Coliandro: differenze tra le versioni

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l'autore, Lucarelli, lo ha dotato di nome e cognome e anche se compare raramente rimane pur sempre il suo nome
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Versione delle 17:34, 12 nov 2019

Disambiguazione – Se stai cercando la serie televisiva basata su questo personaggio, vedi L'ispettore Coliandro.
Marco Coliandro
Giampaolo Morelli nei panni di Coliandro
Lingua orig.Italiano
AutoreCarlo Lucarelli
1ª app. inNikita (romanzo)
Il giorno del lupo (serie TV)
Ultima app. inAcqua in bocca (romanzo)
Caccia grossa (serie TV)
Interpretato daGiampaolo Morelli
Caratteristiche immaginarie
SessoMaschio
Professionesovrintendente (romanzo)
ispettore (serie TV)
AffiliazionePolizia di Stato

Coliandro[1][2] è un personaggio immaginario ideato da Carlo Lucarelli e protagonista di alcuni romanzi; ha avuto trasposizioni in una serie a fumetti e in una serie televisiva.

Storia editoriale

Il personaggio esordì nel 1991 nel breve racconto Nikita, presente all'interno della raccolta I delitti del Gruppo 13 (dove Coliandro ci viene presentato come un ispettore della questura di Bologna). A questo segue il romanzo del 1993 Falange armata e, nel 1994, da Il giorno del lupo; questi due romanzi (dove Coliandro è però presentato come un semplice sovrintendente) si rivelano dei successi, e fanno acquisire al personaggio una certa popolarità – in particolare, il romanzo Falange armata ottenne grande risonanza mediatica grazie al fatto che la sua trama "anticipò" inconsapevolmente di un paio d'anni la reale conclusione della vicenda della banda della Uno bianca.[3][4]

Trasposizioni in altri media

Nel 1994 alcune brevi storie sceneggiate da Lucarelli e illustrate da Onofrio Catacchio vengono utilizzate per realizzare un fumetto omonimo, Coliandro. Infine, nel 2006 il personaggio è stato portato sul piccolo schermo, diventando protagonista della serie televisiva L'ispettore Coliandro, basata sui romanzi di Lucarelli e realizzata dai Manetti Bros.

Personaggio

Versione letteraria

Lo scrittore Carlo Lucarelli, ideatore del personaggio

«Minchia!»

Coliandro è un giovane sovrintendente in servizio presso la questura di Bologna. Tutti lo chiamano sempre e solo per cognome.[1][2] La sua famiglia, originaria di Lecce, si trasferì nel capoluogo emiliano qualche anno prima della sua nascita. Coliandro proviene da una famiglia di poliziotti: anche suo padre e suo nonno lo erano; in particolare, suo padre faceva parte della scorta di un giudice, e morì insieme a lui a Palermo, a causa di un'autobomba, cinque anni prima dell'inizio delle vicende letterarie di Coliandro. È single, e da anni ormai non ha una storia seria con una donna.

Coliandro è semplicemente il poliziotto più imbranato e pasticcione di Bologna. All'inizio era in servizio alla squadra mobile, il suo sogno, ma poi ha mandato a monte un'importante operazione antidroga arrestando un carabiniere sotto copertura, e per punizione è stato sbattuto prima all'ufficio passaporti, e poi addirittura allo spaccio alimentare della questura, dove lavora assieme all'agente Gargiulo, un simpatico collega che lo aiuta nel lavoro, dato che Coliandro, pur essendo diplomato ragioniere, con computer e fatture è assolutamente negato. Nonostante questa sistemazione, Coliandro cerca sempre di curiosare in qualche nuova indagine per potersi mettere in luce agli occhi del questore Di Giulio (da cui è però convinto di essere «odiato») e ritornare così alla mobile, contando anche sull'amicizia con il collega Trombetti. Sul lavoro finisce sempre, in un modo o nell'altro, per scontrarsi con Nikita, una giovane ragazza punk che lo aiuta nelle sue indagini, soprattutto quando i due si trovano a investigare in ambienti dove la polizia non è ben vista. Coliandro ha un debole per lei, e ogni volta che si ritrovano a frequentarsi, finisce inevitabilmente per reinnamorarsene.

Pur dichiarando di odiare gli estremismi politici, sia di destra che di sinistra, spesso Coliandro si dimostra vittima dei peggiori luoghi comuni e pregiudizi, che lo portano a essere apparentemente violento, sessista e razzista. Ha una vera e propria avversione verso le donne in polizia, che non ritiene adatte a un lavoro del genere (fosse per lui, dovrebbero semplicemente «starsene a casa»). Si dimostra anche abbastanza intollerante verso gli extracomunitari, prendendosela indistintamente sia con gli zingari lavavetri ai semafori, sia con le prostitute che affollano i viali periferici della città. In realtà, alla luce dei fatti Coliandro è decisamente un poliziotto onesto, sempre pronto a dare tutto per il suo lavoro, anche a costo di rimetterci in prima persona. Tra le sue passioni ci sono i motori: Coliandro è un fan della Formula 1, e ama sfrecciare di notte per la città a bordo della sua auto sportiva rossa; di contro, odia il calcio. Sul lavoro indossa sempre – anzi, è una sua caratteristica – una «orribile» (a detta degli altri) cravatta gialla.

Il suo mito è il classico poliziotto americano dei film d'azione: la sua casa è priva di libri (a eccezione di quelli dei tempi della scuola), e non manca anche qualche rivista osé. In compenso è piena di videocassette di pellicole come Die Hard e Rambo, passando per Arma letale e RoboCop. Sul lavoro molte volte prova a intimidire i sospettati citando qualche celebre battuta di Mel Gibson o Bruce Willis, ma il suo mito assoluto è Clint Eastwood e il suo Harry Callaghan, che cerca sempre di imitare nel parlare e nei modi di fare, anche se con scarsi risultati; prova ne è il fatto che, alla vista di una semplice goccia di sangue, Coliandro sviene immancabilmente come un bambino.

Versione televisiva

L'attore Giampaolo Morelli interpreta Coliandro nell'omonima serie televisiva

Il Coliandro protagonista della serie televisiva L'ispettore Coliandro ricalca per buona parte quello dei romanzi, ma con alcune marcate differenze e caratterizzazioni.

Così come l'attore che lo interpreta, Giampaolo Morelli, il Coliandro televisivo tradisce origini napoletane. Inoltre, in TV Coliandro non appare come semplice sovrintendente, ma già come ispettore, e pur rivelando comportamenti a volte razzisti, si dimostra apolitico e forse ignaro, disinteressato a qualunque forma di politica.

Sul lavoro è anch'egli affiancato inizialmente dai colleghi Trombetti e Gargiulo, ma in questo caso i due personaggi sono molto più dettagliati e più importanti ai fini della trama, mentre nei romanzi assumevano un ruolo marginale. In particolare, Trombetti affianca Coliandro solo nella prima stagione della serie; successivamente l'ispettore si ritrova a collaborare con il nuovo collega Gamberini, un ispettore che – pur tra saltuari scherzi e prese in giro – lo considera come un fratello, e con l'agente Balboni e la sovrintendente Bertaccini, due giovani ragazze molto decise che non si fanno mettere i piedi in testa. Rimane costante invece il rapporto con l'agente Gargiulo, il quale è in pratica uno dei pochi amici fidati di Coliandro all'interno della questura, e che spesso viene coinvolto dall'ispettore nelle sue indagini "personali".

Purtroppo per Coliandro, le sue investigazioni vengono periodicamente ostacolate dal suo capo, il commissario De Zan, e dal sostituto procuratore Longhi (ispirata all'omonimo personaggio che appare brevemente nel romanzo Il giorno del lupo). De Zan, a capo della squadra mobile, considera Coliandro un vero e proprio incompetente, e cerca sempre di levarselo di torno. Così lo assegna a incarichi non investigativi - all'ufficio scomparsi, all'ufficio passaporti, allo spaccio alimentare - ma senza successo, dato che l'ispettore, desideroso di tornare in servizio alla squadra mobile, non perde occasione per intrufolarsi nelle sue indagini. La dottoressa Longhi, donna affascinante ma fredda, condivide appieno il pensiero di De Zan nei confronti di Coliandro, dato che sovente si è vista compromettere un'inchiesta a causa di qualche comportamento poco professionale tenuto dall'ispettore verso l'indagato di turno; nonostante ciò, tra loro due è percepibile per tutta la serie una sottile tensione sessuale, che però non viene mai del tutto a galla.

Come accennato, anche nella serie televisiva Coliandro si ritrova a indagare per proprio conto e contro il volere dei suoi superiori, ma non ha in Nikita la sua partner abituale (la ragazza è infatti protagonista solo del primo episodio, Il giorno del lupo); l'ispettore si ritrova a confrontarsi in ogni episodio con una presenza femminile diversa, in qualche modo legata al caso, e insieme investigano cercando di arrivare alla verità. Come prevedibile, anche stavolta Coliandro si innamora follemente della ragazza di turno, ma alla fine l'ispettore si ritrova inesorabilmente e malinconicamente da solo.

Come la sua controparte cartacea, è un grande appassionato di film polizieschi e d'azione, di cui fa numerose citazioni nel corso delle sue avventure; si rivela inoltre un appassionato lettore di fumetti bonelliani, in particolare Tex e Zagor.

Citazioni e riferimenti

  • Coliandro viene citato nella serie a fumetti della Star Comics Cornelio - Delitti d'autore (che vede tra gli autori proprio Carlo Lucarelli):
    • Nell'albo n. 10, Il fantastico mondo di Biz: a pagina 48, nell'ultima vignetta, nella libreria di Cornelio compare un libro intitolato Coliandro.
    • Nell'albo n. 11, Quando l'ombra della notte: a pagina 43, nella quarta e quinta vignetta, l'ispettore Grazia Negro – per convincere Cornelio a non intralciarla nelle indagini – dice: «e, come direbbe il mio simpatico collega Coliandro, quando una donna in tailleur, pistola e distintivo incontra un uomo in pigiama, carta e penna stilografica... l'uomo in pigiama è un uomo morto».
      Molti lettori della serie Cornelio - Delitti d'autore hanno chiesto alla Star Comics di realizzare una serie a fumetti anche su Coliandro (che già in passato era stato protagonista di alcune brevi storie a fumetti). Nell'editoriale dell'albo n.6, Dario Maria Gulli ha affermato che, pur piacendogli l'idea, non si è mai discusso al riguardo con Lucarelli.
  • Nel romanzo del 2010 Acqua in bocca, scritto a quattro mani da Carlo Lucarelli e Andrea Camilleri, Coliandro fa un breve cameo in un rapporto di polizia, attraverso il quale si scopre che l'ispettore è rimasto coinvolto in una sparatoria avvenuta a Milano Marittima (dove si trovava momentaneamente in punizione), dimostrando anche in quest'occasione tutta la sua incompetenza.

Note

  1. ^ a b Il personaggio, su lorenzograssi.it.
  2. ^ a b Il personaggio viene identificato solo con il suo cognome; il nome «Marco» viene fugacemente rivelato solo una volta nel romanzo Il giorno del lupo, cfr. Carlo Lucarelli, Il giorno del lupo, Einaudi tascabili. Stile libero 504, Torino, Einaudi, 1998, p. 101, ISBN 88-06-14861-3.
  3. ^ Francesca De Sanctis, Italia, i misteri infiniti, in l'Unità, 16 luglio 2002, p. 27 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
    «Sì, è vero, l'ha anticipata, ma senza volerlo. Nel '92 seguivo la vicenda della Uno bianca per Sabato sera, un settimanale di Imola. All'improvviso questa storia è sparita dai giornali e a me, da cittadino, è rimasta una curiosità: ma alla fine chi erano questi della banda? E tra le tante voci che circolavano ce n'era una che mi intrigava: "forse sono poliziotti". Però era solo una voce e a me sembrava la più incredibile di tutte. Mi pareva perfetta per il finale di un libro giallo. E così ho scritto Falange armata. [...] Che poi io ci abbia azzeccato, questo è un caso. Non sapevo nulla di particolare. La realtà è fatta così: quando pensi male ci azzecchi sempre, no?»
  4. ^ Intervista a Carlo Lucarelli, in Inchiostro (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2012).
    «Due anni prima che arrestassero i fratelli Salvi come responsabili delle tremende imprese della "Banda della Uno bianca", io avevo scritto un romanzo intitolato Falange armata, ispirato proprio alle tragiche vicende che stavano insanguinando l'Emilia, la Romagna e le Marche in quegli anni, e che spesso venivano rivendicate da questa fantomatica Falange Armata. Bene, in quel romanzo avevo ipotizzato che a capo della banda ci fosse un poliziotto: di lì a un paio d'anni, con la stessa imputazione ne hanno arrestati quattro»

Bibliografia

Filmografia