Oscar Pistorius

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Oscar Pistorius
Oscar Pistorius nel 2011
Nazionalità Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Altezza 160 cm
Peso 78 kg
Atletica leggera
Specialità Velocità
Termine carriera 2013
Record
100 m 10"91 (2007)
200 m 21"30 (2012)
400 m 45"07 (2011)
4×400 m 2'59"21 Record nazionale (2011)
Carriera
Società
TuksSport
Nazionale
2011-2013Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Mondiali 0 1 0
Giochi paralimpici 6 1 1
Campionati africani 0 2 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Oscar Leonard Carl Pistorius (Johannesburg, 22 novembre 1986) è un ex velocista sudafricano, campione paralimpico nel 2004 sui 200 metri piani e nel 2008 sui 100, 200 e 400 metri piani.

Soprannominato "the fastest man on no legs" (il più veloce uomo senza gambe) e "Blade Runner" (un gioco di parole sulle sue protesi agli arti inferiori, la sua specialità atletica e il celebre film diretto da Ridley Scott),[1] Pistorius è un amputato bilaterale, già detentore dei record mondiali sui 100, 200 e 400 metri piani nella categoria T44 – amputazione di un arto al di sotto del ginocchio (sebbene tecnicamente fosse classificato nella categoria T43 – amputazione di entrambi gli arti al di sotto del ginocchio).[2] Correva grazie a particolari protesi in fibra di carbonio, denominate cheetah (ghepardo).

È stato il decimo atleta a competere sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi, ma il primo capace di vincere una medaglia in una competizione iridata per normodotati, ottenendo l'argento con la staffetta 4×400 metri sudafricana ai Mondiali di Taegu 2011, correndo solo in batteria. Questo record rimane, al 2023, suo appannaggio esclusivo.

Nel 2017 è stato condannato dalla Suprema Corte d'Appello di Johannesburg a tredici anni e sei mesi di prigione per l'omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, avvenuto nel 2013.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Henke e Sheila Pistorius (deceduta nel 2002),[4] Oscar nasce con una grave malformazione (emimelia fibulare),[5] che lo costringe, all'età di undici mesi,[6] all'amputazione delle gambe. Negli anni del liceo pratica il rugby e la pallanuoto, poi un infortunio[1] lo porta all'atletica leggera, dapprima per motivi di riabilitazione, poi per scelta.

Il bisnonno materno era un italiano emigrato in Kenya.[5]

2004: i primi successi paralimpici[modifica | modifica wikitesto]

Il suo primo appuntamento agonistico di rilievo sono i Giochi paralimpici di Atene del 2004. A diciassette anni vince il bronzo sui 100 m piani e l'oro sui 200 m piani,[7] battendo anche atleti amputati singoli più quotati di lui, come gli statunitensi Marlon Shirley e Brian Frasure.

Nel 2005 Pistorius esprime il desiderio di gareggiare coi normodotati in occasione dei Giochi olimpici di Pechino 2008.[8]

Un parziale successo lo ottiene nel giugno del 2007, quando gli organizzatori del Golden Gala di Roma gli consentono di competere coi normodotati sui 400 m piani. Il 13 luglio quindi gareggia nello Stadio Olimpico di Roma in occasione del Golden Gala, prendendo parte alla gara B dei 400 m ottenendo la seconda posizione.

2008: l'ammissione a gareggiare con i normodotati[modifica | modifica wikitesto]

Oscar Pistorius ai Mondiali di Taegu 2011

Il 13 gennaio 2008 la IAAF respinge la richiesta di Pistorius di gareggiare con i normodotati, sostenendo che "un atleta che utilizzi queste protesi ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usi le protesi".[9] Il 16 maggio dello stesso anno Pistorius è riabilitato dal tribunale sportivo alla partecipazione dei Giochi olimpici 2008. Nelle motivazioni che hanno portato alla riabilitazione, si legge che "al momento non esistono elementi scientifici sufficienti per dimostrare che Pistorius tragga vantaggio dall'uso delle protesi". Tuttavia non riesce a realizzare il tempo minimo che gli permetterebbe di partecipare alla manifestazione olimpica.[10]

Il 9 settembre vince la medaglia d'oro ai Giochi paralimpici di Pechino nei 100 m piani con il tempo di 11"18 per poi ripetersi il 13 settembre nei 200 m piani (con il tempo di 21"67, record paralimpico) e il 16 settembre nei 400 m piani con il tempo di 47"49, stabilendo il nuovo record mondiale paralimpico.

2011: l'argento mondiale con la staffetta a Taegu[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2011 inizia ad allenarsi stabilmente a Gemona del Friuli, insieme ad altri atleti sudafricani.

Il 19 luglio a Lignano Sabbiadoro, corre i 400 m piani in 45"07 realizzando il minimo A valido per la partecipazione ai Mondiali di Taegu 2011 e ai Giochi olimpici di Londra 2012.[11] Ai mondiali prende parte ai 400 metri, venendo eliminato in semifinale con il tempo di 46"19, mentre il 1º settembre, insieme ai compagni di staffetta, realizza il primato nazionale sudafricano della 4×400 metri in occasione delle batterie di qualificazione con il tempo di 2'59"21.[12]

Non corre poi la finale, in cui il Sudafrica si piazzerà al secondo posto, venendo comunque premiato con la medaglia d'argento per la partecipazione in batteria. Il tempo ottenuto in batteria, con Pistorius, è stato migliore del tempo fatto registrare dal quartetto sudafricano in occasione della finale.

2012: la partecipazione alle Olimpiadi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012 ottiene sui 400 m piani il minimo valido per la partecipazione ai Giochi olimpici di Londra, venendo convocato sia per la prova individuale che per la staffetta 4×400 m. Con la partecipazione olimpica, Pistorius diventa il primo atleta amputato capace di gareggiare ai Giochi olimpici nell'atletica leggera.[13][14]

Il 4 agosto supera la batteria dei 400 m piani, correndo in 45"44, suo primato stagionale.[15] Il giorno dopo gareggia in semifinale, giungendo 8º della propria serie con il tempo di 46"44 e venendo eliminato.[16] In quest'occasione il campione mondiale Kirani James chiede e ottiene di scambiare con lui il pettorale con i rispettivi cognomi.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Oscar Pistorius sul traguardo dei 400 m a Varsavia nel 2011

Oltre all'atletica leggera s'interessa di altri sport tra cui il calcio, in particolar modo della Serie A; ha infatti più volte dichiarato di essere un tifoso della Lazio. Ha sempre espresso il suo amore per l'Italia, in particolare per la Maremma, in quanto ha trascorso molte delle proprie estati a Grosseto, allenandosi allo Stadio Carlo Zecchini sotto la guida di Andrea Giannini.[17] Sempre con Giannini si è anche allenato per alcuni anni a Vigevano, presso lo Stadio Dante Merlo;[18] alla città lomellina lo lega anche la collaborazione col giornalista vigevanese della Gazzetta dello Sport Gianni Merlo, insieme al quale nel 2008 scrisse la propria biografia.[19]

Nel 2008 è protagonista del video Via le mani dagli occhi del gruppo italiano Negramaro. Il 22 febbraio 2009 rimane seriamente ferito in un incidente in barca.[20] Nel 2010 riceve dal Laboratorio internazionale della comunicazione il Gamajun International Award.[21]

Vicende giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Presunta aggressione[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 settembre 2008 viene arrestato in seguito a una denuncia di aggressione e trascorre una notte in carcere: la vicenda riguardava una ragazza che, ubriaca, aveva preso a calci la porta della casa di Pistorius, ferendosi a una gamba dopo che lui l'aveva accompagnata fuori e che lo aveva per questo accusato di averla attaccata.[22][23] Lo sportivo è stato rilasciato solo dopo che la verità è emersa, con ammissione di colpa da parte della polizia che si è scusata per l'errore.[24]

Omicidio di Reeva Steenkamp[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 febbraio 2013 viene arrestato e interrogato dalla polizia di Pretoria con l'accusa di omicidio per aver ucciso la propria fidanzata, la modella ventinovenne Reeva Steenkamp, con colpi di pistola.[25][26] Reo confesso, sostenne di aver sparato alla ragazza, scambiandola per un intruso, quattro colpi di pistola attraverso la porta del bagno chiusa, nella casa dove i due convivevano. Il 22 febbraio, dopo otto giorni di carcere e alcune udienze processuali, gli viene concessa la libertà su cauzione.[27] Il 28 marzo l'Alta Corte del Tribunale di Pretoria concede all'atleta la libertà di poter viaggiare all'estero.[28]

Il 3 marzo 2014, a Pretoria, inizia il processo a suo carico. La mattina del 12 settembre, Pistorius viene riconosciuto colpevole di omicidio colposo grave ("culpable homicide").[29][30] Il 21 ottobre viene condannato a 5 anni di carcere per omicidio colposo e a 3 anni (sospesi con la condizionale) per il possesso illegale di armi da fuoco.[31] Pistorius passa un anno in prigione, poi viene spostato in detenzione domiciliare dal 20 ottobre 2015.

Nel novembre 2014 la procura sudafricana è ricorsa in appello contro la sentenza, che aveva sorpreso in qualche misura l'ambiente giudiziario, chiedendo che venisse condannato per omicidio volontario senza aggravanti (second degree murder), che prevede come pena minima 15 anni di reclusione.[32] Il ricorso alla Corte Suprema è stato impugnato dai difensori di Pistorius, ma il giudice Thokozile Masipa, presidente nel processo originario, lo ha rigettato nel marzo 2015. Il 3 dicembre 2015 la Corte Suprema d'Appello Sudafricana, accogliendo il ricorso della Procura, lo riconosce colpevole di omicidio volontario, stabilendo che il caso verrà rinviato a un giudice di prima istanza che avrà il compito di infliggere una pena appropriata.[33] I legali di Pistorius hanno fatto ricorso e in attesa della data di inizio del processo fissata per il 16 aprile 2016, a Pistorius sono stati prorogati gli arresti domiciliari su cauzione (circa 630 euro) che sconta nella casa dello zio Arnold con il braccialetto elettronico.[34]

Il 6 luglio 2016 Pistorius è stato condannato a 6 anni di carcere.[34] Successivamente, nel novembre 2017, la Corte Suprema d'Appello del Sudafrica ha aumentato la pena a 13 anni e sei mesi.[3] Pistorius ha scontato la sua pena nel carcere di Atteridgeville, non potendo accedere alla libertà condizionale prima del 2023.[35] Nel novembre 2021 le autorità carcerarie sudafricane hanno avviato i primi passi procedurali per prendere in considerazione la libertà vigilata, [36] che gli è poi stata concessa nel novembre 2023. Il 5 gennaio 2024 Pistorius è stato rilasciato dal carcere in regime di libertà vigilata.[37]

Record nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Seniores

Progressione[modifica | modifica wikitesto]

Oscar Pistorius durante i Giochi olimpici di Londra 2012

400 metri piani[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Tempo Luogo Data Rank. Mond.
2012 45"20 Bandiera del Sudafrica Pretoria 16-3-2012 36º
2011 45"07 Bandiera dell'Italia Lignano 19-7-2011 22º
2010 46"02 Bandiera dell'Italia Celle Ligure 8-7-2010 122º
2009 47"07 Bandiera della Svizzera Lucerna 15-7-2009 482º
2008 46"25 Bandiera della Svizzera Lucerna 16-7-2008 169º
2007 46"56 Bandiera del Sudafrica Durban 17-3-2007 264º
2005 47"34 Bandiera del Sudafrica Durban 15-4-2005 612º

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
2004 Giochi paralimpici Bandiera della Grecia Atene 100 m piani T44   Bronzo 11"16
200 m piani T44   Oro 21"97
2008 Giochi paralimpici Bandiera della Cina Pechino 100 m piani T44   Oro 11"16
200 m piani T44   Oro 21"67
400 m piani T44   Oro 47"49 Record mondiale
2011 Mondiali Bandiera della Corea del Sud Taegu 400 m piani Semifinale 46"19
4×400 m   Argento 2'59"87 [38]
2012 Campionati africani Bandiera del Benin Porto-Novo 400 m piani   Argento 45"52
4×400 m   Argento 3'04"01
Giochi olimpici Bandiera del Regno Unito Londra 400 m piani Semifinale 46"54
4×400 m 3'03"46 Miglior prestazione personale stagionale
Giochi paralimpici Bandiera del Regno Unito Londra 100 m piani T44 11"17 Miglior prestazione personale stagionale
200 m piani T44   Argento 21"52
400 m piani T44   Oro 46"68 Record paralimpico
4×100 m T42-46   Oro 41"78 Record mondiale

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 volte campione nazionale della staffetta 4×400 m (2011, 2012)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ordine della Ikhamanga in Bronzo - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i risultati nel campo dell'atletica che hanno contribuito a ispirare il benessere delle persone con disabilità in Africa.»
— 27 settembre 2006[39]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Claudia Fusani, Roma dice sì a "blade runner" Pistorius, l'atleta più veloce senza le gambe, su repubblica.it, 26 giugno 2007. URL consultato il 3 aprile 2012.
  2. ^ (EN) Oscar Pistorius, su ipc.infostradasports.com. URL consultato il 2 agosto 2021 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2014).
  3. ^ a b Pistorius: pena aumentata a 13 anni, su ansa.it, 24 novembre 2017. URL consultato il 24 novembre 2017.
  4. ^ (EN) Mr Oscar "Oz" Pistorius, su whoswhosa.co.za. URL consultato il 7 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).
  5. ^ a b Gennaro Bozza, Pistorius bionico? "No, solo un uomo", su gazzetta.it, 11 luglio 2007. URL consultato il 3 aprile 2012.
  6. ^ Claudio Arrigoni, Al Golden Gala un disabile sfiderà i normodotati, su archiviostorico.corriere.it, 25 giugno 2007. URL consultato il 3 aprile 2012 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2014).
  7. ^ (EN) Who's Who in Southern Africa, su whoswhosa.co.za (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).
  8. ^ Claudio Arrigoni, Andrò a Pechino ma senza le gambe, su corriere.it, 28 aprile 2005. URL consultato il 3 aprile 2012.
  9. ^ Niente Giochi per Pistorius, su gazzetta.it, 14 gennaio 2008. URL consultato il 3 aprile 2012.
  10. ^ Pistorius, ribaltone Tas. Può andare ai Giochi, su gazzetta.it, 16 maggio 2008. URL consultato il 16 maggio 2008.
  11. ^ Francesco Fasiolo, La conquista di Pistorius. Va ai mondiali con le protesi, su repubblica.it, 20 luglio 2011. URL consultato il 3 aprile 2012.
  12. ^ Atletica, mondiali: Sudafrica di Pistorius in finale staffetta 4x400, su lapresse.it, 1º settembre 2011. URL consultato il 3 aprile 2012.
  13. ^ Claudio Arrigoni, Pistorius ai Giochi: farà 400 e 4x400. È il primo amputato nell'atletica, su gazzetta.it, 4 luglio 2012. URL consultato il 27 agosto 2013.
  14. ^ Maghdi Abo Abia, Gli atleti disabili che hanno cambiato le Olimpiadi, su giornalettismo.com, 3 agosto 2012. URL consultato il 27 agosto 2013.
  15. ^ (EN) London 2012 - 400 Metres M - Heats, su worldathletics.org. URL consultato il 7 agosto 2012.
  16. ^ (EN) London 2012 - 400 Metres M - Semifinal, su worldathletics.org. URL consultato il 7 agosto 2012.
  17. ^ Atletica, Pistorius si allena a Grosseto per gli Assoluti, su sportevai.it, 5 giugno 2010. URL consultato il 3 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2014).
  18. ^ Pistorius, l'ex allenatore italiano: Da due anni non voleva più parlarci, su lastampa.it, 20 febbraio 2013. URL consultato il 4 settembre 2018.
  19. ^ C'è un po' di Vigevano nel sogno olimpico di Oscar Pistorius!, su atleticavigevano.it, 6 luglio 2012. URL consultato il 4 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 settembre 2018).
  20. ^ Pistorius ferito alla testa e al volto in un incidente in barca: ora sta meglio, su corriere.it, 22 febbraio 2009. URL consultato il 3 aprile 2012.
  21. ^ Consegnato il premio Gamajun International Award 2010 ad Oscar Pistorius, su Laboratorio internazionale della comunicazione, 21 luglio 2010. URL consultato il 7 gennaio 2023 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
  22. ^ Pistorius arrestato: ragazza lo accusa di aggressione, su sportlive.it, 14 settembre 2009. URL consultato il 14 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2014).
  23. ^ Pistorius, notte in cella: è accusato di aggressione, su corriere.it, 14 settembre 2009. URL consultato il 3 aprile 2012.
  24. ^ Pistorius nega colpe. La polizia si scusa, su archiviostorico.corriere.it, 15 settembre 2009. URL consultato il 14 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2014).
  25. ^ Pistorius spara alla fidanzata e la uccide. La polizia: non è un errore.«Omicidio», su corriere.it, 14 febbraio 2013. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  26. ^ Pistorius spara alla fidanzata: è accusato di omicidio, su ansa.it, 14 febbraio 2013. URL consultato il 14 febbraio 2013.
  27. ^ Giulia Zonca, Pistorius libero su cauzione. "Non esiste pericolo di fuga", su lastampa.it, 22 febbraio 2013. URL consultato il 22 febbraio 2013.
  28. ^ Pistorius, ricorso accolto: potrà volare all'estero, su gazzetta.it, 28 marzo 2013. URL consultato il 28 marzo 2013.
  29. ^ Il caso, Pistorius colpevole di omicidio colposo, su gazzetta.it, 12 settembre 2014. URL consultato il 13 settembre 2014.
  30. ^ (EN) Oscar Pistorius guilty of murder as court overturns previous conviction, su theguardian.com, 3 dicembre 2015. URL consultato il 17 luglio 2017.
  31. ^ Pistorius condannato a 5 anni di carcere per l'omicidio di Reeva Steenkamp, su msn.com, 21 ottobre 2014. URL consultato il 21 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2014).
  32. ^ Pistorius, la procura fa ricorso contro la sentenza, su lastampa.it, 4 novembre 2014. URL consultato il 6 aprile 2015.
  33. ^ Pistorius colpevole di omicidio volontario, su repubblica.it, 3 dicembre 2015. URL consultato il 17 luglio 2017.
  34. ^ a b Pistorius condannato a sei anni per l'omicidio di Reeva, su repubblica.it, 6 luglio 2016. URL consultato il 17 luglio 2017.
  35. ^ (EN) South African court doubles Oscar Pistorius's prison sentence, su theguardian.com, 24 novembre 2017. URL consultato l'11 novembre 2019.
  36. ^ Dall'omicidio alla buona condotta: Pistorius verso la libertà vigilata, su gazzetta.it, 8 novembre 2021. URL consultato il 10 dicembre 2021.
  37. ^ Oscar Pistorius fuori dal carcere. Rilasciato 11 anni dopo l'omicidio della fidanzata, su ansa.it, 5 gennaio 2024. URL consultato il 5 gennaio 2024.
  38. ^ In questa occasione ha gareggiato unicamente in batteria, dove ha realizzato il record nazionale in 2'59"21; il tempo indicato in tabella si riferisce alla finale.
  39. ^ (EN) Sito della Presidenza della Repubblica: dettaglio decorato., su thepresidency.gov.za, 4 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

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