Giovanni Padoan

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Giovanni Padoan, nome di battaglia "Vanni" (Cormons, 25 giugno 1909Cormons, 31 dicembre 2007), è stato un antifascista e partigiano italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fin da giovane impegnato in attività di propaganda per il partito comunista, anche in Francia dove la famiglia era emigrata si impegna in attività sindacali. Rientra in Italia per il servizio militare e diventa membro del comitato di zona a Monfalcone del Partito Comunista Italiano.

Giovanni Padoan

Nel 1934 viene arrestato e condannato, nel 1935, a 16 anni di prigione, dal quale esce per amnistia nel 1941.[1] Dopo l'Armistizio di Cassibile, diventa commissario politico della Divisione Garibaldi "Natisone" e successivamente vicecomissario del Raggruppamento Divisioni Garibaldi "Friuli", è lui in questa veste che assieme a Mario Lizzero firma il 7 maggio 1944, gli accordi internazionali tra la resistenza italiana e jugoslava.

I rapporti con la Brigata Osoppo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Brigata Osoppo ed Eccidio di Porzus.

Il 22 novembre nel corso di un incontro tra gli osovani e i garibaldini (in procinto di essere inquadrati nell'esercito Jugoslavo) Padoan, rappresentante dei garibaldini, ribadì la necessità di far passare alle dipendenze degli Jugoslavi anche le formazioni osovane[2]. Gli osovani, rappresentati dal capitano Francesco De Gregori detto "Bolla", rifiutarono la proposta. "Bolla" in data 23 novembre 1944, informò il "Comando 1 brigata Osoppo" circa le proposte di "Vanni":

«8) Fece comprendere a noi, responsabili della "Brigata Osoppo", che avremmo dovuto seguire le loro stesse direttive di carattere militare-politico e che un nostro eventuale atteggiamento diverso dal loro sarebbe stato interpretato quale palese intenzione da parte nostra di voler indebolire il fronte comune e quindi, come tale, represso. 9) Propose pertanto alla nostra brigata di passare essa pure immediatamente alle dipendenze operative del IX Corpus sloveno, non essendo compatibile in questa zona l'esistenza di formazioni partigiane non dipendenti dai comandi sloveni.»

Il 7 febbraio 1945 nell'Eccidio di Porzûs un gruppo di osovani, tra cui Francesco De Gregori detto "Bolla", furono uccisi dal gruppo GAP guidato da Mario Toffanin detto "Giacca" .

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel dopoguerra riveste diversi incarichi a livello nazionale. Negli anni '50, viene sottoposto a processo per l'Eccidio di Porzûs, venendo assolto in primo grado a Lucca, poi condannato a trent'anni per omicidio in appello a Firenze e in via definitiva in cassazione, infine graziato nel 1959.[4] In attesa di giudizio, venne fatto riparare dal PCI in Cecoslovacchia e in Romania.

Nel 2001, assumendosi la responsabilità della strage, definì l'"Eccidio di Porzûs" «crimine di guerra che esclude ogni giustificazione», chiedendo «formalmente scusa e perdono agli eredi delle vittime del barbaro eccidio». Padoan affermò che la sua dichiarazione «l'avrebbe dovuta fare il Comando Raggruppamento divisioni "Garibaldi-Friuli" quando era in corso il processo di Lucca. Purtroppo, la situazione politica da guerra fredda non lo rese possibile»[5][6][7].

Morì nel 2007 all'età di 98 anni nella sua casa di Cormons, dove risiedeva da molti anni.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sentenza n. 4 del 22.2.1935 contro G. Battista Padoan e altri (“Organizzazione comunista del Friuli-Venezia Giulia scoperta nel maggio 1934. Articolata in cinque zone, svolgeva attività sindacale e di propaganda. – Associazione e propaganda sovversiva”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. II, p. 836
  2. ^ Marina Cattaruzza: L'Italia e il confine orientale, Società editrice Il Mulino, Bologna, 2007, pag. 277: "Padoan riferendosi al proclama del Pci pubblicato in "La nostra lotta" ribadiva che tutte le formazioni partigiane avrebbero dovuto passare alle dipendenze del IX Korpus "non essendo più compatibile in questa zona l'esistenza di formazioni partigiane non dipendenti dai comandi sloveni"
  3. ^ Francesco De Gregori detto "Bolla", Rapporto n° 00457 di prot. - Z.O. 23-11-1944, inviato al Corpo Volontari della Libertà - Comando "1 Brigata Osoppo"
  4. ^ Arrigo Petacco, L'Esodo, Arnoldo Mondadori Editore SPA, Milano, 1999, pag. 107
  5. ^ Alessandra Santoro, Morto Vanni Padoan, chiese perdono per Porzûs, in L'Espresso, 2 gennaio 2008. URL consultato il 28 maggio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2013).
  6. ^ Corriere della Sera 10 febbraio 2003, visto 11 gennaio 2009
  7. ^ Noi, partigiani al confine slavo al tempo delle foibe, su Repubblica.it, 10 febbraio 2016. URL consultato il 25 aprile 2019.
  8. ^ Giovanni Padoan, su anpi.it. URL consultato il 16 settembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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