Diocesi di Ginevra

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Diocesi di Ginevra
Dioecesis Gebennensis seu Genevensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Vienne
 
Parrocchieca. 500 (nel 1764)
 
ErezioneIV secolo
Soppressione30 gennaio 1821
Unita alla diocesi di Losanna
CattedraleSan Pietro (Ginevra)
San Pietro (Annecy)
Dati dall'Annuario pontificio (ch · gc)
 
La cattedrale di San Pietro a Annecy.
L'abbazia di Altacomba, sulle sponde del lago del Bourget.
Resti dell'abbazia cistercense di d'Aulps.
Resti della certosa di Oujon.
La chiesa di San Germano di Ginevra, che fu la prima parrocchia della città (1803) dopo la soppressione del culto cattolico nel XVI secolo.

La diocesi di Ginevra (in latino Dioecesis Gebennensis seu Genevensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica in Svizzera.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi si estendeva nell'estrema parte sud-occidentale dell'attuale Svizzera ed in parte della Savoia francese. Il Dizionario storico della Svizzera così descrive il territorio diocesano:

«La diocesi comprendeva a nord la parte occidentale del Paese di Vaud, dall'Aubonne al Giura, dove confinava con le terre dell'abbazia di Saint-Claude; a ovest la valle della Valserine, che formava - con il piede del Giura vodese, il Pays de Gex e la sponda destra del Rodano - il decanato di Aubonne, limitrofo all'arcidiocesi di Lione; a sud ovest la valle del Séran e la bassa valle del Rodano, da Seyssel al lago del Bourget, formavano il decanato di Ceyzérieu; a sud, sulla sponda sinistra del Rodano, il decanato di Rumilly coincideva all'incirca con le valli degli Usses e del Chéran, mentre il decanato di Annecy copriva tutto il bacino del lago omonimo e confinava a meridione con la diocesi di Grenoble e l'arcidiocesi della Tarantasia; a sud est, il decanato di Sallanches era composto dalla valle dell'Arve e dal Giffre, e confinava con le diocesi di Aosta e di Sion; il decanato lemanico di Allinges comprendeva tutta la valle della Dranse e dei suoi affluenti ed era limitato a est dalla diocesi di Sion; più vicini a Ginevra, i decanati di Annemasse e di Vuillonnex annoveravano diversi edifici importanti, come la collegiata di Viry. A questi si aggiungeva la città episcopale, che riuniva sette parrocchie, il capitolo cattedrale e i conventi.»

Fino a metà del XVI secolo sede episcopale fu la città di Ginevra, dove si trovava la cattedrale di San Pietro, ora chiesa protestante. In seguito la sede fu trasferita ad Annecy, dove fungeva da cattedrale la chiesa anch'essa intitolata a San Pietro.

Prima dell'affermarsi della Riforma XVI secolo, la diocesi era suddivisa in 8 decanati: Allinges, Annemasse, Annecy, Aubonne, Ceyzérieu, Rumilly, Sallanches e Vuillonnex. La città di Ginevra e la sua periferia, divisa in 7 parrocchie, non facevano parte di nessun decanato. Il resto della diocesi, con una superficie di circa 6.800 km², comprendeva alla vigilia della Riforma 455 parrocchie.[1]

Nel 1764 sono censite circa 500 parrocchie. Politicamente le parrocchie erano distribuite in 3 Stati: la confederazione svizzera (i cantoni di Ginevra e di Vaud), il regno di Francia e il regno di Sardegna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima della Riforma[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi fu eretta nel IV secolo; l'antica cattedrale ed il battistero, riportati alla luce da scavi archeologici, risalgono alla seconda metà del secolo. Primo vescovo accertato è Isaac, vissuto attorno al 400 e menzionato in uno scritto di Eucherio di Lione. Nel 450 papa Leone I confermò la suffraganeità di Ginevra dall'arcidiocesi di Vienne.

L'evangelizzazione precoce delle campagne è confermata da scavi archeologici recenti, che hanno portato alla scoperta di chiese e necropoli cristiane del V secolo e dell'epoca merovingica.

Le guerre tra i principi borgognoni portarono devastazioni nella diocesi e alla distruzione dell'antica cattedrale (circa 515). La diocesi poté riprendersi dopo che fu annessa, con il trattato di Verdun dell'843, alla Lotaringia e con il secondo regno di Borgogna (X secolo), che portò alla rinascita della vita religiosa nel territorio. Durante il X secolo i vescovi Aimone e Girardo svolsero le funzioni di cancellieri alla corte dei re di Borgogna. Nell'XI e XII secolo la diocesi vide fiorire un numero considerevole di monasteri, tra cui quello di Cluny. Inoltre, a partire dal 1124, con il trattato di Seyssel, ai vescovi di Ginevra fu riconosciuta la signoria sulla città. Inizia così il principato vescovile di Ginevra, che dura fino alla metà del XV secolo, quando la Casa Savoia si impossessò dell'autorità politica, che mantenne fino alla rivoluzione francese.

Il XII secolo è l'epoca d'oro delle fondazioni monastiche nella diocesi ginevrina. I cistercensi avevano le abbazie di Bonmont (Chéserex), d'Aulps (Saint-Jean-d'Aulps), di Altacomba (Saint-Pierre-de-Curtille) e di Chézery (Chézery-Forens). I certosini fondarono i monasteri di Arvières (Lochieu), Oujon (Arzier-Le Muids), Chablais, Vallon (Bellevaux), Le Reposoir, Pomier (Présilly) e Aillon.

Le prime notizie relative a un'amministrazione diocesana si hanno alla fine dell'XI secolo, quando è documentata per la prima volta la figura del cancelliere vescovile. Verso il 1225 viene istituito l'ufficio del responsabile della giustizia. Nel XIV secolo sono noti i primi vicari generali, nel 1375 è documentato il primo vescovo ausiliare di Ginevra, nel 1387 il consiglio episcopale, organo consultativo di cui si serviva il vescovo nelle circostanze più importanti, e nel 1393 il procuratore fiscale, incaricato di difendere i beni della Chiesa ginevrina. Il capitolo dei canonici della cattedrale, documentato per la prima volta a metà dell'XI secolo, e che a lungo collaborò con i vescovi nell'amministrazione della diocesi, cessò queste sue funzioni nel XIII/XIV secolo, anche se molti dei collaboratori del vescovo erano al contempo canonici.

Dai conti della decima pontificia del 1275, si ha, per la prima volta, l'elenco completo dei territori e delle parrocchie dipendenti dalla diocesi, per un numero complessivo di 387, distribuite in otto decanati.

I vescovi redassero statuti diocesani fin dal XIII secolo, ma i primi che si sono conservati sono quelli del 1317, emanati dal vescovo Pierre di Faucigny (1311-1342). Se ne conservano, tra manoscritti e stampati, altri 28, prima del 1535. Gli statuti evidenziano che i vescovi convocavano regolarmente i sinodi diocesani, e che periodicamente effettuavano anche la visita alla loro diocesi, la prima delle quali è documentata all'epoca del vescovo Aymo di Grandson (1215-1260).

Nel 1444 l'antipapa Felice V, al secolo duca Amedeo di Savoia, s'impossessò della diocesi, che mantenne anche dopo aver rinunciato al papato. Con lui s'inizia una serie di vescovi della dinastia sabauda, che governarono la diocesi fino agli inizi del Cinquecento.

Dopo la Riforma[modifica | modifica wikitesto]

Con la riforma protestante a Ginevra s'imposero le idee di Giovanni Calvino, il quale fece della città il caposaldo della sua azione riformatrice. Nel 1533 il vescovo Pietro della Balma fu costretto a lasciare la città e né lui né i suoi successori vi faranno mai più ritorno; la città fu inoltre interdetta a tutti coloro che si professavano cattolici. Nel 1569 la sede vescovile fu trasferita ad Annecy (oggi in territorio francese), dove nel 1771 la chiesa di San Francesco, che già ospitava dal 1537 il capitolo dei canonici, divenne la nuova cattedrale diocesana con il titolo di San Pietro.

L'impegno profuso dai vescovi, e soprattutto da san Francesco di Sales, impedì che anche la regione di Annecy passasse al calvinismo. Di fatto la diocesi perse solo le parrocchie di Ginevra e del suo territorio, e quelle presenti nel Paese di Vaud.

Ange Justiniani fu il primo vescovo a stabilirsi a Annecy e nel 1571 promulgò ufficialmente i decreti del concilio di Trento. Il suo successore, Claude di Granier (1578-1602), riorganizzò la diocesi, convocò diversi sinodi diocesani, divise il territorio in arcipreture, introdusse il breviario e il messale romani. Francesco di Sales (1602-1622), attraverso un'infinità di misure, seppe riformare il clero e il popolo, e introdusse in diocesi diversi ordini e congregazioni religiose. L'opera dei vescovi di Ginevra-Annecy tenne lontana la diocesi dalle idee gianseniste che si diffusero in Francia nel XVII secolo. Nel 1663 il vescovo Jean d'Arenthon d'Alex fondò il seminario vescovile.

A partire dal XVII secolo, e più ancora nel XVIII secolo, si attenuò l'intransigenza anticattolica delle autorità ginevrine. Nel 1679 il re francese Luigi XIV aprì a Ginevra un'ambasciata con il permesso, concesso a denti stretti dalle autorità locali, di aprirvi al suo interno una cappella cattolica: il 30 novembre di quell'anno vi fu celebrata una messa, la prima a Ginevra dopo il 1535. Nel 1784 una cappella simile fu aperta nell'ambasciata del regno di Sardegna. Quando le truppe napoleoniche occuparono Ginevra nel 1798 restaurarono il cattolicesimo nella città e nel 1803, quando oramai la diocesi non esisteva più, fu fondata la prima parrocchia ginevrina nell'antica chiesa di San Germano.

La rivoluzione francese segnò una svolta nella storia della diocesi. La diocesi di Ginevra-Annecy e le altre diocesi della Savoia furono soppresse, e al loro posto fu creata dal governo rivoluzionario la diocesi del Monte Bianco, che corrispondeva al nuovo dipartimento omonimo (oggi non più esistente), con sede a Annecy. L'ultimo vescovo cattolico, Joseph-Marie Paget, si rifugiò a Torino. La soppressione del culto cattolico nel 1794 impedì anche al vescovo costituzionale, François-Thérèse Panisset, di fare opera pastorale.

La soppressione[modifica | modifica wikitesto]

In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801, la diocesi di Ginevra-Annecy fu soppressa e il suo intero territorio fu incorporato nella diocesi di Chambéry, il cui vescovo ebbe il titolo di vescovo di Ginevra.

Il 30 settembre 1819 papa Pio VII con il breve Inter multiplices scorporò dal territorio dell'arcidiocesi di Chambéry le 24 parrocchie cattoliche del canton Ginevra e le unì alla diocesi di Losanna. Il 30 gennaio 1821, con il breve Temporum vices del medesimo papa, il titolo di vescovo di Ginevra fu concesso ai vescovi di Losanna.

Il resto del territorio dell'antica diocesi di Ginevra subì questa sorte: nel 1817 le parrocchie in territorio francese furono annesse alla restaurata diocesi di Belley;[2] nel 1822 fu eretta la diocesi di Annecy, che incorporò la maggior parte delle parrocchie dell'antica diocesi ad eccezione di 46, che rimasero all'arcidiocesi di Chambéry.

Nel 1864 Gaspard Mermillod fu nominato vescovo ausiliare di Losanna, con residenza a Ginevra; nel 1873 assunse il titolo di vicario apostolico della città. Questa nomina, che fu interpretata come un tentativo di ripristinare l'antica sede ginevrina, convinse il Consiglio federale svizzero a espellere il Mermillod. La Santa Sede dovette rinunciare al suo proposito di restaurare la diocesi ginevrina e nel 1883 nominò il Mermillod sulla cattedra della diocesi di Losanna, dal 1924 ufficialmente denominata diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Il più antico catalogo dei vescovi ginevrini, che nella sua redazione originaria si ritiene risalente all'XI secolo, era contenuto in una Bibbia della chiesa Saint-Pierre di Ginevra. Dubbi sorgono sulla genuinità dell'elenco, per la corruzione di molti nomi, per la presenza di nomi spuri e per l'assenza di vescovi sicuri.[3]
Diversi autori e storici locali si sono cimentati, nel corso dei secoli, nella stesura di un catalogo di vescovi, inserendo nomi di vescovi dubbi o spuri, soprattutto per colmare il vuoto nella cronotassi ginevrina dei primi quattro secoli;[4] la presente serie riporta i nomi dei vescovi documentati dalle fonti storiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Binz, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XX, col. 440.
  2. ^ La bolla del 1817 divenne però effettiva solamente il 6 ottobre 1822.
  3. ^ Gallia christiana li elenca tutti, ma con le dovute cautele. Helvetia sacra e Duchesne fanno una cernita. L'antico catalogo è riportato da quest'ultimo alle pagine 225-226 della sua opera citata in bibliografia.
  4. ^ Tra i diversi autori si possono ricordare in particolare: Besson, Mémoires pour l'histoire ecclésiastique des diocèses de Genève, Tarentaise, Aoste et Maurienne, Nancy, 1759; Leti, Historia Genevrina, I, Amsterdam, 1886; Blavignac, Etudes sur Genève depuis l'antiquité jusqu'a nos jours, I, Genève, 1872. Quest'ultimo autore, prima di Isacco, inserisce questa serie di vescovi (p. 349), antecedenti l'anno 381: San Nazario, San Paracoda, Pellegrino, Domnello, Iginio, Augustano, Protasio, Fronzo, Domno, Sant'Eleuterio, Telesforo, Tiburno e Diogene. Tutti questi nomi sono sconosciuti a Gallia christiana e agli autori che ne dipendono.
  5. ^ Besson, Recherches sur les origines…, p. 88.
  6. ^ Besson, Recherches sur les origines…, pp. 88-109. L'errata lettura dei testi antichi ha indotto alcuni autori italiani (Ughelli, Semeria e Gams) a considerare Salonio (chiamato anche Salomone) protovescovo di Genova.
  7. ^ Besson e Duchesne, nelle loro cronotassi, parlano solo del vescovo Teoplasto, documentato in una lettera di Sidonio Apollinare e che prese parte ad un concilio datato tra il 474 o il 475. Helvetia sacra, invece, all'anno 470, menziona due vescovi, lo stesso Teoplasto ed Eleuterio. Gallia christiana inserisce tra i due il successivo Domiziano.
  8. ^ Helvetia sacra gli assegna approssimativamente gli anni tra il 470 e il 490, mentre Besson (pp. 111-117) e Duchesne (p. 228), più cautamente, la seconda metà del V secolo. Domiziano fu presente alla scoperta delle reliquie di un sant'Innocenzo. Questo vescovo potrebbe anche precedere Teoplasto.
  9. ^ Besson, Recherches sur les origines…, pp. 117-133.
  10. ^ a b Besson, Recherches sur les origines…, p. 134.
  11. ^ Nella scoperta della reliquie di San Vittore, avvenuta a Ginevra nel 601 o 602, erano presenti tre vescovi: Iconio di Moriana, Rusticio e Patrizio. È assai improbabile che il vescovo locale non fosse presente a questo avvenimento, ma non ci sono dati per stabilire quale tra Rusticio e Patrizio fosse il vescovo ginevrino.
  12. ^ I vescovi Etoaldo, Gauziberto e Walterno sono elencati da Helvetia sacra; questi tre fanno parte di un gruppo di undici vescovi menzionati da Gallia christiana e che appartengono ad un antico catalogo episcopale ginevrino; secondo Duchesne di questi undici vescovi non esistono prove documentarie.
  13. ^ Helvetia sacra distingue, ma con il beneficio del dubbio, i vescovi Altaldo e Aptado; per Duchesne, Gallia christiana e Besson si tratterebbe invece del medesimo vescovo.
  14. ^ Documentato da un capitolare di Lotario I dell'847. Louis Dupraz, Le Capitulaire de Lothaire I, empereur : de expeditione contra Sarracenos facienda, et la Suisse romande (847), in «Zeitschrift für schweizerische Kirchengeschichte = Revue d'histoire ecclésiastique suisse» 16 (1936), pp. 241-293 (in particolare le pp. 283-284).
  15. ^ Dupraz, Le Capitulaire de Lothaire I…, p. 284 e nota 129.
  16. ^ Secondo Helvetia sacra Riculfo pontificò in anni imprecisati tra l'899 e il 906.
  17. ^ I vescovi Konrad, Adalgod e Bernard sono menzionati nell'antico catalogo ginevrino tra i vescovi Hugues e Frédéric; ma, come mostra Gallia christiana, di essi non esiste documentazione.
  18. ^ Quello di Frédéric è tra gli episcopati più lunghi di Ginevra; le fonti medievali gli attribuiscono fino a 50 anni di governo; cfr. Gallia christiana col. 392.
  19. ^ Menzionato nel catalogo ginevrino fra i vescovi Frédéric e Guy.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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