Sassari sorge su un tavolato dolcemente declinante verso il Golfo dell'Asinara e la Nurra, coltivato a orti e olivi e scavato da profonde valli ricche d'acqua.
L'Università degli Studi di Sassari è l'università più antica della Sardegna, fondata nel XVI secolo, di cui nel 2012 ricorrono i 450 anni d'attività. L'ateneo pubblico conta oggi tredici dipartimenti, gli unici corsi in Veterinaria e Agraria presenti nell'isola, oltre 13000 studenti e sedi gemmate in molti altri centri.
Il sassarese nasce come lingua franca intorno al XII secolo nel periodo delle repubbliche marinare, insieme alla stessa città: il suo impianto corso-toscano ha poi subito influenze liguri, iberiche e soprattutto logudoresi nel corso dei secoli. È parlato in una piccola ma popolata fascia della Sardegna nord-occidentale, che comprende anche Porto Torres, Stintino, Sorso e i dialetti di Castelsardo, e conta circa centomila parlanti. Riconosciuta e tutelata dalla legislazione regionale, continua a vivere di una ricca produzione teatrale, musicale e letteraria, come nella realtà quotidiana.
La "Sassari" è una brigata meccanizzata dell'Esercito Italiano con sede a Sassari. Classificata come "forza di proiezione" è una delle unità più presenti nei teatri operativi in missioni di peacekeeping. Fu costituita nel 1915 in due reggimenti composti in larga parte da soldati sardi, distintisi eroicamente durante la Prima guerra mondiale.
La Discesa dei candelieri (in sassareseFaradda di li candareri o solo Faradda) è la festa più importante della città e una processione religiosa che si svolge ogni 14 agosto. Dieci grandi ceri votivi in legno, macchine a spalla ognuna con otto portatori, attraversano il centro fino alla Chiesa di Santa Maria di Betlem. Ogni candeliere rappresenta un gremio, corporazione medievale di arti e mestieri, impegnato a sciogliere il voto formulato nel XVI secolo alla vigilia dell'Assunzione di Maria per la cessazione della peste, danzando fra la folla accompagnati da pifferi e tamburi fino a mezzanotte. L'usanza potrebbe avere origini ben più antiche, risalenti alla Pisa del XIII secolo e preservate anche a Iglesias, Nulvi e Ploaghe. La grande partecipazione popolare supera le centomila persone, e vede Sindaco e amministratori sottoposti per l'intero corteo al rumoroso giudizio dei concittadini.
La Cavalcata sarda è una manifestazione culturale e folcloristica che si svolge a Sassari ogni anno a fine maggio. Consiste nella sfilata di gruppi folcloristici provenienti da tutta la Sardegna, appiedati o a cavallo, indossando i costumi tradizionali di ogni paese. Lo storico sassarese Enrico Costa la fa risalire sin al 1711, e da allora veniva organizzata saltuariamente, come nel 1899 per la visita del Re Umberto I, ma è soltanto dal 1951, grazie alla felice intuizione del Sindaco del dopoguerra Oreste Pieroni, che la sfilata assume una connotazione turistica e viene tenuta con cadenza annuale. Mentre i gruppi appiedati sfilano per le vie del centro cittadino, interagendo col pubblico e descrivendo storia e particolarità dei loro costumi, cavalli e cavalieri si esibiscono nel vicino Ippodromo Pinna in pariglie e figure acrobatiche. È una delle tre manifestazioni sarde che permette di vedere riuniti tutti i costumi dell'isola insieme alla Sagra del Redentore a Nuoro ed alla Sagra di Sant'Efisio a Cagliari, con la differenza che quella sassarese è l'unica a conservare un carattere squisitamente laico con i gruppi al centro della manifestazione e non a contorno.