Danilo Donati

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Danilo Donati
Statuetta dell'Oscar Oscar ai migliori costumi 1969
Statuetta dell'Oscar Oscar ai migliori costumi 1977

Danilo Donati (Luzzara, 6 aprile 1926Roma, 2 dicembre 2001) è stato uno scenografo, costumista e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1926 a Luzzara, in provincia di Reggio nell'Emilia, mostrò fin dall'infanzia propensione per le arti figurative, unita a quella per la letteratura. Iscrittosi alla Scuola d'Arte di Porta Romana a Firenze, riuscì a evitare, grazie alla famiglia, il servizio militare. Nell'immediato dopoguerra diventò allievo del pittore Ottone Rosai, ma venne richiamato a Luzzara e chiamato alle armi.

Nel 1953 perse la madre ed entrò in un periodo di sconforto e crisi depressive che durò per circa due anni, al termine del quale iniziò a collaborare con Luchino Visconti, allora impegnato a teatro; occupazione che però non lo soddisfaceva appieno.

Nel 1959 ebbe l'occasione di emergere: dopo aver curato i costumi della trasmissione televisiva Il Mattatore, Mario Monicelli gli affidò la progettazione dei costumi de La grande guerra. Da allora, la sua carriera fu in continua ascesa: il 1962 segnò l'inizio del sodalizio con Pier Paolo Pasolini, per il quale creò i costumi di numerosi film, che vennero poi tutti realizzati dal sarto Piero Farani.

Contemporaneamente, collaborava con Mauro Bolognini e, soprattutto, con l'amico Franco Zeffirelli: e proprio grazie a Zeffirelli e ai costumi rinascimentali realizzati per Romeo e Giulietta, nel 1969 vinse il primo dei suoi due premi Oscar. Il secondo arrivò nel 1977 grazie a Il Casanova di Federico Fellini, per il quale ricreò un Settecento opulento e quantomai fantasioso.

Si cimentò anche con la scenografia in molti film, tra i quali Chi lavora è perduto (In capo al mondo) dell'esordiente Tinto Brass, Per grazia ricevuta di Nino Manfredi, Francesco di Liliana Cavani e Marianna Ucrìa di Roberto Faenza. Donati lavorò anche per il cinema statunitense realizzando i costumi per Flash Gordon (1980) di Mike Hodges e per Yado (1985) di Richard Fleischer. Per il film Ginger e Fred (1986) di Fellini, fu affiancato dall'aiutante - costumista Antonio Squicciarini.

Uomo schivo e poliedrico, si rivelò anche un discreto scrittore con il romanzo (in parte autobiografico) Coprifuoco, edito da Newton & Compton, finalista al Premio Strega 2001, nel quale descrisse l'ambiente fiorentino degli anni quaranta e i giorni che precedettero la liberazione della città da parte delle truppe alleate.

Nel 1994 iniziò a lavorare per Roberto Benigni; proprio il film di Benigni Pinocchio fu il suo ultimo lavoro, con il quale si aggiudicò per le migliori scenografie e i migliori costumi il premio postumo David di Donatello.

Donati morì a Roma il 2 dicembre 2001.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni costumi realizzati da Danilo Donati sono conservati da Neri costumi teatrali - NCT, srl, e comprende quindici costumi da cardinale e tredici metri lineari di altri costumi[1]; altri, come quelli di Fratello sole, sorella luna (per il quale vinse un Oscar), si trovano alla Fondazione Cerratelli, vicino a Pisa[2].

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fondo Neri costumi teatrali - NCT, srl di Formello, serie Costumi Danilo Donati, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 19 giugno 2019.
  2. ^ Stage costume for Nobildonna per Fratello Sole Sorella Luna, su Collezioni Europeana. URL consultato l'8 novembre 2019.
  3. ^ a b Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 12/04/20.
  4. ^ CIAK D’ORO 2003: 4 PREMI A OZPETEK E SALVATORES, su e-duesse.it. URL consultato il 04/06/03 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2020).

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