Ni una menos

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Ni una menos
TipoMovimento femminista
Fondazione3 giugno 2015
ScopoContrasto alla violenza di genere, al maschilismo e al patriarcato
Area di azioneAmerica, Europa
MottoNon una di meno
Sito web

Ni una menos (lett. "Non una di meno") è un movimento femminista socio-politico che si batte contro la violenza di genere, il patriarcato, il maschilismo, il machismo e il sessismo tramite scioperi, manifestazioni e mobilitazioni non violente. Si adopera per una società libera dalla logica patriarcale e per liberare le istituzioni, i media, il lavoro e i comportamenti da un modello in prevalenza maschile.[1][2]

Ni una menos è nato in Argentina il 3 giugno 2015, la denominazione riprende una frase della poetessa messicana Susana Chávez: «Ni una mujer menos, ni una muerta más (Né una donna in meno, né una morta in più)». Ella aveva denunciato i femminicidi avvenuti nella sua città natale Ciudad Juárez e nella quale è morta proprio a causa di essi.[3] Dopo alcuni episodi di violenza, le persone si mobilitarono nelle piazze per protesta a causa dell'episodio di femminicidio di Chiara Paez, una ragazza di quattordici anni incinta picchiata a morte dal fidanzato a Santa Fè e ritrovata il giorno dopo (il 15 maggio 2015) dando una forte spinta sociale al futuro movimento.[4][5]

America Latina[modifica | modifica wikitesto]

Argentina[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 giugno 2015 c'è stata una grande manifestazione a Buenos Aires e in altre città dell'Argentina per l'omicidio di Chiara Paez, migliaia di persone si sono radunate in piazza davanti al Congresso per denunciare le violenze di genere compiute nel paese e che solo nel 2014 vennero registrati 277 femminicidi in base alla ONG "La casa del encuentro" sebbene non ci siano fonti e dati ufficiali dato che non esisteva un istituto apposito che ne abbia tenuto conto.[6][7]

Il 19 ottobre 2016 ci fu un'altra protesta di massa scattata con l'omicidio di Lucia Peréz a Mar del Plata in cui venne dapprima drogata, abusata, violentata, impalata e infine morì a causa delle ferite riportate.[8] Le persone scesero in strada commemorando tutte le donne vittime di violenza vestendosi di nero[9]; in concomitanza ci furono in risposta a questo caso varie proteste in tutta l'America latina (Cile, Perù, Bolivia, Paraguay, Uruguay, Guatemala e Messico) anch'esse vestite di nero.[10]

Grazie a queste proteste e al loro sostegno ricevuto il ministero di giustizia e diritti umani argentino ha istituito l' "Unità di Registrazione, Sistematizzazione e Controllo dei femminicidi"[11], grazie a una petizione fu istituito il "Corpo di Avvocate e Avvocati per le Vittime della Violenza di Genere" formato da professionisti per offrire patrocinio legale, gratuito e completo a persone che subiscono violenza domestica e abusi sessuali. Nel dicembre 2019 invece venne istituito per la prima volta il "Ministero della Donna" e il 30 dello stesso mese venne approvata, dopo dodici ore di seduta, con 38 voti favorevoli e 29 contrari la legge sull'aborto che ne consente l'utilizzo fino alla 14ª settimana di gestazione, i minori di 13 anni potranno abortire con l'assistenza di almeno uno dei loro genitori o un rappresentante legale, mentre quelli di età compresa tra 13 e 16 anni avranno bisogno di autorizzazione solo se la procedura compromette la loro salute e chi ha più di 16 anni potrà decidere da solo.[12][13]

Al 2021 le richieste del movimento sono una legge che istituisca quote di inclusione lavorativa per le persone transessuali, l'aumento salariale e sussidi per i lavoratori con l'intento di combattere la crisi sanitaria ed economica che colpisce il paese e una riforma della giustizia secondo una prospettiva di genere che garantisca vicinanza alle realtà delle persone LGBT.[12][14]

Il 3 giugno 2023 sono di nuovo scese in piazza in tutto il paese e nelle città di Buenos Aires, Santa Fe, Mendoza, Neuquén, Salta e San Salvador de Jujuy con richieste regionali per ogni città e per chiedere a livello nazionale migliori condizioni sociali, educative e giudiziarie nella prospettiva di genere. L'attrice argentina Thelma Fardin ha preso parte alla manifestazione a Buenos Aires.[15][16]

Con l'elezione di Javier Milei a presidente dell'Argentina il Ministero della Donna viene abolito per volontà dello stesso Milei, il quale "non ritiene che" ciò che il ministero tutela "sia un diritto, [bensì] privilegi"; viene creato un "Sottosegretariato per la Protezione contro la Violenza di Genere" il quale agirà sotto il neonato Ministero del Capitale Umano[17], presieduto da Sandra Pettovello.[18][19]

Perù[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 giugno 2016 a Lima 50 mila persone scesero a manifestare contro la violenza di genere per la prima volta, spinti dalle manifestazioni in Argentina e dalle vicende di Adriano Pozo che ha trascinato per i capelli la sua ex compagna Cindy Arlett Contreras attraverso la reception di un ostello dopo aver tentato di violentarla e di Ronny García, un tribunale di Lima lo ha assolto dal fatto che nel 2012 picchiò selvaggiamente Lady Guillén, accusando la giustizia peruviana di essere debole nelle condanne dei carnefici.[20][21] Nel dicembre 2016 Ronny García venne catturato per scontare la condanna di sette anni di carcere.[22]

Al 2018 il Perù infatti secondo una ricerca della "Pan American Health Organization" il 39,5% di donne sono state vittime di violenza e il 14,9% compreso solo nel 2017 ovvero i tassi più alti di violenza domestica nell'America Latina.[23][24] Nel 2018 ci fu una mobilitazione contro le parole del presidente Martín Vizcarra avendo risposto all'omicidio di una donna bruciata viva da uno stalker dicendo "a volte è così che va la vita".[25]

Nell'agosto 2019 c'è stata un'altra manifestazione e nei mesi precedenti dello stesso anno Adriano Pozo è stato condannato a undici anni di carcere per tentato femminicidio[22][26]; inoltre il Congresso approvò la questione sulla "parità ed alternanza" da raggiungere progressivamente nelle liste dei candidati al Parlamento.[27]

America Settentrionale[modifica | modifica wikitesto]

Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Grazie ai sentimenti femministi propagati in tutta l'America Meridionale Ni una menos è stata il precursore del movimento "Me Too" creatosi nel 2017[28][29][30] ma una delle promotrici degli scioperi in Argentina Ingrid Beck disse che rispetto al Me Too Ni una menos era nato per denunciare i femminicidi e un sistema che li copriva e naturalizzava la violenza, mentre il Me Too era nato per denunciare soprattutto gli abusi sessuali dei potenti.[31] Il movimento Ni una menos spesso collabora a livello nazionale con il Me Too per denunciare le violenze e tutti i soprusi negli Stati Uniti, si è unito alla protesta contro l'ex presidente Donald Trump dopo essere entrato in carica, accusandolo di avere comportamenti misogini[32] e in particolar modo ha sostenuto la campagna di lotta del Me Too contro i casi di abusi sessuali dei produttori di Hollywood iniziati con un'inchiesta del 5 ottobre 2017 del New York Times che accusava il produttore Harvey Weinstein di violenza sessuale.[33] L'hashtag #MeToo è stato creato dall'attivista per i diritti civili Tarana Burke.

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Spagna[modifica | modifica wikitesto]

In Spagna il movimento femminista si era già fatto sentire con le notizie provenienti dai paesi ispanofoni ex colonie e con la manifestazione del 19 ottobre 2016 in Argentina.[34]

Il 25 novembre 2018 le femministe hanno manifestato in diverse città per denunciare le violenze sessiste e il femminicidio di una madre senegalese per mano dell'ex compagno a Huesca essendo la 45° vittima del 2018, con alcuni rappresentanti dei partiti a Madrid del PSOE, Ciudadanos e Unidas Podemos e a Barcellona con membri del governo e il presidente del parlamento della Catalogna Roger Torrent.[35][36][37][38]

Il 25 novembre 2021 i manifestanti del movimento scesero per le strade del paese per ribadire nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne la loro opposizione alle violenze di genere e a qualsiasi discriminazione. Il governo ha annunciato che per includere tutti i femminicidi nelle sue statistiche a partire da gennaio 2022 conterà gli omicidi di uomini che non sono partner o ex partner delle donne.[39]

Il 25 novembre 2022 il collettivo ha organizzato marce per le strade del paese e nelle città principali di Valencia, Barcellona, Malaga, Bilbao, Granada e Cadice con atti simbolici in tutto il paese cantando cori contro la ministra dell'Uguaglianza Irene Montero e la controversa interpretazione della legge "solo sì es sì" che ha portato ad abbassare alcune condanne per gli aggressori sui rapporti sessuali, inoltre sono scesi in piazza anche alcuni ministri del governo tra cui la vicepresidente Nadia Calviño, Isabel Rodríguez, Reyes Maroto e Alfonso Rodriguez Gómez de Celis[40][41][42]. Il Tribunale Supremo infatti ha confermato gli sconti di pena in seguito all'entrata in vigore della legge e nonostante i ricorsi presentati dai tribunali.[43][44]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

In Italia a Roma il 16 novembre 2016 grazie alla promozione dei gruppi "Io Decido", Unione donne in Italia (UDI), "D.i.Re-Donne In Rete contro la violenza" nasce il movimento Non Una di Meno[45] il quale indice un'assemblea nazionale e una manifestazione per il 26 del mese nella quale hanno partecipato migliaia di persone; il 27 invece hanno organizzato all'università La Sapienza dei tavoli tecnici per individuare le proposte politiche dai temi sul piano legislativo e giuridico, del lavoro, del welfare, dell'educazione alle differenze e del sessismo nei mezzi d’informazione.[46][47]

L'8 marzo 2017 ha aderito allo sciopero globale organizzato in più di 40 paesi per la giornata internazionale della donna che si è svolto nelle principali città italiane, facendo appelli alle maggiori sigle sindacali e di praticare concretamente la modalità dello sciopero per il blocco delle attività produttive. Lo slogan nazionale era "Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo!"[48][49][50]. Ha aderito anche l'anno successivo, organizzandolo assieme all'attrice Asia Argento[51][52][53] e nel 2019 dove è stato criticato in particolare l'approvazione del decreto "sicurezza e immigrazione[54]" del governo Conte I.[55][56][57] Nel 2020 a causa dell'emergenza Covid-19 la Commissione di Garanzia intima il divieto degli scioperi dell'8 e 9 marzo organizzati da Non Una di Meno ma il collettivo rilancia le manifestazioni[58][59] eseguendo poi però solo un flash mob a Roma.[60][61]

A seguito della 93ª adunata nazionale del corpo degli Alpini a Rimini dal 5 all'8 maggio 2022 il movimento raccoglie più di 500 testimonianze di episodi di catcalling, body shaming e molestie fisiche e verbali che gli alpini avrebbero rivolto a delle donne presenti alla manifestazione. La procura di Rimini aprì un'indagine a carico di ignoti[62][63][64], ma il 5 luglio chiese l'archiviazione per impossibilità di identificare persone contro cui procedere.[65][66][67]

Il 26 novembre 2022 si è svolto nella capitale un corteo di circa 4 mila manifestanti con denunce, cori e striscioni contro la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo governo "che attacca l’aborto e l’autodeterminazione riaffermando il diktat “Dio, Patria, Famiglia” come affermato dal comunicato stampa di Non Una di Meno[68][69][70][71]. La manifestazione è stata stigmatizzata dai membri del governo e dal mondo politico e in particolar modo per dei cori, alzatisi attorno ad uno striscione con su scritto "Meloni vattene" in coda al corteo, che recitavano "Meloni fascista, sei la prima della lista". I ragazzi che portavano lo striscione sono stati fermati e identificati dalla DIGOS.[72][73]

Il 15 aprile 2024 alla Camera dei Deputati, un emendamento approvato al decreto PNRR consente l'ingresso di associazioni pro vita nei consultori degli ospedali[74]; il 22 si è tenuto un sit-in davanti al Senato contro tale approvazione da parte del movimento che denuncia complicherebbe l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza e l'autodeterminazione delle donne[75], tuttavia il giorno seguente il Senato ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto PNRR assieme all'emendamento.[76]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Carta orgánica, su Ni Una Menos. URL consultato il 13 giugno 2023.
  2. ^ (EN) #NiUnaMenos: Latin America’s fight against femicide, su she will survive, 11 novembre 2019. URL consultato il 20 giugno 2023.
  3. ^ NiUnaMenos nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 13 giugno 2023.
  4. ^ (ES) Cba24n, Ni Una Menos: la historia del movimiento que lucha contra la violencia de género, su Cba24n, 3 giugno 2020. URL consultato il 13 giugno 2023.
  5. ^ (EN) Ni Una Menos (Argentina), su GSP, 9 marzo 2021. URL consultato il 13 giugno 2023.
  6. ^ Migliaia di persone manifestano contro la violenza sulle donne in Argentina, su Internazionale, 4 giugno 2015. URL consultato il 19 giugno 2023.
  7. ^ La Casa del Encuentro - www.lacasadelencuentro.org, su www.lacasadelencuentro.org. URL consultato il 19 giugno 2023.
  8. ^ (ES) El "aberrante" empalamiento de una niña de 16 años indigna a Argentina, in BBC News Mundo. URL consultato il 19 giugno 2023.
  9. ^ Evelyn Rottengatter, Argentina. Proteste di massa contro la violenza sulle donne: #NiUnaMenos!, su Pressenza, 28 ottobre 2016. URL consultato il 19 giugno 2023.
  10. ^ (EN) Sarah Gordon, NiUnaMenos: How the brutal gang rape and murder of a schoolgirl united the furious women of Latin America, in The Telegraph, 21 ottobre 2016. URL consultato il 19 giugno 2023.
  11. ^ (ES) Unidad de Registro, Sistematización y Seguimiento de Femicidios y de Homicidios Agravados por el Género, su Argentina.gob.ar, 1º settembre 2017. URL consultato il 19 giugno 2023.
  12. ^ a b #nonunadimeno sei anni dopo: conquiste e nuove richieste in Argentina, su Global Voices in Italiano, 29 giugno 2021. URL consultato il 19 giugno 2023.
  13. ^ L'Argentina ha legalizzato l'aborto (ed è una svolta storica), su Agi. URL consultato il 19 giugno 2023.
  14. ^ pliego.pdf (PDF), su docs.google.com. URL consultato il 19 giugno 2023.
  15. ^ (ES) Ni Una Menos: comienza una nueva jornada de movilización con actividades y actos en todo el país, su A24, 3 giugno 2023. URL consultato il 20 giugno 2023.
  16. ^ (ES) TÉLAM, El #NiUnaMenos en todo el país, su www.telam.com.ar. URL consultato il 20 giugno 2023.
  17. ^ Il quale, oltre al Ministero della Donna, sostituisce anche i soppressi Ministeri della Cultura, dell'Ambiente, dell'Educazione, del Lavoro e dello Sviluppo Sociale.
  18. ^ (ES) Betiana Fernández Martino, Adiós al Ministerio de Mujeres de Argentina: ¿qué sucederá con sus políticas públicas?, su CNN, 28 dicembre 2023. URL consultato il 13 marzo 2024.
  19. ^ (ES) Protección contra la Violencia de Género, su Argentina.gob.ar, 14 gennaio 2020. URL consultato il 13 marzo 2024.
  20. ^ #Niunamenos in Perù la marcia dei 50mila contro la violenza sulle donne, su euronews, 14 agosto 2016. URL consultato il 20 giugno 2023.
  21. ^ Perú dice «Ni una menos» | Nueva Sociedad, su Nueva Sociedad | Democracia y política en América Latina, 12 agosto 2016. URL consultato il 20 giugno 2023.
  22. ^ a b (ES) Gladys Pereyra Colchado, Ni Una Menos: ¿qué pasó con los casos que motivaron la primera marcha?, in El Comercio, 16 agosto 2019. URL consultato il 20 giugno 2023.
  23. ^ (EN) 'Ni Una Menos' is putting a spotlight on femicides, violence against women in Latin America, su NBC News, 17 maggio 2018. URL consultato il 20 giugno 2023.
  24. ^ Violence Against Women in America Latina and Caribbean (PDF), su www3.paho.org.
  25. ^ (EN) Dan Collyns, Fury over Peru president’s reaction to woman’s murder by stalker, in The Guardian, 5 giugno 2018. URL consultato il 20 giugno 2023.
  26. ^ Perú se prepara para la marcha 'Ni una Menos' con la mayor cifra histórica de feminicidios, su www.publico.es, 16 agosto 2019. URL consultato il 20 giugno 2023.
  27. ^ (ES) Fabio Belaich, Reforma política en Perú: el Congreso aprueba la paridad de género y la alternancia, su NODAL, 26 luglio 2019. URL consultato il 20 giugno 2023.
  28. ^ (EN) The Latin American protest that anticipated Me Too, in The Hindu, 12 marzo 2023. URL consultato il 20 giugno 2023.
  29. ^ (EN) News In France, Before #metoo, the #niunamenos movement mobilized Latin America -, su newsinfrance.com, 8 ottobre 2022. URL consultato il 20 giugno 2023.
  30. ^ (EN) #NiUnaMenos: The Latin American Movement that Preceded #MeToo, su Blogal Studies, 4 marzo 2019. URL consultato il 20 giugno 2023.
  31. ^ (ES) Celeste del Bianco, Ni Una Menos, el grito que desde el sur anticipó el #MeToo, su elDiarioAR.com, 8 marzo 2023. URL consultato il 20 giugno 2023.
  32. ^ (EN) Linda Martín Alcoff, Cinzia Arruzza e Tithi Bhattacharya, Women of America: we're going on strike. Join us so Trump will see our power, in The Guardian, 6 febbraio 2017. URL consultato il 20 giugno 2023.
  33. ^ Me Too: il movimento è più forte di un hashtag, su la Repubblica, 4 ottobre 2022. URL consultato il 20 giugno 2023.
  34. ^ (ES) lainformacion.com, #NiUnaMenos, multitud de mujeres marcha contra la violencia machista, su La Información, 20 ottobre 2016. URL consultato il 21 giugno 2023.
  35. ^ (ES) Grito unánime en España contra la violencia machista: "Ni una menos" | Onda Cero Radio, su www.ondacero.es, 25 novembre 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  36. ^ (ES) efe, Grito unánime en España contra la violencia machista: «Ni una menos», su Diario Sur, 25 novembre 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  37. ^ Europa Press, Mujeres de toda España salen a la calle para pedir el fin de la violencia machista, su www.europapress.es, 25 novembre 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  38. ^ (ES) El País, Un hombre mata a su expareja a puñaladas delante de sus hijos en Huesca, in El País, 25 novembre 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  39. ^ (ES) "Ni una menos": Miles marchan en Madrid contra la violencia machista, su SWI swissinfo.ch, 25 novembre 2021. URL consultato il 20 giugno 2023.
  40. ^ (ES) "Solo sí es sí": en qué consiste la nueva y polémica ley de consentimiento sexual en España, in BBC News Mundo. URL consultato il 21 giugno 2023.
  41. ^ (ES) RTVE es / AGENCIAS, Miles de personas claman en España contra la violencia de género: "Ni una más", su RTVE.es, 25 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  42. ^ (ES) Europa Press EFE, Miles de mujeres marchan en toda España contra la violencia machista al grito de "Ni una más", su Nius Diario, 25 novembre 2022. URL consultato il 20 giugno 2023.
  43. ^ (ES) RTVE es / AGENCIAS, Ley 'solo sí es sí': los tribunales de 17 provincias rebajarán las penas, su RTVE.es, 29 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  44. ^ (ES) Reyes Rincón, El Supremo avala las rebajas de penas por la ‘ley del solo sí es sí', su El País, 7 giugno 2023. URL consultato il 21 giugno 2023.
  45. ^ nonunadimeno, Chi siamo, su Non Una Di Meno, 9 novembre 2016. URL consultato il 21 giugno 2023.
  46. ^ Come è andata la manifestazione delle donne a Roma, su Internazionale, 28 novembre 2016. URL consultato il 21 giugno 2023.
  47. ^ Adnkronos, #Nonunadimeno, a Roma la manifestazione per le donne vittime di violenza, su Adnkronos, 16 dicembre 2020. URL consultato il 21 giugno 2023.
  48. ^ nonunadimeno, 8 MARZO 2017: SCIOPERO DELLE DONNE >> SE LE NOSTRE VITE NON VALGONO, ALLORA CI FERMIAMO!, su Non Una Di Meno, 17 gennaio 2017. URL consultato il 21 giugno 2023.
  49. ^ 8 marzo, sarà sciopero 'globale': donne in marcia in 40 Paesi del mondo, su la Repubblica, 1º marzo 2017. URL consultato il 21 giugno 2023.
  50. ^ di Giovanna Pezzuoli, Non una di Meno Per l’8 marzo uno sciopero globale, su Corriere della Sera, 3 marzo 2017. URL consultato il 21 giugno 2023.
  51. ^ nonunadimeno, 8 MARZO 2018 : NOI SCIOPERIAMO!, su Non Una Di Meno, 28 febbraio 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  52. ^ 8 marzo, "Non una di meno" lancia lo sciopero globale delle donne: mobilitazioni e cortei in tutta Italia, su Il Fatto Quotidiano, 7 marzo 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  53. ^ Asia Argento, l'8 marzo in corteo a Roma con 'Non una di meno'. E lancia #WeToo, su la Repubblica, 6 marzo 2018. URL consultato il 21 giugno 2023.
  54. ^ ShowDoc, su www.senato.it. URL consultato il 21 giugno 2023.
  55. ^ 8 marzo 2019, su Non Una Di Meno, 27 marzo 2019. URL consultato il 21 giugno 2023.
  56. ^ 8 marzo, da Milano a Napoli: sciopero femminista di Non una di meno. Dipendente Atm aggredita da un passante, su Il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2019. URL consultato il 21 giugno 2023.
  57. ^ Perché le donne scioperano l’8 marzo, su Internazionale, 5 marzo 2019. URL consultato il 21 giugno 2023.
  58. ^ La Commissione di Garanzia vieta lo sciopero femminista del 9 marzo. Non Una di Meno rilancia mobilitazioni territoriali per l’8 e il 9 marzo (PDF), su nonunadimeno.files.wordpress.com.
  59. ^ nonunadimeno, Vietato lo sciopero del 9 marzo per l’emergenza Coronavirus, su Non Una Di Meno, 2 marzo 2020. URL consultato il 21 giugno 2023.
  60. ^ Angela Gennaro, L'8 marzo (quasi) fermato dal coronavirus: a Roma il flash mob di Nudm «a un metro di distanza» - Il video, su Open, 8 marzo 2020. URL consultato il 21 giugno 2023.
  61. ^ 8 marzo in silenzio per il coronavirus. Mattarella: "Ascoltare le donne rende migliore la società", su la Repubblica, 8 marzo 2020. URL consultato il 21 giugno 2023.
  62. ^ Condé Nast, I racconti delle donne che hanno subito molestie durante il raduno degli Alpini a Rimini, su Wired Italia, 10 maggio 2022. URL consultato il 22 giugno 2023.
  63. ^ Redazione Cronache, Alpini a Rimini, le accuse di «Non una di meno»: atteggiamenti sessisti contro centinaia di donne, su Corriere della Sera, 5 luglio 2022. URL consultato il 22 giugno 2023.
  64. ^ Adunata Alpini, le segnalazioni di molestie salgono a 500. La Procura di Rimini indaga contro ignoti, su la Repubblica, 12 maggio 2022. URL consultato il 22 giugno 2023.
  65. ^ 'Molestie a raduno alpini', pm Rimini chiede archiviazione - Emilia-Romagna, su Agenzia ANSA, 5 luglio 2022. URL consultato il 22 giugno 2023.
  66. ^ La procura di Rimini chiede l’archiviazione per la denuncia di presunte molestie degli Alpini, su www.editorialedomani.it. URL consultato il 22 giugno 2023.
  67. ^ Redazione, Raduno degli Alpini, la procura chiede l'archiviazione per le molestie denunciate da una 25enne, su Open, 5 luglio 2022. URL consultato il 22 giugno 2023.
  68. ^ nonunadimeno, COMUNICATO STAMPA / PRESS RELEASE 26/27 NOV 2022, su Non Una Di Meno, 23 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  69. ^ Maria Rosa Pavia, Roma, il corteo contro la violenza sulle donne: «Vogliamo essere libere, non coraggiose». Cori e striscioni: «Meloni vattene», su Corriere della Sera, 26 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  70. ^ Cori contro Meloni e per l'aborto libero al corteo contro la violenza sulle donne, su RomaToday. URL consultato il 21 giugno 2023.
  71. ^ A Roma corteo di Non una di meno, cori contro la premier Meloni - Cronaca, su Agenzia ANSA, 26 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  72. ^ Antonio Bravetti, VIDEO | Al corteo di 'Non una di meno' attacchi a Giorgia Meloni: "Fascista, sei la prima della lista". Interviene la Digos, su Agenzia Dire, 26 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  73. ^ "Meloni fascista, prima della lista", lite sullo slogan delle donne in piazza, su la Repubblica, 26 novembre 2022. URL consultato il 21 giugno 2023.
  74. ^ "Le associazioni pro life nei consultori": riesplode la polemica sull'aborto, su Today. URL consultato il 24 aprile 2024.
  75. ^ S*, Pro life nei consultori, presidio Non Una di Meno: «I corpi sono nostri e decidiamo noi», su La Svolta. URL consultato il 24 aprile 2024.
  76. ^ Redazione di Rainews, Aborto, via libera del Senato ai volontari "pro-vita" nei consultori: la norma è legge, su RaiNews, 23 aprile 2024. URL consultato il 24 aprile 2024.

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