Prostituzione in Italia

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In Italia la prostituzione è definita come scambio di servizi sessuali per denaro ed è lecita, mentre è illegale ogni altra attività collaterale come il favoreggiamento, lo sfruttamento, l'organizzazione in luoghi chiusi come bordelli ed il controllo in generale da parti terze. I bordelli vennero banditi nel 1958 dalla legge Merlin, prima firmataria Lina Merlin partigiana. Un eufemismo spesso usato per descrivere le prostitute è in lingua italiana lucciole per chi esercita in strada e squillo per quelle di appartamento.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione nell'antica Roma.
Prostituta in un bordello di Treviso

Nella città di Venezia nel 1358 i bordelli vennero dichiarati indispensabili e le cortigiane raggiunsero un status sociale elevato, fino al XVII secolo.[1]

Regolamentazione

La regolamentazione della prostituzione fu stabilita per la prima volta nel 1861, dopo la unificazione italiana, basandosi sulla Napoleonica réglementation e il Bureau des Moeurs (ufficio governativo per la regolamentazione e registro prostitute). Nel 1859 il decreto di Camillo Benso di Cavour aiutò le truppe francesi in servizio in Italia per il Regno di Sardegna contro l'impero austriaco, autorizzando l'apertura di case di tolleranza in Lombardia. Il 15 febbraio 1860, il decreto divenne "legge Cavour".

La legge Crispi del 29 marzo 1888, proibì la vendita di cibi e bevande, l'assembramento, i balli, i canti nei bordelli, e gli stessi proibiti nelle vicinanze di negozi, scuole e asili. Si stabilì inoltre che le imposte sugli infissi dovessero rimanere chiuse, creando così l'espressione ancora attuale di "case chiuse".

Altro emendamento fu la Legge Nicotera del 1891. Tale legge rese completamente legale la prostituzione in appartamento privato. Vennero creati anche dei sifilicomi (ospedali per prostitute), nella credenza che le stesse portassero malattie veneree.

Prostitute in attesa di clienti in un bordello di Napoli

Questa considerazione di essere portatrici di malattie specifiche da lavoro venne osteggiata dalle stesse prostitute. Durante il fascismo (1922–1943), vennero introdotte misure ancora più restrittive negli anni 1923, 1933 e 1940.

Il sistema venne però ritenuto fallace e come in altre nazioni europee si pensò ad una vera a propria deregolamentazione, che creò confusione tra chi voleva un vero abolizionismo e chi voleva una vera abolizione delle restrizione al meretricio.[2]

Legge Merlin del 1958

La legge Merlin (L75/1958)[3] divenne operativa il 20 settembre 1958. Questa legge, ancora in vigore, abrogò tutti le leggi precedenti in materia e vietò bordelli, e creò il reato di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento della prostituzione. Nello specifico articolo 3.8: chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. Articolo 3.3 specifica luoghi in cui è proibita la prostituzione come case, hotel, sale da ballo, e circoli di intrattenimento. Articolo 5 proibisce il libertinaggio.[4] Articolo 7 proibisce la registrazione e il controllo sanitario.[5][6][7]

Teoria

La legge Merlin segue il modello abolizionista. Ciò che rimane legale è la prostituzione stradale e in appartamento privato in modo autonomo. La legge parla esplicitamente di sole donne e non di uomini.[5][6]

Risultato

La legge ha spinto le donne che esercitavano il meretricio in strada e in appartamenti privati.[8][9] La legge è sostenuta dai movimenti di sinistra Marxista e cattolici. La Democrazia Cristiana pensò di riproporre la legge ammodernizzandola nel 1973, e poi nel 1998 i Democratici di Sinistra. L'intenzione fu quella di riaprire le case di tolleranza. Contemporaneamente la Federcasalinghe[10] spinse per avere controlli sanitari, ma le femministe si opposero.[11]

Le revisioni della legge proposte furono 22 nella legislazione 1996-2001.[5]

Sviluppi della prostituzione da strada da immigrazione

Immigrazione

La prostituzione in Italia diviene maggiormente visibile negli anni '90 con l'aumento della immigrazione dai paesi dell'Est e dall'Africa, iniziata negli anni '70. La dissoluzione della Unione Sovietica, della Jugoslavia, e le politiche d'immigrazioni nuove della legge Martelli del 1990, contribuirono ad un aumento della offerta negli anni 1989-1990, in particolare dalle ragazze polacche. La seconda ondata di prostitute fu dalla Nigeria e Perù, con una vera e propria immigrazione clandestina, una volta spirato il visto turistico e la terza ondata dall'Albania nel 1993-1994. La quarta ondata arrivò nel 1995 dalla Nigeria e Albania, mentre nel 1996-1998, arrivò l'ondata dalla Moldavia, Lituania, e Albania.[8] L'immigrazione divenne più restrittiva con la Legge Turco-Napolitano (40/98).[5][12]

Tra le migranti vi erano ovviamente moltissimi casi di prostituzione forzata a seguito di traffico di persone, incluse minorenni.[8] Una delle risposte al fenomeno fu il taglio dei permessi di soggiorno e il rimpatrio dei clandestini.[5]

Prostituzione da strada

Con l'immigrazione venne evidente ancor di più la prostituzione da strada.[12][13] Le Municipalità hanno tentato di arginare il fenomeno multando clienti dal 1994, inviando a casa verbali di Polizia e sequestrando autoveicoli ma il tribunale di Perugia nel 2000 pose un limite a tale prassi.[14][15] Un cliente si suicidò nello stesso anno.[16]

Un'altra iniziativa fu quella di creare quartieri a luci rosse, come a Mestre nel 1995.[17][18] Un approccio tollerante del tipo "riduzione del danno".[5]

Alcune municipalità hanno creato confusione installando cartelli di attenzione nei quartieri.[19]

Protezioni dei migranti

Originariamente proposta da agenzie internazionali, e approvata dalla Unione europea nel 1996, la causa a favore della protezione dei migranti prostitute fu presa in considerazione da Maria Paola Colombo Svevo (Partito Popolare Italiano (1994)), presidente de Irene, una ONLUS, e da altre organizzazioni cattoliche come la Caritas internationalis.[5]

Mentre era possibile sempre richiedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ciò non lo era in modo automatico per le prostitute. Nel 1996, Livia Turco, ministro delle Politiche Sociali, introdusse il primo permesso per giusta causa per traffico di persone, parte del decreto sulla immigrazione del Governo Dini. L'iniziativa politica per indirizzare la situazione delle donne migranti fu messa in atto da Anna Finocchiaro (Partito Democratico), ministro per le Pari Opportunità. Giorgio Napolitano, ministro degli Interni, annunciò nuove misure nel 1997 per un discorso di sicurezza urbana. Il risultato fu la legge Turco-Napolitano del 1998 (40/98).[20]

Le misure adottate includevano aumenti delle pene per i trafficanti di esseri umani. I permessi di soggiorni per motivi umanitari venivano gestiti e rilasciati dalle Questure. Il permesso obbligava le prostitute a frequentare corsi organizzati da ONLUS; tali organizzazioni prendevano fondi pubblici per l'assistenza delle vittime. L'obbligo di denuncia degli sfruttatori fu rimosso dalla legge Dini. Nella modifica della legge la Turco fu influenzata dalla Commissione per le Pari Opportunità del presidente Elena Marinucci (Partito Socialista Italiano (2007)), che sposò i reclami del Comitato e che tentò di legiferare in merito già nel 1987.

Tra le critiche verso il Comitato vi fu il fatto che talune migranti potessero chiedere protezione senza rinunciare alla attività stessa. Inoltre vi fu il dibattito tra chi sosteneva la scelta libera ed individuale e i fenomeni di coercizione.[5][21]

Legge Carfagna

Fino al 2008, non vi furono leggi contro la prostituzione da strada, altre leggi contro la morale pubblica venivano applicate. Queste venivano utilizzate per criminilazzare il meretricio fuori dalle mura di una abitazione.[22]

Legge 1079

Nel 2008, una nuova legge fu emanata[23] a nome del Ministro Mara Carfagna,[24][25][26][27] e approvata dal Consiglio dei ministri l'11 settembre.[28][29][30]

Scopo

Articolo 1, modifiche alla legge 20 febbraio 1958, n. 75 All'art. 1 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi: "Chiunque esercita la prostituzione ovvero invita ad avvalersene in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con l'arresto da cinque a quindici giorni e con l'ammenda da duecento a tremila euro. Alla medesima pena prevista al secondo comma soggiace chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione o le contratta".

Storia del procedimento legislativo

Il disegno di legge (S.1079) fu introdotto in Senato il 19 marzo 2009.[31][32] Rimane in agenda della coalizione del gruppo politico di Berlusconi.[33][34][35]

Opposizione

La legge venne criticata dalla Chiesa cattolica e dalle stesse prostitute[36][37] harm reduction advocates[38] femministe,[39][40] e gruppi per i diritti umanitari,[41] e avvocati[42][43][44]

Ordinanze del 2008

Il regolamento del 24 luglio 2008 (L.125/08) ha dato maggior potere ai sindaci per contrastare il fenomeno della prostituzione. Il sindaco può emanare un provvedimento di punibilità attraverso sanzioni amministrative come multe, verso i clienti e verso le stesse prostitute stradali, oltre che emanare fogli di via.[6] Il 7 aprile 2011, la Corte Costituzionale con sentenza n. 115/2011 decide che il regolamento comunale antiprostituzione deve avere carattere di urgenza e limitato nel tempo.

Legalità

La prostituzione è lecita, l'organizzazione sotto ogni sua forma di favoreggiamento e sfruttamento è illegale. Lavoratrici del sesso singole in un appartamento sono tollerate. L'adescamento è lecito.

In club come lap dancing non possono avvenire interazioni con le ballerine.[6]

Casi giudiziari

Rischia una condanna per violenza sessuale il cliente della prostituta che dopo il rapporto non le dà il compenso pattuito. Lo ha stabilito la Sezione Terza della Corte suprema di cassazione, con la sentenza 17 dicembre 2009 - 3 marzo 2010, n. 8286.[45]

Teoria

Vi sono tre principali filoni dei dibattiti sulla prostituzione in Italia[5]

  • Permettere alle vittime del traffico di restare in Italia (Legge Turco-Napolitano L40/98)
  • Perseguire i clienti di prostitute minorenni (-18) (Prostituzione minorile)
  • Assistere le prostitute

[6]

Attori

Esistono i Centri antiviolenza per assistere chi è costretto a prostituirsi.[46]

L'organizzazione "diritto leggero" concepisce il diritto della donna di prostituirsi liberamente, supportata da Roberta Tatafiore, di Noidonne.[47]

Minorenni (L. 269/98)

Nel caso in cui gli atti sessuali avvengano consenzientemente in cambio di denaro o altra utilità economica con un minore di 18 anni, anche se maggiore dell'età del consenso, si ha il reato di prostituzione minorile (art. 600-bis, comma 2 c.p.). Oltre a ciò, il minore di anni 18 non può validamente disporre, a scopo sessuale, della propria immagine essendogli tale possibilità preclusa dagli artt. 600-ter e 600-quater. In merito alla possibilità di un eventuale errore relativamente all'età del minore di anni 18 l'articolo '609-sexies' del codice penale specifica che:

«Quando i delitti previsti negli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-octies e 609-undecies sono commessi in danno di un minore degli anni diciotto, e quando è commesso il delitto di cui all'articolo 609-quinquies, il colpevole non può invocare a propria scusa l'ignoranza dell'età della persona offesa, salvo che si tratti di ignoranza inevitabile.»

Organizzazioni

Il gruppo di prostitute Comitato – Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, o CDCP, formato nel 1983 creato dalle prostitute Carla Corso e Pia Covre[48] promuove il lavoro regolare della prostituta. Diverse mozioni parlamentari sono però da allora respinte.[5]

Demografia

Prostituta tratta con un cliente a Torino nel 2005

Nel 2008 uno studio pubblicò un numero di circa 100.000 prostitute in Italia.[49] Nel 2007 un altro studio parlò di 70.000.[50][51] L'ISTAT pubblicò un numero di 50.000 nel 1998.[52]

Nel 2009 un report TAMPEP stimò un numero di straniere prostitute in Italia del 90% sul totale.[53][54] Solo la Spagna aveva numeri simili. Secondo uno studio del 2014 della Comunità papa Giovanni XXIII provengono per il 36% dalla Nigeria, seguite da Romania al 22%, Albania al 10,5%, Bulgaria al 9%, Moldavia (7%), Ucraina (6%) e Cina (5%).[55]

In Romania le prostitute sono per la maggior parte di etnia rom e originarie al 98% del proprio paese. Nei paesi baltici sono russe.

Al 2017 su un dato stimato da 75.000 a 120.000 prositute, la maggior parte proviene dalla Romania e da altri paesi balcanici. Altra parte considerevole sono le nigeriane e le cinesi.[56]

Il traffico di esseri umani viene riportato al 7% del totale delle prostitute.[57][58]

Luoghi

Nel 2008, fu stimato che il 65% delle prostitute era da strada e il 35% da appartamento o club. 20% iniziarono minorenni e il 10% forzate dalla criminalità.[49] Il confine tra strada e appartamento è labile, essendo quelle da strada dedite alcune volte a consumare il rapporto in appartamento.[59]

Salute delle prostitute

Uno studio del 1997/1998 su 142 prostitute da strada di Roma (102 donne, 40 transsessuali) mostrò i seguenti dati:

  • 95% usano preservativi
  • 8% delle donne e 2% dei trans usano sostanze stupefacenti iniettabili
  • 38% delle donne usa contraccettivi
  • 33% hanno avuto aborti volontari nell'anno precedente
  • 38% delle donne e 80% dei trans hanno fatto esami per STD nell'ultimo anno
  • HIV positivi risultano il 6% delle donne e 20% dei trans 4/6 delle donne e 1/8 dei trans sieropositivi usa droghe iniettabili. 5/6 delle donne positive sono italiane.[60]

Su 558 prostitute esaminate a Bologna tra il 1995 e il 1999, solo 1,6% è sieropositivo HIV. Lo studio dimostra che le prositute non hanno correlazione diretta con la diffusione dell'HIV."[52] Pur con dati scientificamente documentati le prostitute vengono ancora additate come diffusori di contagio.[61]

Note

  1. ^ Leggi e Memorie Venete sulla Prostituzione. Lorenji, Venice 1872
  2. ^ Mary Gibson: Prostitution and the State in Italy, 1860–1915., New Jersey, Rutgers University Press, 1986.
  3. ^ Legge 75/58 20 February 1958 "Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui" (detta "legge Merlin") (PDF), su pariopportunita.gov.it (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2016).
  4. ^ 1) che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto; 2) che seguono per via le persone, invitandole con atti o parole al libertinaggio
  5. ^ a b c d e f g h i j Daniela Danna, The never-ending debate, in Outshoorn J (ed.), collana The Politics of Prostitution Cambridge UP, 2004, pp. 165–184.
  6. ^ a b c d e Sexwork|Migration|Health TAMPEP 2009 (PDF), su tampep.eu (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2013).
  7. ^ 3.3 chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze o qualunque locale aperto al pubblico od utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si dànno alla prostituzione.
  8. ^ a b c Francesco Carchedi: Considerations on foreign prostitution in Italy. A background picture. Papers: Revista de sociologia, Departament de Sociologia. Servei de Publicacions de la Universitat Autònoma de Barcelona, Bellaterra. N. 60 (2000), Female Immigration in Southern Europe. p. 85-97 (PDF), su ddd.uab.cat.
  9. ^ Houses of prostitution closed 50 years ago under" Archiviato l'11 agosto 2010 in Internet Archive., Merlin Law. Newsahead 20 September 2008
  10. ^ Federcasalinghe, su donne.it, 21 giugno 2013.
  11. ^ Italians favor reopening brothels. Italy July 5, 2008, su italymag.co.uk, 5 giugno 2008.
  12. ^ a b Daniela Danna. Street prostitution and public policies in Milan. Sex Work and Public Health, 2002 Archiviato il 9 maggio 2006 in Internet Archive.
  13. ^ Leonini L.(ed) Sesso in acquisto. Una ricerca sui clienti della prostituzione. Edizioni Unicopli, Milano 1999.
  14. ^ "'Name and shame' to combat prostitution" Italy, 29 May 2008
  15. ^ Tribunal of Perugia, 2 September 2000
  16. ^ Mafai M. Riaprite quelle case. La Republica, 15 September 2000
  17. ^ Signorelli A, Treppete M. Services in the window: a manual for intervention in the world of migrant prostitution. Asterios, Trieste 2001
  18. ^ Bologna red-light proposal causes stir Italy Aug 20 2007, su italymag.co.uk, 20 agosto 2007.
  19. ^ Prostitutes in the area! Street sign has locals confused in Northern Italian town, su Daily News, New York, 5 aprile 2010.
  20. ^ Legge 6 marzo 1998, n. 40. "Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero." pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12 marzo 1998 – Supplemento Ordinario n. 40, su camera.it.
  21. ^ Fiorensoli MP. (ed.) Donne ch'avete intelletto d'amore. Confronto e riflessioni sulla prostituzione a partire da un punto di vista di donne (Proceedings of the Conference at Modena, 7 November 1998) Rome: Il pese delle donne, 1998.
  22. ^ "Italy-prostitution: Italy poised to sweep away street prostitution" Archiviato il 22 febbraio 2011 in Internet Archive., AFP, 21 December 2002
  23. ^ Disegno Di Legge Recante Misure Contro La Prostituzione, su pariopportunita.gov.it (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2009).
  24. ^ "Former showgirl Mara Carfagna comes under fire for anti-prostitution law". The Times, 12 September 2008
  25. ^ "Topless model turned Italian minister condemns prostitution". Marie Claire, 12 September 2008
  26. ^ Ministry of Equal Opportunities: Minister's Message
  27. ^ Dipartimento per le Pari Opportunità, su pariopportunita.gov.it.
  28. ^ Prostituzione, via libera al disegno di legge Dipartimento per le Pari Opportunità Sept 2008 11
  29. ^ "Italy: Street prostitution a crime" Archiviato il 12 febbraio 2009 in Internet Archive.. GMA News, 9 November 2008
  30. ^ "Italy moves against street walkers" Italy, 12 September 2008
  31. ^ Senate: 16th legislature, su senato.it.
  32. ^ Open Parlomento S.1079, su parlamento.openpolis.it, 13 maggio 2009.
  33. ^ Berlusconi government to ban street prostitution. The Guardian, 5 November 2010
  34. ^ "Decreto Mara Carfagna: scatta la caccia alle prostitute". One Woman, 7 November 2010
  35. ^ Prostituzione:"Il decreto Carfagna è contro i malati di Aids", su giornalettismo.com, 6 novembre 2010.
  36. ^ Italy: New Anti-Prostitution Law Criminalises Street Sex Workers x:talk, su xtalkproject.net, 27 gennaio 2009.
  37. ^ "Sex Workers in Italy protest government plans to criminalise street prostitution" ICRSE, 16 September 2008 [collegamento interrotto]
  38. ^ "Comunicato:No al disegno di legge sulla prostituzione". On the Road. Associazione Onlus Sept 2008
  39. ^ "le donne: corpi che non contano" OGO, 24 September 2008
  40. ^ Striscione femminista per Diritti prostitute. Lucciole 13 October 2008
  41. ^ Osservazioni sul disegno di legge N. 1079 in materia di Prostitzione. Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI)[collegamento interrotto]
  42. ^ Studio Legale Mandolesi, su studiolegalemandolesi.it.
  43. ^ Incontro seminariale: “Le nuove misure contro la prostituzione” Archiviato il 27 luglio 2011 in Internet Archive. LabDiF 29 March 2009
  44. ^ "Il Ministro Carfagna contro la prostituzione." Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive. Prontoconsumatore, 24 September 2010
  45. ^ E’ stupro non versare il compenso alla prostituta - Cassazione penale, sez. III, sentenza 03/03/2010 n° 8286, su altalex.com, 16 luglio 2010.
  46. ^ The Politics of Prostitution: Women's Movements, Democratic States and the ....
  47. ^ Tatafiore R. Sesso al lavoro. Il Saggiatore, Milan 1994
  48. ^ Committee for the Civil Rights of Prostitutes, su lucciole.org.
  49. ^ a b Government set to approve anti-prostitution bill., in Italy Magazine, 10 settembre 2008.
  50. ^ in: Hot Issues, 70,000 Prostitutes in Italy, su impactlab.com, Impact Lab, 26 gennaio 2007.
  51. ^ Italy preparing to punish prostitutes and their clients, su stranitalia.com, 13 settembre 2008.
  52. ^ a b A D'Antuono, F Andalò, E M Carlà e S De Tommaso, Prevalence of STDs and HIV infection among immigrant sex workers attending an STD centre in Bologna, Italy. D'Antuono A, Andalò F, Carlà EM, De Tommaso S. Sex Transm Infect. 2001 Jun;77(3):220, in BMJ, 2 febbraio 2001.
  53. ^ Andrew Rettman, Romanian sex workers most prevalent in EU., in EUobserver, 26 gennaio 2010.
  54. ^ Sex Work in Europe. A mapping of the prostitution scene in 25 European countries. TAMPEP 2009 (PDF), su tampep.eu (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2015).
  55. ^ Prostituzione coatta, il 37% è minorenne. I dati della Comunità papa Giovanni XXIII: "Clienti di ceto medio-alto", su huffingtonpost.it, Huffington Post, 2014.
  56. ^ Quante sono le prostitute in Italia, da dove vengono e chi sono i loro clienti. Si stima che in Italia ci siano tra le 75mila e le 120mila prostitute, per un fatturato da 90 milioni di euro al mese, su tpi.it, 20 settembre 2017.
  57. ^ Carchedi, F., Mottura, G., Picciolini, A., Campani, G. I colori della notte: migrazioni, sfruttamento sessuale, esperienze di intervento sociale (The colours of the night: migration, sexual exploitation, experiences of welfare intervention), Franco Angeli, Milan 2000
  58. ^ Laura Agustin: How to move street prostitution indoors and across borders: Italy and Switzerland. Border Thinking on Migration, Trafficking and Commercial Sex., su nodo50.org, 23 luglio 2009.
  59. ^ Dans la camionnette: Money-sex exchange inside vans: Italy, France Laura Agustin: Border Thinking on Migration, Trafficking and Commercial Sex., su nodo50.org, 2 gennaio 2010.
  60. ^ VERSTER A., DAVOLI M., CAMPOSERAGNA A., VALERI C., PERUCCI C. A. Prevalence of HIV infection and risk behaviour among street prostitutes in Rome, 1997–1998 AIDS Care 2001, vol. 13, no3, pp. 367–372, su cat.inist.fr.
  61. ^ Rosi (PdL), pugno duro contro i clienti delle prostitute, su vivereassisi.it, Vivere Assisi, 14 ottobre 2010.

Fonti

Inchieste governative

Indagine conoscitiva sugli aspetti sociali e sanitari della prostituzione, Camera dei deputati, Commissione XII (affari sociali) 1999, pp. VIII-160, Euro 6,71 (IC13022)

Bibliografia

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  • Romano Canosa/Isabella Colonnello, Storia della prostituzione in Italia dal quattrocento alla fine del settecento, Rome 1989.
  • Mary Gibson, Prostitution and the State in Italy, 1860–1915. Rutgers University Press, New Jersey 1986.
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