Pantaleone di Nicomedia: differenze tra le versioni
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Versione delle 12:48, 18 nov 2020
San Pantaleone | |
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San Pantaleone, icona bizantina ([[Monastero di Santa Caterina (Egitto)
PANTALEONE LEO È UN PAZZO SGRAVATO |Monastero di Santa Caterina]], Monte Sinai) | |
Martire | |
Nascita | III secolo |
Morte | 305 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 27 luglio |
Patrono di | ostetriche e medici, Martignano, Montauro, Vallo della Lucania, Crema |
Pantaleone, o anche Pantaleo (in greco antico: Παντελεήμων?, Panteleémōn; Nicomedia, ... – Nicomedia, 27 luglio 305), secondo la Passio era un cristiano, medico personale del cesare Galerio, che subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e delle ostetriche, è venerato come santo da numerose Chiese cristiane ed è considerato uno dei quattordici santi ausiliatori[1] (viene invocato contro le infermità di consunzione).
Agiografia
Secondo la tradizione agiografica, era figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco di Nicomedia, e di Eubula, che lo educò al cristianesimo: successivamente, si era allontanato dalla religione ed aveva studiato medicina, arrivando a diventare medico di Galerio.
Ritornò al cristianesimo grazie al prete Ermolao e, alla morte di suo padre, entrò in possesso di una grande fortuna: spinti dall'invidia, alcuni colleghi lo denunciarono all'imperatore durante la persecuzione di Diocleziano. L'imperatore avrebbe voluto risparmiarlo e cercò di persuaderlo ad abiurare. Pantaleone, però, confessò apertamente la sua fede e, per mostrare di essere nel giusto, risanò un paralitico: ciò nonostante, egli fu dapprima condannato al rogo, ma le fiamme si spensero, poi ad essere immerso nel piombo fuso, ma il piombo si raffreddò miracolosamente; a questo punto Pantaleone fu gettato in mare con una pietra legata al collo, ma il masso prese a galleggiare; venne condannato ad feras, ma le belve che avrebbero dovuto sbranarlo si misero a fargli le feste; fu poi legato ad una ruota, ma le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi. Si tentò anche di decapitarlo, ma la spada si piegò e gli aguzzini si convertirono. Pantaleone pregò Dio di perdonarli, motivo per il quale egli ricevette pure il nome di Panteleemon (in lingua greca, colui che di tutti ha compassione).
Infine, quando egli diede il suo consenso, gli fu tagliata la testa.
Martiri di Nicomedia
L'imperatore Massimiano aveva decretato che tutti i cristiani dovessero abiurare e convertirsi agli dei romani, a pena della morte. Agli inizi del IV secolo, i cristiani furono perseguitati in tutti i territori di Roma.
Presso la città di Nicomedia, Eulampia e di suo fratello Eulampio martire furono torturati e uccisi per la loro fede.
A seguito dei fatti prodigiosi, altri 200 cristiani decisero di non abiurare e subirono il martirio.
La Chiesa Ortodossa d'Oriente li celebra il 10 ottobre[2].
Culto
Benché le notizie sulla sua vita siano palesemente fantasiose e ricavate da scritti molto tardi, la storicità di Pantaleone è dimostrata dalla diffusione e dall'antichità della sua venerazione, già attestata, tra gli altri, da Teodoreto di Cirro (Graecarum affectionum curatio, Sermo VIII, De martyribus), Procopio di Cesarea (De aedificiis Justiniani I, IX; V, IX) e dal Martirologio geronimiano (Acta Sanctorum, November, II, 1, 97).
Pantaleone è oggetto di venerazione in Oriente, dove viene chiamato "il grande martire" ed è invocato come taumaturgo. Sul monte Athos, Grecia, il monastero della comunità russa, uno dei venti ancora oggi esistenti sulla santa montagna, è a lui dedicato (monastero di San Panteleimon).
Il Martirologio romano fissa per la memoria di san Pantaleone la data del 27 luglio.
Reliquie
- RELIQUIE OSSEE. Reliquie del santo si trovano nella basilica di Saint-Denis a Parigi e altre nella città di Porto in Portogallo. La reliquia del braccio di san Pantaleone è conservata nella chiesa di "San Pantalon" (così è chiamato dai veneziani san Pantaleone) a Venezia; la sua testa è conservata a Lione. La reliquia della testa è conservata presso il Duomo di Vercelli; altre sue reliquie sono nella cripta della chiesa dei Santi Giovanni e Reparata a Lucca. Un'urna è conservata presso un santuario a lui dedicato a Borgo, frazione di Montoro Inferiore, completamente restaurato nel 2013. In provincia di Bari, nella Collegiata di Santa Maria della Colonna di Rutigliano (già Nullius Dioecesis), si conserva quella che è, secondo la tradizione, una reliquia del braccio di san Pantaleone, riposta in un reliquiario antropomorfo d'argento del XV-XVI secolo. Il manufatto a forma di arto e la reliquia ossea in esso contenuta sono oggi esposte nel Museo Capitolare di Arte e Storia Sacra (MuDiAS) di Rutigliano, presso la sede di Palazzo Settanni. Un frammento osseo si trova anche nella Parrocchia di Papanice in provincia di Crotone.
- RELIQUIE ACCESSORIE. Nella chiesa del Purgatorio a Lanciano si conservano, secondo la tradizione, la spada che troncò la testa del santo, il carrello dentato con cui venne martoriato il corpo, la fiaccola con cui gli vennero bruciate le ferite e un tronco di ulivo che germogliò a contatto con il suo corpo.
- RELIQUIE DI SANGUE. Il suo sangue (raccolto, secondo la tradizione risalente al XII secolo, da Adamantio, testimone del martirio) era originariamente conservato in un'unica ampolla, custodita nella chiesa a lui dedicata (oggi monumento ai caduti) a Ravello. In seguito quest'ampolla, con l'unione di questa ed altre due chiese in quella agostiniana, fu traslata nel Duomo.
I vescovi di Ravello incominciarono a donarne piccole quantità ad altre comunità: così nacquero le ampolle (molto più piccole) custodite a Costantinopoli, Montauro, Martignano, Limbadi, Caiazzo, nella chiesa del Purgatorio a Lanciano, donate dal vescovo di Ravello De Curtis a Mons. Paolo Tasso nel 1593, nella chiesa del Santissimo Salvatore all'Immacolata di Irsina e nel monasterio de la Encarnación di Madrid. Nel XVII secolo l'ampolla di vetro custodita nel Duomo di Ravello subì un'incrinatura, tuttora visibile. Per evitare danni ulteriori fu deciso di esporre l'ampolla in un ambiente racchiuso da due grate di ferro, murate.
La liquefazione del sangue di San Pantaleone
Ogni anno nel mese di luglio, o in occasione di miracoli ottenuti dal santo, avviene il fenomeno della liquefazione del sangue di San Pantaleone.
L'ampolla che contiene il sangue è custodita in Duomo, in una piccola camera al centro della cappella dedicata al santo realizzata nel 1643 dal vescovo Bernardino Panicola che ve ne fece la traslazione con una solenne processione per la città.
L'ampolla è visibile attraverso le inferriate che la chiudono. La liquefazione avviene spontaneamente, senza che l'ampolla venga mossa né agitata.
Il 17 marzo 2020, proprio nel pieno della pandemia da COVID-19, si è verificata una liquefazione straordinaria del sangue al termine della preghiera rivolta al Santo dal parroco del Duomo in diretta streaming[3].
Lo stesso fenomeno si verifica anche nelle ampolle custodite a Martignano, Limbadi, a Montauro, a Vallo della Lucania e nel monasterio de la Encarnación a Madrid.
Una piccola parte di sangue è conservata in un'ampolla custodita nella chiesa di San Tomaso a Padova, ma qui il sangue rimane sempre liquido e di colore rosso.
Patronati
San Pantaleone è patrono di alcuni comuni italiani:
- Bordonaro (ME)
- Chamois (AO)
- Courmayeur (AO)
- Crema (CR)
- Dolianova (CA)
- Frisa (CH)
- Gimillan (frazione di Cogne) (AO)
- Limbadi (VV)
- Macomer (NU)
- Martis (SS)
- Martignano (LE)
- Miglianico (CH)
- Montauro (CZ)
- Montoro Inferiore (AV), (co-patrono)
- Oltrecastello (TN)
- Papaglionti (frazione di Zungri) VV)
- Papanice (frazione di Crotone) (KR)
- Pianella (PE), co-patrono insieme a Santa Ciriaca e San Silvestro
- Ponteranica (BG)
- Ravello (SA)
- San Pantaleone (frazione di San Lorenzo) (RC)
- San Pantaleone, località di Grumello del Monte (BG)
- San Pantaleo, borgo di Cortemilia (CN)
- Santa Caterina Albanese (CS)
- Scanzorosciate (BG), co-patrono
- Serrata (RC)
- Sorso (SS)
- Vallo della Lucania (SA)
- Valpelline (AO)
È anche patrono delle città spagnole di Almadén, Burujón, Huércanos e Villasbuenas de Gata, di Priniàs (Creta) e di Porto in Portogallo.
Note
- ^ Santi, beati e testimoni- san Pantaleone
- ^ (EN) Santi Eulampio e Eulampia, su Chiesa Ortodossa di America. URL consultato il 10 ottobre 2018 (archiviato il 10 ottobre 2018).
- ^ liquefazione atipica, su Il Vescovado.
Bibliografia
- (EN) St. Pantaleon, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pantaleone di Nicomedia
Collegamenti esterni
- (EN) Pantaleone di Nicomedia, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Pantaleone di Nicomedia, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- La reliquia del sangue di san Pantaleone, di Salvatore Ulisse di Palma, su sanpantaleoneravello.com. URL consultato il 10 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- Duomo di Ravello, su itcamendola.it. URL consultato il 28 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2008).
- San Pantaleone medico e martire, protettore di Limbadi (VV), su sanpantaleonedilimbadi.it.
- Culto di san Pantaleone a Martignano, su sanpantaleone.org. URL consultato l'8 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2011).
- San Pantaleone Medico e Martire, Patrono di Papanice (KR).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 5727171 · ISNI (EN) 0000 0000 9595 3058 · CERL cnp00588948 · LCCN (EN) n83014474 · GND (DE) 118789511 · WorldCat Identities (EN) viaf-5727171 |
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