Dookie

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Dookie
album in studio
ArtistaGreen Day
Pubblicazione1º febbraio 1994
Durata39:46
Dischi1
Tracce14
Genere[1]Punk revival
Rock alternativo
Pop punk
Post-grunge
EtichettaReprise
ProduttoreRob Cavallo, Green Day
Registrazione1993
FormatiCD, LP, MC, download digitale
NoteGrammy Award Miglior album di musica alternativa 1995
Certificazioni originali
Dischi d'oroBandiera del Belgio Belgio[2]
(vendite: 25 000+)
Bandiera del Brasile Brasile[3]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Finlandia Finlandia[4]
(vendite: 35 205+)
Bandiera della Francia Francia[5]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Germania Germania (3)[6]
(vendite: 750 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[7]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Polonia Polonia[8]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Svezia Svezia[9]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Svizzera Svizzera[10]
(vendite: 25 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Argentina Argentina[11]
(vendite: 60 000+)
Bandiera dell'Australia Australia (5)[12]
(vendite: 350 000+)
Bandiera dell'Austria Austria[13]
(vendite: 50 000+)
Bandiera della Danimarca Danimarca (4)[14]
(vendite: 80 000+)
Bandiera dell'Europa Europa[15]
(vendite: 1 000 000+)
Bandiera del Giappone Giappone[16]
(vendite: 200 000+)
Bandiera dell'Irlanda Irlanda (4)[17]
(vendite: 60 000+)
Bandiera dell'Italia Italia (2)[18]
(vendite: 250 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[19]
(vendite: 15 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (3)[20]
(vendite: 900 000+)
Dischi di diamanteBandiera del Canada Canada[21]
(vendite: 1 000 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti[22]
(vendite: 10 000 000+)
Certificazioni FIMI (dal 2009)
Dischi di platinoBandiera dell'Italia Italia[23]
(vendite: 50 000+)
Green Day - cronologia
Album precedente
(1992)
Album successivo
(1995)
Logo
Logo del disco Dookie
Logo del disco Dookie
Singoli
  1. Longview
    Pubblicato: 1º febbraio 1994
  2. Welcome to Paradise
    Pubblicato: 4 ottobre 1994
  3. Basket Case
    Pubblicato: 29 novembre 1994
  4. When I Come Around
    Pubblicato: 31 gennaio 1995
  5. She
    Pubblicato: 5 maggio 1995
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]

Dookie è il terzo album in studio del gruppo musicale statunitense Green Day, pubblicato il 1º febbraio 1994 dalla Reprise Records.

Primo album del gruppo con la collaborazione di Rob Cavallo, Dookie è divenuto un successo commerciale in tutto il mondo, raggiungendo la seconda posizione nella classifica statunitense degli album[24] e ha scalato le classifiche in sette paesi. L'album ha contribuito a far emergere il trio nel mainstream, conferendogli molta popolarità, e insieme a Smash degli Offspring, uscito quello stesso anno, ha rivitalizzato il genere punk rock negli anni novanta.[25] Il disco è stato inserito alla 375ª posizione nella lista inerente ai 500 migliori album di sempre secondo Rolling Stone.[26]

Da Dookie sono stati estratti cinque singoli: Longview, la ri-registrazione di Welcome to Paradise, Basket Case, il singolo mandato in onda su tutte le radio, When I Come Around e She.

L'album inizialmente non riscosse grande successo; fu solo con la pubblicazione di Basket Case e When I Come Around, diversi mesi dopo la sua uscita, che divenne un successo planetario. Dal 2008 Dookie è l'album più venduto dei Green Day, con oltre 15 milioni di copie vendute in tutto il mondo.[27] Si tratta inoltre dell'unico lavoro del gruppo ad essere stato certificato disco di diamante dalla Recording Industry Association of America.[22] Dookie è stato premiato con il Grammy Award al miglior album di musica alternativa nel 1995.[24][27]

Il 29 settembre 2023 è stata pubblicata un'edizione super deluxe al fine di celebrare il trentesimo anniversario dell'album, che contiene outtake, demo e due concerti.[28]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Con questo album i Green Day passano ufficialmente alla major Reprise Records, una sezione della Warner Brothers e debuttano su MTV con il video Longview, girato nell'appartamento di Billie Joe Armstrong e di Mike Dirnt, per poi ottenere un successo planetario con i singoli When I Come Around e Basket Case.

L'album è il maggior successo dei Green Day con i suoi 15 milioni di copie vendute.[27]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il successo ottenuto dal secondo album Kerplunk, nel 1992, una serie di importanti etichette si interessarono ai Green Day. I rappresentanti di queste etichette tentarono di invogliare il gruppo a firmare, invitandoli ad alcuni banchetti per discutere dell'accordo, con un dirigente, arrivando persino ad invitare il gruppo a Disneyland. Il gruppo scelse infine di firmare per la Reprise Records, il cui produttore era Rob Cavallo. I componenti del gruppo, infatti, rimasero profondamente colpiti dal suo lavoro svolto con i colleghi californiani The Muffs, e trovarono inoltre che Cavallo "era l'unica persona che poteva veramente parlare e interagire con loro". Il gruppo decise quindi di lasciare la vecchia etichetta discografica indipendente Lookout! Records amichevolmente, per firmare con la major Reprise Records. La firma con una grossa etichetta convinse gran parte dei fan del gruppo, ed in particolare i membri del club 924 Gilman Street, a ritenere i Green Day come "venduti". Da allora, il club vietò persino l'ingresso ai membri del gruppo. Riflettendo per un lungo periodo, Billie Joe Armstrong dichiarò alla rivista Spin nel 1999: "Non ho potuto tornare alla scena punk, perché dovevo decidere tra il più grande successo nel mondo o il più grande fallimento [...] L'unica cosa che ho potuto fare è stato ritornare sulla mia bici e andare avanti."

Registrazione e produzione[modifica | modifica wikitesto]

Rob Cavallo venne scelto come il principale produttore dell'album, affidando a Jerry Finn il missaggio. I Green Day diedero alcune demo dei nuovi brani a Cavallo, il quale, dopo averle ascoltate in macchina verso casa, avvertì che "era incappato in qualcosa di grande." Il gruppo registrò l'album in tre settimane, e lo stesso fu missato due volte. Il gruppo, dopo aver ascoltato il missaggio originale, decise che non era soddisfacente. Cavallo era d'accordo, così è stato remixato, al Fantasy Studios di Berkeley in California. Armstrong più tardi raccontò della loro esperienza di studio: "Tutto era già scritto, tutto quello che dovevo fare era suonare."

Composizione dei brani[modifica | modifica wikitesto]

Gran parte del contenuto dell'album è stato scritto da Armstrong, ad eccezione di Emenius Sleepus, composto da Armstrong insieme al bassista Mike Dirnt, e la traccia fantasma All By Myself, interamente composta dal batterista Tré Cool. L'album ha toccato varie esperienze dei membri del gruppo, incluse tematiche come ansia, attacchi di panico, masturbazione, orientamento sessuale, noia ed ex-fidanzate.

Armstrong ha dichiarato che il singolo Longview tratta un tema basato principalmente sulla noia, la masturbazione, e il fumo di cannabis, come evidente in alcune parti del testo:

(EN)

«When masturbation's lost its fun/You're fucking lonely»

(IT)

«Quando la masturbazione ha perso il suo divertimento/Sei fottutamente solo»

Welcome to Paradise era originariamente incluso nel secondo album in studio Kerplunk. La canzone è stata ri-registrata, con un suono meno granuloso per l'album Dookie. La canzone non ha mai avuto un video musicale, tuttavia, è solito associarli un video live del brano, come un video musicale. Il video si trova sul sito ufficiale dei Green Day.

A differenza di ciò che si pensa, She non è dedicata alla moglie di Armstrong, Adrienne Nesser, ma ad Amanda (una sua ex fidanzata) a cui sono anche dedicate le canzoni Whatsername e, appunto, Amanda.

When I Come Around è stata scritta da Billie Joe dopo una litigata con Adrienne; dopo averla lasciata stare per un po', da solo decide di fare un giro. Così scrive la canzone. Nel video i tre membri della band si fanno un giro per Berkeley; Coming Clean parla del periodo di confusione di Billie Joe quando aveva 16/17 anni e si sentiva bisessuale; In the End non parla di una ragazza, bensì della madre di Billie Joe e del suo patrigno, come "Why do you want him?".

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Dookie è stato indicato da varie testate come l'album migliore del 1994,[29][30] del genere pop punk,[31] oltre che uno dei più importanti degli anni novanta.[32]

Pubblicazione Paese Riconoscimento Anno Posizione
Kerrang! Regno Unito The Kerrang! 100 Albums You Must Hear Before You Die[33] 1998 33
Classic Rock & Metal Hammer The 200 Greatest Albums of the 90s[34] 2006 N/A
Robert Dimery Stati Uniti 1001 Albums You Must Hear Before You Die[35] 2005 N/A
Rolling Stone The 500 Greatest Albums of All Time[36] 2012 193
Best Albums of 1994 (Readers Choice)[37] 1994 1
1994: The 40 Best Records From Mainstream Alternative's Greatest Year[29] 2014
Loudwire 10 Best Hard Rock Albums of 1994[30]
Rolling Stone 100 Best Albums of the Nineties[32] 2010 30
Spin 100 Greatest Albums, 1985–2005[38] 2005 44
Rock and Roll Hall of Fame The Definitive 200[39] 50
Kerrang! Regno Unito 51 Greatest Pop Punk Albums Ever[40] 2015 2
Rolling Stone Stati Uniti 40 Greatest Punk Albums of All Time[41] 2016 18
50 Greatest Pop-Punk Albums[31] 2017 1

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di Billie Joe Armstrong (eccetto dove indicato), musiche di Green Day.

  1. Burnout – 2:07
  2. Having a Blast – 2:45
  3. Chump – 2:54
  4. Longview – 4:00
  5. Welcome to Paradise – 3:44
  6. Pulling Teeth – 2:31
  7. Basket Case – 3:04
  8. She – 2:14
  9. Sassafras Roots – 2:37
  10. When I Come Around – 2:59
  11. Coming Clean – 1:34
  12. Emenius Sleepus – 1:44 (testo: Mike Dirnt)
  13. In the End – 1:47
  14. F.O.D. (Fuck Off and Die) – 5:48 – contiene la traccia fantasma All By Myself, scritta e cantata da Tré Cool

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1995) Posizione
Australia[47] 10
Austria[48] 4
Canada[49] 2
Germania[50] 6
Nuova Zelanda[51] 4
Paesi Bassi[52] 32
Regno Unito[53] 53
Stati Uniti[54] 7
Svizzera[55] 5

Classifiche di fine decennio[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1990–1999) Posizione
Stati Uniti[56] 33

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Stephen Thomas Erlewine, Dookie, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 18 luglio 2019.
  2. ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 1995, su Ultratop. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  3. ^ (PT) Green Day – Certificados, su Pro-Música Brasil. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  4. ^ (FI) Green Day, su Musiikkituottajat. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2013).
  5. ^ (FR) Green Day - Dookie – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  6. ^ (DE) Green Day – Dookie – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  7. ^ (NL) Goud & Platina, su Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 13 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
  8. ^ (PL) Przyznane w 1996 roku, su Związek Producentów Audio-Video. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  9. ^ (SV) Gold & Platinum 1987–1998 (PDF), su IFPI Sverige. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).
  10. ^ (DE) Edelmetall, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  11. ^ (ES) Discos de Oro y Platino, su Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  12. ^ (EN) ARIA Charts - Accreditations - 2011 Albums, su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  13. ^ (DE) Green Day - Dookie – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  14. ^ (DA) Dookie, su IFPI Danmark. URL consultato il 17 novembre 2020.
  15. ^ (EN) IFPI Platinum Europe Awards – 1996, su International Federation of the Phonographic Industry. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  16. ^ (JA) ゴールド等認定作品一覧, su Recording Industry Association of Japan. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  17. ^ (EN) 2005 Certification Awards – Multi Platinum, su The Irish Charts. URL consultato il 13 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2009).
  18. ^ Rock: da domani Green Day in tour in Italia, su Adnkronos, 18 marzo 1996. URL consultato il 2 marzo 2016.
  19. ^ (EN) NZ Top 40 Albums Chart - 23 April 1995, su The Official NZ Music Charts. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  20. ^ (EN) Dookie, su British Phonographic Industry. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  21. ^ (EN) Dookie – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  22. ^ a b (EN) Green Day - Dookie – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 febbraio 2016.
  23. ^ Dookie (certificazione), su FIMI. URL consultato il 2 agosto 2021.
  24. ^ a b (EN) Dookie : Awards, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 7 dicembre 2014.
  25. ^ How Green Day's Dookie Fertilized A Punk-Rock Revival, www.mtv.com
  26. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time, su Rolling Stone. URL consultato il 13 dicembre 2023.
  27. ^ a b c (EN) Green Day singer getting treatment for substance abuse, su CNN, 24 settembre 2012. URL consultato il 25 settembre 2012.
    «the veteran punk band broke through in 1994 with the release of "Dookie", which sold 15 million and earned the band a Grammy for best alternative music performance»
  28. ^ (EN) Matthew Strauss, Green Day to Reissue Dookie for 30th Anniversary, su Pitchfork, 17 agosto 2023. URL consultato il 18 agosto 2023.
  29. ^ a b (EN) 1994 – The 40 Best Records From Mainstream Alternative's Greatest Year – Rolling Stone, in Rolling Stone, 17 aprile 2014. URL consultato il 23 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2014).
  30. ^ a b (EN) 10 Best Hard Rock Albums of 1994, in Loudwire, 20 maggio 2014. URL consultato il 23 maggio 2014.
  31. ^ a b (EN) 50 Greatest Pop-Punk Albums, in Rolling Stone, 15 novembre 2017. URL consultato il 12 luglio 2018 (archiviato il 15 novembre 2017).
  32. ^ a b (EN) 100 Best Albums of the Nineties: Green Day, 'Dookie', in Rolling Stone, 27 aprile 2011. URL consultato il 23 maggio 2014.
  33. ^ (EN) Kerrang! – The Kerrang! 100 Albums You Must Hear Before You Die, su rocklistmusic.co.uk. URL consultato il 23 maggio 2014.
  34. ^ (EN) Acclaimed Music – Classic Rock and Metal Hammer 200 List, su pub37.bravenet.com. URL consultato il 23 maggio 2014.
  35. ^ Robert Dimery – 1001 Albums You Must Hear Before You Die; pag. 855
  36. ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time Rolling Stone’s definitive list of the 500 greatest albums of all time, su Rolling Stone. URL consultato il 18 settembre 2019.
  37. ^ (EN) Rocklist.net....Rolling Stone (USA) End of Year Lists, in Rolling Stone. URL consultato il 23 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2011).
  38. ^ (EN) Spin Magazine – 100 Greatest Albums, 1985–2005, su spin.com. URL consultato il 23 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2007).
  39. ^ (EN) The Definitive 200, su Rock and Roll Hall of Fame. URL consultato il 23 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2007).
  40. ^ 51 Greatest Pop Punk Albums Ever, in Kerrang!, n. 1586, 16 settembre 2015, pp. 18–25.
  41. ^ 40 Greatest Punk Albums of All Time, in Rolling Stone, 6 aprile 2016. URL consultato il 12 luglio 2018 (archiviato il 12 luglio 2018).
  42. ^ a b c d e f g h i j k (NL) Green Day – Dookie, su Ultratop. URL consultato il 18 luglio 2019.
  43. ^ (EN) Top Albums - January 23, 1995, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 18 luglio 2019.
  44. ^ Classifica settimanale WK 12 (dal 17.03.1995 al 23.03.1995), su Federazione Industria Musicale Italiana. URL consultato il 18 luglio 2019.
  45. ^ (EN) Official Albums Chart Top 100: 05 February 1995 - 11 February 1995, su Official Charts Company. URL consultato il 18 luglio 2019.
  46. ^ (EN) Green Day – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 18 luglio 2019. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  47. ^ (EN) ARIA Charts - End Of Year Charts - Top 50 Albums 1995, su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 18 luglio 2019.
  48. ^ (DE) Jahreshitparade 1995, su austriancharts.at. URL consultato il 18 luglio 2019.
  49. ^ (EN) Top 100 Albums of 1995, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 18 luglio 2019.
  50. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1995, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 18 luglio 2019.
  51. ^ (EN) Top Selling Albums of 1995, su The Official NZ Music Charts. URL consultato il 18 luglio 2019 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2015).
  52. ^ (NL) Jaaroverzichten 1995, su Dutch Charts. URL consultato il 18 luglio 2019.
  53. ^ (EN) End of Year Album Chart Top 100 - 1995, su Official Charts Company. URL consultato il 18 luglio 2019.
  54. ^ (EN) 1995: Billboard 200 Albums, su Billboard. URL consultato il 18 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2013).
  55. ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 1995, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 18 luglio 2019.
  56. ^ (EN) Geoff Mayfield, 1999 The Year in Music Totally '90s: Diary of a Decade - The listing of Top Pop Albums of the '90s & Hot 100 Singles of the '90s, su Billboard, 25 dicembre 1999. URL consultato il 18 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Aspesi, Stefano Ceroni, Luca Collepiccolo, Teo Segale, Le guide pratiche di Rumore - Hardcore punk (1981 - 2001), Pavia, Apache Edizioni, 2001.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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