Utente:Eva4/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Utente:Eva4/sandbox

Utente:Eva4/sandboxc

Utente:Eva4/EditCounterOptIn.js

Aiuto:Come cercare immagini per Wikipedia

statistiche utenti, edit: 1421, 7 ott 2010, mie e complete (alternativa)

x archivio, folder, colori e tavolozza

Questionario su Wikimedia 9 dicembre 2011

Referendum Wikimedia 2011 < SecurePoll Benvenuto Eva4! Grazie per aver votato. È possibile mantenere la seguente ricevuta come prova della votazione: SPID: 19909


BEGIN PGP MESSAGE-----

Version: GnuPG v1.4.10 (GNU/Linux)

hQIMA+DblIy497DOARAA1+UoBAUczDN8FyQe8tx+etX/qz1vjhQojOL/slsnmHZ6 RSZmjBYcT49Jwkgc9HM6PvchWnmCKeATz2YGuUMFexQmL2vRv7E1mHRd6F+9+iwG r2C1dlLQC77CYh1bmdXlZLXi6ZLkKHlIT5fK0Wn0/jP7kqofi9EEsnktqeXwIMMW DSffCllUmp0Kfs5lmL6JE9ys/a1X3MdiF0CTm+JtoZUTgi3rG3qeEp1cr1Kw1w0w c45zGWrkECqNumiLbkKC1xHfKINaN2+U/ePzgMLm5n1xc6vfK3gOF7+hhTkbyIC+ BswrvqeCeUxW3GDQi5M2j4MGAcGLVvIcUOSJgdhKJA8P+1ecxaIUIw6y7ZQafjxB z/taAoBoC43G54bt5H9c1OvcAheX7edq2vw83A7gID8fx/G9ylXypu4ChbvwpPgt KmnOjh2Lq4EVFr4Rrb8Yh+9tEqfay3t9ulu+taMC6CcfGleeGAHGEtulesLvHyvd 6mloo2iSAY/pyFQtdssY+OhLLqxTk+FAoyaqry7Gkd3lzgYMt4hWbxuc//TvTrRd rjvSuyn70SFCVUuMvGSeEwjGTuK7TMlsjxGU5szbQgRCOdPPxUaiBzew+o11hLCM TF2w5+yyXDRI51pM2i71ItNV+yzS+Uy7GZR5+KH67mMAjZz/0+3O+Cr1+9UkqFzS 6QF9LlfOgtaphPHSc2q3ClUstXEn145o+DSGKQfexyAmC0btJ9UJ4nWfmDvqYR/r hRtnjgk6gtN49DlX9xx6hZjPcw/pJNxDrAAiaZC27KKpOeDXdIuNGGk5ROPRfl/L JwRMPCW8cpI11+ua70I3nVUjRRlJj1z1vsmHyFyT7sBbcA6zjw3BppYU8dJeu7SA x6dH6lCxm5sCKrtEahdofRin2Xefing3+SH3LWPOXc301q0qJ2a+GA/+Hv+8qn1k 7j7ctkE+zMrh4fWIf1th+dJwJDbGe+Nr55vFC9azufPtWq24GQEvPEuESXwqQc5t i7G1JV0XQMUu3bZF0IZ2KsJwQ6WR/CMLj7O5++4D4aAIW6GnKiePPBfYQ/MuAfSX F9ZVWOSuGwo8sH+rQ+3jacGOqEmxhK0XoEuicKpV4mb5LsNgGA8CO5dVp4ltl6vi tx/orwDtTKzm5a8m+omOq3xqYgYotN3NQZwoxmv6gOao9JNwcp9X9zqxM4wZKYEI JOLHSsnHDLDtNIewHB1k0sPh9qcy7dK7oEID+QOt/DqFRBkxsitkolA2RK/wXE74 w0hSkzQyz3cr/2FVentuqXhpwQORgLUs24+jRl/UdTdS5mKf2NaCqG/UTEhSraDO /4DqrWdAbdXI+sQLFftyln+6X79VPK5KchxQotlbmHSXwHitRu0QkDXWQycxUc9d bQwF8r7EDVU1tVfo8iN9rPLCeJf/2yu7+bPknyizT4Ngy4zIcboCvcSAgwYl3iiy blaz7j/2jJQWx28wP5sk4aGQobfZaZb3mslsSqyg3VeU+wW8pC0owUmCkGTMtHmS teJsO0JY+rpaNotFiGksLVhU8DAfgqYH/BriPl+xH+uUc9u6VXErIUT665DFFJpR teRYTL1qoJWAC+l8+5dmtsyLIr8jxZQmc+JZODobhda4a7Yy5x/elNzYtVGlDyRy k36U+K+MFvF1Rrmb878KLsdSKbwzDpnDXCtNMoqWyaWq71ZuTrXu2q0ZBO5NfVsC Wa+CrzbmE04Q4a6jd5I2+pHOn8u8gHF8ixe22vc6vBUQs5T68f77lBRmuMoCQZSx EkcyvVsQEuGfWes= =eOdB


END PGP MESSAGE-----

Chiesa greco-cattolica rumena: http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=265&id_n=9536 http://www.monasterovirtuale.it/LettereedEsortazioniApostoliche/unionechiesagrecocattolica.html http://www.history-cluj.ro/Biblia/Files/LimbaItaliana.pdf http://books.google.it/books?id=8JWOZPPIAPUC&pg=PA53&lpg=PA53&dq=%22Rationi+congruit%22+innocenzo&source=bl&ots=C0BFk4-mLU&sig=MnAYvGwFjhjpN1GtT0dhmSOTzgY&hl=it&ei=19dwSu73L46h_gax4pDNCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6

David Urs de Margina: http://www.csrnet.it/isola/epigrafi/epigrafe3.htm

Mastai

http://biblio.adm.unipi.it:8081/archiviofoto/

Enrico Polo (Parma, 18 novembre 1868Milano, 3 dicembre 1953) è stato un violinista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Allievo dal 1879 presso la Regia Scuola di Musica di Parma, studiò violino e composizione diplomandosi nel 1887 con il massimo dei voti, il conferimento del 1° premio del "lascito Barbacini” (lo stesso di cui era stato insignito due anni prima Arturo Toscanini) e passando quindi a suonare nell'orchestra della scuola. Nel 1893, grazie al sostegno economico del conte Stefano Sanvitale, poté perfezionarsi presso József Joachim a Berlino, dove apprese anche la lingua tedesca.[1]

A Savigliano, dove in estate suonava nella piccola orchestra diretta dal suo compagno di scuola Romano Romanini, seppe del concorso per violino di spalla al Teatro Regio di Torino, unito a quello di docente nel Liceo musicale. Esaminato da Giovanni Bolzoni e Arturo Toscanini, vinse. Qui fondò la Società del Trio, con la quale ebbe un'intensa attività. Nel 1903 vinse il concorso per la cattedra di violino al Conservatorio di Milano, città dove nel 1906 fondò con Costantino Soragna, Guglielmo Koch e Camillo Moro il famoso quartetto con il quale debuttò alla Società del Giardino. Durante verificare la prima guerra mondiale due membri furono sostituiti da Michelangelo Abbado, suo allievo, e da Riccardo Malipiero. Nel 1914-1915 fu anche direttore dell'orchestra della Società del quartetto di Milano, ma lasciò presto questa attività.

Il Quartetto Polo occupò un posto preminente fra quelli italiani dell'epoca per la perfetta fusione del suono, mentre l'ampio repertorio era senza distinzione di scuole: dagli antichi alle prime esecuzioni di pezzi scritti appositamente per il complesso (ad esempio, il Quartetto in fa di Ildebrando Pizzetti, che nell'esecuzione agli Amici della Musica di Milano fu interrotto dalle contestazioni del pubblico). Il quartetto, che oltre a suonare in tutta Europa, a Milano fu premiato di medaglia d'oro dagli Amici della Musica e della sigla d'onore dal Teatro del Popolo, si ampliava anche in quintetto (con il pianista Enrico Consolo o il clarinettista Blonk Steiner) o si riduceva a trio. Con Consolo, nel 1910, fu il primo in Italia a eseguire il ciclo completo delle 10 Sonate per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven. Dopo l'interruzione della prima guerra mondiale, il quartetto riprese l'attività fino al 1922, quando si sciolse per ragioni economiche, in quanto la crisi del paese aveva coinvolto le attività musicali.

Negli anni successivi si dedicò interamente all'insegnamento (nella carriera diplomò ben 31 violinisti). Aveva per motto: "L'amore è il primo segreto del buon insegnamento; non basta il metodo, ci vuole il cuore".

Molto amico di Arturo Toscanini, fin dai primi anni di studio diventò il cognato del celebre direttore d'orchestra, sposando una sorella di quest'ultimo[2].

Fu revisore del Concerto per Violino e Orchestra in Mi Minore di Felix Mendelssohn e direttore d'orchestra [3]. Michelangelo Abbado si diplomò in violino sotto la sua guida[4]. Partecipò allo studio di una variazione di Arturo Toscanini sull’assolo di violino del Preludio e Terzetto finale del III atto dell'opera verdiana I Lombardi alla prima crociata[5].

Negli ultimi anni di vita fece dono di libri e soprattutto spartiti per violino e pianoforte alla biblioteca del Conservatorio di Milano, dove era stato insegnante.[6]

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

Notevole fu la sua produzione di testi, ispirata principalmente dalle esigenze dell'attività didattica e che comprende pubblicazioni di natura tecnico-didascalica, eserciziari, revisioni e trascrizioni di spartiti musicali:

  • 12 studi di tecnica per violino (Lipsia: Eulenburg, 1914);
Esercizi per violino applicati alle scale maggiori e minori (To: Capra, poi Mi: Carisch);
  • 12 capricci per violino Op. 3 e 5 di Pietro Rovelli, Milano, Ricordi, 1919;
  • 24 studii e capricci per violino Op. 35 di Jakob Dont, edizione riveduta e annotata da Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1919;
  • La scuola moderna: studi-capricci Op. 10 per violino di Henryk Wieniawski, Milano, Ricordi, 1920;
  • 6 sonate per violino e pianoforte di Giuseppe Tartini, Milano, Ricordi, 1921;
  • 30 studi a corde doppie progressivi dalla prima alla terza posizione, per violino, Milano, Ricordi, 1922;
  • Sei quartetti per archi Op. 6 di Luigi Boccherini, scelti, ordinati e riveduti da Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1928;

Il meccanismo delle cinque prime posizioni del violino (Mi: Carisch);

  • Concerto in re per viola e pianoforte di Carl Stamitz, libera elaborazione, cadenze e accompagnamento di pianoforte di Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1935;
  • Dodici sonate per violino e pianoforte, Opera quinta, versione originale conforme alla prima edizione stampata in Roma nel 1700 da Arcangelo Corelli, revisione e realizzazione dell'accompagnamento a cura di Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1935;
25 studi progressivi fino alla quinta posizione per violino (Mi: Suvini Zerboni, 1940);
  • 36 studi per violino di Federigo Fiorillo, Milano, Ricordi, 1944;
  • 24 capricci per violino di Jacques Pierre Rode, trascrizione a cura di Marco Anzoletti ed Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1945;
  • Studi di tecnica per violino trascritti e ridotti per viola, Milano, Ricordi, 1945;
Revisione del metodo di violino di Bartolomeo Campagnoli (Mi: Ric, 1946);
  • Concerto in mi minore per violino e pianoforte di Pietro Nardini, Milano, Ricordi, 1947;
  • Tecnica fondamentale delle scale e degli arpeggi in tutti i toni per violino, Milano, Ricordi, 1947;
  • Raccolta di fiori per violinisti principianti Op. 38 di Julius Weiss, a cura di Marco Anzoletti ed Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1948;
  • 6 quintetti per archi di Luigi Boccherini, revisione e segni di esecuzione a cura di Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1949;
Studi-Sonate per viola sola (Mi: Suvini Zerboni, 1950).
  • 24 studi - capricci per violino Op. 41 di Delphin Alard, Milano, Ricordi, 1953;
  • 3 quartetti per archi Op. 1 n. 1, Op. 10 n. 4, Op. 27 n. 4 di Luigi Boccherini, Milano, Ricordi, 1953;
  • 3 quartetti Op. 10 n. 1, Op. 33 n. 6, Op. 27 n. 3 per archi di Luigi Boccherini, Milano, Ricordi, 1953;
  • Concerto in re per violino e orchestra Op. 77 di Johannes Brahms, riduzione per violino e pianforte a cura di Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1953;
  • 6 Sonate e Partite per viola sola di Johann Sebastian Bach, 1954;
  • Aria di Anton Francesco Tenaglia, libera trascrizione a cura di Enrico Polo, Milano, Ricordi, 1954;
  • 6 duetti per due violini Op. 48 di Ignaz Joseph Pleyel, Milano, Ricordi, 1975;
  • 36 studi elementari e progressivi per violino. Introduzione agli studi di Kreutzer. Op. 20 di Heinrich Ernst Kayser, revisione di Enrico Polo, Milano, Carisch, 1975.
  • 7 divertimenti o sonate per violino Op. 18 di Bartolomeo Campagnoli, Milano, Ricordi, 1981.
  • Concerto per violino e orchestra Op. 61, trascrizione per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven, Milano, Ricordi, 1981.

Fu attivo in revisioni e trascrizioni di antiche composizioni, che furono edite da Fantuzzi, Carisch.

BIBLIOGRAFIA: Alcari; Dacci; De Angelis; Michelangelo Abbado. Nel centenario della nascita di E.P., in "Annuario del Conservatorio di musica di Milano", 1969, pp. 133–154; Enrico Minetti. Ricordo di E.P, in "Ricordi scaligeri". Mi: Curci, 1974, pp. 56–60; G.N. Vetro. I nostri fasti musicali, in G.Pr, 24 apr. e 1 mag. 1978.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Approfondì con serietà e passione la conoscenza della lingua e della letteratura tedesca. Ne sono testimonianza la sua traduzione della Fisiologia della condotta dell'arco sugli strumenti a corda di Friedrich Adolf Steinhausen (Torino, Sten, 1922 e Padova, Zanibon, 1968), così come la sua Canzone di maggio (1931), in cui musicò il il Mailied (o Maifest) di Goethe con la traduzione di Leone Sinigaglia.
  2. ^ tebaldini.it
  3. ^ docs3.wisi.it
  4. ^ centrostudibeppefenoglio.it
  5. ^ giuseppeverdi.it
  6. ^ Il dono Enrico Polo (1950-1953) alla Biblioteca del Conservatorio consta di 134 pubblicazioni: 6 libri, 61 metodi e musiche in edizioni antiche e facsimili, 25 musiche in edizioni moderne, 42 musiche manoscritte. Ad esse vanno aggiunte le oltre 700 pubblicazioni pervenute dopo la sua morte.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaspare Nello Vetro, Il dizionario della musica e dei musicisti dei territori del Ducato di Parma e Piacenza dalle origini al 1950, Parma, Comune, 2002 (in CD-Rom). Consultabile on line su La casa della musica

Polo, Enrico

Antoine Daniel [1] p. 406

Francesco Maria Franco

Il fante del Grappa[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di pescatori (Nice, la madre) e pescatore lui stesso fino a sedici anni, frequentò poi il seminario vescovile di Crema ma dovette interrompere gli studi perché chiamato alle armi nella prima guerra mondiale (fu uno dei famosi ragazzi del '99). Nel 1917-1919 prestò dunque servizio militare come "fante del Grappa" meritandosi una medaglia di bronzo al valor militare. Terminati gli studi liceali, nel 1922 entrò nel Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano e qui fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1926. Poco dopo, il 2 settembre 1926, fu inviato come missionario a Kengtung, nella Birmania orientale, paese in cui avrebbe trascorso oltre quarant'anni della sua vita.

Con lo zaino in spalla[modifica | modifica wikitesto]

Uomo d'azione e dotato di un dinamismo contagioso, il giovane missionario si dedicò in particolare alla creazione di scuole, all'assistenza medica e ad espandere il raggio d'azione della sua attività.[1] Nel 1929 si diresse verso nord per evangelizzare una tribù fra i monti a nord di Kengtung, i va, popolazione allora pressoché sconosciuta se non per la poco raccomandabile nomea di "tagliatori di teste", nonostante fin dal 1914 fosse stata aperta a Mongping una missione che aveva lo scopo di convertirli. Padre Guercilena giunse nella regione proprio durante un'annata di carestia, riuscì a stento a non morire di fame e, al suo ritorno, subì una reprimenda dal governo coloniale inglese per essere uscito dai confini dello stato di Kengtung esportando la "ribellione" fra quelle tribù "ignoranti". L'anno seguente, assieme a padre Francesco Portaluppi, fondò la stazione missionaria di Mongyang e quella di Mongpok, proprio al confine con il Manglên, lo stato dei va, dove padre Portaluppi rimase come parroco.

Nell’ottobre 1934 tornò a Mongpok con monsignor Erminio Bonetta e da lì i due missionari, muniti di tutti i permessi, entrarono nel territorio dei va: il 12 novembre ebbero udienza nella capitale, Pangyang, dal sawbwa,[2] cui chiesero di stabilirsi nel suo regno per creare scuole e aiutare il popolo. Dal sovrano ottennero notizie sullo stato: la popolazione era divisa tra i ciong, sudditi più civilizzati su cui governava, e i va veri e propri, guerrieri che ogni tanto scendevano dai monti per tagliare le teste necessarie ai loro riti; questo aveva costretto il sovrano a spostare la capitale da Takut verso nord per godere di una maggiore tranquillità. L'offerta di fondare scuole venne rifiutata dal momento che nella regione erano già presenti monaci buddisti che potevano insegnare ai ciong a leggere e scrivere.[3]

Bonetta e Guercilena si spostarono quindi a Lashio, capitale degli stati shan settentrionali e dipendente dall'allora vicariato apostolico di Mandalay (pur non essendo ancora evangelizzata), con l'intenzione di avvicinarsi da nord alla zona abitata dai va. A Mandalay il vicario apostolico, il francese monsignor Albert Falière, si mostrò entusiasta dello zelo dei due missionari e acconsentì a cedere la giurisdizione su quelle terre al PIME. Bonetta rientrò a Kengtung il 12 dicembre 1934 e quasi due anni dopo, il 9 marzo 1936, la Propaganda Fide pubblicò il decreto con cui affidava al PIME le terre che oggi compongono la diocesi di Lashio e dove padre Guercilena lavorò intensamente e con ottimi risultati.

Con l'avvento della seconda guerra mondiale molti missionari italiani furono internati dagli inglesi (gennaio 1942) nei campi di prigionia in India; fra di loro c'era anche padre Guercilena, che venne eletto all'unanimità superiore del campo di Darjeeling (nel nord dell'India, fra Nepal e Bhutan). Chi poté restare, come monsignor Bonetta, sperimentò l'invasione dei giapponesi (aprile 1942) e poi la loro dittatura che giunse fino alle torture nei casi di sospetta collaborazione con gli inglesi (per le percosse subite Bonetta perse quasi totalmente l'uso dell'occhio sinistro). Alla fine del 1946 a padre Guercilena e agli altri missionari internati in India fu consentito di tornare a Kengtung, dove venne ordinato il primo sacerdote locale, padre Stephen Vong, un cinese naturalizzato formatosi nelle scuole anglo-cinesi di Rangoon.

Il "vescovo dei boschi"[modifica | modifica wikitesto]

Morto il 22 febbraio 1949 monsignor Erminio Bonetta a causa di un incidente di viaggio,[4] padre Guercilena gli succedette come prefetto apostolico di Kengtung. Il 26 maggio 1950 la prefettura di Kengtung fu elevata a vicariato apostolico e monsignor Guercilena ne divenne così il primo vicario con nomina di papa Pio XII del 31 maggio 1950. Rientrò quindi in Italia dopo 24 anni e l'8 ottobre 1950, nel suo paese natale, Montodine, fu consacrato vescovo della sede titolare di Adriania (sull'altare i vescovi di Crema, Cremona e Lodi, genitori morti). L'anno successivo ritornò in Birmania, indipendente dal 1948 ma dove la guerra civile continuava, sopratutto nelle zone di confine nordorientali, fra l'esercito birmano, le etnie separatiste dei monti, i comunisti maoisti e i gruppi armati di nazionalisti cinesi, per non parlare di contrabbandieri, commercianti d'oppio, banditi che passavano da uno stato all’altro per sfuggire alla giustizia e le piccole ma sanguinose guerre tribali.

Il 1º gennaio 1955 la Santa Sede istituì la gerarchia ordinaria in Birmania trasformando la missione in chiesa locale: prefetture e vicariati apostolici divennero diocesi e monsignor Guercilena fu nominato vescovo della diocesi di Kengtung. Durante il suo episcopato continuò a rivolgere le sue attenzioni alle scuole e all'assistenza medica (lebbrosario), ma si preoccupò soprattutto della formazione del clero indigeno e dei catechisti, per poter affidare quanto prima la missione nelle loro mani; per questo sollecitò padre Eliodoro Farronato a studiare sistematicamente le lingue locali [5] cosicché, con il suo aiuto, vennero pubblicati i primi libri di preghiere, catechismi, traduzioni della Bibbia in lahu (1954), akha (1955), shan ecc. L'attività del "vescovo dei boschi", come preferiva definirsi perché, essendo costantemente in viaggio, la sua sede episcopale era sostanzialmente nei boschi, fu indirizzata a espandere e consolidare la presenza cattolica nella zona di Lashio (che diverrà prefettura apostolica a sé nel 1975 e dove nel 1966 Guercilena consacrò il primo sacerdote kachin, don Luca Hong Kum) e a rinnovare i tentativi di penetrazione fra i va sia da nord (Manhpang, con padre Igino Zuliani), sia da sud (Mongpok e Mongyang, con i padri Grazioso Banfi e Graziano Gerosa).

Il risultato più notevole e duraturo da lui ottenuto fu il movimento di conversione al cristianesimo del popolo akha (don Clemente Apha fu il primo sacerdote di quell'etnia, consacrato dal vescovo Guercilena il 19 aprile 1962), che continua tuttora. Altro suo grande merito fu quello di aver diffuso anche in Italia l'idea dell'adozione a distanza (allora chiamata adozione d'amore e che oggi ha assunto il nome di sostegno a distanza) per mantenere gli studenti della grande scuola San Luigi di Kengtung: nel 1958 ne affidò la realizzazione a padre Mario Meda, il direttore della scuola, che vi si impegnò con grande successo, tanto da meritarsi per questa importante opera benefica il riconoscimento dell'Ambrogino d'oro nel 2004 da parte del comune di Milano.

La nuova diocesi pagò anche il proprio tributo di sangue alla guerriglia in corso con il martirio di padre Pietro Manghisi (15 febbraio 1953), di padre Eliodoro Farronato (dicembre 1955) e quello del giovane sacerdote locale padre Stephen Vong (10 aprile 1961). Lo stesso vescovo Guercilena, nonostante l'innato ottimismo e il coraggio, si trovò a rischio della vita in più di un'occasione, sfuggendo per puro caso o su segnalazioni dell'ultimo minuto alle imboscate di ribelli o sbandati (e talora agli incontri con belve feroci, leonessa, o naufragi su fiumi).

Il forzato esilio in patria[modifica | modifica wikitesto]

Rientrò in Italia nel 1962 per il Concilio Vaticano II e per una prima operazione chirugica, ma ritornò subito in Birmania dove, in quello stesso anno, con un colpo di stato militare il generale Ne Win aveva instaurato una dittatura di tipo nazionalsocialista. Nel 1966 il regime di Ne Win espulse tutti gli stranieri entrati in Birmania dopo l'indipendenza e limitò con ogni mezzo la presenza di quelli che vi si fermavano in modo stabile. Nel 1968 monsignor Guercilena dovette tornare in Italia per sottoporsi a un'operazione chirurgica alla prostata che i medici di Rangoon non si sentivano di effettuare per i gravi problemi di cuore del vescovo e la mancanza di adeguate attrezzatture ospedaliere. L'operazione ebbe buon esito ma, dopo la convalescenza e nonostante le precedenti assicurazioni di concessione del visto d'ingresso, il regime birmano gli impedì di rientrare. Dopo numerosi e inutili tentativi, il vescovo rassegnò le proprie dimissioni il 19 settembre 1972. Durante il suo "forzato esilio in patria",[6] il 19 dicembre 1968 papa Paolo VI nominò monsignor Abraham Than[7] vescovo ausiliario: giunto nella diocesi il 7 giugno 1969, in seguito alla rinunzia di monsignor Guercilena divenne suo successore come vescovo residente.

Il vescovo Guercilena morì il 6 maggio 1973 nella casa di riposo del PIME a Rancio, rione di Lecco.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ “Spero di avanzare in nuove trincee di prima linea. Ai fanti del Piave spettano queste avanzate: sempre pronti con lo zaino in spalla.” (Piero Gheddo, Missione Birmania, pp. 315-316).
  2. ^ Il termine sawbwa, o saopha, significa re in lingua shan ed era il titolo attribuito alla massima autorità negli stati shan (una ventina) della Birmania (odierno Myanmar) nordorientale.
  3. ^ Piero Gheddo, Il PIME 1850-2000, p. 326.
  4. ^ Il camion che lo trasportava a Mongyong ruppe i freni lungo una ripida discesa andando a schiantarsi in un burrone: il suo carico di sacchi di sale si rovesciò addosso a monsignor Bonetta schiacciandolo sotto il proprio peso (Piero Gheddo, Missione Birmania, p. 314).
  5. ^ Era diventato il "miglior linguista della missione" (Piero Gheddo, Missione Birmania, p. 329).
  6. ^ Dal settimanale Il nuovo Torrazzo, 12 maggio 1973, p. 3.
  7. ^ Ordinato sacerdote il 22 settembre 1957 (forse dallo stesso vescovo Guercilena), fu consacrato vescovo l'11 maggio 1969.
  8. ^ I suoi missionari dicevano: "È morto di crepacuore per non essere riuscito a ritornare nella sua Kengtung." (Piero Gheddo, Missione Birmania, p. 317).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Adriania Successore
nuova sede 31 maggio 1950 - 1º gennaio 1955 Antonio Iannucci
Predecessore Vescovo di Kengtung Successore
Erminio Bonetta 1º gennaio 1955 - 6 maggio 1973 Abraham Than
  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cattolicesimo

Louis-Antoine de Bougainville

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/jsa_0037-9174_1928_num_20_1_3639 (25)

http://pages.quicksilver.net.nz/jcr/~boug2.html