Massimo Troisi

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[[File:Troisiof1.jpg|thumb|Massimo Troisi


David di Donatello [[David di Donatello al miglior attore]] 1981]]

Massimo Troisi (San Giorgio a Cremano, 19 febbraio 1953Ostia, 4 giugno 1994) è stato un attore, regista e sceneggiatore italiano, ricordato soprattutto per essere stato l'esponente della nuova comicità napoletana (portata alla ribalta dal gruppo teatrale La Smorfia nella seconda metà degli anni settanta), assieme a Lello Arena ed Enzo Decaro.

Nel 1996 fu candidato ai premi Oscar come miglior attore e miglior sceneggiatura non originale per il film Il postino. Scomparve prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche[1] di cui soffriva sin dall'età di dodici anni.

Da una classifica stilata dalla federazione italiana psicologi nel 1997, Massimo Troisi risultava essere un mito per la maggior parte dei giovani.[2]

Biografia

L'infanzia e la malattia cardiaca

Nacque il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, cittadina alle porte di Napoli, da Alfredo Troisi, macchinista ferroviario, e da Elena Andinolfi, casalinga. Crebbe in una famiglia molto numerosa; abitò infatti nella stessa casa con i genitori, cinque fratelli, due nonni, gli zii e i loro cinque figli[3]. Troisi si diplomò geometra all'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Eugenio Pantaleo" di Torre del Greco. Contemporaneamente scrisse anche alcune poesie in dialetto ispirate a Pasolini, il suo autore preferito.

Nel 1972 a Troisi venne diagnosticata un'anomalia cardiaca che lo obbligò, nel 1976, a recarsi negli Stati Uniti per un intervento alla valvola mitralica; alle spese del viaggio contribuì una colletta organizzata, tra gli altri, dal quotidiano di Napoli Il Mattino[4]. L'operazione venne eseguita a Houston dal professor Michael E. DeBakey ed ebbe buon esito, tanto è vero che Troisi riprese la sua carriera teatrale poco tempo dopo[5]. Troisi non amava parlare della sua malattia, tanto è vero che solo i familiari e gli amici intimi erano a conoscenza dei suoi problemi di salute[6]

I primi anni in teatro

Troisi cominciò la sua carriera di attore, dal 1969, nel teatro parrocchiale della Chiesa di Sant'Anna insieme ad alcuni amici d'infanzia (tra cui Lello Arena, Nico Mucci, Valeria Pezza)[5]. Successivamente il gruppo affitterà un garage in via San Giorgio Vecchio, 31 che verrà chiamato Centro Teatro Spazio, dove verranno rappresentati diversi spettacoli in stile pulcinellesco, al quale si aggiunge una commedia scritta dallo stesso Troisi: Si chiama Stellina[5]. Al gruppo si aggiungerà successivamente anche Vincenzo Purcaro, che più tardi cambierà il suo cognome in Decaro[5].

Dopo il ritorno di Troisi dagli Stati Uniti, dove si era recato per l'intervento chirurgico, il gruppo del Centro Teatro Spazio si assottiglia e nasce quello de I Saraceni che, oltre all'attore napoletano, comprende anche Enzo Decaro e Lello Arena[5]. In seguito il gruppo cambierà definitivamente nome in La Smorfia, voluto proprio dallo stesso Troisi in quanto « è un riferimento, tipicamente napoletano, a un certo modo di risolvere i propri guai: giocando al Lotto, e sperando in un terno secco... la "smorfia", infatti, non è altro che l'interpretazione dei sogni e dei vari fatti quotidiani, da tradurre in numeri da giocare a lotto»[7].

Dopo alcuni spettacoli al Teatro Sancarluccio di Napoli, il gruppo ha un rapido successo che gli consente di approdare prima al cabaret romano La Chanson e ad altri spettacoli comici in tutta Italia, poi alla trasmissione radiofonica Cordialmente insieme, e infine in televisione, dove il trio partecipa ad alcuni programmi tra i quali Non stop (1977), La sberla (1978) e Luna Park (1979). L'ultimo spettacolo teatrale del trio è Così è (se vi piace), citazione del Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello[5].

Il successo al cinema

Dopo aver lasciato la Smorfia, Troisi decise di intraprendere la carriera cinematografica. Mauro Berardi gli propose un film di Luigi Magni, "'O Re", dedicato a re Francesco II di Borbone, che lui però rifiutò in favore di Ricomincio da tre, pellicola nella quale debuttò sia come attore che come sceneggiatore e regista[8]. Il film, acclamato dalla critica, consentì a Troisi di ottenere due Nastri d'argento per il miglior regista esordiente e per il miglior soggetto e due David di Donatello per il miglior film e per il miglior attore.

Troisi con Lello Arena in Scusate il ritardo

L'anno seguente accettò di dirigere uno speciale televisivo trasmesso da Rai Tre per la serie Che fai, ridi?, dedicato ai nuovi comici italiani di inizio anni ottanta, Morto Troisi, viva Troisi!, con Marco Messeri, Roberto Benigni, Lello Arena e Carlo Verdone[9].

Sempre nel 1982, tornò a recitare al fianco di Lello Arena nel film No grazie, il caffè mi rende nervoso, nel quale un fanatico e invasato difensore delle tradizioni napoletane (pizza, sole e mandolino), cercando in tutti i modi di impedire lo svolgimento del "Primo Festival Nuova Napoli", simbolo della novità usurpatrice della tradizione, finisce col provocare la morte di Troisi, in un vicolo, dentro un organetto e con la pizza in bocca. Di questo film sono da ricordare in particolare i monologhi di Troisi nell'albergo, al commissariato e dal giornalaio.

La successiva tappa della carriera cinematografica è del 1983, con Scusate il ritardo, nel quale il protagonista è simile nei caratteri al Gaetano del film precedente, ma più timido e impacciato; è incapace di consolare un suo amico in crisi affettiva ma è a sua volta incapace di amare la sua donna. Il titolo del film è un riferimento sia al troppo tempo trascorso dal film precedente, del 1981, sia ai diversi tempi dell'amore e alla non sincronia dei rapporti di coppia[10].

Troisi con Paolo Bonacelli e Roberto Benigni in Non ci resta che piangere

Altro grande successo di pubblico (ma non di critica) lo ottenne nel 1984 con Non ci resta che piangere, unico film a fianco di Roberto Benigni, da lui molto lontano per lingua e gestualità. Il film - basato su una trama elementare - è ricco di citazioni storiche e rimane comunque nell'immaginario collettivo per le invenzioni e le gag di Troisi e Benigni. Mario (Troisi) e Saverio (Benigni), trovato chiuso un passaggio a livello, passano la notte in una locanda, ma la mattina scoprono di essersi risvegliati a "Frittole", nel 1492. Devono adeguarsi alla vita dell'epoca pur sperando di rientrare nel loro mondo. Fra le tante gag è da menzionare la scena della scrittura di una lettera a Girolamo Savonarola, chiara citazione dell'analoga scena interpretata da Totò e Peppino De Filippo in Totò, Peppino e... la malafemmina.

Inoltre, nel 1986 Troisi ebbe un piccolo ruolo nel film diretto da Cinzia Torrini, Hotel Colonial, girato in Colombia, nel quale tenta la carta del cast internazionale. Troisi interpreta un traghettatore napoletano emigrato in Sudamerica che aiuta il protagonista nella ricerca del fratello.

Nel 1987 fu attore e regista in Le vie del Signore sono finite, ambientato durante il periodo fascista; interpretò il ruolo di Camillo Pianese, un invalido "psicosomatico", assistito dal fratello Leone (l'inseparabile amico di sempre Marco Messeri), lasciato dalla sua donna e che si trova a consolare un suo amico, malato autentico e innamorato della stessa donna senza essere ricambiato. Il film vinse il Nastro d'argento alla migliore sceneggiatura.

Nel triennio seguente collaborò come attore con Ettore Scola in tre film, i primi due con Marcello Mastroianni: Splendor (1988), in cui è proiezionista di un cinema prossimo alla chiusura[11]; Che ora è? (1989), sui rapporti conflittuali tra padre e figlio[11], per il quale venne premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, ex aequo con Mastroianni, alla Mostra del Cinema di Venezia; e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), dove interpretò Pulcinella, presentato in anteprima alla 41ª edizione al "Berlin International Film Festival"[12].

L'ultima regia di Troisi, dove è anche sceneggiatore e protagonista, è quella di Pensavo fosse amore... invece era un calesse del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri.

Relazioni

Troisi è stato legato sentimentalmente ad Anna Pavignano, con la quale ha avuto anche un sodalizio artistico durato fino alla sua morte, a Jo Champa, conosciuta sul set de Le vie del Signore sono finite[13], a Clarissa Burt e a Nathalie Caldonazzo, con la quale rimarrà legato fino alla sua prematura scomparsa.

Anna Falchi, nel 2008, ha rivelato di aver avuto una relazione segreta con Troisi, presubilmente all'inizio degli anni novanta, quando l'attore era però già fidanzato.[14]

Stile e comicità

L'ispirazione alla famiglia

Troisi ha più volte preso ispirazione dalla sua famiglia per alcuni sketch televisivi e teatrali. Nel corso di un'intervista a Vite straordinarie riguardo l'attore napoletano, Renato Scarpa ha raccontato che la comicità di Troisi scaturisce dalla famiglia stessa dell'attore, e ne sono una prova i moltissimi aneddoti che la madre raccontava ai suoi figli dopo essere tornata dal mercato.[6] Ricorrenti sono anche le apparizioni televisivi in cui Troisi parlava della sua famiglia, sottolineando le caratteristiche di alcuni dei suoi familiari, specialmente il nonno e la nonna, che Troisi definiva i "capocomici". Anche ne La Smorfia, Troisi si ispira alla sua famiglia per realizzare alcuni sketch. Ad esempio, nello skecth Il basso, Troisi racconta: «Cioè io mi ricordo a me... veniva mia nonna, no? Prendeva la pelle tra due dita, [...] faceva l'iniezione, lasciava e io non sentivo proprio dolore. È che mia nonna se le faceva sul dito tutte quante. [...] Quaranta iniezioni di vitamine, che io ne avevo bisogno, [...] tutte quante sul dito! Mia nonna mi ricordo aveva fatto ’nu braccio ’e chesta manera!»; a Pippo Baudo rivelò come la battuta fosse ispirata a un fatto reale riguardo suo nonno che, invece di mescolare i flaconcini con la medicina e quelli con l'acqua distillata, la nonna iniettò solamente quest'ultima e, nonostante l'errore, il nonno diceva di sentirsi meglio.[15] Anche nei suoi film, Troisi si è ispirato alla sua famiglia per realizzare nuovi personaggi o situazioni: ad esempio, in Ricomincio da tre la scena del matrimonio della sorella, interpretata da Cloris Brosca, si ispira davvero al matrimonio della sorella dell'attore,[16] mentre in Scusate il ritardo, il personaggio del fratello che fa l'attore comico di successo (interpretato da Franco Acampora) era un personaggio autobiografico.[17]

Filmografia

Attore

Regista

Sceneggiatore

Riconoscimenti

Riconoscimenti postumi

Nel 1996, a due anni dalla sua morte, a San Giorgio a Cremano è stato istituito in sua memoria il Premio Massimo Troisi, mentre nel 2003 gli è stato dedicato un museo[21].

Nel 2009 all'attore è stato dedicato il nome della ciclofficina popolare nel centro storico di Napoli[22].

Dediche

Nel 2008 Pino Daniele ha ricordato Troisi dedicandogli il suo cofanetto di successi Ricomincio da 30, uscito nei negozi il 16 maggio 2008. Sul retro del libretto allegato al lavoro discografico si possono leggere le seguenti parole dedicate all'attore scomparso: Caro Massimo questo progetto è dedicato a te. Nu Bacio! Pino.[23]

Note

  1. ^ (EN) Michael Radford, Massimo Troisi: the postman who always delivered, in The Guardian, 31 marzo 2011. URL consultato il 19 aprile 2011.
  2. ^ Falcone, un mito per i giovani, in la Repubblica, 15 giugno 1997, p. 21. URL consultato il 23 settembre 2011.
  3. ^ Lo stesso Troisi, in un'intervista, disse: «In sei figli, con mamma, papà e parenti a casa eravamo diciassette persone. Ecco perché ho questo senso della comunità così spiccato. Ecco perché quando ci sono meno di quindici persone mi colgono violenti attacchi di solitudine», in Massimo Troisi, Il mondo intero proprio, Mondadori, 2004.
  4. ^ Senza Massimo Troisi non ci resta che piangere, in Gossip.FanPage.it, 4 giugno 2011. URL consultato il 10 gennaio 2012.
  5. ^ a b c d e f Massimo Troisi 1971-1979, su italiamemoria.it. URL consultato il 10 gennaio 2012.
  6. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore vitestraordinarie
  7. ^ Troisi e La Smorfia..., su portanapoli.com. URL consultato il 10 gennaio 2012.
  8. ^ Il grande Troisi 08: Ricomincio da tre, La Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera
  9. ^ Morto Troisi, Viva Troisi!, su international.rai.it, Rai Italia. URL consultato il 20 novembre 2010.
  10. ^ Matilde Hochkofler, Massimo Troisi. Comico per amore, Marsilio, 1998. ISBN 88-317-6899-9
  11. ^ a b NY Times: Splendor, in NY Times.com. URL consultato il 1º aprile 2009. Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "NY Times.com" è stato definito più volte con contenuti diversi
  12. ^ Berlinale: 1991 Programme, in berlinale.de. URL consultato il 26 marzo 2011.
  13. ^ Joe Champa, su webcache.googleusercontent.com. URL consultato l'11 gennaio 2012.
  14. ^ Anna innamorata di Massimo Troisi, su gossip.excite.it, 6 agosto 2008. URL consultato l'11 gennaio 2012.
  15. ^ Morto Troisi, viva Troisi!, su cinemavvenire.it, CinemaAvvenire.it, 15 giugno 2004. URL consultato il 10 gennaio 2012.
  16. ^ Massimo Troisi Ricomincio da tre, su quicampania.it. URL consultato il 10 gennaio 2012.
  17. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ritardo
  18. ^ Globo d'oro - Cronologia, su stampa-estera.it, Associazione della Stampa Estera in Italia. URL consultato il 28 giugno 2011.
  19. ^ Massimo Troisi, su grolledoro.com. URL consultato il 28 giugno 2011.
  20. ^ Cronologia Premi Vittorio De Sica, su premivittoriodesica.it. URL consultato il 28 giugno 2011.
  21. ^ Antonio Tricomi, Apre il museo dei mille ricordi dedicati all'attore, in la Repubblica, 20 febbraio 2003, p. 10. URL consultato il 21 settembre 2010.
  22. ^ Quello che, servizio di Patrizia Senatore, Rai 2, 24 luglio 2010.
  23. ^ http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:W6YOSOG2LXIJ:spazioinwind.libero.it/pinodaniele/troisi.html+pino+daniele+massimo+troisi&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it. URL consultato l'11 gennaio 2012.

Bibliografia

Voci correlate

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