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Livia Turco

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Livia Turco

Ministra della salute
Durata mandato17 maggio 2006 –
8 maggio 2008
Capo del governoRomano Prodi
PredecessoreFrancesco Storace
SuccessoreMaurizio Sacconi[1]

Ministra per la solidarietà sociale
Durata mandato18 maggio 1996 –
11 giugno 2001
Capo del governoRomano Prodi
Massimo D'Alema
Giuliano Amato
PredecessoreAdriano Ossicini
SuccessoreRoberto Maroni[2]

Deputata della Repubblica Italiana
Durata mandato2 luglio 1987 –
27 aprile 2006

Durata mandato29 aprile 2008 –
14 marzo 2013
LegislaturaX, XI, XII, XIII, XIV, XVI
Gruppo
parlamentare
X-XI: Partito Comunista Italiano
XII: Progressisti-Federativo
XIII-XIV: DS-L'Ulivo
XV: PD-L'Ulivo
XVI: PD
CoalizioneXII: Progressisti
XIII-XIV: L'Ulivo
XV: L'Unione
XVI: Centro-sinistra 2008
CircoscrizioneX-XI: Torino
XII: Piemonte 2
XIII-XIV: Piemonte 1
XVI: Abruzzo
CollegioXIII-XIV: 15. Collegno
Incarichi parlamentari
XVI legislatura:
Sito istituzionale

Senatrice della Repubblica Italiana
Durata mandato28 aprile 2006 –
28 aprile 2008
LegislaturaXV
Gruppo
parlamentare
PD-L'Ulivo
CoalizioneL'Unione
CircoscrizionePiemonte
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico (dal 2007)
In precedenza:
PCI (1970-1991)
PDS (1991-1998)
DS (1998-2007)
Titolo di studioLaurea in filosofia
UniversitàUniversità di Torino

Livia Turco (Cuneo, 13 febbraio 1955) è una politica italiana.

È stata deputata alla Camera dal 1987 al 2006 e dal 2008 al 2013, senatrice della Repubblica dal 2006 al 2008, ministra per la solidarietà sociale dal 18 maggio 1996 al 11 giugno 2001 nei governi Prodi I, D'Alema I, D'Alema II e Amato II, dove si è occupata della legge n. 40/1998 Turco-Napolitano, e ministra della salute dal 17 maggio 2006 al 8 maggio 2008 nel governo Prodi II.

Nata a Cuneo, in una famiglia cattolica operaia di Morozzo (Cuneo), ha studiato prima nella sua città natale e poi a Torino, dove ha ottenuto il diploma di liceo classico e successivamente ottiene la laurea in Filosofia e svolge svariati lavori tra cui l'insegnante nelle scuole elementari.[3][4][5]

Impegnata in attività di volontariato sociale, e presiedendo la fondazione Nilde Iotti, il 27 dicembre 2017 riceve l'onorificenza di Dama di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana su proposta della Presidenza del Consiglio.[6]

Residente a Roma, si è sposata il 21 gennaio 2006 con Agostino Loprevite, compagno di una vita, ha un figlio: Enrico.[3][5]

Carriera politica

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Nel 1970, nel periodo in cui frequenta il liceo classico, inizia l'attività politica, iscrivendosi alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), l'organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano (PCI), nella sezione di Cuneo.[7]

Nel 1973 si trasferisce a Torino e conferma la sua scelta di militanza politica nel PCI, grazie alla proposta politica avanzata da Enrico Berlinguer del compromesso storico, basata sul dialogo tra le grandi forze politiche popolari e le tradizioni culturali cattolica, laica e di sinistra.

Nel 1978 viene eletta segretaria provinciale della FGCI a Torino, incarico che ricopre per 4 anni, fino al 1982, impegnandosi per i diritti delle donne e diventa anche funzionaria di partito e responsabile della federazione locale delle donne comuniste[7]. Durante quegli anni difficili si occupa della lotta contro il terrorismo, ma anche delle battaglie per superare i manicomi, conquistare la legge per la regolamentazione dell'aborto, per combattere la disoccupazione giovanile, per ottenere il servizio sanitario nazionale approvato nel 1978.

Nel 1983 diventa consigliera regionale del Piemonte, dov'è subentrata nell’ultimo anno di legislatura; alle elezioni amministrative del 1985 viene eletta consigliera comunale di Torino.[5][7]

Elezione a deputata

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Nel 1987 viene nominata responsabile delle donne comuniste nella segreteria nazionale del PCI guidata da Alessandro Natta (su proposta del medesimo segretario generale). Alle elezioni politiche dello stesso anno viene candidata alla Camera dei deputati, tra le liste del PCI nella circoscrizione Torino, risultando eletta deputata con 27.578 preferenze[8]. Nella X legislatura della Repubblica è stata membro della 2ª Commissione Giustizia, oltre ad impegnarsi su nuove leggi per il diritto del lavoro, la tutela della maternità, la legge contro la violenza sessuale nonché per introdurre norme antidiscriminatorie nella Legge per l'elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia[senza fonte].

Svolge il ruolo di Responsabile Nazionale delle Donne Comuniste e poi del PDS dal 1987 al 1994.

Tra altre iniziative, nel 1986 promuove la Carta Itinerante "Dalle donne la forza delle donne", una proposta politica rivolta alle donne per costruire, attraverso una relazione di reciproco riconoscimento, la forza politica delle donne nella società e nella politica ed incidere nell’agenda politica del Paese. Alle elezioni politiche del 1987, le Donne Comuniste ottengono il 30% di elette alla Camera dei Deputati ed il 25% di elette al Senato.

Tra il 15 e 17 aprile 1988 promuove a Roma il Forum Nazionale "Il tempo delle donne", dalla cui elaborazione, scritta dalle donne della Sezione Femminile del PCI assieme ad altre donne, nasce la proposta di legge di iniziativa popolare "Le donne cambiano i tempi". Una legge studiata per rendere più umani i tempi del lavoro, gli orari della città, il ritmo della vita, riconoscere e valorizzare il tempo della Cura. La proposta di legge venne lanciata il 9 aprile 1990 nel corso di una manifestazione nella Piazza del Pantheon a Roma con la presenza e l’intervento di Nilde Iotti. Raccolte in poche mesi 300.000 firme, la proposta di legge fu depositata in Parlamento.[9]

Nel 1989, ormai tra gli esponenti di spicco del partito, si schiera a favore e diventa una dei promotori dello scioglimento del PCI, con la svolta della Bolognina di Achille Occhetto, per dare vita a una nuova formazione politica post comunista, come avviene nel 1991, quando Livia aderisce al Partito Democratico della Sinistra (PDS).[7]

Nel 1995 partecipa alla elaborazione del progetto de L'Ulivo, e viene eletta Presidente della Commissione Nazionale per la parità e le pari opportunità della Presidenza del Consiglio. Si impegna quindi per l'attuazione delle politiche scaturite dalla Conferenza Nazionale delle donne svoltasi a Pechino.

Ministra per la solidarietà sociale

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Livia Turco rieletta alla Camera dei deputati nel 1996

Alle elezioni politiche del 1996 viene candidata nel collegio uninominale di Collegno per la Camera, sostenuta dalla coalizione di centro-sinistra L'Ulivo in quota PDS, e viene rieletta deputata con il 52,83% dei voti contro i candidati del Polo per le Libertà Ermanno Margaglia (33,37%) e della Lega Nord Antonio Dattilo (13,8%). Dopo la vittoria de L'Ulivo di Romano Prodi alle politiche e il successivo incarico di formare un esecutivo presieduto da Prodi stesso, viene proposta come ministro per la solidarietà sociale. Il giorno successivo, il 18 maggio 1996, giura nelle mani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro come Ministro per la solidarietà sociale nel primo governo Prodi, incarico che mantiene nei successivi governi D'Alema, D'Alema II e Amato II fino all'11 giugno 2001.[10]

Provvedimenti

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Come ministra, si è impegna nelle leggi per i diritti dell’infanzia e dell'adolescenza, per le persone disabili, contro le droghe, per i congedi parentali, per la riforma dei servizi sociali. Le leggi più importanti sono: la legge 285/97 “Disposizioni per la promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza; la legge 328/2000 "Disposizioni per un sistema integrato di interventi e di servizi sociali"; la legge 53/2000 "Disposizioni per Il sostegno alla Maternità ed alla paternità, per il diritto alla cura ed alla formazione e per il coordinamento dei tempi della Citta"; Decreto Legislativo 26 marzo 2001 "Testo unico sulla maternità e sulla paternità".

Elabora con il ministro dell'Interno e per il Coordinamento della Protezione civile Giorgio Napolitano la prima legge che disciplinava la materia dell'immigrazione in Italia, la legge 40/1998 e poi decreto legislativo 286/1998.

Nel 2000 depone in parlamento la prima legge di riforma della Cittadinanza per le persone straniere.

Corsa alla Presidenza della Regione Piemonte

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Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni regionali in Piemonte del 2000.

Nel 1998 aderisce alla svolta di Massimo D'Alema dal PDS ai Democratici di Sinistra (DS), per unificare il PDS con altre forze della sinistra italiana, con cui in vista delle elezioni regionali del 2000, accetta di candidarsi alla presidenza della Regione Piemonte, venendo sostenuta dalla coalizione di centro-sinistra L'Ulivo composta da Democratici di Sinistra, Rifondazione Comunista, I Democratici, Centro per il Piemonte (PPI-RI-UDEUR), Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi, Socialisti Democratici Italiani e Partito Pensionati, dove alla tornata elettorale Turco perde la competizione, ottenendo il 39,49% dei voti contro il 51,78% del presidente uscente Enzo Ghigo di Forza Italia.[11]

Incarico nei DS e Ministro della Salute

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Livia Turco accolta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Palazzo del Quirinale

Alle politiche del 2001 viene ricandidata nel collegio uninominale di Collegno alla Camera, sostenuta di nuovo da L'Ulivo in quota DS, e viene di nuovo rieletta deputata con il 56,92% dei voti contro il candidato della Casa delle Libertà, in quota Alleanza Nazionale, Agostino Ghiglia (37,04%) e della Lista Di Pietro Anna Maria Audino (6,05%). Nello stesso anno diventa membro della segreteria nazionale dei Democratici di Sinistra con Piero Fassino, dirigendo il dipartimento Welfare del partito, incarico che mantiene fino al 2006.

Alle elezioni politiche del 2006 viene candidata al Senato della Repubblica, come capolista dei DS nella circoscrizione Piemonte, risultando eletta senatrice[12]. Nel corso della XV legislatura ha fatto parte della 8ª Commissione Lavori pubblici, comunicazioni, venendo sostituita per l'incarico di governo che occupa da Anna Maria Carloni prima e Augusto Massa poi..

Successivamente con la vittoria de L'Unione alle politiche e la seguente nascita del secondo governo presieduto da Prodi, viene indicata come ministro della salute in quota DS, giurando il 17 maggio 2006 nelle mani del neo-presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, incarico che mantiene fino alla sua fine prematura del governo il 7 maggio 2008.[10]

Durante il suo mandato si è occupata di varare il progetto de "Le case della salute" nel 2007, oltre ad emanare il decreto ministeriale che riconosceva l'efficacia terapeutica del THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo), il principio attivo della cannabis, e di altri derivati sintetici, inserendo alcuni farmaci nella tabella delle sostanze psicotrope appositamente prevista dalla legge Fini-Giovanardi.[13]

Ritorno alla Camera

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Nel 2007 aderisce allo scioglimento dei DS, sancito dal congresso di quell'anno, e la sua confluenza nel Partito Democratico (PD), di cui è stata una dei fondatori e con cui alle elezioni politiche del 2008 viene ricandidata alla Camera, come capolista nella circoscrizione Abruzzo, venendo rieletta a Montecitorio[14]. Nella XVI legislatura della Repubblica è stata membro della 12ª Commissione Affari sociali, dove ha ricoperto l'incarico di capogruppo per il PD dal 2008 al 2010, della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e cause dei disavanzi sanitari regionali e dell'Osservatorio della Camera dei deputati sui fenomeni di xenofobia e razzismo, oltre ad impegnarsi per ottenere la legge 38/2010 "Norme per le cure palliative e le terapie antidolore"[senza fonte]..

Alle elezioni primarie del PD nel 2009 sostiene la mozione di Pier Luigi Bersani, ex ministro dello sviluppo economico nel secondo governo Prodi di cui ha fatto parte anche lei, che risulterà vincente con il 53% dei voti[15]. Successivamente viene nominata da Bersani, neo-eletto segretario del PD, presidente del Forum Immigrazione del partito, dove s'impegna nella battaglia per lo ius soli[senza fonte].

In vista delle elezioni politiche del 2013 decide di non ricandidarsi per sua volontà, terminando l'esperienza parlamentare nel 2013 dopo più di 25 anni[11]. Non avendo ancora raggiunto per due anni l’età pensionabile[16], chiede di tornare al lavoro come funzionaria nel partito[17][18]. Richiesta che suscita non poche polemiche all’interno del partito[17], tant'è che sarà lei a dichiarare che il suo impegno sui temi del Forum immigrazione PD prosegue a titolo gratuito, restando però "in aspettativa non retribuita”, come riporta La Repubblica l'8 marzo.[19]

Dopo il parlamento

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Durante la campagna elettorale delle elezioni amministrative del 2016 a Roma, Turco viene indicata dal candidato sindaco del PD Roberto Giachetti, in una diretta Facebook, come assessore ai servizi sociali, welfare e immigrazione nella sua giunta comunale in caso di vittoria[20]; tuttavia Giachetti viene duramente sconfitto al ballottaggio dalla candidata del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi.[21]

Alle primarie del PD del 2017 sostiene, assieme ai torinesi del PD, la mozione di Andrea Orlando, ministro della giustizia nei governi Renzi e Gentiloni ed esponente dell’area socialdemocratica del PD, ma rifiutandosi di candidarsi all'assemblea del PD, ma che tuttavia arriverà secondo con il 19,96% dei voti rispetto al 69,17% del segretario uscente Renzi.[22]

Dal 2013 al 2022 è stata, a titolo gratuito, presidente del Consiglio d’Indirizzo dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), Ente vigilato dal Ministero della Salute.[23]

Dal 2014 è docente nell’ambito del Master Universitario di Secondo Livello in "Diritto delle Migrazioni. Le politiche migratorie. I profili normativi” dell’Università di Bergamo.

Con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Orlando, del 26 maggio 2021 n.120, presiede la Commissione ministeriale “Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza”.[24]

A novembre 2021 il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti la sceglie per la guida dell’Azienda di Servizi alla Persona "Istituto Romano di San Michele".[25] Si dimette dall’incarico il 30 settembre 2023.[26]

Alle primarie del PD del 2023 sostiene la mozione di Elly Schlein, deputata ed ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, che risulterà vincente con il 53,75% dei voti.[27]

Attualmente svolge il ruolo di presidente della "Fondazione Nilde Iotti. Le donne, la cultura, la società", fondata nel 2010 con Marisa Malagoli Togliatti.[28]

  • I nuovi Italiani. L'immigrazione, i pregiudizi, la convivenza, collaborazione con Paola Tavella, Milano, Mondadori, 2006, ISBN 978-88-045-5860-6.
  • Il Muretto. Storie di ordinaria convivenza tra italiani e immigrati, Roma, Donzelli Editore, 2009, ISBN 978-88-603-6341-1.
  • La Repubblica delle donne. Dal diritto di voto alla parità di genere. Settant'anni di conquiste politiche e civili delle donne italiane, Milano, Unicopli, ISBN 978-88-400-1809-6.
  • Per non tornare al buio. Dialoghi sull'aborto, a cura di Chiara Micali, Roma, Ediesse Editori, 2017, ISBN 978-88-230-2042-9.
Dama di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 2017[29]
  1. ^ Lavoro, salute e politiche sociali
  2. ^ Lavoro e politiche sociali
  3. ^ a b Livia Turco, su Camera.it - XVI legislatura, Parlamento italiano.
  4. ^ Livia Turco | Master Studi e Politiche di Genere, su masterstudiepolitichedigenere.it. URL consultato il 30 novembre 2022.
  5. ^ a b c la Repubblica/politica: LIVIA TURCO, su repubblica.it. URL consultato l'11 settembre 2021.
  6. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato l'11 settembre 2021.
  7. ^ a b c d Livia Turco - Ultime notizie su Livia Turco - Argomenti del Sole 24 Ore, su argomenti.ilsole24ore.com. URL consultato il 12 settembre 2021.
  8. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
  9. ^ leg13.camera.it, https://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk0500/relazion/02590a.htm.
  10. ^ a b Livia Turco - Ultime notizie su Livia Turco - Argomenti del Sole 24 Ore, su Argomenti Argomenti del Sole 24 Ore. URL consultato il 12 settembre 2021.
  11. ^ a b Che fine ha fatto Livia Turco? Scopriamo cosa fa oggi l'ex Ministro, su Bigodino, 24 novembre 2020. URL consultato il 12 settembre 2021.
  12. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
  13. ^ Qual è il problema della CANNABIS in Italia?. URL consultato il 17 dicembre 2021.
  14. ^ Eligendo Archivio - Ministero dell'Interno DAIT, su Eligendo.
  15. ^ Turco: «L'esperienza dell'Ulivo non va buttata», su newrassegna.camera.it.
  16. ^ Livia Turco, stipendio pubblico: prima quello del Parlamento, poi quello del Pd |, su Blitz quotidiano, 7 marzo 2013. URL consultato il 12 settembre 2021.
  17. ^ a b Che fine ha fatto Livia Turco? Scopriamo cosa fa oggi l'ex Ministro, su Bigodino, 24 novembre 2020. URL consultato il 12 settembre 2021.
  18. ^ Livia Turco, stipendio pubblico: prima quello del Parlamento, poi quello del Pd |, su Blitz quotidiano, 7 marzo 2013. URL consultato il 12 settembre 2021.
  19. ^ Livia Turco rinuncia allo stipendio del Pd |, su Blitz quotidiano, 8 marzo 2013. URL consultato il 12 settembre 2021.
  20. ^ Roma, Giachetti annuncia la squadra: in giunta sei donne, tra loro Turco e Scozzese, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 12 settembre 2021.
  21. ^ Ballottaggio Roma 2016, Virginia Raggi (M5S) trionfa su Giachetti (Pd): oltre il 67% dei voti per i grillini, su Corriere della Sera, 19 giugno 2016. URL consultato il 12 settembre 2021.
  22. ^ “Delusa da Renzi, il Pd è casa mia ma sono tentata dalla scelta di D’Alema”, su Tiscali Notizie. URL consultato il 12 settembre 2021.
  23. ^ inmp.it, https://www.inmp.it/index.php/ita/Amministrazione-trasparente/Organizzazione/Titolari-di-incarichi-politici-di-amministrazione-di-direzione-o-di-governo/Titolari-di-incarichi-politici-di-amministrazione-di-direzione-o-di-governo-Archivio.
  24. ^ quotidianosanita.it, https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=101838.
  25. ^ Ora Zingaretti ricicla pure Livia Turco, su ilGiornale.it, 7 novembre 2021. URL consultato l'11 novembre 2021.
  26. ^ consiglio.regione.lazio.it, https://www.consiglio.regione.lazio.it/?vw=commissioniNewsDettaglio&id=3570&cid=1.
  27. ^ "Riscatta le donne di sinistra, noi umiliate da Meloni prima premier": l'intervento accorato di Livia Turco per Schlein, su Il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2023. URL consultato il 17 settembre 2025.
  28. ^ https://www.fondazionenildeiotti.it/fondazione.php
  29. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Ministro per la solidarietà sociale della Repubblica Italiana Successore
Adriano Ossicini 18 maggio 1996 - 11 giugno 2001 Roberto Maroni
(Lavoro e politiche sociali)

Predecessore Ministro della salute della Repubblica Italiana Successore
Francesco Storace 17 maggio 2006 - 8 maggio 2008 Maurizio Sacconi (Lavoro, salute e politiche sociali)
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