Pietro Claver
San Pietro Claver | |
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San Pietro Claver | |
Religioso | |
Nascita | Verdú, Catalogna, 25 giugno 1581 |
Morte | Cartagena, Nuova Granada, 8 settembre 1654 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 16 luglio 1850 |
Canonizzazione | 15 gennaio 1888 |
Ricorrenza | 9 settembre |
Patrono di | Colombia, missioni tra i popoli dell'Africa nera e afroamericani |
Pietro Claver Corberó (Verdú, 25 giugno 1581 – Cartagena, 8 settembre 1654) è stato un religioso spagnolo appartenente alla Compagnia di Gesù; è stato dichiarato santo da papa Leone XIII nel 1888 ed è patrono delle missioni cattoliche tra i popoli dell'Africa nera e afroamericani.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Figlio di un contadino della Catalogna, si laureò nell'Università di Barcellona.
A venti anni incominciò il noviziato nei Gesuiti a Tarragona.
Mentre studiava a Maiorca nel 1605, il portinaio del collegio Fratel Alfonso Rodriguez, pensando di essere ispirato da Dio, ritenne di conoscere quale dovesse essere la missione futura del suo giovane confratello e da quel momento in poi non smise mai di esortarlo a partire per evangelizzare i possedimenti spagnoli in America.
Pietro obbedì, e nel 1610 sbarcò a Cartagena, dove per 44 anni fu missionario tra gli schiavi afroamericani in un periodo in cui ferveva la tratta degli schiavi.
Educato alla scuola del missionario Alfonso de Sandoval, Pietro si dichiarò Aethiopum semper servus ovvero "schiavo degli africani per sempre"; da persona timida e insicura delle proprie capacità, diventò un organizzatore caritatevole, ardito e ingegnoso.
Ogni mese, quando veniva segnalato l'arrivo di nuovi schiavi, stipati nelle stive delle navi, Claver usciva in mare con il suo battello per incontrarli; portando loro cibo, soccorso e conforto, guadagnandosi così la loro fiducia. Per insegnare a così tante persone che parlavano dialetti diversi, Claver riunì a Cartagena un gruppo di interpreti di varie nazionalità e li fece diventare dei catechisti.
Mentre gli schiavi stavano rinchiusi a Cartagena, aspettando di essere acquistati e destinati a differenti località, Claver li istruiva e li battezzava. Nelle domeniche di Quaresima li riuniva, li interrogava riguardo alle loro necessità e li difendeva contro i loro oppressori. Questo lavoro causò a Claver difficili prove, e i mercanti di schiavi non erano i suoi soli nemici.
Fu accusato di incauto zelo e di avere profanato i sacramenti, dandoli a creature che "a malapena possedevano un'anima". Le donne della buona società di Cartagena si rifiutavano di entrare nelle chiese dove Claver aveva riunito i suoi "negri". I superiori di Claver furono spesso influenzati dalle molte critiche che arrivavano ai loro orecchi. Nondimeno Claver continuò la sua missione, accettando tutte le umiliazioni e aggiungendo penitenze rigorose alle sue opere di carità. Gli mancava l'aiuto degli uomini, ma riteneva di avere forza da Dio. Durante la sua vita battezzò e istruì nella fede più di 300 000 neri.[1]
Il culto[modifica | modifica wikitesto]
Fu beatificato il 16 luglio 1850 da Pio IX e canonizzato il 15 gennaio 1888 da Leone XIII, lo stesso giorno di Alfonso Rodríguez. La sua ricorrenza si celebra il 9 settembre.
Il 7 luglio 1896 fu proclamato patrono di tutte le missioni cattoliche tra i neri.
In suo nome è stata fondata nel 1909, dal giosefita Conrad Friedrich Rebesher, l'organizzazione di cattolici laici Cavalieri di Pietro Claver (Knights of Peter Claver).
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) St. Peter Claver, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Pietro Claver, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Pietro Claver, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 32791962 · ISNI (EN) 0000 0000 6136 3332 · LCCN (EN) n80162309 · GND (DE) 118740458 · BNF (FR) cb119952710 (data) · NLA (EN) 56963118 · BAV (EN) 495/28772 · CERL cnp00399300 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80162309 |
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