Madonna del Monte

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Madonna del Monte
Immagine aerea
Geografia fisica
Localizzazionelaguna Veneta
Coordinate45°28′42″N 12°23′45″E / 45.478333°N 12.395833°E45.478333; 12.395833
Superficie0.005365 km²
Altitudine massimam s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Veneto
Città metropolitana  Venezia
Comune Venezia
MunicipalitàVenezia-Murano-Burano (Venezia Insulare)
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Laguna di Venezia
Madonna del Monte
Madonna del Monte
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La Madonna del Monte (già San Nicolò della Cavana, Beata Vergine del Rosario) è una piccola isola della laguna Veneta settentrionale.

Posta fra San Giacomo in Paludo e Mazzorbo, lungo il canale San Giacomo, è costituita da due isolotti un tempo uniti da una stretta lingua di terra arginata da una palizzata e distrutta da una mareggiata a metà Novecento[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1303 quattro benedettine vi fondarono un piccolo monastero intitolato a San Nicolò protettore dei naviganti e costruirono anche un riparo per le imbarcazioni che provenivano dal fiume Sile e dirette al Venezia, da cui l'antico toponimo di San Nicolò della Cavana. Tuttavia, a causa della povertà del luogo, il cenobio attirava ben poche novizie e nel 1430, morte le ultime monache rimaste, rimase vuoto. Nel 1432 il vescovo di Torcello Filippo Paruta ne decise la soppressione, aggregandolo al monastero di Santa Caterina di Mazzorbo[1][2][3].

Nel 1648 l'isola venne utilizzata da alcuni seguaci di san Paolo di Tebe come luogo di eremitaggio, ma fu rapidamente abbandonata[1][3].

Ruderi dell'ex polveriera

Solo nel 1712 venne recuperata dal veneziano Pietro Tabacco che vi fece erigere una chiesa dedicata alla Madonna del Rosario (detta comunemente Madonna del Monte, da cui l'odierno toponimo)[1]. Vi furono annesse alcune abitazioni dove trovò sede una confraternita che si occupava della conservazione del luogo sacro[2][4].

Chiuso in seguito alle soppressioni dell'epoca napoleonica, il complesso fu raso al suolo verso la metà dell'Ottocento. All'inizio del Novecento vi fu eretta una polveriera che fu utilizzata sino alla seconda guerra mondiale[1][2][4].

Oggi la Madonna del Monte, di proprietà privata, è nuovamente abbandonata[2]. Sull'isola principale sorgono le mura perimetrali della ex polveriera, seminascoste da un boschetto di robinie, mentre sull'isolotto minore sussistono i resti di un corpo di guardia. Come per altre piccole isole lagunari, sono state avanzate numerose proposte di recupero che però non sono ancora andate in porto[1].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ermolao Paoletti, Il Fiore di Venezia, Venezia, 1837, vol. I, pp. 132.
  • Ricciotti Bratti, Vecchie isole veneziane, Venezia, 1913, pp. 27-28.
  • Giannina Piamonte, Litorali ed isole, Venezia, 1971, p. 30-31.
  • Giorgio e Maurizio Crovato, Isole abbandonate della laguna: com'erano e come sono, Catalogo della mostra nella Scuola Grande di San Teodoro a Venezia, Venezia, 1978, * Franco Masiero, Le isole delle lagune venete, 1981, p.113.
  • Luciano Menetto - Pierfranco Fabris, Venezia. Le isole incantate, Pordenone, 2022, p. 59-60.

Galleria di immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Madonna del monte, su www2.comune.venezia.it, Comune di Venezia. URL consultato il 25 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
  2. ^ a b c d e Madonna del Monte, su 194.243.104.176, Comune di Venezia - Archivio fotografico delle isole lagunari. URL consultato il 25 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2009).
  3. ^ a b Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni, Vol. XCI, Venezia, Tipografia Emiliana, 1863, p. 576.
  4. ^ a b Giovanni Distefano, Atlante storico di Venezia, Venezia, Supernova, 2008, p. 860.

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