Passo del Settimo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Passo del Settimo
Passo del Settimo, versante sud
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Regione  Grigioni
ProvinciaRegione Albula
Regione Maloja
Località collegateBivio
Casaccia
Altitudine2 310 m s.l.m.
Coordinate46°25′12″N 9°38′16.8″E / 46.42°N 9.638°E46.42; 9.638
Altri nomi e significatiSeptimer Pass (tedesco)
Pass da Sett (romancio)
InfrastrutturaSentiero con tracce dell'antica strada romana
Costruzione del collegamentoepoca romana
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Svizzera
Passo del Settimo
Passo del Settimo

Il passo del Settimo (romancio Pass da Sett, tedesco Septimerpass) è un valico alpino delle Alpi Retiche occidentali. Collega le valli grigionesi della val Sursette e la val Bregaglia.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista orografico il valico separa nelle Alpi Retiche occidentali le Alpi del Platta ad ovest dalle Alpi dell'Albula ad est. In direzione nord-ovest a 6 chilometri si trova il paese di Bivio 1770 m s.l.m. nella val Sursette e a 4 chilometri in direzione sud-est si arriva al villaggio di Casaccia 1458 m s.l.m.

Il passo si trova sullo spartiacque dei due grandi bacini europei del Reno a nord e del Po a sud.

Fondamentale all'epoca dei Romani, perse il suo ruolo con l'apertura del San Gottardo. Presente fin dall'alto medioevo l'ospitale sul passo denominato come Xenodochium sancti Petri, sorto per ospitare i viandanti ed i pellegrini, ricostruito nel 1100 ca. contemporaneamente alla cappella, fu attivo fino al XVI secolo; presso i resti dell'ospizio medievale furono rinvenuti frammenti di ceramica ed una moneta d'argento di epoca romana. Al passo la tradizione ricorda il passaggio nel 612 del santo missionario ed abate irlandese san Colombano con una targa in bronzo, egli dopo le missioni dell'evangelizzazione degli Alemanni anche in Svizzera e lungo il lago di Costanza, con varie fondazioni monastiche, lasciò il monaco Gallo e risalendo il fiume Reno e il Reno Posteriore passò con i suoi monaci in Italia[1][2][3][4][5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN244366237 · GND (DE7832920-6