Storia dell'aborto: differenze tra le versioni

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da aborto (vedasi crono)
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La pratica dell'[[aborto]] fin dall'antichità è stata utilizzata come metodo di controllo delle nascite, accanto al [[coito interrotto]] e l'[[infanticidio]]<ref name="Gatta">{{cita web|url=http://www.gianlucagatta.com/saggi/ab_libro/capitoli/5_1.pdf|titolo=Aborto. Una storia dimenticata|autore=Gianluca Gatta |pagina=1|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>.<!-- C'è un po' di confusione. Il controllo delle nascite è la contraccezione, l'aborto non è il controllo delle nascite e il coito interrotto non era un metodo praticato, secondo la fonte. -->
La pratica dell'[[aborto]] è stata utilizzata in diverse società ed epoche sin dall'antichità, con diverse funzioni.<ref name="Gatta">{{cita web|url=http://www.gianlucagatta.com/saggi/ab_libro/capitoli/5_1.pdf|titolo=Aborto. Una storia dimenticata|autore=Gianluca Gatta |pagina=1|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>.

Le donne avevano familiarità con erbe e droghe con la proprietà particolare di interrompere una [[gestazione]]: la [[segale cornuta]], l'[[ovolo malefico]] e la [[bufotenina]], una sostanza contenuta nelle secrezioni della pelle del rospo. Ampiamente diffuso era anche il ricorso al sollevamento di pesi, il digiuno e il [[salasso]].<ref>{{cita libro|cognome=Devereux|nome= G.|anno= 1967|titolo= A typological study of abortion in 350 primitive, ancient, and pre-industrial societies. In Harold Rosen. Abortion in America: Medical, psychiatric, legal, anthropological, and religious considerations|città= Boston, Massachusetts|editore= Beacon Press. OCLC 187445}}</ref>
I metodi moderni di aborto fanno ricorso ai [[farmaco|farmaci]] o alla [[chirurgia]].<ref name=1st_Methods>{{Cita pubblicazione|cognome1=Kulier |nome1=R |cognome2=Kapp |nome2=N |cognome3=Gülmezoglu |nome3=AM |cognome4=Hofmeyr |nome4=GJ |cognome5=Cheng |nome5=L |cognome6=Campana |nome6=A |titolo=Medical methods for first trimester abortion. |rivista=The Cochrane database of systematic reviews |data=9 novembre 2011 |numero=11 |pp=CD002855 |pmid=22071804 |doi=10.1002/14651858.CD002855.pub4}}</ref> L'[[Organizzazione Mondiale della Sanità]] raccomanda che sia disponibile, per tutte le donne, ricorrere ad aborti legali e sicuri.<ref name=WHOPolicy2012>{{Cita libro|autore=World Health Organization |titolo=Safe abortion: technical and policy guidance for health systems |data=2012 |editore=World Health Organization |città=Geneva |isbn=978-92-4-154843-4 |p=8 |edizione=2nd |url=http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/70914/1/9789241548434_eng.pdf?ua=1 |formato=PDF}}</ref> Ogni anno, infatti, gli aborti svolti in contesti non sicuri causano 47.000 morti e 5 milioni di ricoveri ospedalieri.<ref name=BMJ2014>{{Cita pubblicazione|cognome1= Lohr |nome1= P. A. |cognome2= Fjerstad |nome2= M |cognome3= Desilva |nome3= U |cognome4= Lyus |nome4= R |titolo= Abortion |rivista= BMJ |volume= 348 |p= f7553 |anno= 2014 | doi = 10.1136/bmj.f7553}}</ref><ref name="OBGY09">{{Cita pubblicazione|cognome1=Shah |nome1=I |cognome2=Ahman |nome2=E |titolo=Unsafe abortion: global and regional incidence, trends, consequences, and challenges |rivista=Journal of Obstetrics and Gynaecology Canada |volume=31 |numero=12 |pp=1149–58 |data=December 2009 |pmid=20085681 |url=http://www.sogc.org/jogc/abstracts/full/200912_WomensHealth_1.pdf |formato=PDF}}</ref>Quando consentito dalla legge locale, l'aborto è stato a lungo una delle procedure più sicure nel campo della medicina.<ref name="lancet-grimes">{{Cita pubblicazione|cognome1=Grimes |nome1=D. A. |cognome2=Benson |nome2=J. |cognome3=Singh |nome3=S. |cognome4=Romero |nome4=M. |cognome5=Ganatra |nome5=B. |cognome6=Okonofua |nome6=F. E. |cognome7=Shah |nome7=I. H. |doi=10.1016/S0140-6736(06)69481-6 |titolo=Unsafe abortion: The preventable pandemic |rivista=The Lancet |volume=368 |numero=9550 |pp=1908–1919 |anno=2006 |pmid=17126724 |url=http://www.who.int/reproductivehealth/publications/general/lancet_4.pdf |formato=PDF}}</ref><ref name=Ray2014>{{Cita pubblicazione|cognome1=Raymond|nome1=EG|cognome2=Grossman|nome2=D|cognome3=Weaver|nome3=MA|cognome4=Toti|nome4=S|cognome5=Winikoff|nome5=B|titolo=Mortality of induced abortion, other outpatient surgical procedures and common activities in the United States.|rivista=Contraception|data=Nov 2014|volume=90|numero=5|pp=476–479|pmid=25152259|doi=10.1016/j.contraception.2014.07.012}}</ref> Aborti non complicati non causano problemi mentali o fisici a lungo termine.<ref name=BMJ2014/>

Sin dai tempi antichi, gli aborti sono stati realizzati utilizzando erbe medicinali, strumenti taglienti, con la forza o attraverso altri metodi tradizionali.<ref name="Management of Abortion, Chp 1">{{Cita libro|capitolo=1. Abortion and medicine: A sociopolitical history|isbn=978-1-4443-1293-5|editore=John Wiley & Sons, Ltd.|anno=2009|città=Oxford|titolo=Management of Unintended and Abnormal Pregnancy|edizione=1st|curatore=M Paul, ES Lichtenberg, L Borgatta, DA Grimes, PG Stubblefield, MD Creinin |nome=Carole |cognome=Joffe |url=http://media.wiley.com/product_data/excerpt/62/14051769/1405176962.pdf |formato=PDF |urlarchivio=http://www.webcitation.org/62bppK1Iw |dataarchivio=21 ottobre 2011 |urlmorto=no}}</ref> L'aborto indotto ha una storia lunga e può essere fatto risalire a diverse civiltà, come la Cina sotto [[Shennong]] (c. 2700 a.C.), l'[[Antico Egitto]] con il suo [[papiro Ebers]] (c. 1550 a.C.) e l'[[Impero Romano]] al tempo di [[Giovenale]] (c. 200 d.C).<ref name="Management of Abortion, Chp 1"/> Una delle prime note rappresentazioni artistiche dell'aborto è in un [[bassorilievo]] ad [[Angkor Wat]] (c. 1150) in [[Cambogia]]. Trovato in una serie di [[fregio|fregi]] che rappresentano il giudizio dopo la morte, raffigura la tecnica dell'aborto addominale.<ref name="potts" />

A partire dalla seconda metà del XX secolo, l'aborto è stato legalizzato nella maggior numero di paesi.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" />


== L'aborto nell'era premoderna ==
== L'aborto nell'era premoderna ==
La prima testimonianza scritta di aborto risale al 1550 a.C. e si trova nel [[Papiro Ebers]]<ref name=Potts>{{Cita pubblicazione |cognome=Potts |nome=Malcolm |autore2=Martha Campbell |anno=2002 |titolo=History of Contraception |rivista=Gynecology and Obstetrics |volume=6 |numero=8 |url=http://big.berkeley.edu/ifplp.history.pdf |formato=PDF |urlmorto=si |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20030701162741/http://big.berkeley.edu/ifplp.history.pdf |dataarchivio=1º luglio 2003|accesso=12 settembre 2013}}{{Cita pubblicazione|cognome=Potts |nome=Malcolm |autore2=Martha Campbell |anno=2009 |titolo=History of Contraception |rivista= Glob. libr. women's med. |doi = 10.3843/GLOWM.10376 | issn = 1756-2228 |url=http://www.glowm.com/?p=glowm.cml/section_view&articleid=375 |accesso= 7 settembre 2011}}</ref>.
La prima testimonianza scritta di aborto risale al 1550 a.C. e si trova nel [[Papiro Ebers]]<ref name=Potts>{{Cita pubblicazione |cognome=Potts |nome=Malcolm |autore2=Martha Campbell |anno=2002 |titolo=History of Contraception |rivista=Gynecology and Obstetrics |volume=6 |numero=8 |url=http://big.berkeley.edu/ifplp.history.pdf |formato=PDF |urlmorto=si |urlarchivio=http://web.archive.org/web/20030701162741/http://big.berkeley.edu/ifplp.history.pdf |dataarchivio=1º luglio 2003|accesso=12 settembre 2013}}{{Cita pubblicazione|cognome=Potts |nome=Malcolm |autore2=Martha Campbell |anno=2009 |titolo=History of Contraception |rivista= Glob. libr. women's med. |doi = 10.3843/GLOWM.10376 | issn = 1756-2228 |url=http://www.glowm.com/?p=glowm.cml/section_view&articleid=375 |accesso= 7 settembre 2011}}</ref>.


In [[Egitto]] le pene inflitte, elencate nel [[Codice di Hammurabi]]<ref>Krason, Stephen, and Hollberg, Willian. "The Law and History of Abortion: the Supreme Court Refuted" (1984). American Government Course Manual. Seton Home Study School, 2000. p.104</ref><ref>The Code of Hammurabi, Sec. 209–212</ref>, variavano a seconda del [[ceto]] sociale della donna. Nella giurisprudenza assira, nel [[Codice di Assura]]<ref>Ancient History Sourcebook: The Code of the Assura</ref>, 1075 a.C., si fa riferimento persino alla [[pena di morte]], per una donna che abbia agito contro la volontà del marito.
In [[Egitto]] le pene inflitte, elencate nel [[Codice di Hammurabi]]<ref>Krason, Stephen, and Hollberg, Willian. "The Law and History of Abortion: the Supreme Court Refuted" (1984). American Government Course Manual. Seton Home Study School, 2000. p.104</ref><ref>The Code of Hammurabi, Sec. 209–212</ref>, variavano a seconda del [[ceto]] sociale della donna. Nella giurisprudenza assira, nel [[Codice di Assura]]<ref>Ancient History Sourcebook: The Code of the Assura</ref>, 1075 a.C., si fa riferimento persino alla [[pena di morte]], per una donna che abbia agito contro la volontà del marito. Alcune scoperte archeologiche raccontano anche di primi tentativi di estrazione di un [[feto]]; tuttavia, si ritiene che tali metodi non fossero di uso comune, data la scarsa frequenza con cui vengono menzionati in antichi testi di [[medicina]].<ref>{{cita web|url=http://brandonseerupeducationportfolio.yolasite.com/resources/IEP%20Final%20Draft.docx|titolo=Abortions|autore=Brandon Seerup|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>
Alcune scoperte archeologiche raccontano anche di primi tentativi di estrazione di un [[feto]]; tuttavia, si ritiene che tali metodi non fossero di uso comune, data la scarsa frequenza con cui vengono menzionati in antichi testi di [[medicina]].<ref>{{cita web|url=http://brandonseerupeducationportfolio.yolasite.com/resources/IEP%20Final%20Draft.docx|titolo=Abortions|autore=Brandon Seerup|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>


[[File:AngkorWatAbortionAD1150.JPG|thumb|Bassorilievo nel tempio di [[Angkor Wat]] in [[Cambogia]], raffigurante un [[aborto]] datato intorno al 1150 A.C.]]
[[File:AngkorWatAbortionAD1150.JPG|thumb|Bassorilievo nel tempio di [[Angkor Wat]] in [[Cambogia]], raffigurante un [[aborto]] datato intorno al 1150 A.C.]]
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{{vedi anche|Aborto nell'antica Grecia}}
{{vedi anche|Aborto nell'antica Grecia}}
Nel contesto greco-romano la pratica dell'aborto era largamente diffusa in tutte le classi sociali, moralmente accettata e giuridicamente lecita.<ref>Johannes M. Röskamp, Christian Perspectives On Abortion-Legislation In Past And Present (GRIN Verlag 2005 ISBN 978-3-640-56931-1).</ref> Al fondo c'era l'idea, premiata dagli [[stoici]], che la vita iniziasse al momento della nascita.<ref>Long, George (1870). "Abortio". In William Smith. Dictionary of Greek and Roman Antiquities 1. Boston: Little, Brown and Company. p. 2.</ref>
Nel contesto greco-romano la pratica dell'aborto era largamente diffusa in tutte le classi sociali, moralmente accettata e giuridicamente lecita.<ref>Johannes M. Röskamp, Christian Perspectives On Abortion-Legislation In Past And Present (GRIN Verlag 2005 ISBN 978-3-640-56931-1).</ref> Al fondo c'era l'idea, premiata dagli [[stoici]], che la vita iniziasse al momento della nascita.<ref>Long, George (1870). "Abortio". In William Smith. Dictionary of Greek and Roman Antiquities 1. Boston: Little, Brown and Company. p. 2.</ref>
Unico limite all'aborto era rappresentato dal fatto che il ricorso alla pratica poteva ostacolare l'aspettativa dell'uomo. Il [[feto]], infatti, rientrava nella disponibilità dell'uomo di riferimento. Dunque, eccetto che per quelle donne non sottoposte a potestà come le prostitute, per le altre, non solo la pratica era causa di separazione matrimoniale, ma nel caso in cui una donna incinta venisse condannata alla pena capitale l'esecuzione era rimandata a dopo il [[parto]].<ref name=Gatta/> Le prime testimonianze greche in materia risalgono al V secolo a. C. Artefici principali dell’aborto erano le levatrici o le stesse gestanti; quanto ai mezzi si menzionano farmaci, accompagnati da cantilene magiche, violenti esercizi fisici o strumenti meccanici.<ref name=Depierri>{{Cita pubblicazione|cognome=Depierri |nome=Kate P. |anno=1968|mese=marzo |titolo=One Way of Unearthing the Past |rivista=The American Journal of Nursing |volume=68 |numero=3 |pp=521–524 |doi=10.2307/3453443 |pmid=4865614 |editore=Lippincott Williams &#38|jstor=3453443 }}</ref><ref>Plato (1921) [c. 369 BC]. "149d." Theaetetus. in Harold North Fowler. Plato in Twelve Volumes. 12. Cambridge, Massachusetts:Harvard University Press.</ref>


Unico limite all'aborto era rappresentato dal fatto che il ricorso alla pratica poteva ostacolare l'aspettativa dell'uomo. Il [[feto]], infatti, rientrava nella disponibilità dell'uomo di riferimento. Dunque, eccetto che per quelle donne non sottoposte a potestà come le prostitute, per le altre, la pratica era permessa col beneplacito del marito, e nel caso in cui una donna incinta fose condannata alla pena capitale l'esecuzione era rimandata a dopo il [[parto]].<ref name=Gatta/> Le prime testimonianze greche in materia risalgono al V secolo a. C. Artefici principali dell’aborto erano le levatrici o le stesse gestanti; quanto ai mezzi si menzionano farmaci, accompagnati da cantilene magiche, violenti esercizi fisici o strumenti meccanici.<ref name=Depierri>{{Cita pubblicazione|cognome=Depierri |nome=Kate P. |anno=1968|mese=marzo |titolo=One Way of Unearthing the Past |rivista=The American Journal of Nursing |volume=68 |numero=3 |pp=521–524 |doi=10.2307/3453443 |pmid=4865614 |editore=Lippincott Williams &#38|jstor=3453443 }}</ref><ref>Plato (1921) [c. 369 BC]. "149d." Theaetetus. in Harold North Fowler. Plato in Twelve Volumes. 12. Cambridge, Massachusetts:Harvard University Press.</ref>
Le rare condanne sono da ascrivere a uomini di scienza come [[Ippocrate]] nel suo Giuramento<ref>Riddle, John M. (1992). Contraception and abortion from the ancient world to the Renaissance. Cambridge: Harvard University Press. ISBN 0-674-16875-5. OCLC 24428750</ref>;
{{Citazione|[...] Giammai, mosso dalle premurose insistenze di alcuno, propinerò medicamenti letali né commetterò mai cose di questo genere. Per lo stesso motivo mai ad alcuna donna suggerirò prescrizioni che possano farla abortire, ma serberò casta e pura da ogni delitto sia la vita sia la mia arte.|[[Giuramento di Ippocrate]]}}


Alcuni studiosi e medici anti-aborto hanno suggerito che il [[giuramento di Ippocrate]] vietava ai medici greci antichi di eseguire aborti;<ref name="Management of Abortion, Chp 1" /> altri studiosi non sono d'accordo con questa interpretazione.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" /> e evidenziano che nel ''[[Corpus Hippocraticum]]'' vi sono descrizioni di tecniche abortive.<ref>{{Cita libro|nome=Steven |cognome=Miles |titolo=The Hippocratic Oath and the Ethics of Medicine |anno=2005|editore=Oxford University Press| isbn=978-0-19-518820-2}}</ref> Il medico [[Scribonio Largo]] scrisse nel 43 d.C. che il giuramento di Ippocrate proibisce l'aborto, così come [[Sorano d'Efeso]], anche se apparentemente non tutti i medici aderirono a questa visione. Secondo lo scritto ''Ginecologia'' di Sorano, datato tra il I e il II secolo d.C., una parte dei medici rifiutavano le pratiche abortive come richiesto dal giuramento di Ippocrate; un'altra parte - di cui egli faceva parte - era disposto a prescrivere gli aborti, ma solo per il bene della salute della madre.<ref name=Largus>[http://penelope.uchicago.edu/~grout/encyclopaedia_romana/aconite/largus.html "Scribonius Largus"].</ref><ref name=Soranus>{{Cita libro|cognome1=Soranus, Owsei Temkin|titolo=Soranus' Gynecology|data=1956|editore=JHU Press|città=I.19.60|url=https://books.google.com/books?id=YsKWfh31gxwC|accesso=6 ottobre 2015}}</ref>
Nella [[Politica]] di Aristotele c'è un riferimento all'aborto: nell'ambito della teorizzazione dello Stato ideale, egli sostiene che “si deve fissare il massimo di procreazione e se alcune coppie sono feconde oltre tale limite, bisogna procurare l'aborto”. Tuttavia, il ricorso a tale pratica deve avvenire “prima che nel feto si siano sviluppate la sensibilità e la vita, perché sono la sensibilità e la vita che determinano la consapevolezza e la non consapevolezza dell'atto”. Il confine tra lecito e illecito è dunque condizionato dal momento in cui viene praticato l'aborto, momento che, come si legge da Aristotele e Ippocrate, varia in base al sesso del nascituro poiché si ipotizza un più rapido sviluppo del feto maschio (40 giorni, contro gli 80 necessari a quello femminile).<ref>Aristotle (1944) [c. 325 B.C.]. "Politics". In H. Rackham. Aristotle in 23 Volumes 21. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press. p. 7.1335b. ISBN 0-674-99291-1. OCLC 29752140.</ref><ref>A companion to bioethics By Helga Kuhse, Peter Singer</ref><ref>ReligiousTolerance.org</ref><ref>W. den Boer, Private Morality in Greece and Rome (Brill 1979 ISBN 978-90-04-05976-4), p. 272</ref>


[[Aristotele]], nel suo trattato ''[[Politica (Aristotele)|Politica]]'' (350 a.C.), condanna l'[[infanticidio]] come mezzo di controllo della popolazione, preferendo l'aborto per questo scopo, tuttavia con la restrizione<ref>{{Cita libro|nome= Paul|cognome= Carrick |titolo= Medical Ethics in the Ancient World|anno= 2001|editore= Georgetown University Press| isbn = 978-0-87840-849-8}}</ref> "[che] deve essere praticato prima che si sviluppi la sensazione di vita, la linea tra l'aborto lecito e illecito sarà caratterizzata dal fatto di avere la sensazione di essere vivo".<ref>{{Cita web|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0058%3Abook%3D7%3Asection%3D1335b |titolo=Aristotle, Politics |cognome1=Rackham |nome1=H.|anno=1944 |editore=Harvard University Press |accesso=21 giugno 2011}}</ref>
Nel II secolo d.C. [[Sorano di Efeso]] introduce il concetto di aborto terapeutico, praticato cioè nel caso in cui la [[gestazione]] metta in pericolo la vita della madre.<ref>Lefkowitz, Mary R.; Maureen R. Fant (1992). "Intercourse, conception and pregnancy". Women's life in Greece & Rome: A source book in translation. Baltimore: Johns Hopkins University Press. p. 341. ISBN 0-8018-4475-4. Retrieved 2008-09-21.</ref><ref>Soranus. Gynaecology. 1.59–65.</ref>.


Nel II secolo d.C. [[Sorano di Efeso]] introduce il concetto di aborto terapeutico, praticato cioè nel caso in cui la [[gestazione]] metta in pericolo la vita della madre.<ref>Lefkowitz, Mary R.; Maureen R. Fant (1992). "Intercourse, conception and pregnancy". Women's life in Greece & Rome: A source book in translation. Baltimore: Johns Hopkins University Press. p. 341. ISBN 0-8018-4475-4. Retrieved 2008-09-21.</ref><ref>Soranus. Gynaecology. 1.59–65.</ref>.
A [[Roma]], invece, l'aborto da questione privata diventa un comportamento espressamente sanzionato dalla legge. Infatti, ferma e inequivocabile la condanna per quelle donne che, per semplici preoccupazioni estetiche, attentano alla loro vita uccidendo con ferri o potenti veleni le creature che portano, pur consce dei rischi che corrono e della riprovazione sociale. La prima sanzione esplicita del mondo romano fu un rescritto con cui vennero introdotte due sanzioni penali contro questa pratica. [[Esilio]] temporaneo a carico delle divorziate o sposate che si fossero procurate l'aborto contro il volere del coniuge; lavori forzati in miniera e relegazione in un'isola con parziale confisca dei beni per chi avesse somministrato infusi o filtri amorosi.<ref>{{cita|Galeotti|pp. 19-27|galeotti}}.</ref>


A [[Roma]] l'aborto era questione privata, comportamento espressamente sanzionato per quelle donne che, per semplici preoccupazioni estetiche, attentano alla loro vita uccidendo con ferri o potenti veleni le creature che portano, pur consce dei rischi che corrono e della riprovazione sociale. La prima sanzione esplicita del mondo romano fu un rescritto con cui vennero introdotte due sanzioni penali contro questa pratica. [[Esilio]] temporaneo a carico delle divorziate o sposate che si fossero procurate l'aborto contro il volere del coniuge; lavori forzati in miniera e relegazione in un'isola con parziale confisca dei beni per chi avesse somministrato infusi o filtri amorosi.<ref>{{cita|Galeotti|pp. 19-27|galeotti}}.</ref>
[[File:Medievalpreg.jpg|thumb|px| 350 × 236 px|Disegno di un manoscritto del XIII secolo, raffigurante una donna incinta a riposo, mentre un'altra donna prepara un intruglio con la mentuccia. La [[Clinopodium nepeta|mentuccia]] era usata anticamente come abortivo.]]
[[File:Medievalpreg.jpg|thumb|px| 350 × 236 px|Disegno di un manoscritto del XIII secolo, raffigurante una donna incinta a riposo, mentre un'altra donna prepara un intruglio con la mentuccia. La [[Clinopodium nepeta|mentuccia]] era usata anticamente come abortivo.]]


== L'Aborto nell'era moderna ==
== L'Aborto nell'era moderna ==
L'[[Unione sovietica]] (1919), l'[[Islanda]] (1935) e la [[Svezia]] (1938) sono stati tra i primi paesi a legalizzare alcune o qualsiasi forme di aborto.<ref name="cbctrust">{{Cita web|url=http://www.cbctrust.com/history_law_religion.php |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080208053146/http://www.cbctrust.com/history_law_religion.php |dataarchivio=8 febbraio 2008 |titolo=Abortion Law, History & Religion |accesso=23 marzo 2008 |editore=Childbirth By Choice Trust}}</ref>
=== I totalitarismi ===
In Unione sovietica, durante il [[comunismo]], furono introdotto il divorzio e l'aborto. La convinzione filosofica, oltre all'emancipazione femminile e alla costituzione di un nuovo ordine sociale, era supportata anche dal [[materialismo]]..<ref>{{cita web|url=http://www.lifesitenews.com/news/archive/ldn/2005/nov/05112407|titolo=Former Soviet Union Countries Commemorate Fifty Years of Abortion}}</ref>


A partire dalla seconda metà del XX secolo, l'aborto è stato legalizzato nella maggior numero di paesi.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" />
L'aborto viene legalizzato anche dal [[nazionalsocialismo]]. Il presupposto filosofico non è chiaramente precisato, ma entrano anche in azione le dottrine [[eugenetica|eugenetiche]]: la prima società naturale non è la famiglia ma lo Stato, l'entità detta [[Volk]] (popolo).<ref name=11-14>{{cita|Agnoli|pp.11-14|agnoli}}.</ref>


=== I paesi comunisti ===
=== I totalitarismi ===
In Unione sovietica, durante il [[comunismo]], furono introdotto il divorzio e l'aborto. La convinzione filosofica, oltre all'emancipazione femminile e all'autodeterminazione dell'individuo, era supportata anche dal [[materialismo]]..<ref>{{cita web|url=http://www.lifesitenews.com/news/archive/ldn/2005/nov/05112407|titolo=Former Soviet Union Countries Commemorate Fifty Years of Abortion}}</ref>
Nel dopoguerra l'aborto]] viene legalizzato nei Paesi comunisti dell'est legati all'URSS: in [[Ungheria]], [[Polonia]], [[Bulgaria]] e [[Romania]] nel 1956, in [[Cecoslovacchia]] nel 1957, in [[Yugoslavia]] nel 1970. La [[Cina]] popolare comunista autorizza l'aborto e la [[contraccezione]] nel 1957, mentre nel 1962 vengono imposti: ritardo obbligatorio dell'età del matrimonio, sterilizzazione, tecniche contraccettive spesso forzate. L'obbligo di un figlio solo a famiglia determina, oltre al precoce invecchiamento della popolazione, una strage delle figlie femmine: i genitori cinesi, potendo avere un solo figlio, spesso uccidono una eventuale figlia femmina, dal momento che non potranno giovarsi del suo aiuto nella lavorazione della terra; oppure è il governo stesso ad eliminarle, tramite aborti selettivi e infanticidi. Avviene addirittura che i medici vengano pagati dallo Stato a seconda delle sterilizzazioni forzate o degli aborti effettuati.


Nel 1935, nella [[Germania nazista]], fu approvata una legge che permettva aborti per le donne ritenute "ereditariamente malata", mentre a quelle considerate di razza tedesca era proibito.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" /> Il presupposto filosofico è basato sulle dottrine [[eugenetica|eugenetiche]].<ref name=11-14>{{cita|Agnoli|pp.11-14|agnoli}}.</ref>
[[File:RussianAbortionPoster.jpg|thumb|upright=1.4|right|L'Unione Sovietica legalizzò l'aborto nel 1920. Questo poster mette in guardia contro l'[[aborto]] non sicuro. Traduzione titolo: Aborti eseguiti da delle ostetriche autodidatte non solo mutilano la donna, ma spesso la possono portare alla morte.]]
In questo panorama desolante si inserisce l'appoggio economico per l'incentivazione dell'aborto dato al governo cinese dall'agenzia Unfpa (dell'[[ONU]]) e dall'International Planned Parenthood Federation(Ippf): queste ultime, fino al luglio 2002, erano a loro volta finanziate dagli [[Stati Uniti]], che però hanno poi deciso di sospendere i versamenti, non volendo più collaborare a programmi di "aborto forzato o di sterilizzazione non voluta". Prontamente è intervenuta la [[Commissione europea]], guidata dall'italiano [[Romano Prodi]], che, con una decisione di straordinaria gravità, ha stanziato contributi per ben 32 milioni di euro, facendo così “dell'Europa il motore della diffusione dell'aborto nel mondo”.<ref name=11-14/>


=== I paesi comunisti ===
Tale tendenza ha determinato un forte squilibrio nella composizione della popolazione: la Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l'[[India]] 43 milioni. Questi numeri sono tali da incidere sulle statistiche a livello mondiale, stando alle quali nel 2013 gli uomini superavano le donne di 58 milioni.<ref>{{cita web|url=http://qz.com/335183/heres-why-men-on-earth-outnumber-women-by-60-million/#int/explore--380_380_999|titolo=A story of drinkers, genocide and unborn girls|autore=David Bauer}}</ref>
[[File:RussianAbortionPoster.jpg|thumb|upright=1.4|right|L'Unione Sovietica legalizzò l'aborto nel 1920. Questo poster mette in guardia contro l'[[aborto]] non sicuro. Traduzione titolo: Aborti eseguiti da delle ostetriche autodidatte non solo mutilano la donna, ma spesso la possono portare alla morte.]]
Nel dopoguerra l'aborto viene legalizzato nei paesi comunisti dell'est legati all'URSS: in [[Ungheria]], [[Polonia]], [[Bulgaria]] e [[Romania]] nel 1956, in [[Cecoslovacchia]] nel 1957, in [[Yugoslavia]] nel 1970. La [[Cina]] autorizza l'aborto e la [[contraccezione]] nel 1957. In quest'ultimo contesto, l'aborto è stato usato dallo stato anche per politiche di [[controllo delle nascite]]. Tale controllo ha determinato un forte squilibrio nella composizione della popolazione: quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l'[[India]] 43 milioni.<ref>{{cita web|url=http://qz.com/335183/heres-why-men-on-earth-outnumber-women-by-60-million/#int/explore--380_380_999|titolo=A story of drinkers, genocide and unborn girls|autore=David Bauer}}</ref>


=== Inghilterra ===
=== Inghilterra ===
L'[[Inghilterra]] lo legalizza l'aborto nel 1968.
L'[[Inghilterra]] legalizza l'interruzione volontaria di gravidnza nel 1968.


=== L'introduzione dell'aborto negli Stati Uniti ===
=== L'introduzione dell'aborto negli Stati Uniti ===
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La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (per il diritto alla vita) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.
La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (per il diritto alla vita) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.
[[File:JapaneseAbortionWoodblock.jpg|thumb|left|"Ammonizione contro l'aborto". Fine del XIX secolo Giapponese [[Ukiyo-e]] [[xilografia]].]]
[[File:JapaneseAbortionWoodblock.jpg|thumb|left|"Ammonizione contro l'aborto". Fine del XIX secolo Giapponese [[Ukiyo-e]] [[xilografia]].]]

Anche in seguito a tale riconoscimento giuridico, gradualmente la pratica dell'aborto si è maggiormente diffusa, in genere sottostando a specifici requisiti e limitazioni, anche in tutta l'area europea.


=== L'Italia e La legge 194 ===
=== L'Italia e La legge 194 ===
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La legge stabilisce inoltre che le generalità della donna rimangano anonime.
La legge stabilisce inoltre che le generalità della donna rimangano anonime.

===America Latina===
In Europa e Nord America, le tecniche di aborto avanzate e sicure hanno iniziato ad essere disponibili dal XVII secolo. Tuttavia, il [[conservatorismo]] dalla maggior parte dei medici sulle questioni sessuali ne impedirono un ampia espansione.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" /> Vi erano comunque alcuni medici che pubblicizzavano i loro servizi fino a quando tale pratica non fu vietata.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" />


== Il rapporto dell'aborto con la religione ==
== Il rapporto dell'aborto con la religione ==
=== Il Cristianesimo ===
=== Il Cristianesimo ===
Nel [[cristianesimo]], [[papa Sisto V]] (1585-1590) fu il primo [[papa]] a dichiarare che l'aborto è un omicidio indipendentemente dallo stadio della gravidanza;<ref>{{Cita libro|nome=Katherine |cognome=Brind'Amour|titolo=Effraenatam|pubblicazione=Embryo Project Encyclopedia |anno=2007 |url=http://embryo.asu.edu/view/embryo:123948 |urlarchivio=http://www.webcitation.org/658tiVCq0 |dataarchivio=1º febbraio 2012 |editore=Arizona State University}}</ref> la [[Chiesa cattolica]] fu precedentemente divisa sulla questione e iniziò ad opporsi energicamente solo fino al XIX secolo.<ref name="Management of Abortion, Chp 1" />

Si pensa che i primi cristiani fossero influenzati su questo argomento dal pensiero [[ebraico]] e [[Antica Grecia|greco]]. [[San Tommaso d'Aquino]] aderì alla riflessione sull'epigenismo ispirandosi ad Aristotele. Non considerava quindi l'aborto un crimine. Con la ''Decretum Gratiani'' (1140) e fino al 1869 il diritto canonico cattolico distinse tra feto “inanimato” e feto “animato”.


Un'interruzione volontaria della gravidanza è sempre comunque stata giudicata un peccato e come tale punita con una penitenza, tuttavia veniva considerata un assassinio solo nel caso in cui il [[feto]] che la subisse fosse “animato”. La distinzione tra feto inanimato e feto animato venne abolita da [[Papa Pio IX]] nel 1869, l'anima esiste già al momento del concepimento.
Si pensa che i primi cristiani fossero influenzati su questo argomento dal pensiero [[ebraico]] e [[Antica Grecia|greco]], ma J.M. Roskamp conferma che in seguito rifiutarono completamente l'aborto, adottando «un nuovo concetto di preoccupazione per il feto».<ref>J.M. Röskamp, “Christian Perspectives On Abortion-Legislation In Past And Present“, GRIN Verlag 2005.</ref> J.M. Gorman dichiara che «la posizione cristiana si distingue da tutte le altre quando disapprova l'aborto». Il [[Nuovo Testamento]] non contiene alcun riferimento esplicito a questo tema, tuttavia già dalle fonti del primo [[Cristianesimo]], come la Didaché (fine I sec.), emerge un rifiuto nei confronti dell'aborto: «Non uccidere, […] […] non devi abortire un bambino e non devi uccidere un neonato». [[File:Donald Spitz holds anti-abortion sign.jpg|thumb|upright=1.2|right|Sacerdote con un manifesto contro l'[[aborto]]]] [[Tertulliano]] (150-300 d.C.) scrive: «Posto una volta per tutte il divieto di uccidere un essere umano, ne consegue che nemmeno l'[[embrione]] nel corpo della donna […] può essere distrutto. Vi è omicidio anticipato quando si impedisce una nascita; non importa se si priva della vita un essere umano dopo la nascita oppure già prima, mentre essa è ancora in divenire. Un essere umano è già tale nella fase in cui lo sta divenendo, al pari di ogni frutto che è già contenuto nel suo seme.<ref>Tertulliano, “Apologeticum“ 9.8.</ref> [[San Tommaso d'Aquino]] aderì invece alla riflessione sull'epigenismo ispirandosi ad Aristotele. Non considerava quindi l'aborto un crimine anche se lo riteneva una violazione del diritto naturale. Con la ''Decretum Gratiani'' (1140) e fino al 1869 il diritto canonico cattolico distinse tra feto “inanimato” e feto “animato”. Un'interruzione volontaria della gravidanza è sempre stata giudicata un peccato e come tale punita con una penitenza, tuttavia veniva considerata un assassinio solo nel caso in cui il [[feto]] che la subisse fosse “animato”. La distinzione tra feto inanimato e feto animato venne abolita da [[Papa Pio IX]] nel 1869, l'anima esiste già al momento del concepimento. Il Papa si basò anche sulle convinzioni del medico [[Paolo Zacchia]].


=== L'Ebraismo ===
=== L'Ebraismo ===
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=== La cultura islamica ===
=== La cultura islamica ===
La tradizione [[islam]]ica ha permesso l'aborto fino al momento in cui la dottrina ritiene che l'anima entri il feto;<ref name="Management of Abortion, Chp 1" /> diversi teologi musulmani hanno dato differenti interpretazioni per stabilire il giusto tempo che vanno dal momento del concepimento a 40 giorni dopo il concepimento a 120 giorni dopo il concepimento o oltre.<ref name="BBC and Islam / Abortion">{{Cita web|url=http://www.bbc.co.uk/religion/religions/islam/islamethics/abortion_1.shtml |titolo=Religions&nbsp;– Islam: Abortion |editore=BBC |data= |accesso=10 dicembre 2011}}</ref> Tuttavia, l'aborto è in gran parte fortemente limitato o vietato nelle zone di alta fede islamica come il [[Medio Oriente]] e il [[Nord Africa]].<ref>{{Cita web|titolo=Abortion in the Middle East and North Africa |url=http://www.prb.org/pdf08/MENAabortion.pdf |urlmorto=no|cognome1=Dabash|nome1=Rasha|nome2=Farzaneh|cognome2=Roudi-Fahimi|editore=Population Research Bureau|urlarchivio=http://www.prb.org/pdf08/MENAabortion.pdf|dataarchivio=8 luglio 2011|anno=2008|formato=PDF}}</ref>
L'[[Islam]] proibisce l'aborto in quanto atto di interruzione della vita fatto salvo il caso in cui si renda necessario per salvare la vita della madre. Anche in questo ambito culturale l'animazione del feto rappresenta la linea di demarcazione tra tolleranza e violazione, infatti, nel periodo antecedente l'animazione, malgrado ci siano opinioni diverse, la pratica è generalmente tollerata. Dopo l'animazione invece, il filone storicamente maggioritario è sempre stato fermamente contrario all'interruzione della gravidanza, giacché dopo il concepimento è sempre omicidio. Ancora oggi, al di là di alcune differenze esistenti, la legge islamica permette l'aborto prima del quarto mese in presenza di valide ragioni, e successivamente solo laddove ciò si renda necessario per salvare la madre. Per quanto riguarda la tradizione sciita in [[Iran]] il codice penale prevede un'ampia casistica a proposito del pagamento della somma di denaro da versare alla persona che ha subito il danno.<ref>{{cita|Galeotti|pp. 49-51|galeotti}}.</ref>


Anche in questo ambito culturale l'animazione del feto rappresenta la linea di demarcazione tra tolleranza e violazione: nel periodo antecedente l'animazione, malgrado ci siano opinioni diverse, la pratica è generalmente tollerata. Dopo l'animazione invece, il filone storicamente maggioritario è sempre stato contrario all'interruzione della gravidanza, giacché dopo il concepimento è omicidio. Ancora oggi, al di là di alcune differenze esistenti, la legge islamica permette l'aborto prima del quarto mese in presenza di valide ragioni, e successivamente solo laddove ciò si renda necessario per salvare la madre. Per quanto riguarda la tradizione sciita in [[Iran]] il codice penale prevede un'ampia casistica a proposito del pagamento della somma di denaro da versare alla persona che ha subito il danno.<ref>{{cita|Galeotti|pp. 49-51|galeotti}}.</ref>
La legislazione islamica considera il nascituro fruente pienamente dei diritti dell'uomo dal momento in cui sia avvertibile il battito cardiaco.

Da questo momento in poi - fissato a partire dal 120 giorno di gestazione - l'aborto non è permesso se non per motivi di accertato pericolo di vita della madre.
Fino a quando invece il battito non sia avvertito il feto non è considerato essere umano perfetto ed è quindi lecito ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza.<ref>{{cita web|url=http://www.isue.it/index.php/eventi/i-25-anni-dell-isue/item/download/155_e39fec6a5795a74a624e9fe8f07bbe4e|titolo=Bioetica e sessualità: l’aborto nell’islam|autore=Chiara Scattone|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>.
Dal 120 giorno di gestazione l'aborto non è generalmente permesso se non per motivi di accertato pericolo di vita della madre. Fino a quando invece il battito non sia avvertito il feto non è considerato essere umano perfetto ed è quindi lecito ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza.<ref>{{cita web|url=http://www.isue.it/index.php/eventi/i-25-anni-dell-isue/item/download/155_e39fec6a5795a74a624e9fe8f07bbe4e|titolo=Bioetica e sessualità: l’aborto nell’islam|autore=Chiara Scattone|accesso=18 febbraio 2015}}</ref>.


== Note ==
== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==

* {{cita libro|nome= Giulia|cognome= Galeotti|titolo= Storia dell'aborto|città= Bologna|editore= Il Mulino|pp= 131|anno= 2003|cid= galeotti|isbn= 978-88-15-09449-0}}
* {{cita libro|nome= Giulia|cognome= Galeotti|titolo= Storia dell'aborto|città= Bologna|editore= Il Mulino|pp= 131|anno= 2003|cid= galeotti|isbn= 978-88-15-09449-0}}
* {{cita libro|nome= Francesco|cognome= Agnoli|wkautore=Francesco Agnoli|titolo= Storia dell'aborto|città= Verona|editore= Fede e Cultura|pp= 96|anno= 2008|cid= agnoli|isbn=978-88-89913-59-8}}
* {{cita libro|nome= Francesco|cognome= Agnoli|wkautore=Francesco Agnoli|titolo= Storia dell'aborto|città= Verona|editore= Fede e Cultura|pp= 96|anno= 2008|cid= agnoli|isbn=978-88-89913-59-8}}

Versione delle 05:35, 10 lug 2016

La pratica dell'aborto è stata utilizzata in diverse società ed epoche sin dall'antichità, con diverse funzioni.[1].

I metodi moderni di aborto fanno ricorso ai farmaci o alla chirurgia.[2] L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che sia disponibile, per tutte le donne, ricorrere ad aborti legali e sicuri.[3] Ogni anno, infatti, gli aborti svolti in contesti non sicuri causano 47.000 morti e 5 milioni di ricoveri ospedalieri.[4][5]Quando consentito dalla legge locale, l'aborto è stato a lungo una delle procedure più sicure nel campo della medicina.[6][7] Aborti non complicati non causano problemi mentali o fisici a lungo termine.[4]

Sin dai tempi antichi, gli aborti sono stati realizzati utilizzando erbe medicinali, strumenti taglienti, con la forza o attraverso altri metodi tradizionali.[8] L'aborto indotto ha una storia lunga e può essere fatto risalire a diverse civiltà, come la Cina sotto Shennong (c. 2700 a.C.), l'Antico Egitto con il suo papiro Ebers (c. 1550 a.C.) e l'Impero Romano al tempo di Giovenale (c. 200 d.C).[8] Una delle prime note rappresentazioni artistiche dell'aborto è in un bassorilievo ad Angkor Wat (c. 1150) in Cambogia. Trovato in una serie di fregi che rappresentano il giudizio dopo la morte, raffigura la tecnica dell'aborto addominale.[9]

A partire dalla seconda metà del XX secolo, l'aborto è stato legalizzato nella maggior numero di paesi.[8]

L'aborto nell'era premoderna

La prima testimonianza scritta di aborto risale al 1550 a.C. e si trova nel Papiro Ebers[10].

In Egitto le pene inflitte, elencate nel Codice di Hammurabi[11][12], variavano a seconda del ceto sociale della donna. Nella giurisprudenza assira, nel Codice di Assura[13], 1075 a.C., si fa riferimento persino alla pena di morte, per una donna che abbia agito contro la volontà del marito. Alcune scoperte archeologiche raccontano anche di primi tentativi di estrazione di un feto; tuttavia, si ritiene che tali metodi non fossero di uso comune, data la scarsa frequenza con cui vengono menzionati in antichi testi di medicina.[14]

Bassorilievo nel tempio di Angkor Wat in Cambogia, raffigurante un aborto datato intorno al 1150 A.C.

Un'altra tecnica ampiamente utilizzata nell'era primitiva nel Sud Est asiatico era quella del massaggio, che consisteva nell'applicazione di una forte pressione sull'addome. Uno dei bassorilievi che decorano il tempio di Angkor Wat in Cambogia, 1150 a.C., raffigura un demone che pratica un aborto del suddetto tipo su una donna che era finita negli Inferi.[10]

In Giappone, è possibile trovare traccia della pratica dell'aborto a partire dal XII secolo. In particolare, a ricorrervi erano le élite e gli abitanti delle aree urbane.[15] Il fenomeno si è poi intensificato durante il periodo Edo, soprattutto tra la classe dei contadini, maggiormente colpita dalle ricorrenti carestie e l'alta tassazione.[16]

Il contesto greco-romano

Lo stesso argomento in dettaglio: Aborto nell'antica Grecia.

Nel contesto greco-romano la pratica dell'aborto era largamente diffusa in tutte le classi sociali, moralmente accettata e giuridicamente lecita.[17] Al fondo c'era l'idea, premiata dagli stoici, che la vita iniziasse al momento della nascita.[18]

Unico limite all'aborto era rappresentato dal fatto che il ricorso alla pratica poteva ostacolare l'aspettativa dell'uomo. Il feto, infatti, rientrava nella disponibilità dell'uomo di riferimento. Dunque, eccetto che per quelle donne non sottoposte a potestà come le prostitute, per le altre, la pratica era permessa col beneplacito del marito, e nel caso in cui una donna incinta fose condannata alla pena capitale l'esecuzione era rimandata a dopo il parto.[1] Le prime testimonianze greche in materia risalgono al V secolo a. C. Artefici principali dell’aborto erano le levatrici o le stesse gestanti; quanto ai mezzi si menzionano farmaci, accompagnati da cantilene magiche, violenti esercizi fisici o strumenti meccanici.[19][20]

Alcuni studiosi e medici anti-aborto hanno suggerito che il giuramento di Ippocrate vietava ai medici greci antichi di eseguire aborti;[8] altri studiosi non sono d'accordo con questa interpretazione.[8] e evidenziano che nel Corpus Hippocraticum vi sono descrizioni di tecniche abortive.[21] Il medico Scribonio Largo scrisse nel 43 d.C. che il giuramento di Ippocrate proibisce l'aborto, così come Sorano d'Efeso, anche se apparentemente non tutti i medici aderirono a questa visione. Secondo lo scritto Ginecologia di Sorano, datato tra il I e il II secolo d.C., una parte dei medici rifiutavano le pratiche abortive come richiesto dal giuramento di Ippocrate; un'altra parte - di cui egli faceva parte - era disposto a prescrivere gli aborti, ma solo per il bene della salute della madre.[22][23]

Aristotele, nel suo trattato Politica (350 a.C.), condanna l'infanticidio come mezzo di controllo della popolazione, preferendo l'aborto per questo scopo, tuttavia con la restrizione[24] "[che] deve essere praticato prima che si sviluppi la sensazione di vita, la linea tra l'aborto lecito e illecito sarà caratterizzata dal fatto di avere la sensazione di essere vivo".[25]

Nel II secolo d.C. Sorano di Efeso introduce il concetto di aborto terapeutico, praticato cioè nel caso in cui la gestazione metta in pericolo la vita della madre.[26][27].

A Roma l'aborto era questione privata, comportamento espressamente sanzionato per quelle donne che, per semplici preoccupazioni estetiche, attentano alla loro vita uccidendo con ferri o potenti veleni le creature che portano, pur consce dei rischi che corrono e della riprovazione sociale. La prima sanzione esplicita del mondo romano fu un rescritto con cui vennero introdotte due sanzioni penali contro questa pratica. Esilio temporaneo a carico delle divorziate o sposate che si fossero procurate l'aborto contro il volere del coniuge; lavori forzati in miniera e relegazione in un'isola con parziale confisca dei beni per chi avesse somministrato infusi o filtri amorosi.[28]

Disegno di un manoscritto del XIII secolo, raffigurante una donna incinta a riposo, mentre un'altra donna prepara un intruglio con la mentuccia. La mentuccia era usata anticamente come abortivo.

L'Aborto nell'era moderna

L'Unione sovietica (1919), l'Islanda (1935) e la Svezia (1938) sono stati tra i primi paesi a legalizzare alcune o qualsiasi forme di aborto.[29]

A partire dalla seconda metà del XX secolo, l'aborto è stato legalizzato nella maggior numero di paesi.[8]

I totalitarismi

In Unione sovietica, durante il comunismo, furono introdotto il divorzio e l'aborto. La convinzione filosofica, oltre all'emancipazione femminile e all'autodeterminazione dell'individuo, era supportata anche dal materialismo..[30]

Nel 1935, nella Germania nazista, fu approvata una legge che permettva aborti per le donne ritenute "ereditariamente malata", mentre a quelle considerate di razza tedesca era proibito.[8] Il presupposto filosofico è basato sulle dottrine eugenetiche.[31]

I paesi comunisti

L'Unione Sovietica legalizzò l'aborto nel 1920. Questo poster mette in guardia contro l'aborto non sicuro. Traduzione titolo: Aborti eseguiti da delle ostetriche autodidatte non solo mutilano la donna, ma spesso la possono portare alla morte.

Nel dopoguerra l'aborto viene legalizzato nei paesi comunisti dell'est legati all'URSS: in Ungheria, Polonia, Bulgaria e Romania nel 1956, in Cecoslovacchia nel 1957, in Yugoslavia nel 1970. La Cina autorizza l'aborto e la contraccezione nel 1957. In quest'ultimo contesto, l'aborto è stato usato dallo stato anche per politiche di controllo delle nascite. Tale controllo ha determinato un forte squilibrio nella composizione della popolazione: quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l'India 43 milioni.[32]

Inghilterra

L'Inghilterra legalizza l'interruzione volontaria di gravidnza nel 1968.

L'introduzione dell'aborto negli Stati Uniti

Negli USA l'aborto viene introdotto nel 1973, in seguito al processo "Roe contro Wade"[33].

Prima di tale sentenza, l'aborto era disciplinato da ciascuno stato dell'unione, con legge propria. In almeno 30 stati era previsto come reato di common law, cioè non poteva essere praticato in nessun caso. In 13 stati era legale nei seguenti casi: pericolo per la donna, stupro, incesto o malformazioni fetali. In 3 stati era legale in caso di stupro o di pericolo per la donna. In 4 Stati unico requisito legale era la richiesta della donna[34].

Norma Mc Corvey, alias Jane Roe (nome scelto a fini processuali per tutelarne la privacy), aveva vissuto un'adolescenza difficile, e si era sposata a 16 anni con un uomo violento, dal quale aveva avuto due figlie. Mentre è incinta del terzo figlio, viene contattata da alcune avvocatesse, che la convincono a portare il caso in tribunale, per affermare il suo diritto ad abortire.[35][36]

Nel 1972 la causa approda alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che decide con sentenza del 22 gennaio 1973[37]. Ciò che veniva chiesto ai giudici era se la Costituzione federale riconoscesse un diritto all'aborto anche in assenza di problemi di salute della donna, del feto e di ogni altra circostanza che non fosse la libera scelta della donna. La decisione venne presa con una maggioranza di 7 giudici a favore e 2 contrari. Si fondò su un'interpretazione del Quattordicesimo Emendamento. Secondo questa interpretazione, ormai accolta dalla giurisprudenza costituzionale statunitense, esiste un diritto alla libera scelta di ciò che attiene alla sfera più intima dell'individuo[38]. La Corte suprema riconosce il diritto all'aborto in un'ottica di limitazione dell'ingerenza statale. Comunque, il diritto ad abortire della donna, in questa sentenza, non è definito assoluto, poiché lo Stato avrebbe il dovere di intervenire in talune circostanze, che coincidono in particolare con il tempo di gestazione. Enuncia quindi due principi:

  • l'aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto diventa in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno, anche con l'ausilio di un supporto artificiale. Questa condizione si verifica in media intorno ai sette mesi (28 settimane), ma può presentarsi prima, anche alla 24sima settimana.
  • In caso di pericolo per la salute della donna, l'aborto è legale anche qualora la soglia oltre il quale il feto è in grado di sopravvivere al di fuori dell'utero materno sia stata sorpassata.

Questa sentenza della Corte ha condizionato le leggi di 46 Stati.

La sentenza Roe contro Wade ha influenzato la politica nazionale statunitense, dividendo gran parte del paese tra pro-Roe (per la libertà di abortire) e pro-Wade (per il diritto alla vita) e ispirando gruppi di attivisti su entrambi i fronti.

"Ammonizione contro l'aborto". Fine del XIX secolo Giapponese Ukiyo-e xilografia.

L'Italia e La legge 194

Il 1975 è uno degli anni chiave in Italia riguardo al tema dell'aborto: infatti, la Corte costituzionale il 18 febbraio 1975, nella sentenza n.27 ha sentenziato che: "ricorrere all'aborto è conforme al diritto, non in assoluto ma nei casi indicati della legge".

La svolta sull'argomento ci fu quando fu costituita una commissione per discutere del tema; nacque così la legge 194 nel maggio del 1978. La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge,[39]di poter ricorrere alla interruzione volontaria di gravidanza in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere all'interruzione solo per motivi di natura terapeutica.

Se la gravidanza mette in grave pericolo fisico e psichico la vita della madre, laddove si accettino le condizioni della madre, l'intervento può essere praticato senza le procedure richieste, l'eventuale obiezione di coscienza del medico non lo esime dal dover intervenire.

La legge stabilisce inoltre che le generalità della donna rimangano anonime.

America Latina

In Europa e Nord America, le tecniche di aborto avanzate e sicure hanno iniziato ad essere disponibili dal XVII secolo. Tuttavia, il conservatorismo dalla maggior parte dei medici sulle questioni sessuali ne impedirono un ampia espansione.[8] Vi erano comunque alcuni medici che pubblicizzavano i loro servizi fino a quando tale pratica non fu vietata.[8]

Il rapporto dell'aborto con la religione

Il Cristianesimo

Nel cristianesimo, papa Sisto V (1585-1590) fu il primo papa a dichiarare che l'aborto è un omicidio indipendentemente dallo stadio della gravidanza;[40] la Chiesa cattolica fu precedentemente divisa sulla questione e iniziò ad opporsi energicamente solo fino al XIX secolo.[8]

Si pensa che i primi cristiani fossero influenzati su questo argomento dal pensiero ebraico e greco. San Tommaso d'Aquino aderì alla riflessione sull'epigenismo ispirandosi ad Aristotele. Non considerava quindi l'aborto un crimine. Con la Decretum Gratiani (1140) e fino al 1869 il diritto canonico cattolico distinse tra feto “inanimato” e feto “animato”.

Un'interruzione volontaria della gravidanza è sempre comunque stata giudicata un peccato e come tale punita con una penitenza, tuttavia veniva considerata un assassinio solo nel caso in cui il feto che la subisse fosse “animato”. La distinzione tra feto inanimato e feto animato venne abolita da Papa Pio IX nel 1869, l'anima esiste già al momento del concepimento.

L'Ebraismo

Secondo la visione ebraica la vita inizia prima del concepimento. Non mancano infatti i riferimenti alla chiamata alla vita prima della nascita. L'aborto è un atto che viola la volontà di Dio. Perciò il divieto di abortire è ordinato da Dio per trasmettere la vita e preservare il popolo del Signore. Un ordine celeste e non un interesse umano.Per l'ebraismo i rapporti tra coniugi non devono essere solo a scopi procreativi infatti ciò che è condannato, non è il singolo rapporto sterile ma un matrimonio senza vita. Il testo ebraico più importante a sull'aborto è Esodo 21,22-23 che impone un'ammenda dettata dal marito della gestante se è procurato un aborto e la morte nel caso che la donna morisse. Questo testo fu però tradotto in greco nel II secolo A.c. e si perse il significato e il testo fu cambiato in modo tale che se anche il feto si fosse formato si doveva pagare con la vita di chi aveva procurato l'aborto.[41]

La cultura islamica

La tradizione islamica ha permesso l'aborto fino al momento in cui la dottrina ritiene che l'anima entri il feto;[8] diversi teologi musulmani hanno dato differenti interpretazioni per stabilire il giusto tempo che vanno dal momento del concepimento a 40 giorni dopo il concepimento a 120 giorni dopo il concepimento o oltre.[42] Tuttavia, l'aborto è in gran parte fortemente limitato o vietato nelle zone di alta fede islamica come il Medio Oriente e il Nord Africa.[43]

Anche in questo ambito culturale l'animazione del feto rappresenta la linea di demarcazione tra tolleranza e violazione: nel periodo antecedente l'animazione, malgrado ci siano opinioni diverse, la pratica è generalmente tollerata. Dopo l'animazione invece, il filone storicamente maggioritario è sempre stato contrario all'interruzione della gravidanza, giacché dopo il concepimento è omicidio. Ancora oggi, al di là di alcune differenze esistenti, la legge islamica permette l'aborto prima del quarto mese in presenza di valide ragioni, e successivamente solo laddove ciò si renda necessario per salvare la madre. Per quanto riguarda la tradizione sciita in Iran il codice penale prevede un'ampia casistica a proposito del pagamento della somma di denaro da versare alla persona che ha subito il danno.[44]

Dal 120 giorno di gestazione l'aborto non è generalmente permesso se non per motivi di accertato pericolo di vita della madre. Fino a quando invece il battito non sia avvertito il feto non è considerato essere umano perfetto ed è quindi lecito ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza.[45].

Note

  1. ^ a b Gianluca Gatta, Aborto. Una storia dimenticata (PDF), su gianlucagatta.com, p. 1. URL consultato il 18 febbraio 2015.
  2. ^ R Kulier, N Kapp, AM Gülmezoglu, GJ Hofmeyr, L Cheng e A Campana, Medical methods for first trimester abortion., in The Cochrane database of systematic reviews, n. 11, 9 novembre 2011, pp. CD002855, DOI:10.1002/14651858.CD002855.pub4, PMID 22071804.
  3. ^ World Health Organization, Safe abortion: technical and policy guidance for health systems (PDF), 2nd, Geneva, World Health Organization, 2012, p. 8, ISBN 978-92-4-154843-4.
  4. ^ a b P. A. Lohr, M Fjerstad, U Desilva e R Lyus, Abortion, in BMJ, vol. 348, 2014, p. f7553, DOI:10.1136/bmj.f7553.
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  39. ^ Entro i 90 giorni, alla donna che:
    che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4).
    Dopo i 90 giorni (art. 6):
    • quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna;
    • quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
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Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni