The Science Fiction Hall of Fame Volume 1

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The Science Fiction Hall of Fame, Volume 1
Titolo originaleThe Science Fiction Hall of Fame, Volume One
AutoreRobert Silverberg
1ª ed. originale1970
Genereantologia
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese

The Science Fiction Hall of Fame, Volume One è una raccolta di racconti di fantascienza di diversi autori pubblicata nel 1971 dalla casa editrice Doubleday.[1]

L'opera ripropone 26 racconti pubblicati tra il 1934 e il 1963, dei quali 12 apparsi sulla famosa rivista di fantascienza Analog Science Fiction and Fact.

L'introduzione è a cura di Robert Silverberg, l'insieme dell'opera ha valso a Silverberg il Premio Locus per la miglior raccolta nel 1971.[2][3][4]

È generalmente considerato una delle migliori antologie di fantascienza. L'autore Lester del Rey ha dichiarato che l'opera "è all'altezza del suo titolo", riferendosi al vanto del volume di contenere "Le più grandi storie di fantascienza di tutti i tempi".[5]

Nel 1973 l'antologia ha avuto un sequel curata da Silverberg e Ben Bova The Science Fiction Hall of Fame, Volume Two: The Greatest Science Fiction Novellas of All Time.[6][7] Sono stati pubblicati ulteriori volumi, composti dai primi vincitori del premio Nebula, allontanandosi così dal concetto originale di pre-Nebula.[8]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la creazione della Science Fiction Writers of America (SFWA),[9] il segretario-tesoriere del gruppo, Lloyd Biggle Jr., suggerì la creazione di un premio, che sarebbe stato finanziato da un'antologia annuale.[10] A differenza del pre-esistente Premio Hugo, i premi Nebula sarebbero stati selezionati dai professionisti che erano membri del gruppo.[11] Nel 1966 durante il primo evento della SFWA Nebula Conference, il 1966 Nebula Award Weekend, furono annunciati i primi vincitori:[12][13][14]

Dune di Frank Herbert[N 1] nella categoria miglior romanzo;

Peste Suina di Brian Aldiss [N 2] ex aequo con He Who Shapes di Roger Zelazny [N 3] per la categoria miglior romanzo breve

Le porte del suo viso, i fuochi della sua bocca di Roger Zelazny [N 4] per la categoria miglior racconto

«Pentiti Arlecchino!» disse l'uomo del tic-tac di Harlan Ellison [N 5] per la categoria miglior racconto breve

Le piccole quote annuali dell'organizzazione richiedevano pochi soldi e non abbastanza per compensare i bisogni dell'organizzazione. Già esperto di antologia, Damon Knight si avvicinò alla Doubleday per mettere insieme un'antologia con le opere nominate per quell'anno: pubblicato nel 1966, Nebula Award Stories 1965 presentava i vincitori del 1966 e molti dei candidati.[10]

Nel 1967, Knight abbandonò il suo ruolo di leader in SFWA, continuando la sua carriera con la serie di antologie, Orbit.[28] L'autore Robert Silverberg lo sostituì,[29][30] supervisionando un'organizzazione che ora comprendeva 300 membri. La minima quota associativa di SFWA ha causato al gruppo problemi finanziari continui, e in risposta, Silverberg ha contattato l'allora editore di fantascienza della Doubleday, Larry Ashmead, e ha presentato una seconda antologia. Questo libro raccoglierà storie importanti pubblicate prima dell'inizio dei Nebula Awards.[31][32]

L'idea interessava Ashmead, che offriva un considerevole anticipo di 3000 $ (quasi 29000 $ nel 2013). La metà andrebbe agli autori, con un quarto designato per la tesoreria della SFWA e un altro quarto per Silverberg, che guidò il progetto. Nel numero di dicembre 1967 sul The SFWA Bulletin, Silverberg ha lanciato un appello per le storie:

Le candidature saranno aperte durante tutto il 1968 per l'antologia SFWA delle classiche storie di fantascienza, che verranno pubblicate l'anno prossimo da Doubleday. Le storie da includere non dovrebbero essere più lunghe di 15.000 parole e devono essere state pubblicate entro il 31 dicembre 1964. I membri possono suggerire qualsiasi numero di storie per l'inclusione, ma non devono nominare il proprio lavoro.Il titolo provvisorio del libro è SCIENCE FICTION HALL OF FAME. Speriamo di migliorarlo prima della pubblicazione, e i suggerimenti per un nuovo nome saranno ricevuti con gratitudine .[31][32]

Le nomination si sono riversate nel corso del anno successivo, e Silverberg alla fine ha raccolto un elenco di 132 racconti di 76 autori diversi, la prima storia nominata fu The Eternal Man di D. D. Sharp del 1929.[33] Silverberg raccolse le storie in un ballottaggio e definì agli iscritti di SFWA con una scadenza. I membri sono stati incaricati di selezionare 10 storie dalla lista (non più di una storia per autore) assicurandosi di tenere in mente la prospettiva storica. Silverberg sperava che le disposizioni avrebbero aiutato a mettere insieme un'antologia che dimostrasse l'evoluzione del genere.[31][32][34]

Silverberg intendeva elencare i primi 15 racconti votati ed aggiungerne quanti più ne poteva contenere il libro. Tuttavia, i racconti rimanenti presentavano alcuni problemi, Ray Bradbury aveva ricevuto nomine per quattro racconti, con la divisione dei voti su tutti e quattro, Era appena sufficiente per far entrare in lista ognuno di loro. Silverberg si avvicinò a Bradbury e chiese quale dei quattro racconti, l'autore preferisse far apparire nell'antologia. Bradbury ha selezionato Aprile 2000: la terza spedizione, una delle sue storie dalla sua collezione Cronache marziane. I problemi non si fermano qui, tuttavia, l'agente di Bradbury chiese un tasso di 500 $ per l'inclusione della storia, superando di dieci volte il budget di Silverberg. Informato del problema derivato dai fondi a disposizione, Bradbury ha permesso l'inclusione.[31][32]

Silverberg ha affrontato diversi altri problemi di selezione, Clifford D. Simak aveva ricevuto nomination per due racconti, posizionate una sopra l'altra nella classifica, Simak interpellato da Silverberg indicò Huddling Place, la storia preferita di Simak, e Silverberg la incluse nell'antologia, anche se di fatto fosse la seconda scelta. Arthur C. Clarke è stato l'unico autore ad aver ricevuto due nomination con due diversi racconti tra i primi quindici della lista, Silverberg decise così di rimuovere La stella in favore di I nove miliardi di nomi di Dio, classificatosi 11 ° nella lista. Un agente che rappresentava sia William Tenn che Roger Zelazny causarono ulteriori problemi. La storia di Tenn, Giochi per bambini ("Child's Play" 1947), originariamente apparso in Astounding Science Fiction, fu inserito nell'antologia. L'agente di Tenn, tutto sommato si rifiutò di concedere i diritti per la pubblicazione del racconto, e Silverberg, impossibilitato a raggiungere un'intesa con Tenn, eliminò dalla lista l'opera.[31][32] La storia di Zelazny Una rosa per l'Ecclesiaste è stata una priorità particolare per Silverberg, in quanto era la più recente tra le candidate, dove a giudizio dei votanti ha brillantemente dimostrato l'evoluzione della fantascienza sin dai tempi di Hugo Gernsback e John W. Campbell. Lo stesso agente ha rifiutato di concedere i diritti di pubblicazione del racconto, poiché era già stato ristampato nella collezione di Zelazny, Four for Tomorrow[35][36] e The Best from Fantasy and Science Fiction: 14th Series,[37][38] entrambi pubblicati dalla Ace Books. Rivolgendosi direttamente alla casa editrice Silverberg è stato in grado di includere il racconto nell'antologia.[31][32]

Elenco dei racconti[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ originariamente fu pubblicato in due parti tra il 1963 e il 1965 sulla rivista Analog (ex Astounding Magazine), rispettivamente con i titoli di Dune World e The Prophet of Dune,[15] e successivamente apparso per la prima volta in volume nello stesso anno 1965 col suo titolo definitivo, la versione votata dalla giuria sarà proprio quest'ultima, prodotta dalla Chilton Books. Si aggiudicherà anche il premio Hugo[16] lo stesso anno.
  2. ^ Noto in Italia anche con il titolo di L'albero della vita[17] L'opera di Aldiss sarà un tributo al famoso padre della fantascienza H. G. Wells, e la storia lo vedrà anche comparire in un cameo, inoltre l'uscita del romanzo celebrerà il centenario della nascita dello scrittore inglese.[18][19]
  3. ^ Vincitore su un totale di otto candidature in ex aequo con Brian Aldiss. Zelazny inoltre otterrà il "premio Nebula per il miglior racconto" lo stesso anno con Le porte del suo viso, i fuochi della sua bocca, imponendosi sui diciotto candidati. He Who Shapes verrà ripubblicato l'anno successivo in una versione ampliata dal titolo Il Signore dei sogni[20] (originariamente presentato con il titolo di The Ides of Octember)[21][22][23].
  4. ^ Particolare successo tra gli elettori avrà invece Le porte del suo viso, i fuochi della sua bocca, nell'introduzione al racconto nell'antologia Nebula Award Stories 1965, l'editore Damon Knight sottolinea come la storia non solo ha ricevuto più voti degli altri candidati nella sua categoria, ma che ha ricevuto più voti di tutti gli altri racconti messi insieme.[24]. L'opera sarà anche tra i candidati per il premio Hugo per il miglior racconto breve.[16]
  5. ^ si è aggiudicato il relativo premio su 31 nomination. Apparso per la prima volta nella rivista di fantascienza Galaxy nel dicembre del 1965,[25] scritto nello stesso anno in una singola sessione di sei ore e presentata alla Milford Writer's Workshop il giorno seguente,[26] l'opera vinse il premio Hugo del 1966 e il Prometheus Hall of Fame Award 2015.[27]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Robert Silverberg, Isfdb - Publication: The Science Fiction Hall of Fame, Volume One, su isfdb.org. URL consultato il 26 marzo 2019.
  2. ^ (EN) Isfdb - Best Short Story Locus Award 1971, su isfdb.org. URL consultato il 26 marzo 2019.
  3. ^ (EN) Sfadb - Locus Awards 1971, su sfadb.com. URL consultato il 26 marzo 2019.
  4. ^ (ES) Premios y lista - Locus 1971, su premiosylistas.com. URL consultato il 26 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2017).
  5. ^ (EN) Project Gutenberg Self-Publishing Articles - The Science Fiction Hall of Fame, Volume one, 1929–1964, su self.gutenberg.org. URL consultato il 26 marzo 2019.
  6. ^ (EN) Isfdb - The Science Fiction Hall of Fame, Volume Two A: The Greatest Science Fiction Novellas of All Time Chosen by the Science Fiction Writres of America, su isfdb.org. URL consultato il 1º maggio 2019.
  7. ^ (EN) Robert Silverberg e Ben Bova, The Science Fiction Hall of Fame, Volume Two A: The Greatest Science Fiction Novellas of All Time Chosen by the Members of The Science Fiction Writers of America Edizione 2 di SF Hall of Fame The Science Fiction Hall of Fame, Science Fiction Writers of America The Science Fiction Hall of Fame: The Greatest Science Fiction Novellas of All Time, Science Fiction Writers of America, Tom Doherty Associates, 2004, ISBN 978-07-65-30534-3. URL consultato il 1º maggio 2019.
  8. ^ (EN) Sf - Encyclopedia - Nebula Anthologies, su sf-encyclopedia.com. URL consultato il 1º maggio 2019.
  9. ^ (EN) SFWA and Independent Writers, Part One: History of the Organization, su sfwa.org. URL consultato il 3 aprile 2019.
  10. ^ a b (EN) Isfdb - Nebula Award Stories 1965, su isfdb.org. URL consultato il 3 aprile 2019.
  11. ^ (EN) Nebula Award, Overview thread, su Science Fiction Awards Database. URL consultato il 5 aprile 2019.
  12. ^ (EN) Isfdb - Best Novel Nebula Award 1966, su isfdb.org. URL consultato il 26 marzo 2019.
  13. ^ (EN) Nebula Awards Best Novel 1966, su nebulas.sfwa.org. URL consultato il 26 marzo 2019.
  14. ^ (EN) Sfadb - Nebula Awards Best Novel 1966, su sfadb.com. URL consultato il 26 marzo 2019.
  15. ^ (EN) autori vari, The Wesleyan Anthology of Science Fiction, Wesleyan University Press, pp. 477-478, ISBN 978-0-8195-6954-7. URL consultato il 6 aprile 2019.
  16. ^ a b (EN) 1966 Hugo Awards, su sito ufficiale del premio. URL consultato il 7 aprile 2019.
  17. ^ Catalogo Vegetti della letteratura fantastica - L'albero della vita, su fantascienza.com. URL consultato il 6 aprile 2019.
  18. ^ (EN) E-Notes - Brian W. Aldiss Critical Essays, su enotes.com. URL consultato il 6 aprile 2019.
  19. ^ (EN) Sf - Encyclopedia :Aldiss, Brian W, su sf-encyclopedia.com. URL consultato il 6 aprile 2019.
  20. ^ (EN) Isfdb - Il Signore dei sogni, su isfdb.org. URL consultato il 7 aprile 2019.
  21. ^ (EN) The Lesser Spotted Science Fiction Writer - Part 7: Roger Zelazny - Phlogiston Forty-Two, 1995, su homepages.paradise.net.nz. URL consultato il 7 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2012).
  22. ^ (EN) Book review - The Dream Master, su sciencefictionruminations.com. URL consultato il 7 aprile 2019.
  23. ^ Ampliato nel romanzo Signore dei sogni (The Dream Master)
  24. ^ (EN) Damon Knight, Nebula Award Stories 1965, Garden City (New York), Doubleday, 1966, p. 1, OCLC 45032759.
  25. ^ (EN) Isfdb - "Repent, Harlequin!" Said the Ticktockman, su isfdb.org. URL consultato il 10 aprile 2019.
  26. ^ (EN) Jeff VanderMeer e Ann Vandermeer, The Big Book of Science Fiction, Knopf Doubleday Publishing Group, 12 luglio 2016, pp. 492-499, ISBN 9781101910108. URL consultato il 10 aprile 2019.
  27. ^ (EN) Isfdb - Award Category: Prometheus Hall of Fame Award (Prometheus Award), su isfdb.org. URL consultato il 10 aprile 2019.
  28. ^ (EN) Isfdb - Series: Orbit, su isfdb.org. URL consultato il 30 aprile 2019.
  29. ^ (EN) Presidents of SFWA, su sfwriter.com. URL consultato il 30 aprile 2019.
  30. ^ (EN) Prior SFWA Board & Officers - All Past Officers and Selected Other Positions, su sfwa.org. URL consultato il 30 aprile 2019.
  31. ^ a b c d e f (EN) Andrew Liptak, SFWA and the 'Science Fiction Hall of Fame' Anthologies, su kirkusreviews.com, 8 maggio 2014. URL consultato il 28 aprile 2019.
  32. ^ a b c d e f (EN) Andrew Liptak, Interview with Robert Silverberg about the Science Fiction Hall of Fame anthology, su andrewliptak.com, 9 maggio 2014. URL consultato il 30 aprile 2019.
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]