
  6. ^ Missing Thai lawyer 'harassed', su news.bbc.co.uk, BBC News, 13 gennaio 2006. URL consultato il 24 aprile 2011.
  7. ^ a b Policeman acquitted in Somchai case, su bangkokpost.com, Bangkok Post, 12 marzo 2011. URL consultato il 24 aprile 2011.
  8. ^ THAILAND: Verdict on Somchai's case--his wife, daughter could not be plaintiffs; not enough evidence to convict accused, su humanrights.asia, Asian Human Rights Commission, 17 marzo 2011. URL consultato il 24 aprile 2011.
  9. ^ "Thailand War on Drugs Turns Murderous, 600 Killed This Month -- Human Rights Groups Denounce Death Squads, Executions". Drug War Chronicle, Feb. 21, 2003.
  10. ^ a b "A Wave of Drug Killings Is Linked to Thai Police". By Seth Mydans. April 8, 2003. New York Times. [2]
  11. ^ Amnesty International report: Thailand: Grave developments - Killings and other abuses Archiviato il 26 luglio 2011 in Internet Archive.
  12. ^ Human Rights Watch. Detailed report: Thailand: Not Enough Graves: IV. Human Rights Abuses and the War on Drugs
  13. ^ Matthew Z Wheeler. "From Marketplace to Battlefield: Counting the Costs of Thailand's Drug War." [3] Archiviato il 23 ottobre 2013 in Internet Archive. [4] [5]. May 28, 2003. ICWA Letters Archiviato il 23 ottobre 2013 in Internet Archive.. Institute of Current World Affairs.
  14. ^ "Thailand: Not Smiling on Rights" Archiviato il 25 luglio 2011 in Internet Archive.. July 18, 2005. Asian Centre for Human Rights. See page 24, the section called "Killings in the war against drugs".
  15. ^ "US-Thailand's 'License To Kill'. 2274 Extra-Judicial Killings In 90 Days". The Akha Journal of the Golden Triangle. By Matthew McDaniel. Vol. 1. No. 2. October 2003. Relevant section of journal 2: 2p6.pdf - Cover and first part of journal 2: 2p1.pdf - Link list for all parts of the journals.
  16. ^ Timeline of Thailand's "War on Drugs" Archiviato il 2 novembre 2008 in Internet Archive.. July 7, 2004. Human Rights Watch.
  17. ^ "Letter from Asia; She Tilts Against Power, but Don't Call Her Quixotic." By Jane Perlez. July 7, 2004. New York Times.
  18. ^ Thailand 2003. Extrajudicial drug-war killings of innocent people Archiviato il 6 dicembre 2009 in Internet Archive.. Photo gallery. Press/media links, and human rights reports.
  19. ^ "Institutionalised torture, extrajudicial killings & uneven application of law in Thailand". April 2005. See Annex 5 for a "Partial list of persons reported killed during the 'war on drugs' (revised)." Asian Legal Resource Centre. From Vol. 04 - No. 02: "Special Report: Rule of Law vs. Rule of Lords in Thailand" Archiviato il 15 settembre 2007 in Internet Archive..
  20. ^ Bangkok Post, August 3, 2007. "Kanit to chair extrajudicial killings probe" Archiviato il 6 ottobre 2007 in Internet Archive..
  21. ^ a b "Most of those killed in war on drug not involved in drug" Archiviato il 1º febbraio 2008 in Internet Archive.. November 27, 2007. The Nation (an English-language newspaper in Thailand). [6] Archiviato l'11 settembre 2012 in Archive.is.
  22. ^ a b "Southeast Asia: Most Killed in Thailand's 2003 Drug War Not Involved With Drugs, Panel Finds". November 30, 2007. Drug War Chronicle.
  23. ^ a b "Thailand's drug wars. Back on the offensive". January 24, 2008. The Economist.
  24. ^ a b Thailand refugees, in Human Rights Watch. URL consultato il 23 dicembre 2012.
  25. ^ a b Thailand, in American Refugee Committee. URL consultato il 28 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2012).
  26. ^ Thailand, in Refugees International. URL consultato il 23 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2013).
  27. ^ The Refugee Crisis in Myanmar (Burma), in Thai Freedom House. URL consultato il 28 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2012).
  28. ^ Violence Perpetuating Violence > Yale School of Public Health - Yale School of Public Health, su publichealth.yale.edu. URL consultato il 22 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2013).

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