Utente:Alessiomagno/Sandbox

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Antonino Leotti, meglio noto come Nino Leotti (Barcellona Pozzo di Gotto, 13 giugno 1919Barcellona Pozzo di Gotto, 7 febbraio 1993), è stato un pittore italiano appartenente al Gruppo Corrente che si espresse negli artisti del Fronte Nuovo delle Arti[1].

Figlio di Vincenzo, tenore e compositore di operette dilettante, e di Giulia Battaglioli, anch'essa soprano lirico – che morì solamente due anni dopo la nascita dell'artista[2] – il piccolo Nino manifestò precocemente la sua predisposizione per le arti, prima per il canto e il teatro, infine per la pittura.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Nino Leotti nacque il 13 Giugno 1919 nella cittadina siciliana di Barcellona Pozzo di Gotto. Il padre, Vincenzo Leotti, era un artista e fu certamente lui a trasmettere la creatività al piccolo Nino dopo la prematura dipartita della madre; dimostra fin da bambino di possedere doti artistiche innate: la sua precoce attività, che inizia all'età di soli sei anni dimostra il suo grande talento. Trasferitosi definitivamente con il Padre a Barcellona Pozzo di Gotto, che abbandona l'attività artistica per dedicarsi all'insegnamento, è qui che, con l'amicizia del noto disegnatore e falsario di Al Capone, Vitto Drago,[3] lo stile pittorico di Nino abbandona i tratti timidi e incompleti del pittore autodidatta.


Gli anni della guerra[modifica | modifica wikitesto]

Non trascura gli studi umanistici, si diploma all'età di 19 anni all'istituto Emilio Ainis di Messina, [4] senza però interrompere la produzione artistica. Durante il secondo conflitto mondiale viene chiamato alle armi con il ruolo di Tenente del 4° reggimento Fanteria, ferito sul fronte greco-albanese in un "eroica" azione militare, riceve una medaglia al valore per un azione eroica, ed un telegramma firmato da Benito Mussolini nel 1943[5]. In seguito all'armistizio alimentò attivamente la Resistenza e aderì al Manifesto degli artisti attraverso il quale gli artisti della resistenza espressero il loro timore di perdere l'arte così come la si conosceva: «Vogliamo impostare il discorso pittorico in funzione rivoluzionaria[...]. Ci riconosciamo solo in amore e odio. Picasso con Guernica Pone Tale questione. Noi si guarda a Picasso come al più autentico rappresentante di chi ha investito in senso completo la vita».[6]

Primo viaggio a Roma[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il conflitto, pur nelle ristrettezze economiche non abbandona la pittura, e per il suo mantenimento, si dedica alle attività teatrali più disparate dal truccatore al preparatore artistico al teatro Garibaldi di Castroreale in occasione delo spettacolo teatrale "Arcobaleno"[7]. Dall'anno scolastico 1945/1946 inizia anche la sua carriera da insegnante presso vari istituiti scolastici della provincia di Messina . Nel 1947 consegue il diploma all'Accademia di belle arti di Palermo[8] nonostante continui a ritenersi "autodidatta", e rifiuti la formazione artistica tradizionale, ritenuta "fuorviante". L'amicizia con Renato Guttuso e lo scrittore conterraneo Beniamino Joppolo fu fondamentale nel suo ingresso al Gruppo Corrente, movimento artistico nato sulle ceneri della rivista Vita Giovanile[9]. I temi trattati sono sopratutto politici, la chiave pittorica è quella espressionistica impersonata da: Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Arturo Tosi, Raffaele De Grada e Francesco Messina; artisti famosi grazie alla fondazione di un luogo di riunione chiamato Bottega di Gruppo Corrente, diventata poi Galleria della Spiga e Corrente. Leotti Si trasferisce prima a Milano poi a Roma, qui frequenta i protagonisti del neorealismo pittorico: Renato Guttuso, Giuseppe Mazzullo, Stefano D'arrigo e Cesare Zavattini.

Ritorno in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Leotti torna in Sicilia dove nel 1949 organizza a Barcellona Pozzo di Gotto la sua prima mostra personale[10] che susciterà molta attenzione della critica sopratutto per la sua giovane età. Di tanto in tanto partecipa anche a concorsi di pittura caricaturale; attività a cui dedicherà un intero libro pubblicato postumo. Tra Sicilia e Calabria seguono numerose mostre, durante la Biennale Calabrese del 1951 ebbe modo di incontrare gli amici artisti Renato Guttuso, Beppe Guzzi, Giuseppe Mazzullo, Giovanni Omiccioli e Carlo Walcher[11].

La bohème romana[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1951 al 1953 è presente alla Quadriennale di Roma, è dello stesso anno la pubblicazione di un articolo polemico contro i denigratori dell'arte, sopratutto nella sua terra natale. Alla ricerca di un ambiente più stimolante, si traferisce a Roma allontanandosi dalla Sicilia per più di cinque anni. Si abilita nel 1953 all'inseguito incarico di Insegnante di Disegno e Storia dell'arte[12], ruolo che gli permette di esternare la sua passione artistica e anticonformista. Insegna presso la scuola media Statale Albio Tibullo fino al 1958, poi la scuola media Statale Giovanni Verga fino al al 1959. In questo periodo di grande ispirazione artistica, si susseguono mostre di successo. Nel suo neorealismo si fecero via via sempre più forti i motivi siciliani. Durante l'aprile 1957 Leotti, aiutato dall'imprenditore Cosimo Donadei, che intuisce il talento dell'artista, organizza una mostra personale presso la galleria romana La Cassapanca, i quadri tutti raffiguranti paesaggi siciliani, si riconoscono Milazzo, Patti, Cefalù, Bafia, e la sua Barcellona. Le opere riscossero un notevole apprezzamento dal pubblico e dalla critica tanto che la mostra fu anche evidenziata da diversi quotidiani nazionali: Secolo d'Italia, Giornale del Mattino, Il popolo e regionali: Gazzetta del Sud, Giornale del Mezzogiorno, Corriere dell'isola[13]. Il Rossoverde voce degli sportivi della federconsorzi pubblica: "diremo che le sue opere sono caratterizzate dal silenzio, da un silenzio perfetto che regna in quei paesaggi vuoti dove pare non esista la mano dell'uomo[...]". Leotti vive in pieno il fermento culturale della capitale, entra in contatto con personaggi dello spettacolo come Vittorio De Sica, Mario Albertazzi, Cesare Zavattini e Sebastiano Carta[14]. Il 20 agosto 1957 vince il primo premio nazionale di pittura bianco-nero città di Naso, fra gli ullustri partecipanti: Ugo Attardi, Carlo Levi, Giuseppe Mazzullo, Giovanni Omiccioli, Renato Guttuso e Francesco Trombadori. Nell'estate 1958 partecipa alla mostra di Via Margutta a cui prendono parte anche: Eva Fischer, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Antonello Trombadori e Walter Lazzaro, riscuotendo grande successo dalla critica internazionale, grande assente della mostra Novella PariginiNovella Parigini.[15]

Periodo maturo[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 1959 decise di trasferirsi definitivamente in Sicilia, dove lo aspettano la moglie Masina, e due bambini, Lilia e Walter. Ottiene il ruolo di insegnante di Disegno e Storia dell'arte al Liceo Luigi Valli[16] restandovi fino al 1978. Si tiene al centro di ogni iniziativa culturale nel messinese, sopratutto presso i numerosi circoli culturali e le scuole della provincia. Riconosciuto il suo talento anche in patria, riceve molti premi, ed è lui ad organizzare il 4 Giugno 1965 l'accoglienza a Salvatore Quasimodo nella città di Castroreale in occasione del premio di poesia in memoria di Vann'Antò[17]. Tra i membri della giuria anche Pino Ballotta, e lo stesso Leotti nelle molteplici vesti di cerimoniere e cuoco, ruolo a cui si dedica con grande dedizione. A questo periodo risalgono le opere ispirate ai paesaggi marini della sua terra, il ritrovato attaccamento alla famiglia, dopo l'esperienza romana. Durante questo lungo periodo che si protrarrà fino alla morte, tiene anche lezioni private per giovani studenti, uno su tutti Salvatore De Pasquale il solo a cui era permesso accedere al suo laboratorio. De Pasquale unico a cui rivela alcuni segreti pittorici sull'utilizzo dei colori.[18].

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1969 trova spazio Nino Leotti trova spazio nell'Enciclopedia Universale Seda Della Pittura Moderna e nello stesso anno è citato nel Dizionario Degli Artisti Siciliani di Luigi Sarullo introdotto da Vittorio Sgarbi[19]. Tra il 1970 e il 1990 tiene numerose mostre personali svoltesi in tutta Europa, ricordiamo la prima Biennale Internazionale d'arte Marinara, Genova 1971, 2° premio Ibla Mediterraneo Internazionale Pittura e Grafica[20], Modica 1981. Fu intervistato nel 1990 dai microfoni di Rai Radio 2 da Sergio Palumbo.

Muore il 7 febbraio nel 1993 nella sua città natale. Nel 1995 la città di Barcellona Pozzo di Gotto gli dedica un monumento con il suo ritratto in bronzo realizzato dal suo allievo Salvatore De Pasquale.

Temi e tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo giovanile è caratterizzato da dipinti di piccole dimensioni, in cui si denota una particolare proppensione per il disegno. L'attività pittorica si interrompe per via della guerra, e riprende dopo il periodo in cui l'artista vive a Milano, membro attivo della resistenza. Durante il primo dopoguerra, trasferitosi a Roma, vive il fermento culturale della capitale, arricchendo il proprio stile personale.

Gli anni '50[modifica | modifica wikitesto]

Le opere del dopoguerra sono contraddistinte da un forte realismo, lo stesso che ritroviamo nelle opere letterarie di Calvino, Fenoglio e Gadda; in cui ritrae quasi esclusivamente ambientazioni rurali siciliane. Gli strumenti più usati in questo periodo, sono: la china, la matita e l'acquerello.[21]

Gli anni '60[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '60 Nino Leotti è alla ricerca di un nuovo effetto pittorico, mentre i soggetti rimangono gli stessi, contraddistinti da una velata malinconia. Nella seconda metà delgli anni '60 Nino Leotti adotta una nuova tecnica su carta lucida, che gli permette di intensificare l'effetto di rarefazione delle immagini creando un effetto "bagnato" o "sporco"[22]. Nel periodo tra il 1968-1969 sente vicine le agitazioni operaie e studentesche, da questi temi, scaglia la sua arte contro il tradizionalismo, dipingendo opere polemiche, per lo più di ispirazione dadaista, direttamente sulle pagine dei libri.[23].

Gli anni '70[modifica | modifica wikitesto]

Leotti negli anni '70 del 900 sposta le sue attenzioni verso i temi religiosi, dipingendo spesso crocifissi o madonne dalle connotazioni contadine. Gli ambienti sono spesso rurali e desolati, con figure solitarie dalle geometrie spigolose e pungenti che ricordano lo spirito di Cezanne. Non manca di dipingere opere di denuncia sociale che hanno contraddistinto il decennio passato.[24].

Gli anni '80[modifica | modifica wikitesto]

Gli ultimi anni di Nino Leotti vedono una notevole diminuzione della produzione artistica, suppur non del tutto. Le sue opere dell'ultimo decennio si caratterizzano da paesaggi amorfi e complessi non più di ispirazione neorealista.[25].


Premi[modifica | modifica wikitesto]


Mostre[modifica | modifica wikitesto]

1949-1960
  • Circolo "Igea Virtus", 1949, Barcellona Pozzo di Gotto
  • VI Mostra della Caricatura, 1949, Trieste
  • VII Mostra della Caricatura, 1949, Trieste
  • Biennale Calabrese, 1951, Reggio Calabria
  • Maggio di Bari, Bari, 1951
  • 1ª Mostra Nazionale di Pittura "Città di Messina", 1951, Messina
  • VI Quadriennale d'Arte Nazionale, 1951-1952, Roma
  • Esposizione dell'agricoltura, 1953, Roma
  • XXI Promotrice d'Arte Catania, 1954, Catania
  • La comunicativa, 1956, Roma
  • "La Cassapanca", 1957, Galleria "La Cassapanca, Roma
  • 1ª collettiva degli artisti siciliani a Roma, 1957, Roma
  • Primo premio Nazionale Città di Naso, 1957, Naso
  • Fiera di via Margutta, 1958, Roma
  • Mostre personali, maggio-luglio 1954, Amburgo, Monaco, Copenaghen, Zurigo, Amsterdam
  • "Il Fondaco",1966, Galleria "Il Fondaco", Messina
1971-1978
  • 1ª Biennale Internazionale d'Arte Marina, 1971, Genova palazzo Tursi
  • XX concorso-esposizione di pittura estemporanea per l'assegnazione del premio nazionale "Marina di Ravenna", 1972, Ravenna
  • Galleria "Il Pendolo", 1973, Galleria "Il Pendolo" Messina
  • Personale con presentaione di M.Freni, 1975, Via Margutta, Roma
  • XVI Mostra di pittura Città di Capo d'Orlando, 1975, Capo d'Orlando
1978-1993
  • 2° premio Ibla Mediterraneo Internazionale di pittura e grafica, 1981, Modica
  • 1ª Mostra Figurativa Corda Frates,1983, Barcellona Pozzo di Gotto
  • Barcellona arte 1990: tecniche, stili, tendenze, 1990, Barcellona Pozzo di Gotto
  • Personale presso "Galleria Meceden", 1991, Milazzo

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dario De Pasquale, Leotti: Studi su Nino Leotti, pittore siciliano del gruppo corrente, Regione Siciliana, Messina 2011
  • Virginia Buda (a cura di), Nino Leotti: opere 1925 1993,GBM, Messina, 2012
  • Corda Frates, Barcellona un tempo, associazioni culturali corda frates oikos, 1983
  • Nino Leotti, Quaranta caricature, Pungitopo Editrice, 1992


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]




Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]




Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sapere.it alla voce "Neorealismo"
  2. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 6
  3. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 6
  4. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina, 11
  5. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina ,11
  6. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 7
  7. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 8
  8. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina, 12
  9. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 7
  10. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina, 12
  11. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 7-8
  12. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 8
  13. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 10
  14. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 19
  15. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 12
  16. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina, 12
  17. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 13
  18. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 13
  19. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti, pagina, 14
  20. ^ Virginia Buda, Nino Leotti, pagina, 14
  21. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 9
  22. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 20
  23. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 21
  24. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 21
  25. ^ Dario De Pasquale, Nino Leotti pagina, 22