Giro di Lombardia 1942

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Bandiera dell'Italia Giro di Lombardia 1942
Edizione38ª
Data17 ottobre
PartenzaMilano
ArrivoMilano
Percorso184 km
Tempo5h06'03"
Media36,072 km/h
Ordine d'arrivo
PrimoBandiera dell'Italia Aldo Bini
SecondoBandiera dell'Italia Gino Bartali
TerzoBandiera dell'Italia Quirino Toccaceli
Cronologia
Edizione precedenteEdizione successiva
Giro di Lombardia 1941Giro di Lombardia 1945

Il Giro di Lombardia 1942, trentottesima edizione della corsa, si svolse il 17 ottobre 1942 su un percorso di 184 km con partenza e arrivo a Milano. Fu vinto dall'italiano Aldo Bini, giunto al traguardo con il tempo di 5h06'03", alla media di 36,072 km/h, precedendo in volata i connazionali Gino Bartali e Quirino Toccaceli. Conclusero la prova, organizzata dalla Gazzetta dello Sport e valida come ottava e ultima tappa del Giro d'Italia di guerra, 45 dei 67 ciclisti al via.[1]

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso della prova fu relativamente inedito, lungo "solo" 184 km e senza le salite del Varesotto: dopo il via da Milano attraversò nell'ordine Monza, Usmate, Osnago, Merate, Garlate, Malgrate, Onno, Bellagio, Magreglio al termine della salita del Ghisallo, Asso, Canzo, Erba, Albese, Como (km 100), San Fermo della Battaglia, Parè, Olgiate Comasco, Malnate, Varese (km 127), Gazzada, Albizzate, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Rho e Pero; il traguardo fu posto come di consueto al Velodromo Vigorelli a Milano.[2][3]

Squadre e corridori partecipanti[modifica | modifica wikitesto]

Si iscrissero alla prova 94 ciclisti, 76 delle categorie professionisti e indipendenti, alcuni "accasati" per sei squadre d'industria (Aquilano, Bianchi, Gloria, Legnano, Olmo e Viscontea) altri come "non accasati", e 18 dilettanti scelti invitati dagli organizzatori. Come favorito per la vittoria veniva indicato l'asso della Legnano Gino Bartali.[2][4]

Ordine d'arrivo (Top 26)[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Corridore Squadra Tempo
1 Bandiera dell'Italia Aldo Bini Viscontea 5h06'03"
2 Bandiera dell'Italia Gino Bartali Legnano s.t.
3 Bandiera dell'Italia Quirino Toccaceli Mil. Postelegr. s.t.
4 Bandiera dell'Italia Cino Cinelli Bianchi s.t.
5 Bandiera dell'Italia Glauco Servadei Bianchi s.t.
6 Bandiera dell'Italia Marcello Spadolini S.S. Lazio s.t.
7[5] Bandiera dell'Italia Enea Antolini Dop. Cogne s.t.
Bandiera dell'Italia Osvaldo Bailo Viscontea s.t.
Bandiera dell'Italia Vasco Bergamaschi Viscontea s.t.
Bandiera dell'Italia Elio Bertocchi D. Aeronautica s.t.
Bandiera dell'Italia Antonio Bevilacqua Bianchi s.t.
Bandiera dell'Italia Olimpio Bizzi Bianchi s.t.
Bandiera dell'Italia Severino Canavesi Gloria s.t.
Bandiera dell'Italia Fausto Coppi Legnano s.t.
Bandiera dell'Italia Pierino Favalli Legnano s.t.
Bandiera dell'Italia Sesto Fellini Dopol. Cesena s.t.
Bandiera dell'Italia Nedo Logli A.C. Pratese s.t.
Bandiera dell'Italia Fiorenzo Magni Bianchi s.t.
Bandiera dell'Italia Diego Marabelli Aquilano s.t.
Bandiera dell'Italia Marco Marangoni C.S. Milano s.t.
Bandiera dell'Italia Orlando Olivieri Ala Littoria s.t.
Bandiera dell'Italia Alcide Raffoni Polisp. Forlì s.t.
Bandiera dell'Italia Mario Ricci Legnano s.t.
Bandiera dell'Italia Aldo Ronconi Alma J. Fano s.t.
Bandiera dell'Italia Luciano Succi Olmo s.t.
Bandiera dell'Italia Primo Volpi Legnano s.t.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) 38ème Giro di Lombardia 1941, su memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  2. ^ a b Sandro Giovannini, Sul percorso sperimentale del XXXVIII GIRO di LOMBARDIA BARTALI cerca una maglia, ma FAVALLI non vuole mollarla mentre altri atleti puntano al successo di fine stagione, in Il Littoriale, Anno XVI, n. 248, 16 ottobre 1942, p. 1. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  3. ^ Giuseppe Ambrosini, Bini vince in volata, in La Stampa, 18 ottobre 1942, p. 2. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  4. ^ Sandro Giovannini, Novantaquattro aspirano al successo ma il nome che corre di bocca in bocca è quello dello scalatore Gino Bartali, in Il Littoriale, Anno XVI, n. 249, 17 ottobre 1942, p. 1. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  5. ^ Classificati ex aequo.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]