Granarolo (azienda)

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Granarolo
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1957 a Bologna
Sede principaleBologna
Persone chiave
  • Gianpiero Calzolari (Presidente)
  • Filippo Marchi (Direttore Generale)
SettoreAlimentare
Prodottilatte e panna, burro, yogurt e dessert, formaggi freschi, formaggi stagionati e semi stagionati, pasta, bevande vegetali e alternative vegetali allo yogurt, gastronomia vegetale e cibi non convenzionali .
Fatturato1,280 miliardi di [1] (2020)
Utile netto15,8 milioni di [1] (2020)
Dipendenti2772 (2019)
Slogan«Dal 1957 italiana bontà»
Sito webwww.granarolo.it

Granarolo è un gruppo societario italiano, fondato nel 1957 con sede a Bologna.

Opera nel settore lattiero-caseario (latte, yogurt, dessert, gelati, panna fresca e a lunga conservazione, formaggi freschi e stagionati e alimenti per l'infanzia a base di latte), pasta secca, aceto balsamico di Modena IGP e condimenti, salumi e alimenti vegetali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La creazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1957 a Granarolo dell'Emilia (BO) viene fondato il Consorzio Bolognese Produttori Latte con lo scopo di produrre, trasformare e commercializzare il latte, adottando il nome Granarolo come marchio per la commercializzazione del latte.

Nel 1972 entra nel consorzio la Cooperativa Felsinea Latte dando vita al Consorzio Emiliano-Romagnolo Produttori Latte (CERPL) a cui in seguito aderiscono la Cooperativa Latte Estense di Ferrara, la Cooperativa Produttori Latte di Forlì, la Cooperativa di Ravenna e la Cooperativa di Rimini. Successivamente il consorzio CERPL acquisisce l'azienda bolognese produttrice di gelati Sanbon.

Nel corso degli anni ottanta la Cooperativa Latte Estense di Ferrara e la Cooperativa Produttori Latte di Forlì usciranno dal consorzio parallelamente aderirà al CERPL il Consorzio Granterre di Modena e verranno acquisite la Daunia Natura di Foggia, la Sogecla di Anzio e la Cooperativa Latte Verbano di Novara (quest'ultima fallita nel 1992).

Il Consorzio Granlatte e Granarolo S.p.A.[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991 è nominato presidente Luciano Sita (ex direttore generale di Conad, esponente di Legacoop) con il compito di fare la fusione con un'altra grande cooperativa del latte, la Giglio-Latterie Riunite di Reggio Emilia guidata da Alberto Galaverni e con la sede in un palazzo sull'autostrada del sole, in modo da competere alla pari con Parmalat. Si trova invece come obiettivo primario il salvataggio dell'azienda che, con un fatturato di 542 miliardi di lire, ha un bilancio "completamente dissestato".[2] Sono così avviate tra le polemiche pesanti iniziative, dal taglio sui prezzi del latte conferito dagli allevatori alla chiusura dello stabilimento di Ferrara e alla vendita di immobili. Una volta che i conti economici sono diventati un po' più sostenibili, riprendono le lunghe trattative per la fusione con le Latterie Riunite che non vanno però in porto dopo aver costituito una società paritetica fra i due gruppi nella quale avrebbero dovuto gradualmente confluire le attività di entrambi:[3] alla fine del 1992 Giglio e Latterie Riunite, in una situazione fallimentare mascherata da tempo (buco accertato di 70 miliardi),[4] sono comprate per 50 miliardi dalla Parmalat.

Sempre nel 1992 il CERPL dà vita alla società Granarolo Felsinea S.p.A., una ristrutturazione societaria realizzata con la collaborazione dello studio Luigi Guatri di Milano e pensata per l'obiettivo ormai fallito con Reggio Emilia. Il passaggio da cooperativa a società per azioni e quindi il passaggio di marchi e mercato ad una SpA (accolto anche da critiche feroci nel mondo cooperativo) crea plusvalenze che permettono all'azienda di fronteggiare la crisi economica che non è finita, anzi si è aggravata con la svalutazione della lira. All'inizio del 1993 la società non ha più soldi e i fornitori non fanno più credito. Viene così varato un nuovo piano di salvataggio con un pesante taglio dei costi che toccano anche i dipendenti: 143 persone su 1.131 sono lasciate a casa.

Le acquisizioni degli anni Novanta riguarderanno le aziende: Dilat S.p.A. di Soliera, Latte San Giorgio di Locate di Triulzi (MI) nel 1994, Interpack S.r.l. di Gualtieri (Reggio Emilia), Latte Cerulli di Teramo, Fiore S.r.l. di Udine, e Sail S.p.A. di Bari (operante in Puglia con il marchio 'Perla')

Nel 1998 il consorzio che controlla la Granarolo Felsinea S.p.A. assume il nome di Granlatte e l'anno successivo la Granarolo Felsinea assume il nome di Granarolo S.p.A.

2000-2010: continua la campagna di acquisizioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2000 la Granarolo compie ulteriori acquisizioni: La Centrale del Latte di Milano per 129,2 miliardi di lire[5] (battendo all'asta in una corsa al rialzo partita da 107 miliardi la concorrenza della Yomo), la Vogliazzi Specialità Gastronomiche di Vercelli per 15 miliardi (l'idea della Granarolo è di arricchire le prospettive aziendali con la gastronomia fresca in vista della quotazione in Borsa, cosa che sarà poi rinviata e la Vogliazzi sarà quindi rivenduta), la Centrale del Latte di Viterbo "Alto Lazio", la metà del capitale della Centrale del Latte di Calabria S.p.A. e la Latte Bianchi di Mogliano Veneto (Treviso). Salta invece l'acquisizione della Centrale del latte di Vicenza (aggiudicata per 58 miliardi in una gara con la Centrale del latte di Torino) per il no dell'Antitrust. Motivo: rischio di posizione dominante.[6]

Inoltre nel 2004 acquisisce "con una trattativa complicatissima"[7] dalla famiglia Vesely il gruppo Yomo (talmente in sofferenza[8] da avere dato in pegno a Banca Intesa il 96% delle azioni e da essere di fronte ad un bivio: concordato o fallimento),[9] comprendente i marchi Yomo, Torre in Pietra (escluso Latte), Mandriot, Pettinicchio e Merlo; e gli stabilimenti di Pasturago (Yomo), Sermoneta (Pettinicchio) ed Acqui Terme (Merlo).[10]

Del gruppo ex Yomo faceva parte anche la CSL- Centro sperimentale del latte, deputata alla produzione di fermenti lattici per uso alimentare e farmaceutico (ceduta al Gruppo Sacco nel 2013). La famiglia Vesely chiede il concordato preventivo del gruppo, la cui procedura si chiude il 23 marzo 2006. A quella data si perfeziona anche il closing dell'operazione: la Granarolo paga nel complesso l'acquisizione della Yomo 140,8 milioni di euro, grazie anche ad un finanziamento di 71 milioni di Banca Intesa. Un'operazione onerosa che lascia segni pesanti nel bilancio Granarolo del 2006[11] e anche in quello del 2007. Sempre nel 2006 lo "storico" stabilimento della Centrale del Latte di Milano è chiuso. La produzione è trasferita nell'impianto ex Yomo di Pasturago.

Nel corso del 2008 una riorganizzazione del gruppo porta al ricorso alla cassa integrazione, alla chiusura della società controllata Agriok (operante nel settore della tracciabilità di filiera), la chiusura dello stabilimento di Rimini, la cessione del caseificio di Sermoneta (mantenendo però il marchio Pettinicchio) e di Acqui Terme (cedendo il marchio Merlo).

Nonostante questi problemi finanziari, Sita cerca anche di realizzare un progetto che porta avanti da tempo dopo l'uscita di scena di Calisto Tanzi nel 2003 e il crack Parmalat che finisce in amministrazione straordinaria con Enrico Bondi nel ruolo di commissario: creare una grande impresa lattiero-casearia italiana aggregando Granarolo e Parmalat in modo da competere con Danone e Lactalis ed evitare nello stesso tempo che Parmalat possa essere venduta all'estero. Con il contributo di McKynsey, è realizzato un progetto[12] che assume i contorni di un progetto-paese per l'agroalimentare italiano e che Sita poi illustra a Roma a ministri, sindacati e banchieri[13] trovando più che altro molto scetticismo.Nel frattempo il 2011 Parmalat sarà acquisita da Lactalis che già possiede in Italia marchi storici come Galbani, Invernizzi e Locatelli. L'Antitrust approverà l'intera operazione.

Nel 2009, dopo diciotto anni, Luciano Sita lascia la guida della società. Al suo posto subentra Gianpiero Calzolari, presidente di Legacoop Bologna e di Legacoop Emilia-Romagna con esperienza di amministratore pubblico come sindaco di Monzuno. In un paio d'anni Granarolo cambia l'intero vertice.

Nel 2010 nasce all'interno del Gruppo la Zeroquattro S.r.l., una società di servizi logistici integrati con una vocazione specifica, anche se non esclusiva, al trasporto e alla distribuzione dei prodotti alimentari freschi, gestiti in catena refrigerata, da 0 °C a 4 °C.

Sul fronte dell'impegno sociale, Granarolo è fra i promotori, assieme a CEFA Onlus, di Africa Milk Project, un progetto di cooperazione internazionale per l'auto-sviluppo, con l'obiettivo di creare una filiera del latte a Njombe, uno dei distretti più poveri della Tanzania.

2011-2014: dall'internazionalizzazione al primo miliardo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2011 Granarolo inaugura un piano strategico di internazionalizzazione basato su quattro principali pilastri: crescita dimensionale, diversificazione dei prodotti, di mercati e Paesi. In quest'ottica di sviluppo estero nasce Granarolo Iberica S.L., attiva nella distribuzione di prodotti alimentari in Spagna, e vengono acquisite le aziende italiane casearie Lat Bri, società brianzola della famiglia Cogliati, terzo produttore di formaggi freschi in Italia,[14] e Ferruccio Podda, realtà sarda con 60 anni di storia, che rappresenta l'entrata del Gruppo nei formaggi stagionati.

Nasce Granarolo International che vara la prima operazione in Francia con l'acquisizione del Gruppo caseario francese CIPF Codipal, facente capo alla holding Compagnie du Forum SAS, operatore francese attivo nella produzione e distribuzione di formaggi freschi e stagionati con i marchi Casa Azzurra, Les Fromagers de Ste Colombe e Les Fromagers de St Omer.

Le successive operazioni all'estero vedono la nascita di Granarolo UK, società per l'esportazione di formaggi nel Regno Unito e Irlanda, l'apertura della prima filiale commerciale a Shanghai, in Cina, e la partnership con Vivartia Group, a cui fa capo un produttore greco di prodotti lattiero-caseari Delta Foods S.A.[15], per la distribuzione in Italia di yogurt e formaggi greci.

Nel contesto nazionale viene siglata la partnership con Amalattea S.p.A., operante nella produzione e commercializzazione del latte di capra e derivati, l'acquisizione del caseificio toscano Pinzani, specializzato nella produzione di pecorino a “latte crudo”, l'inaugurazione della Centrale del Gusto S.r.l., pasticceria, gelateria e caffetteria a Bologna, in collaborazione con Gino Fabbri, Presidente dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani.

Tra le attività di CSR nasce Allattami, la Banca del Latte Materno Donato di Bologna, progetto per la raccolta del latte umano in collaborazione con il Policlinico Sant'Orsola di Bologna.

Il 2014 si chiude con oltre un miliardo di euro di fatturato.[16]

2015-oggi: Expo e nuove acquisizioni[modifica | modifica wikitesto]

A Expo Milano 2015, Granarolo rappresenta la filiera italiana del latte di qualità, partner del Padiglione Italia, registrando oltre 510.000 visitatori da oltre 30 nazioni, e Africa Milk Project è selezionato, primo tra 800 progetti al mondo, come Best Practice nella categoria “Sviluppo sostenibile di piccole comunità rurali in aree marginali”.

Diverse operazioni di acquisizione rientrano nella strategia di diversificazione di prodotto volta a potenziare la presenza del Gruppo sui mercati internazionali: Gennari S.p.A., società parmense specializzata nella produzione di Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma, il Pastificio Granarolo, che produce e commercializza pasta all'uovo e di semola, e Conbio, azienda in Italia specializzata nella produzione di prodotti gastronomici vegetali e biologici.

A fine 2016 il Gruppo si è aggiudicato, tramite asta competitiva, l’azienda Pandea Dietetica S.r.l., società che opera a Parma dal 1946 e specializzata nella produzione di prodotti da forno con e senza glutine, e ha annunciato l’acquisizione del 30% (salito nel 2017 al 60%) della San Lucio S.r.l., azienda proprietaria di GrokSi!, brand legato a un innovativo snack di formaggio cotto al forno, ottenuto con un metodo brevettato.

Per quanto riguarda l'estero, attraverso la controllata Granarolo International S.r.l. viene creata Granarolo Chile, con l'acquisizione di Bioleche Lacteos, e vengono siglate numerose acquisizioni: una quota pari al 25%[17] di European Foods Ltd, importatore e distributore di prodotti Made in Italy in Nuova Zelanda, Yema Distribuidora de Alimentos Ltda, società specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti caseari in Brasile con due stabilimenti produttivi, Vinaio OÜ, rinominata Granarolo Baltics OÜ, società operante nel settore della commercializzazione di prodotti lattiero caseari e nell'importazione di prodotti italiani di qualità in Estonia, Matric Italgross AB, società svedese di distribuzione di marchi italiani, e Comarsa SA, società di distribuzione di prodotti alimentari Made in Italy in Svizzera, Allfood Importação, Indùstria e Comércio SA Brazil, primario importatore e distributore di prodotti tipici europei in Brasile, e il 50% di Quality Brands International Greece, importante distributore greco.

Nel 2017, 60º anniversario di Granarolo, la società ha registrato un fatturato di 1,27 miliardi di euro con un aumento del 7,8%. L'Ebitda è stato di 70,1 milioni (in calo del 13%); anche l'utile è diminuito passando dai 22,6 milioni del 2016 ai 10,1 del 2017.[1] Nella ripartizione dei ricavi l'estero è cresciuto (dal 17% al 20%), l'Italia è diminuita (dal 77% al 72%), l'Extra Ue è passato dal 6% all'8%. L'India è risultata il principale mercato asiatico dell'azienda, in particolare per i prodotti del comparto lattiero-caseario.[18]

Nel febbraio 2018 la società acquisisce Midland Food Group, sede a Londra e due piattaforme distributive tra Birmingham (dove ci sono anche produzioni) e Basingstoke, fondata 40 anni fa da Peter Shirley, 70 milioni di euro di ricavi e 224 dipendenti.[19] Granarolo può così contare su due grandi hub in Europa: uno in Francia (il secondo mercato dopo l'Italia con ricavi che superano i 150 milioni) e uno in Gran Bretagna (destinato a diventare il terzo).

Nell'aprile 2019 acquista in Friuli la maggioranza di Venchiaredo, specializzata nella produzione di stracchino con 80 dipendenti e quasi 27 milioni di fatturato.[20] Granarolo diventa così il secondo produttore italiano di stracchino.

Nell'ottica di rifocalizzazione del business nel settore latte e derivati, Granarolo cede nell'ottobre 2020 il ramo d'azienda Pandea a Morato Pane. Nel dicembre 2020 è l'acetaia Fattorie Giacobazzi ad essere ceduta a Monari Federzoni S.p.A.

Nell'aprile 2021 il gruppo Granarolo acquisisce da Mulino Alimentare S.p.A. il 60% di Mulino Formaggi S.r.l., portando la sua quota dal 40% al 100% del capitale. Mulino Formaggi S.r.l. nasce a Parma nel 2018 in seguito all’incontro di realtà fortemente presenti sul territorio e specializzate nel confezionamento e nella commercializzazione di formaggi duri italiani nel mondo.

Nel maggio 2021, Granarolo annuncia l’ulteriore acquisizione del 49% di Granarolo UK Ltd e porta la propria quota di capitale dal 51% al 100% nell’ottica di consolidare la propria presenza nel Regno Unito, così come avvenuto in Francia.

A ottobre 2021, Granarolo annuncia l'acquisizione del 100% di Calabro Cheese Corp., una compagnia statunitense del Connecticut che produce e commercializza prodotti lattiero-caseari quali ricotta, mozzarella e burrata.

Nel 2022, Standard Ethics ha attribuito una rating sostenibilità pari a “E+” su una scala da F a EEE nell’ambito dello SE Food&Beverage Sustainability Italian Benchmark. [21]

Struttura societaria[modifica | modifica wikitesto]

Il Gruppo Granarolo è costituito da:

  • Consorzio Granlatte, la società cooperativa, aderente a Legacoop e a Confcooperative, holding del Gruppo Granarolo. La struttura della Cooperativa è costituita da 557 produttori singoli associati e 3 cooperative di raccolta, che riuniscono 77 allevamenti, in 12 regioni italiane: Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Marche, Puglia, Lazio, Campania, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Calabria (dato aggiornato al 31/12/2018).
  • Granarolo S.p.A. (controllata per il 77,48% da Granlatte, 19,78% da Intesa Sanpaolo ed il restante 2,74% da Cooperlat) che trasforma e commercializza i prodotti e che dispone di 14 stabilimenti produttivi, che controlla un insieme di società, le cui principali sono:
  • In Italia:
    • Casearia Podda S.r.l. (65% da Granarolo S.p.A.): opera in Sardegna e all'estero producendo pecorino, latte fresco, yogurt, formaggi freschi.
    • Conbio S.r.l. (100% da Granarolo S.p.A.): azienda leader in Italia nella produzione di una vasta gamma di prodotti gastronomici vegetali e biologici.
    • Amalattea Italia S.r.l. (50% da Granarolo S.p.A.): società che dal 2014 ha acquisito il ramo d'azienda di Amalattea S.p.A., uno dei maggiori operatori italiani nella produzione e commercializzazione del latte di capra e derivati.
    • Gennari Italia S.r.l. (100% da Granarolo S.p.A.): società parmense con una lunga tradizione nella produzione e lavorazione di formaggi stagionati, tra cui Parmigiano Reggiano e Grana Padano.
    • Pastificio Granarolo S.r.l. (50% da Granarolo S.p.A.): società che opera nella produzione e commercializzazione di pasta all'uovo e di semola.
    • Centrale del Gusto S.r.l. (100% da Granarolo S.p.A.): svolge attività di produzione di latte, mozzarella, ricotta e yogurt e vendita al dettaglio di prodotti lattiero-caseari all'interno di FICO Eataly World a Bologna.
    • Zeroquattro S.r.l. (100% da Granarolo S.p.A.): società cui fa capo lo sviluppo e la gestione commerciale dei canali in tentata vendita (Normal Trade e Ho.re.ca.) e la distribuzione frazionata ai punti vendita.
    • San Lucio S.r.l. (60% da Granarolo S.p.A.): azienda produttrice di snack al formaggio.
    • Venchiaredo S.p.A (97% da Granarolo S.p.A.), azienda specializzata nella produzione di stracchino.
    • Mulino Formaggi S.r.l. (100% da Granarolo S.p.A.), azienda specializzate nel confezionamento e nella commercializzazione di formaggi duri italiani.
  • In Europa:
    • Granarolo Benelux Sarl (100% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo France SAS (70% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo Baltics OÜ (55% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo Suisse SA (89% da Granarolo S.p.A.)
    • Matric Italgross AB Sweden (100% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo Hellas SA (60% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo UK Ltd (100% da Granarolo S.p.A.) Midland Food Group UK (100% da Granarolo UK Ltd)
  • Nel Resto del Mondo:
    • Allfood Importação Indústria e Comércio SA Brazil (100% da Granarolo S.p.A.)
    • Yema Distribuidora de Alimentos Ltda. (100% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo Chile S.p.A. (100% da Granarolo S.p.A.)
    • European Foods Ltd NZ (100% da Granarolo S.p.A.)
    • Granarolo USA (100% da Granarolo S.p.A.)

Stabilimenti[modifica | modifica wikitesto]

Il Gruppo opera attraverso 19 siti produttivi: 11 dislocati su tutto il territorio nazionale, 2 in Francia, 3 in Brasile, 1 in Nuova Zelanda, 1 in Germania e 1 in Gran Bretagna.[22]

Stabilimenti in Italia[23][modifica | modifica wikitesto]

Bologna - Cadriano

  • Latte fresco
  • Latte Esl
  • Panna pastorizzata
  • Formaggi freschi
  • Formaggi duri

Pasturago di Vernate (MI)

  • Latte fresco
  • Yogurt e dessert
  • Latte UHT

Usmate Velate (MB)

  • Formaggi freschi
  • Snack di formaggio

Soliera (MO)

  • Latte UHT
  • Latte Esl
  • Bevande vegetali

Gioia del Colle (BA)

  • Latte fresco
  • Latte ESL
  • Latte UHT

Castrovillari (CS)

  • Latte fresco
  • Formaggi freschi
  • Formaggi duri

Sestu (CA)

  • Formaggi duri
  • Formaggi freschi
  • Latte
  • Yogurt

Montemiccioli (PI)

  • Formaggi duri
  • Formaggi freschi

Coriano (RN)

  • Gastronomia Vegetale

Ramuscello (PN)

  • Formaggi freschi

Parma

  • Parmigiano Reggiano
  • Porzionamento duri

Castelfranco Emilia (MO)

  • Formaggi duri

Stabilimenti fuori dall'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Campagne-lès-Wardrecques (Francia)

  • Formaggi porzionamento e confezionamento

Saint-Genix-sur-Guiers (Francia)

  • Produzione formaggi
  • St. Felicien DOP
  • St. Marcellin DOP

Auckland (Nuova Zelanda)

  • Porzionamento e confezionamento

Willenhall (Gran Bretagna)

  • Lavorazione Pie & Cakes

Grünenbach (Germania)

  • Lavorazione latte

Andrelândia (Brasile) San Paolo (Brasile) Guareí (Brasile)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Approvato Bilancio Consolidato e Bilancio di Esercizio 2020, su gruppogranarolo.it, marzo 2021. URL consultato il 15 marzo 2021.
  2. ^ Giuliana Bertagnoni, Una storia di qualità, op.cit., p. 130.
  3. ^ Giulia Bertagnoni, op.cit., p. 175.
  4. ^ Luciano Sita, Luciano Nigro, op.cit., p. 59.
  5. ^ Ecce Yomo, Mister Granarolo e la nuova guerra del latte, su archivio.panorama.it. URL consultato il 21 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2018).
  6. ^ Luciano Sita, Luciano Nigro, Latte soldi e politica, op.cit., pp. 128-129.
  7. ^ Luciano Sita, Luciano Nigro, op.cit., p. 150
  8. ^ Yomo, crisi senza fine, su ricerca.repubblica.it, 24 febbraio 2004. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  9. ^ La Granarolo salva la Yomo, su ricerca.repubblica.it, 1º aprile 2004. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  10. ^ C'è l'intesa, Granarolo acquista il gruppo Yomo, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 21 gennaio 2018.
  11. ^ L'acquisto della Yomo manda in rosso Granarolo, su ricerca.repubblica.it, 13 febbraio 2007. URL consultato il 3 aprile 2018.
  12. ^ Parmalat Granarolo, prove d'intesa, su parma.repubblica.it, ottobre 2005. URL consultato il 3 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2018).
  13. ^ Luciano Nigro, Luciano Sita, op.cit. pp. 159-163
  14. ^ Granarolo compra Lat Bri, su ricerca.repubblica.it, 1º settembre 2011. URL consultato il 2 aprile 2018.
  15. ^ Δέλτα Τρόφιμα Α.Ε. | Vivartia, su vivartia.com. URL consultato il 13 febbraio 2019.
  16. ^ Archivio dati finanziari, su gruppogranarolo.it. URL consultato il 16 agosto 2017.
  17. ^ Granarolo compra 25% European foods, su bresciaoggi.it, 13 ottobre 2015. URL consultato il 5 novembre 2019 (archiviato il 5 novembre 2019).
  18. ^ Made in Italy, su gruppogranarolo.it, Bologna, 6 marzo 2017. URL consultato il 5 novembre 2019 (archiviato il 5 novembre 2019).
  19. ^ Granarolo acquisisce Midland Food Group, su ansa.it, 19 febbraio 2018. URL consultato il 19 febbraio 2018.
  20. ^ Granarolo acquista la maggioranza di Venchiaredo, su ilfriuli.it, 11 aprile 2019. URL consultato il 12 aprile 2019.
  21. ^ https://www.standardethics.eu/media-en/research-methodology/sustainability-in-the-italian-food-industry-an-in-depth-analysis-of-the-se-food-beverage-sustainability-italian-benchmark URL consultato in data 28 ottobre 2022
  22. ^ Sito Gruppo Granarolo, su gruppogranarolo.it.
  23. ^ Sito Gruppo Granarolo - Struttura Produttiva, su gruppogranarolo.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliana Bertagnoni (a cura di), Una storia di qualità. Il Gruppo Granarolo tra valori etici e logiche di mercato, Bologna, Società editrice Il Mulino, 2004, ISBN 88-15-10113-6.
  • Luciano Sita e Luciano Nigro, Latte soldi e politica, Bologna, Società editrice Il Mulino, 2017, ISBN 88-15-27461-8.

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