Gran Premio di Spagna 1996

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Bandiera della Spagna Gran Premio di Spagna 1996
588º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 7 di 16 del Campionato 1996
Data 2 giugno 1996
Nome ufficiale XXXVIII Gran Premio de España
Luogo Montmeló
Percorso 4,727 km / 2,937 US mi
Pista permanente
Distanza 65 giri, 307,255 km/ 190,919 US mi
Clima Piovoso
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera della Germania Michael Schumacher
Williams in 1:20.650 Ferrari in 1:45.517
(nel giro 14)
Podio
1. Bandiera della Germania Michael Schumacher
Ferrari
2. Bandiera della Francia Jean Alesi
Benetton - Renault
3. Bandiera del Canada Jacques Villeneuve
Williams - Renault

Il Gran Premio di Spagna 1996 è stata la settima prova del Campionato mondiale di Formula 1 1996. Si svolse domenica 2 giugno sul Circuito di Catalogna a Montmeló, in condizioni di pista bagnata, davanti ad un pubblico di 53.000 spettatori.[1]

La gara è stata vinta da Michael Schumacher, alla sua prima vittoria in Ferrari e alla 20ª in carriera, seguito da Jean Alesi su Benetton e da Jacques Villeneuve su Williams. Giunsero a punti anche Heinz-Harald Frentzen, Mika Häkkinen e Pedro Diniz.

Vigilia[modifica | modifica wikitesto]

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La Ferrari portò, per il Gran Premio, uno speciale carburante elaborato dalla Shell che avrebbe permesso ai piloti di disporre di circa trenta cavalli in più.[2] Dal canto suo, però, Schumacher non riteneva di poter competere per la vittoria per le caratteristiche del circuito sfavorevoli alla sua vettura.[2]

La Forti portò, invece, un nuovo alettone.[3]

Aspetti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver passato l'inizio della stagione alla Forti, Cesare Fiorio fece ritorno alla Ligier, con cui aveva già lavorato precedentemente.[2] Contemporaneamente, il team di Alessandria assunse George Ryton come direttore tecnico e il posto di Fiorio venne occupato da Daniele Caronna.[2] Inoltre la Forti strinse un accordo di sponsorizzazione con la finanziaria irlandese Finfirst.[2]

Prove libere[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Nella giornata di venerdì, sotto un caldo torrido, il miglior tempo venne ottenuto all'ultimo minuto dal ferrarista Eddie Irvine, che girò in 1:24.331, precedendo di poco più di tre centesimi Rubens Barrichello. Terzo fu Olivier Panis, ma tutti i primi tre piloti avevano ottenuto il loro miglior parziale al termine della sessione usando gomme nuove.[4] Il nordirlandese disse, però, di non farsi alcuna illusione per la gara e, nonostante il suo migliore approccio alla vettura, evidenziò di avere ancora difficoltà ad assettarla per l'elevato sottosterzo.[4] Sulla stessa linea si mossero le dichiarazioni degli altri membri del team, con Michael Schumacher che affermò di aver seguito la Williams di Hill in pista per alcuni giri e di aver notato una stabilità nettamente maggiore della vettura dell'inglese rispetto alla sua, nonostante i due fossero distanziati di appena un millesimo al termine delle prove.[5] Più in difficoltà i piloti della Benetton Gerhard Berger e Jean Alesi, entrambi afflitti da problemi di bilanciamento alle proprie vetture, che chiusero la sessione al settimo e all'ottavo posto.[6]

Il sabato mattina, invece, fu Jacques Villeneuve a fare registrare la migliore prestazione in 1:21.041, ma dopo appena tredici giri di pista il motore della sua monoposto cedette, costringendolo ad interrompere le prove.[7] Il canadese ricevette anche una multa per aver superato il limite della velocità in corsia box, essendosi dimenticato di azionare il limitatore.[7] Il secondo miglior tempo della mattinata venne ottenuto da Damon Hill, seguito dalle Ferrari di Schumacher e Irvine.[7]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Nella sessione del venerdì si ebbe la seguente situazione:

Pos Nome Squadra/Motore Tempo
1 Bandiera del Regno Unito Eddie Irvine Ferrari 1:24.331
2 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Jordan-Peugeot 1:24.367
3 Bandiera della Francia Olivier Panis Ligier-Mugen-Honda 1:24.450

Qualifiche[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

Damon Hill, qui fotografato nel 1995, in Spagna segnò la quindicesima pole position in carriera

Dopo due pole position consecutive dello storico rivale Schumacher, Hill dominò le qualifiche del Gran Premio di Spagna, facendo segnare il miglior tempo e stabilendo il nuovo record del circuito in 1:20.650, migliorando di ben 8 decimi il crono ottenuto da Schumacher l'anno prima.[8] L'inglese precedette di quattro decimi il compagno di squadra Villeneuve, che per una buona parte della sessione aveva avuto il miglior tempo, se si esclude un momentaneo primo posto di Schumacher attorno a metà del turno di qualifiche.[9] In seconda fila si classificarono, dunque, proprio il tedesco, che aveva corso con il muletto, di cui preferiva l'assetto, e aveva risparmiato un treno di gomme,[9] a quasi un secondo dal poleman Hill, e Alesi. Il francese precedette il compagno di squadra Berger ed Eddie Irvine. A chiudere il gruppo dei primi dieci Barrichello, Panis, Herbert e Häkkinen, mentre le Forti non riuscirono a qualificarsi.

Al termine delle prove, nelle interviste in conferenza stampa, Hill, pur essendo soddisfatto della monoposto, affermò di temere altre rotture del motore, come avvenuto a Monaco e sulla vettura di Villeneuve nelle prove libere.[9] Schumacher, in parte deluso dalle prestazioni della F310, dichiarò, invece, di poter aspirare al podio come miglior risultato, ma evidenziò come la Ferrari fosse tecnicamente inferiore alla Williams, soprattutto dal punto di vista aerodinamico.[9] Più soddisfatto, invece, Eddie Irvine, in particolare per quel che riguardava il bilanciamento della vettura.[9] Infine, Flavio Briatore, nonostante la posizione di partenza delle Benetton, si disse ottimista, anche se il suo pilota Gerhard Berger dichiarò che, visto il potenziale della monoposto, al massimo avrebbero potuto lottare con le Ferrari.[8]

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Pos No Pilota Costruttore Tempo Distacco
1 5 Bandiera del Regno Unito Damon Hill Williams - Renault 1:20.650
2 6 Bandiera del Canada Jacques Villeneuve Williams - Renault 1:21.084 +0.434
3 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Ferrari 1:21.587 +0.937
4 3 Bandiera della Francia Jean Alesi Benetton - Renault 1:22.061 +1.411
5 4 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Benetton - Renault 1:22.125 +1.475
6 2 Bandiera del Regno Unito Eddie Irvine Ferrari 1:22.333 +1.683
7 11 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Jordan - Peugeot 1:22.379 +1.729
8 9 Bandiera della Francia Olivier Panis Ligier - Mugen-Honda 1:22.685 +2.035
9 14 Bandiera del Regno Unito Johnny Herbert Sauber - Ford 1:23.027 +2.377
10 7 Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen McLaren - Mercedes 1:23.070 +2.420
11 15 Bandiera della Germania Heinz-Harald Frentzen Sauber - Ford 1:23.195 +2.545
12 19 Bandiera della Finlandia Mika Salo Tyrrell - Yamaha 1:23.224 +2.594
13 17 Bandiera dei Paesi Bassi Jos Verstappen Footwork - Hart 1:23.371 +2.721
14 8 Bandiera del Regno Unito David Coulthard McLaren - Mercedes 1:23.416 +2.766
15 12 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Jordan - Peugeot 1:23.438 +2.788
16 18 Bandiera del Giappone Ukyo Katayama Tyrrell - Yamaha 1:24.401 +3.751
17 10 Bandiera del Brasile Pedro Diniz Ligier - Mugen-Honda 1:24.468 +3.818
18 20 Bandiera del Portogallo Pedro Lamy Minardi - Ford 1:25.274 +4.624
19 21 Bandiera dell'Italia Giancarlo Fisichella Minardi - Ford 1:25.531 +4.881
20 16 Bandiera del Brasile Ricardo Rosset Footwork - Hart 1:25.621 +4.971
Tempo limite 107%: 1:26,296
NQ 22 Bandiera dell'Italia Luca Badoer Forti - Ford 1:26.615 +5.965
NQ 23 Bandiera dell'Italia Andrea Montermini Forti - Ford 1:27.358 +6.708

Warm-up[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

La sessione di warm-up della domenica mattina si svolse, al contrario di ciò che era avvenuto nei giorni di prova, su pista bagnata. I piloti la utilizzarono quindi per prendere confidenza con la pista e cercare di trovare il miglior assetto possibile.[10] In quest'occasione Frentzen fu protagonista di un brutto incidente, uscendo di pista e schiantondosi contro le barriere a oltre 170 km/h.[10] Nonostante l'urto uscì illeso dalla vettura e poté prendere parte alla gara.[10]

Gara[modifica | modifica wikitesto]

Resoconto[modifica | modifica wikitesto]

La Ferrari F310, vettura con cui Michael Schumacher riuscì ad imporsi nel Gran Premio di Spagna

Dalla serata di sabato sul circuito catalano cominciò a cadere una forte pioggia, che continuò fino a domenica pomeriggio;[1] vista la situazione alcuni piloti chiesero il rinvio della partenza[1] e inizialmente si prevedeva di far partire la gara dietro alla safety car, ma successivamente, siccome il circuito era dotato di moderni sistemi di drenaggio dell'acqua,[1] si decise di dare il via regolarmente alla gara.[1] Durante il giro di formazione Mika Salo rimase fermo sulla griglia di partenza e fu costretto a partire dall'ultima posizione.[11] Al via, però, la visibilità a centro gruppo era pressoché nulla e ci furono diverse collisioni, che causano il ritiro di Coulthard, Rosset, Fisichella, Lamy e Panis. In testa alla corsa, nel frattempo, Villeneuve riuscì ad avere un buono spunto, così come Alesi, che era seguito da Hill, Berger, Barrichello, Irvine e Schumacher; proprio il pilota tedesco aveva avuto problemi con la frizione e perse diverse posizioni.[1] Irvine, intanto, andò in testacoda e venne costretto al ritiro, mentre Schumacher, alla curva Repsol, passò Barrichello, portandosi in quinta piazza. Al quarto giro anche Hill uscì di pista, ma riuscì a rientrare alle spalle dello stesso Schumacher.

Il pilota della Ferrari era nettamente il più veloce in pista e al quinto passaggio sopravanzò Berger. Cominciò poi a recuperare su Alesi, con un ritmo di circa quattro secondi al giro,[1] e alla nona tornata passò il francese. Dopo tre passaggi, poi, superò anche Villeneuve e si portò al comando. Schumacher tenne un ritmo inavvicinabile per tutti, guadagnando tre secondi al giro sugli inseguitori;[1] nel frattempo si ritirò Katayama, imitato un giro più tardi da Hill, autore di altri due fuoripista. Il dominio di Schumacher fu tale che il secondo giro più veloce in gara, ottenuto da Barrichello, era addirittura due secondi più lento del suo; nessuno fu in grado di tenere il ritmo del pilota tedesco, nonostante da metà gara in poi fosse stato rallentato da problemi al motore.[12]

Al 24º giro iniziò la prima serie di soste, con Schumacher che rifornì, ripartendo in testa.[11] Otto giri più tardi venne imitato da Alesi, che riuscì a scavalcare Villeneuve, fermatosi al 36º giro. Al secondo posto si ritrovò, quindi, Barrichello, il quale doveva ancora effettuare la sua sosta ai box.[11] Il brasiliano rifornì al 42º giro e, una volta rientrato in pista, si trovava terzo, subito davanti a Villeneuve, che lo superò alla prima curva.[11] Al termine dei pit-stop Schumacher comandava la gara con oltre un minuto di vantaggio sugli inseguitori, precedendo Alesi, Villeneuve, Barrichello, Berger e Frentzen. Nel giro di pochi passaggi, però, sia il brasiliano che l'austriaco furono costretti ad abbandonare, così come Jos Verstappen, che aveva recuperato fino alla quinta posizione.[11]

Non ci furono cambiamenti fino alla fine della gara e Schumacher ottenne così la prima vittoria con la Ferrari e la ventesima in carriera, chiudendo davanti ad Alesi e a Villeneuve; quarto fu Frentzen, seguito da Häkkinen e Diniz, sesto ed ultimo dei piloti al traguardo.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Pos N. Pilota Costruttore/Motore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 1 Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari 65 1:59'49.307 3 10
2 3 Bandiera della Francia Jean Alesi Bandiera dell'Italia Benetton - Renault 65 +45.302 4 6
3 6 Bandiera del Canada Jacques Villeneuve Bandiera del Regno Unito Williams - Renault 65 +48.388 2 4
4 15 Bandiera della Germania Heinz-Harald Frentzen Bandiera della Svizzera Sauber - Ford 64 +1 giro 11 3
5 7 Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen Bandiera del Regno Unito McLaren - Mercedes 64 +1 giro 10 2
6 10 Bandiera del Brasile Pedro Diniz Bandiera della Francia Ligier - Mugen-Honda 63 +2 giri 17 1
Rit 17 Bandiera dei Paesi Bassi Jos Verstappen Bandiera del Regno Unito Footwork - Hart 47 Testacoda 13
Rit 11 Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Bandiera dell'Irlanda Jordan - Peugeot 45 Differenziale 7
Rit 4 Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera dell'Italia Benetton - Renault 44 Testacoda 5
Rit 14 Bandiera del Regno Unito Johnny Herbert Bandiera della Svizzera Sauber - Ford 20 Testacoda 9
Rit 12 Bandiera del Regno Unito Martin Brundle Bandiera dell'Irlanda Jordan - Peugeot 17 Differenziale 15
SQ 19 Bandiera della Finlandia Mika Salo Bandiera del Regno Unito Tyrrell - Yamaha 16 Squalificato 12
Rit 5 Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera del Regno Unito Williams - Renault 12 Incidente 1
Rit 18 Bandiera del Giappone Ukyo Katayama Bandiera del Regno Unito Tyrrell - Yamaha 8 Elettrico 16
Rit 2 Bandiera del Regno Unito Eddie Irvine Bandiera dell'Italia Ferrari 1 Testacoda 6
Rit 9 Bandiera della Francia Olivier Panis Bandiera della Francia Ligier - Mugen-Honda 1 Collisione con altre vetture 8
Rit 21 Bandiera dell'Italia Giancarlo Fisichella Bandiera dell'Italia Minardi - Ford 1 Collisione con altre vetture 19
Rit 8 Bandiera del Regno Unito David Coulthard Bandiera del Regno Unito McLaren - Mercedes 0 Collisione con altre vetture 14
Rit 20 Bandiera del Portogallo Pedro Lamy Bandiera dell'Italia Minardi - Ford 0 Collisione con altre vetture 18
Rit 16 Bandiera del Brasile Ricardo Rosset Bandiera del Regno Unito Footwork - Hart 0 Collisione con altre vetture 20
NQ 22 Bandiera dell'Italia Luca Badoer Bandiera dell'Italia Forti - Ford 21
NQ 23 Bandiera dell'Italia Andrea Montermini Bandiera dell'Italia Forti - Ford 22

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Boccafogli, McMaster e Williams, pag. 16.
  2. ^ a b c d e Nestore Morosini, Incubo Schumi: dimenticare Montecarlo, in Corriere della Sera, 31 maggio 1996, p. 45 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ Formula 1, svolta nel team alessandrino alla vigilia del Gp di Spagna Forti: esce Fiorio, entra Ryton [collegamento interrotto], in La Stampa - Alessandria, 1º giugno 1996, p. 9.
  4. ^ a b Nestore Morosini, Irvine segna all'ultimo secondo, in Corriere della Sera, 1º giugno 1996, p. 43 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  5. ^ Cristiano Chiavegato, La sorpresa si chiama Irvine Ma l'irlandese non s'illude: <Non penso alla pole ne' tantomeno a vincere> [collegamento interrotto], in La Stampa, 1º giugno 1996, p. 33.
  6. ^ Irvine a tutto gas. La sua Ferrari va [collegamento interrotto], in L'Unità, 1º giugno 1996, p. 10.
  7. ^ a b c Torna il dominio Williams. Schumacher rincorre, in L'Unità, 2 giugno 1996, p. 10 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  8. ^ a b Cristiano Chiavegato, La Williams doma anche Schumi [collegamento interrotto], in La Stampa, 2 giugno 1996, p. 35.
  9. ^ a b c d e Nestore Morosini, Il Cavallino non salta l'ostacolo Williams, in Corriere della sera, 2 giugno 1996, p. 34 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  10. ^ a b c (EN) Spanish Grand Prix Review, su atlasf1.autosport.com, autosport.com. URL consultato il 12 luglio 2014.
  11. ^ a b c d e (FR) Spain 1996, su statsf1.com, statsf1.fr. URL consultato il 24 maggio 2013.
  12. ^ Nestore Morosini, Schumi da impazzire, in Corriere della sera, 3 giugno 1996, p. 33 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Brin Williams, Colin McMaster, Roberto Boccafogli, F1 96, Vallardi&Associati, 1996, ISBN 88-86869-02-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1996
 

Edizione precedente:
1995
Gran Premio di Spagna Edizione successiva:
1997
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