Castro Pretorio: differenze tra le versioni

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Il nome deriva da ''[[Castra Praetoria]]'', caserme dove risiedette la [[Guardia pretoriana]] in epoca romana.
Il nome deriva da ''[[Castra Praetoria]]'', caserme dove risiedette la [[Guardia pretoriana]] in epoca romana.


Lo stemma è il [[labaro]] della Guardia pretoriana in oro su sfondo rosso.
Lo stemma è il [[labaro]] della Guardia pretoriana in oro su sfondo rosso (''"di rosso all'insegna dei pretoriani d'oro"'').


==Storia==
==Storia==
Il rione nella Roma imperiale apparteneva alla VI Regione, Alta Sèmita, e questo era anche il nome della strada che attraversava la zona, corrispondente grossomodo all'attuale [[Via Venti Settembre (Roma)|Via XX Settembre]].
Il rione nella Roma imperiale apparteneva alla VI Regione, Alta Sèmita, e questo era anche il nome della strada che attraversava la zona, corrispondente grossomodo all'attuale [[Via Venti Settembre (Roma)|Via XX Settembre]].


A quel tempo una cospicua area del futuro rione era malfamata e lugubre poiché qui era il ''Campus Sceleratus'', un vasto appezzamento di terra subito fuori [[Porta Collina]], compreso tra la Via XX Settembre e Piazza dell'Indipendenza, dove venivano sepolte vive le vestali che avevano disobbedito al voto di castità. Qui trovavano posto anche i Castra Praetoria, successivamente inglobati da [[Aureliano]] nelle sue mura. I Castra Praetoria erano le antiche caserme risalenti al tempo dell'imperatore [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]], in cui trovavano alloggio le [[Guardia pretoriana|guardie pretoriane]], costruite tra il 21 ed il 23 d.C. La zona di [[Piazza della Repubblica (Roma)|Piazza della Repubblica]], infine, era occupata dalle immense [[Terme di Diocleziano]], i cui resti sono ancora oggi ben visibili in via Cernaia, costruite tra il 298 e il 306 d.C., per sopperire alla carenza di bagni pubblici nell'Alta Sèmita.
A quel tempo una cospicua area del futuro rione era malfamata e lugubre poiché qui era il ''Campus Sceleratus'', un vasto appezzamento di terra subito fuori [[Porta Collina]], compreso tra la Via XX Settembre e Piazza dell'Indipendenza, dove venivano sepolte vive le vestali che avevano disobbedito al voto di castità. Qui trovavano posto anche i Castra Praetoria, successivamente inglobati da [[Aureliano]] nelle sue mura. I Castra Praetoria erano le caserme della [[guardia pretoriana]] costituita da [[Tiberio Claudio Nerone|Tiberio]] tra il 21 ed il 23 d.C.. Più tardi, tra il 298 e il 306 d.C., nella zona tra [[Piazza della Repubblica (Roma)|Piazza della Repubblica]], piazza dei Cinquecento, via Volturno e via XX Settembre, furono costruite le immense [[Terme di Diocleziano]], i cui resti sono ancora oggi ben visibili in via Cernaia e piazza dei Cinquecento, per servire i popolosi quartieri del [[Quirinale (colle)|Quirinale]], [[Viminale (colle)|Viminale]] ed [[Esquilino]]. Le terme smisero definitivamente di funzionare nel 537 a causa deltaglio degli acquedotti avvenuto durante la [[guerra gotica]].


Nella zona di Piazza dei Cinquecento era l'[[Aggere]] Serviano, situato nei pressi della scomparsa [[Porta Viminale]], i cui resti ancora giacciono dinanzi alla [[Stazione Termini]].
Nella zona est di Piazza dei Cinquecento era l'[[Aggere]] Serviano, situato nei pressi della scomparsa [[Porta Viminale]], i cui resti ancora giacciono dinanzi alla [[Stazione Termini]]. Nel rione erano altre due porte ora scomparse, [[Porta Collina]] e [[Porta Nomentana]], la prima appartenente al [[mura serviane|recinto serviano]] e la seconda a quello [[mura aureliane|aureliano]].


Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente Roma cominciò a spopolarsi e la zona, divenuta periferica, insicura e anche priva d'acqua che non fosse di pozzo, come tutte le zone alte di Roma, fu tra le prime ad essere abbandonate. Per secoli il rione conservò nuclei abitativi solo attorno a grandi chiese come [[Basilica di Santa Prassede|S.Prassede]], [[Basilica di Santa Pudenziana|S.Pudenziana]] e [[Basilica di Santa Maria Maggiore|S.Maria Maggiore]], grazie anche ai loro conventi.
Nel rione erano altre due porte ora scomparse: [[Porta Collina]] e [[Porta Nomentana]]; la prima appartenente al recinto serviano mentre la seconda a quello aureliano.


Il primo a compiere lavori di rinnovamento in zona fu nel Cinquecento [[Pio IV]] che aprì la Strada Pia (oggi via XX Settembre - via del Quirinale) e costruì [[Porta Pia]], da cui la via si dipartiva. Successivamente [[Michelangelo]] fu incaricato da [[Paolo III]] [[Farnese]] di costruire la chiesa di [[Santa Maria degli Angeli (Roma)|S.Maria degli Angeli]], utilizzando, per chiesa e convento, una parte di ciò che restava delle Terme di Diocleziano.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente Roma si spopolò e soprattutto questa zona venne abbandonata a causa della mancanza di acqua potabile dovuta al taglio degli acquedotti avvenuto durante le guerre gotiche. Il rione, che conservava un nucleo abitativo solamente intorno a grandi chiese come [[Basilica di Santa Prassede|S.Prassede]], [[Basilica di Santa Pudenziana|S.Pudenziana]] e [[Basilica di Santa Maria Maggiore|S.Maria Maggiore]], apparteneva a Monti.


Il vero promotore della urbanizzazione rinascimentale del rione fu però [[Sisto V]] Peretti, che costruì la Strada Felice (oggi [[Via Sistina]] - Quattro Fontane - De Pretis, due chilometri di rettilineo fra l'obelisco di [[Trinità dei Monti]], l'[[Obelisco Esquilino]]) e [[Santa Croce in Gerusalemme]], alla quale volle imporre il proprio nome di battesimo - come al nuovo [[Acquedotti di Roma#Acqua Felice|Acquedotto Felice]], all'arco su cui passava (ancora esistente in fondo a via Marsala, detto ''Arco Felice'', ma anche ''Arco delle Pere'') e alla [[Fontana dell'Acqua Felice|fontana-mostra]] del nuovo acquedotto che doveva finalmente riportare acqua corrente nelle zone alte della città - Esquilino, Monti, Quirinale e Campidoglio - presso la chiesa di [[San Bernardo alle Terme]]. Nell'ambito di questi lavori Sisto V implicò anche il quadrivio delle [[Quattro Fontane]], dove la strada Sistina incrociava la Strada Pia, creandovi un punto di sosta panoramica dove la gente veniva d'estate - cosa oggi inimmaginabile - a godersi l'"aria buona".
Il primo a compiere lavori di rinnovamento in zona fu nel Cinquecento [[Pio IV]] che aprì la Via Pia e costruì [[Porta Pia]], da cui la via si dipartiva. Successivamente [[Michelangelo]] fu incaricato da [[Paolo III]] [[Farnese]] di costruire la chiesa di [[Santa Maria degli Angeli (Roma)|S.Maria degli Angeli]] su ciò che restava delle Terme di Diocleziano.
Che la zona fosse di grande interesse per lui, il cardinal Peretti l'aveva dimostrato ancor prima di divenire papa, facendosi costruire una grandiosa villa al limite del Viminale che si estendeva con il giardino riccamente ornato da fontane e portali tra la basilica di S.Maria Maggiore, e le attuali via Marsala e via del Viminale<ref>La villa, divenuta villa Montalto Peretti Negroni Massimo, venne demolita subito dopo l'Unità d'Italia per l'urbanizzazione della zona e oggi non ne rimane più alcuna traccia se si fa eccezione per la [[fontana del Prigione]] ora trasferita a [[Trastevere]]</ref>.

Il vero promotore però della rinascita del rione fu [[papa]] [[Sisto V]] Peretti, che costruì la via Felice, dal suo nome di battesimo, e che attualmente interessa il rione nei tratti di Via delle Quattro Fontane e Via Agostino Depretis; sistemò il quadrivio delle [[Quattro Fontane]]; costruì l'arco ancora esistente in fondo a via Marsala e, cosa più importante di tutte, portò finalmente l'acqua, la sua acqua, l'acqua Felice, nell'intera zona con il ripristino dell'Acquedotto, da lui detto Felice, che terminava nell'imponente mostra del Mosè in Piazza [[San Bernardo alle Terme|San Bernardo]].

Nel rione, ancor prima di divenire papa, il cardinal Peretti si fece costruire una grandiosa villa che si estendeva con il giardino riccamente ornato da fontane e portali tra la basilica di S.Maria Maggiore, Via Marsala e via del Viminale. Divenuta villa Montalto Peretti Negroni Massimo, venne demolita per l'urbanizzazione della zona e oggi non ne rimane più alcuna traccia se si fa eccezione per la [[fontana del Prigione]] ora trasferita a [[Trastevere]].


Nel Seicento si stabilirono qui i [[Gesuiti]] che, di ritorno da una missione in Oriente, chiamarono la zona Macao, nome che mantenne fino al secondo dopoguerra e che è attualmente ricordato da una via del rione.
Nel Seicento si stabilirono qui i [[Gesuiti]] che, di ritorno da una missione in Oriente, chiamarono la zona Macao, nome che mantenne fino al secondo dopoguerra e che è attualmente ricordato da una via del rione.
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Sull'area della demolita villa Peretti Massimo sorse tra il 1883 e il 1886 il palazzo Massimo alle Terme, sede a quel tempo del Collegio Massimo, ed attualmente del [[Museo Nazionale Romano]].
Sull'area della demolita villa Peretti Massimo sorse tra il 1883 e il 1886 il palazzo Massimo alle Terme, sede a quel tempo del Collegio Massimo, ed attualmente del [[Museo Nazionale Romano]].


Oggi vi sorge la Caserma "Castro Pretorio" sede del Raggruppamento Logistico Centrale dell'Esercito Italiano. (essa può vantarsi di essere, attualmente, la Caserma più antica al mondo ancora presidiata da militari.)
Sullo spazio del Castro Pretorio latino sorge oggi la caserma "Castro Pretorio" sede del Raggruppamento Logistico Centrale dell'Esercito Italiano, che può vantarsi di essere, attualmente, la caserma più antica al mondo ancora presidiata da militari.


===Simboli===
===Simboli===
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
*Nicoletta Cardano, ''Guide rionali di Roma - Rione XVIII Castro Pretorio'', ed. Fratelli Palombi 1999.
*{{cita libro|Claudio|Rendina|wkautore=Claudio Rendina|coautori=Donatella Paradisi|Le strade di Roma. Volume primo A-D|2004|Newton Compton Editori|Roma|id=ISBN 88-541-0208-3|cid=Rendina-Paradisi}}
*{{cita libro|Claudio|Rendina|wkautore=Claudio Rendina|coautori=Donatella Paradisi|Le strade di Roma. Volume primo A-D|2004|Newton Compton Editori|Roma|id=ISBN 88-541-0208-3|cid=Rendina-Paradisi}}



Versione delle 20:06, 19 ott 2013

Disambiguazione – Se stai cercando la caserma di Roma antica, vedi Castra Praetoria.
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima stazione della linea B del metrò di Roma, vedi Castro Pretorio (metropolitana di Roma).
R. XVIII Castro Pretorio
Fontana delle Naiadi in piazza della Repubblica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Provincia  Roma
CittàFile:Roma-Stemma.png Roma
CircoscrizioneMunicipio Roma I, Municipio Roma III
Data istituzione20 agosto 1921
Codice118
Superficie1,0374 km²
Abitanti6 467 ab.[1] (2009)
Densità6 233,85 ab./km²
Mappa dei quartieri di
Mappa dei quartieri di

Coordinate: 41°54′23.04″N 12°30′25.56″E / 41.9064°N 12.5071°E41.9064; 12.5071

Castro Pretorio è il nome del diciottesimo rione di Roma, indicato con R. XVIII[2].

Il nome deriva da Castra Praetoria, caserme dove risiedette la Guardia pretoriana in epoca romana.

Lo stemma è il labaro della Guardia pretoriana in oro su sfondo rosso ("di rosso all'insegna dei pretoriani d'oro").

Storia

Il rione nella Roma imperiale apparteneva alla VI Regione, Alta Sèmita, e questo era anche il nome della strada che attraversava la zona, corrispondente grossomodo all'attuale Via XX Settembre.

A quel tempo una cospicua area del futuro rione era malfamata e lugubre poiché qui era il Campus Sceleratus, un vasto appezzamento di terra subito fuori Porta Collina, compreso tra la Via XX Settembre e Piazza dell'Indipendenza, dove venivano sepolte vive le vestali che avevano disobbedito al voto di castità. Qui trovavano posto anche i Castra Praetoria, successivamente inglobati da Aureliano nelle sue mura. I Castra Praetoria erano le caserme della guardia pretoriana costituita da Tiberio tra il 21 ed il 23 d.C.. Più tardi, tra il 298 e il 306 d.C., nella zona tra Piazza della Repubblica, piazza dei Cinquecento, via Volturno e via XX Settembre, furono costruite le immense Terme di Diocleziano, i cui resti sono ancora oggi ben visibili in via Cernaia e piazza dei Cinquecento, per servire i popolosi quartieri del Quirinale, Viminale ed Esquilino. Le terme smisero definitivamente di funzionare nel 537 a causa deltaglio degli acquedotti avvenuto durante la guerra gotica.

Nella zona est di Piazza dei Cinquecento era l'Aggere Serviano, situato nei pressi della scomparsa Porta Viminale, i cui resti ancora giacciono dinanzi alla Stazione Termini. Nel rione erano altre due porte ora scomparse, Porta Collina e Porta Nomentana, la prima appartenente al recinto serviano e la seconda a quello aureliano.

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente Roma cominciò a spopolarsi e la zona, divenuta periferica, insicura e anche priva d'acqua che non fosse di pozzo, come tutte le zone alte di Roma, fu tra le prime ad essere abbandonate. Per secoli il rione conservò nuclei abitativi solo attorno a grandi chiese come S.Prassede, S.Pudenziana e S.Maria Maggiore, grazie anche ai loro conventi.

Il primo a compiere lavori di rinnovamento in zona fu nel Cinquecento Pio IV che aprì la Strada Pia (oggi via XX Settembre - via del Quirinale) e costruì Porta Pia, da cui la via si dipartiva. Successivamente Michelangelo fu incaricato da Paolo III Farnese di costruire la chiesa di S.Maria degli Angeli, utilizzando, per chiesa e convento, una parte di ciò che restava delle Terme di Diocleziano.

Il vero promotore della urbanizzazione rinascimentale del rione fu però Sisto V Peretti, che costruì la Strada Felice (oggi Via Sistina - Quattro Fontane - De Pretis, due chilometri di rettilineo fra l'obelisco di Trinità dei Monti, l'Obelisco Esquilino) e Santa Croce in Gerusalemme, alla quale volle imporre il proprio nome di battesimo - come al nuovo Acquedotto Felice, all'arco su cui passava (ancora esistente in fondo a via Marsala, detto Arco Felice, ma anche Arco delle Pere) e alla fontana-mostra del nuovo acquedotto che doveva finalmente riportare acqua corrente nelle zone alte della città - Esquilino, Monti, Quirinale e Campidoglio - presso la chiesa di San Bernardo alle Terme. Nell'ambito di questi lavori Sisto V implicò anche il quadrivio delle Quattro Fontane, dove la strada Sistina incrociava la Strada Pia, creandovi un punto di sosta panoramica dove la gente veniva d'estate - cosa oggi inimmaginabile - a godersi l'"aria buona". Che la zona fosse di grande interesse per lui, il cardinal Peretti l'aveva dimostrato ancor prima di divenire papa, facendosi costruire una grandiosa villa al limite del Viminale che si estendeva con il giardino riccamente ornato da fontane e portali tra la basilica di S.Maria Maggiore, e le attuali via Marsala e via del Viminale[3].

Nel Seicento si stabilirono qui i Gesuiti che, di ritorno da una missione in Oriente, chiamarono la zona Macao, nome che mantenne fino al secondo dopoguerra e che è attualmente ricordato da una via del rione.

Con l'arrivo dei Piemontesi, anche Castro Pretorio, come gli altri rioni sorti dopo la presa di Roma, venne investito dalla febbre edilizia di fine Ottocento: sorsero immensi cantieri per la costruzione di palazzoni ministeriali di stile umbertino lungo la via XX Settembre, come il ministero del Tesoro e quello della Difesa, vennero aperte grandi arterie come Via Nazionale e via Cavour, nonché la vasta piazza dell'Indipendenza con i giardini al centro e la monumentale piazza della Repubblica, con al centro la fontana delle Naiadi e i due grandi palazzi sabaudi porticati ai lati che ricalcano l'esedra delle Terme, sulla quale la piazza fu costruita. Venne inoltre a crearsi il nucleo originario (quello attuale risale ad una completa ricostruzione novecentesca) della Stazione Termini.

Sempre a questo periodo risalgono importanti e lussuose strutture alberghiere come l'Albergo Quirinale e il Grand Hotel ed anche un signorile teatro, il Costanzi, oggi noto come Teatro dell'Opera.

Sull'area della demolita villa Peretti Massimo sorse tra il 1883 e il 1886 il palazzo Massimo alle Terme, sede a quel tempo del Collegio Massimo, ed attualmente del Museo Nazionale Romano.

Sullo spazio del Castro Pretorio latino sorge oggi la caserma "Castro Pretorio" sede del Raggruppamento Logistico Centrale dell'Esercito Italiano, che può vantarsi di essere, attualmente, la caserma più antica al mondo ancora presidiata da militari.

Simboli

Stemma del rione
Stemma del rione

Il Rione oggi

Il rione ha una maglia viaria di stampo chiaramente piemontese con strade diritte e non troppo larghe a schema ortogonale. Tale urbanistica ottocentesca è riscontrabile soprattutto nella parte del rione compresa tra le Vie XX Settembre, Viale Castro Pretorio, Via del Castro Pretorio e il lungo rettifilo Via Volturno-Via Marsala, con centro nell'ampia Piazza dell'Indipendenza, punto focale di questo spicchio di rione, da cui a raggiera si diparte un reticolo di strade secondarie alle quali sono stati dati nomi che ricordano le località in cui si sono svolte le guerre d'indipendenza. Questa è la zona più popolata del rione, in cui convivono urbanisticamente villini a due piani ridotti quasi tutti ad alberghi e residence, palazzi umbertini adibiti ad abitazioni, uffici e alberghi più o meno lussuose, questi ultimi con lo scopo di ospitare il grande numero di turisti provenienti dalla vicina Stazione Termini. La parte più monumentale del rione, quella più "internazionale" per via del grande flusso di turisti, è ovviamente piazza della Repubblica (già piazza Esedra) con Via Nazionale, il quadrivio delle Quattro Fontane e Via Cavour, importanti arterie di collegamento sia pedonale che veicolare tra la stazione e il centro storico, mèta più ambita di ogni turista.

Confini

Mura aureliane fino al piazzale Sisto V con i quartieri Nomentano e Tiburtino; via Marsala-piazza dei Cinquecento-via Giolitti-via Gioberti-via e piazza Esquilino col rione Esquilino; via A.Depretis con Monti; via delle Quattro Fontane-via XX Settembre fino a largo Santa Susanna con Trevi e via XX Settembre fino a Porta Pia con Sallustiano.

Piazze

Strade

  • Via G. Amendola
  • Via V. Bachelet
  • Via P. Barbieri
  • Via Bezzecca
  • Via Calatafimi
  • Galleria F. Caracciolo
  • Via Castelfidardo
  • Via del Castro Pretorio
  • Viale Castro Pretorio
  • Via Cavour
  • Via Cernaia
  • Via Cesare Balbo
  • Via Curtatone
  • Via M. D'Azeglio
  • Viale E. De Nicola
  • Via A. Depretis
  • Viale L. Einaudi
  • Galleria Esedra
  • Via Esquilino
  • Via Farini
  • Via Firenze
  • Via Gaeta
  • Via Gioberti
  • Via Goito
  • Via del Macao
  • Via Magenta
  • Via D. Manin
  • Via Marghera
  • Via Marsala
  • Via Mentana
  • Via Milazzo
  • Via dei Mille
  • Via Modena
  • Via Montebello
  • Via Napoli
  • Via Nazionale
  • Via V. E. Orlando
  • Via Palestro
  • Via Parigi
  • Via Pastrengo
  • Viale Pretoriano
  • Via Principe Amedeo
  • Via delle Quattro Fontane
  • Via G. Romita
  • Via A. Rosmini
  • Via San Martino della Battaglia
  • Via Sapri
  • Via Solferino
  • Via Sommacampagna
  • Via delle Terme di Diocleziano
  • Via Torino
  • Via Urbana
  • Via Varese
  • Via XX Settembre
  • Via Vicenza
  • Via Villafranca
  • Via di Villa Montalto
  • Via del Viminale
  • Via Volturno

Porte

Edifici

Edifici di culto

Musei

Altri monumenti

Note

  1. ^ Comune di Roma - Ufficio di Statistica. Iscritti in anagrafe al 31-12-2009.
  2. ^ Rendina-Paradisi, 23.
  3. ^ La villa, divenuta villa Montalto Peretti Negroni Massimo, venne demolita subito dopo l'Unità d'Italia per l'urbanizzazione della zona e oggi non ne rimane più alcuna traccia se si fa eccezione per la fontana del Prigione ora trasferita a Trastevere

Bibliografia

  • Nicoletta Cardano, Guide rionali di Roma - Rione XVIII Castro Pretorio, ed. Fratelli Palombi 1999.
  • Claudio Rendina, Donatella Paradisi, Le strade di Roma. Volume primo A-D, Roma, Newton Compton Editori, 2004, ISBN 88-541-0208-3.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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