Vanina Vanini (film 1961)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Vanina Vanini
Titolo di testa del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1961
Durata127 min
Generedrammatico
RegiaRoberto Rossellini
SoggettoStendhal
SceneggiaturaRoberto Rossellini, Franco Solinas, Diego Fabbri, Antonello Trombadori, Monique Lange, Jean Gruault
ProduttoreMoris Ergas
Produttore esecutivoManolo Bolognini
Casa di produzioneZebra Film e Orsay Films
FotografiaLuciano Trasatti
MontaggioDaniele Alabiso, Mario Serandrei
MusicheRenzo Rossellini
ScenografiaLuigi Scaccianoce
CostumiDanilo Donati, Riccardo Domenici
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Vanina Vanini è un film del 1961 diretto da Roberto Rossellini.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Tratto dal racconto omonimo di Stendhal, narra la storia d'amore fra Vanina Vanini, una giovane aristocratica romana, e Pietro Missirilli, un affiliato alla Carboneria. Il contrasto tra tradizione e rivoluzione, tra coinvolgimento sociale e storia d'amore, vissuto dai due protagonisti con uguale intensità. Emblematica la figura di Napoleone di cui Pietro, in un dialogo appassionato con Vanina, cita una risposta a dei bresciani che gli giuravano di amare la libertà più di tutti gli altri patrioti italiani: Eh si, della libertà «amano parlarne alle loro amanti». L'impegno di Pietro verso i suoi compagni e verso la costruzione di un mondo nuovo non permette quindi mezze misure. Esattamente come Vanina che mette l'amore per Pietro al primo posto e vede Napoleone come un uomo che, accecato dalla stessa follia dell'amato, ha insanguinato il mondo.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Gianni Rondolino ha scritto che in questo film «Rossellini non rinuncia allo spettacolo, inteso proprio in senso tradizionale di struttura scenica e drammatica della storia, ma lo inquadra in uno schema che potremmo definire documentario o didascalico nella misura in cui questi termini alludono a una descrizione più distaccata e "obbiettiva" della realtà. (...) Di qui nacquero quelle dispute, tra Rossellini e gli sceneggiatori, soprattutto Franco Solinas e Antonello Trombadori, sul carattere culturale delle opere, cioè sui modi e sulle forme della loro "politicizzazione"».[1]

Gian Piero Brunetta, a proposito degli sceneggiatori del film, pur riconoscendo a Rossellini «lo sforzo di far coesistere voci appartenenti a blocchi politici contrapposti», ritiene che tale sforzo «non sia stato ripagato da risultati positivi». Lo stesso Brunetta ricorda che Vanina Vanini «è particolarmente amato dai sostenitori del regista e non è da escludere che una sua revisione ne mostri virtù a lungo celate»[2]

Note di produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il produttore Moris Ergas ebbe dei contrasti con il regista e cambiò il montaggio del film contro la sua volontà. Il desiderio di Ergas di dare maggiore importanza al ruolo di Sandra Milo portò all'eliminazione delle parti riguardanti la contessa Vitelleschi, interpretata da Martine Carol. Scene girate a Gradara (PU) nelle Marche e alla rocca di San Leo (RN) in Emilia-Romagna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gianni Rondolino, Roberto Rossellini, Milano, Editrice Il Castoro, 1995, p. 99.
  2. ^ Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano. Volume quarto, Roma, Editori Riuniti, 1993, p. 351.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]