Benedettine

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Le benedettine sono le religiose che prendono come norma di vita, almeno nella sua dottrina spirituale, la regola di san Benedetto.

Monache e suore benedettine[modifica | modifica wikitesto]

Le benedettine sono monache o suore: le monache emettono i voti solenni (o, in via eccezionale, semplici) conducono una vita contemplativa in una clausura piuttosto rigida, sono tenute alla recita comunitaria e privata dell'ufficio divino;[1] le suore emettono i voti semplici, tengono un ritmo di vita più attivo con un contatto abbastanza frequente con il mondo esterno, si attengono alla recita comunitaria di un ufficio divino più ridotto.[1]

Mentre le monache benedettine hanno un'origine antica, la forma di vita delle suore ebbe inizio nel XIX secolo ed ebbe una particolare fioritura nelle Americhe dove, per corrispondere alle urgenti esigenze delle comunità locali, le benedettine presero a dedicarsi alla cura di ammalati, anziani e bambini, all'insegnamento, al lavoro nelle missioni.[1]

Le modalità e la misura con cui le congregazioni di suore benedettine si riallacciano alla regola di san Benedetto sono molteplici e dipendono dalla volontà dei fondatori, dalle attività intraprese, dalle circostanze di luogo e di tempo: la dottrina spirituale della regola è sempre conservata come strumento di ascesi; per quanto riguarda l'organizzazione esterna della vita, invece la regola è spesso abbandonata.[1]

Aggregazione di un istituto di suore[modifica | modifica wikitesto]

In base alla Lex propria dell'Ordine, promulgata con il breve Pacis vinculum del 21 marzo 1952, le congregazioni di suore hanno facoltà di aggregarsi alla confederazione benedettina.[1] L'aggregazione ha il fine di aiutare le religiose che seguono la regola di san Benedetto a conservarne lo spirito assieme alle tradizioni dell'Ordine, pur realizzando gli accomodamenti che le necessità esigono.[2]

Il congresso degli abati celebrato a Roma nel 1973 ha precisato alcuni elementi riguardanti l'aggregazione degli istituti di suore: la domanda di aggregazione può essere presa in considerazione dalla confederazione solo se presentata per iscritto e appoggiata dal voto di almeno i due terzi dei membri del capitolo generale dell'istituto; la confederazione deve accertarsi che le costituzioni dell'istituto siano conformi alla regola, che le suore conducano vita comune e che l'Opus Dei ne sia parte essenziale.[2]

Con l'aggregazione dell'istituto, alle suore vengono estesi i privilegi, i beni spirituali e gli indulti concessi alla confederazione. L'abate primate può rappresentare l'istituto aggregato presso la Santa Sede, trasferire una suora da un istituto aggregato a un altro, convocare le suore al congresso degli abati (esse possono partecipare come osservatrici e prendere la parola su questioni che le riguardano).[2]

Monache[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni monasteri di benedettine sono incorporati o, in qualche modo, uniti alle congregazioni maschili (inglese, brasiliana, solesmense, beuronese, sublacense, dell'Annunciata, olivetana, Vita et Pax, vallombrosana, camaldolese e olandese).[3]

Esistono inoltre congregazioni monastiche esclusivamente femminili: di Nostra Signora del Calvario, dell'Adorazione perpetua, dell'Immacolata Concezione in Polonia, del Re eucaristico, celestine.[3]

Altri monasteri sono femminili legati tra loro in federazioni e unioni (del Purissimo Cuore di Maria in Francia, delle monache di Baviera, dell'Italia settentrionale, del Piceno, toscana, di Umbria e Marche, castigliana, catalana, galaico-leonesa, pirenaica).[3]

Infine, esistono monasteri benedettini femminili senza legame giuridico tra loro.[3]

Istituti di suore[modifica | modifica wikitesto]

Le congregazioni di suore benedettine aggregate alla confederazione sono (in ordine cronologico della fondazione):[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Giovanni Lunardi, DIP, vol. I (1974), col. 1246.
  2. ^ a b c Giovanni Lunardi, DIP, vol. I (1974), col. 1248.
  3. ^ a b c d DIP, vol. I (1974), col. 1241.
  4. ^ DIP, vol. I (1974), col. 1247.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
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