Megaupload

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Megaupload
sito web
Logo
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URLwww.megaupload.com
Tipo di sitoFile hosting
LinguaInglese
Commerciale
ProprietarioMegaupload-Limited
Creato daKim Dotcom
Lancio21 marzo 2005
Stato attualechiuso
Chiusura19 gennaio 2012

Megaupload è stato un sito web di file hosting internazionale, di proprietà di Megaupload-Limited (Hong Kong), ed era disponibile in venti lingue.

Secondo uno studio del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America, Megaupload.com, con oltre 150 milioni di utenti registrati e 50 milioni di visitatori al giorno, rappresentava il 4% di tutto il traffico internet mondiale.[1]

A Megaupload facevano capo anche Megavideo, un sito per la trasmissione in diretta (streaming) di video flash, e Megaporn, un sito con contenuti pornografici (non ammessi negli altri due siti).

Kim Dotcom, il suo creatore, annunciò la riapertura del sito nel corso del 2017 ma questa non risulta avvenuta.[2]

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio era disponibile gratuitamente per caricare file fino a 2 GB e scaricare file non più grandi di 1 GB. A chi si registrava gratuitamente era offerto uno spazio di 500 GB. Gli utenti premium avevano uno spazio di archiviazione illimitato. Dopo un caricamento avvenuto con successo, all'utente era dato un URL univoco tramite il quale era possibile scaricare il file.

Tempo di attesa per scaricare file[modifica | modifica wikitesto]

Il tempo di attesa prima di poter scaricare il file richiesto era di 45 secondi per gli utenti non registrati, 25 secondi per gli utenti registrati gratuitamente, mentre era immediato per gli utenti premium. Da dicembre 2011, il tempo di attesa prima di poter scaricare un file era stato ridotto a 10 s per gli utenti non registrati, mentre nel gennaio 2012, il download era divenuto immediato.

Criteri di eliminazione dei file[modifica | modifica wikitesto]

Ogni file caricato anonimamente era eliminato dopo 20 giorni di inattività, per gli utenti registrati gratuitamente esso era conservato per due anni, mentre per gli utenti premium non vi erano limitazioni di tempo.

Controllo dei file duplicati[modifica | modifica wikitesto]

Megaupload utilizzava l'algoritmo MD5 onde evitare la presenza di file duplicati.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

L'avviso apposto dall'FBI sul sito dopo la chiusura

Il 19 gennaio 2012, il sito è stato sequestrato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America per violazione di copyright e pirateria.[3]

Il giorno seguente è stato attivato un finto mirror del sito presso un dominio .bz; tuttavia, il nuovo indirizzo è stato subito considerato un tentativo di phishing da numerosi siti, essendo basato sulla copia cache di Google.[4][5] I motivi che hanno portato alla chiusura di Megaupload sono ancora poco chiari, ma si sospettano pressioni di case discografiche che non volevano la concorrenza di megabox.

Non si sono fatte attendere le reazioni. Con un messaggio su Twitter, il gruppo di hacker Anonymous ha rivendicato quello che ha definito il maggior attacco online contro siti federali USA in rappresaglia per la chiusura di Megaupload: un Denial of service (una tempesta di richieste di accesso ad alcuni siti causandone il blocco) a cui hanno partecipato 5635 hacker, i quali hanno anche preso di mira molti siti istituzionali americani estranei all'ambito, compresi quelli della Casa Bianca e dell'FBI.[6]

Nell'aprile 2012, a tre mesi esatti dal raid che ha visto l'arresto di Kim Schmitz e altri suoi collaboratori, si scopre che il processo agli imputati potrebbe non esserci per dei vizi di procedure a partire dalla polizia neozelandese, la quale non aveva neanche il diritto di varcare la soglia di casa del fondatore del servizio, per cui si prospetta la liberazione e la restituzione di tutti i suoi averi (siti internet compresi).[7]

Rinascita[modifica | modifica wikitesto]

Kim Dotcom, il fondatore del popolare sito di file hosting, dalla sua lussuosa dimora in Nuova Zelanda, qualche tempo dopo l'arresto dichiarò tramite twitter che presto il servizio sarebbe tornato on-line.[8][9] Dotcom ha infatti espresso delle considerazioni sulla fine di SOPA e PIPA, le due proposte di legge presentate e poi ritirate dal Governo americano che riguardano la protezione dei diritti d'autore su Internet, e sulla bocciatura di ACTA, aggiungendo che Megaupload tornerà più grande, più veloce e più sicuro dagli attacchi rispetto a prima.

Il nuovo sito, chiamato Mega, è stato aperto il 19 gennaio 2013.

Sempre via Twitter, Kim ha contattato il Dipartimento di Giustizia americano e fatto sapere di essere disposto a tornare negli Stati Uniti di sua spontanea volontà, ma solo se il Governo USA riuscisse a garantirgli un processo equo, lo sblocco dei beni e il rispetto dei suoi diritti di cittadino. In caso contrario, l'unico modo per tornare negli States sarà attendere l'estradizione, che non potrà essere effettiva prima di agosto 2013 per dei vizi nel processo. Il processo chiave, che si doveva tenere il 6 agosto 2012, è stato infatti ufficialmente rimandato dal giudice neozelandese prima alla primavera del 2013 a causa delle troppe irregolarità procedurali commesse dal Dipartimento di Giustizia americano e dall'FBI e successivamente in agosto 2013 in quanto il giudice neozelandese ha stabilito che la controparte mostri solo un riassunto delle prove contro Kim Dotcom. Il fondatore del file hosting Kim Dotcom tramite interviste rilasciate ha fatto sapere che Megaupload tornerà, più potente e più veloce del precedente.[10]

Il 10 luglio 2016, Kim Dotcom annuncia con un tweet il ritorno di Megaupload nel giorno 20 gennaio 2017.[2] Ha comunicato, inoltre, che verranno ripristinati gli account premium esistenti nel 2012, ed i nuovi server non saranno sotto il dominio statunitense.[11][12]

Il 19 gennaio 2017, Dotcom ha reso noto tramite Twitter che, a causa di imprevisti, la beta privata è stata rinviata ad agosto 2017 ma in seguito non furono pubblicati nuovi aggiornamenti in merito.[11][13][14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Justice Department Charges Leaders of Megaupload with Widespread Online Copyright Infringement, su justice.gov, Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America, 19 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  2. ^ a b KimDotcom, Megaupload comes back on January 20th 2017, the 5th anniversary of the raid. It will be better than the original and it will feel like home. (Tweet), su Twitter, 9 luglio 2016.
  3. ^ Francesco Paolo Micozzi, Megaupload, cronaca di un sequestro annunciato, su leggioggi.it, LeggiOggi, 23 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  4. ^ Giacomo Dotta, Megaupload, prove tecniche di rilancio (update), su webnews.it, Webnews, 20 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  5. ^ Megaupload is back: fake il nuovo ritorno del sito di file sharing, su RisorseGeek, 20 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2012).
  6. ^ Federico Cella, Anonymous “vendica” MegaUpload, su vitadigitale.corriere.it, Corriere della Sera, 20 gennaio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  7. ^ Mauro Vecchio, Megaupload, il processo non s'ha da fare?, su punto-informatico.it, Punto Informatico, 23 aprile 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  8. ^ Kim Dotcom: il ritorno del papà di Megaupload [collegamento interrotto], su rollingstone.it, Rolling Stone, 20 dicembre 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  9. ^ Elmar Burchia, Il ritorno di Kim Dotcom, con «Megabox» all'attacco dell’industria musicale, su Corriere della Sera, 23 giugno 2012. URL consultato il 25 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2022).
  10. ^ Megaupload tornerà on-line, su news.wintricks.it, Win Tricks, 11 luglio 2012. URL consultato il 21 gennaio 2017.
  11. ^ a b KimDotcom, Surprise: Most Megaupload accounts will be reinstated with Premium privileges on the new Megaupload. 100m users on day 1. Expect an email :) (Tweet), su Twitter, 7 luglio 2016.
  12. ^ KimDotcom, Obviously Megaupload 2.0 will not host servers in the United States or use domains under US control. Avoiding the Mass Surveillance Empire. (Tweet), su Twitter, 8 luglio 2016.
  13. ^ KimDotcom, Mission: Destroy roadblock; Duration: A day or two Status: Top secret (Tweet), su Twitter, 19 gennaio 2017.
  14. ^ (EN) Megaupload 2.0 News Delayed By 'Expected' Roadblock, in TorrentFreak, 20 gennaio 2017. URL consultato il 21 gennaio 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su megaupload.com. URL consultato il 18 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2009).
  • Mega, su mega.co.nz.
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