Conservatorio Giuseppe Nicolini
Conservatorio Giuseppe Nicolini | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Città | Piacenza |
Dati generali | |
Fondazione | 1839 |
Tipo | Conservatorio, statale |
Mappa di localizzazione | |
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Sito web | |
Il Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Nicolini" di Piacenza è un conservatorio musicale di Piacenza con sede nell'antico monastero di Santa Franca.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1839 nacque ufficialmente la Scuola di Musica di Piacenza ad opera della "Deputazione del Teatro Comunicativo", odierno Teatro Municipale di Piacenza. Furono individuati tredici professori dell'orchestra che, oltre a prestare servizio in teatro, dovevano «istruire gratuitamente e costantemente nel rispettivo istrumento due allievi che gli saranno dati dal Podestà Direttore del teatro.»[1]. La scuola di musica era nata per soddisfare l’esigenza di formare strumentisti per l’orchestra del teatro cittadino e si inseriva in un preciso contesto sociale poiché aveva come finalità soprattutto il supporto agli allievi «poveri, od almeno di famiglie di strettissime fortune»[2]. La prima sede, a partire dal 1845, fu nei locali dell'ex convento di Sant'Agostino e raggiunse la sua sede definitiva nel 1865 nell'antico monastero di clausura femminile sito nel quartiere di Santa Franca.[3]
Il Regolamento della Scuola di musica di Piacenza, approvato nel dicembre 1900, indicava come fine principale «agevolare l’insegnamento della musica a chiunque avendone le attitudini intenda percorrere la carriera musicale» (art. 1).[4] L’inizio del secolo segnò quindi nuove finalità per l’istituto musicale piacentino, che mutò la denominazione in "Scuola Municipale di Musica" e nel 1933 fu trasformata in Liceo Musicale, intitolato a Giuseppe Nicolini, pareggiato ai conservatori governativi. I direttori che si sono succeduti nel primo secolo di attività furono Giuseppe Jona (1839-1856), Antonio Majocchi (1857-1900), Primo Bandini (1900-1927), Corrado Fruttero (1927-1930) e Giovanni Spezzaferri (1930-1954), che avviò l'iter per il pareggiamento.
Nel maggio 1944, quando la città di Piacenza subì quasi cento incursioni aeree e circa 300 vittime, il conservatorio fu bombardato e quasi distrutto e fu ricostruito in stile neoclassico su progetto dell'architetto Pietro Berzolla[5]. I lavori si conclusero nel 1949 le attività ripresero in aule rinnovate e con il Salone dei Concerti dotato di un nuovo organo[6].
Nel 1977, con la L. 663, si concluse il percorso di statizzazione e venne mutata la denominazione in conservatorio. A seguito della legge di riforma n. 508/99 e dei successivi decreti, il Conservatorio "Nicolini", riconosciuto come Istituto superiore di studi musicali e inserito nel sistema dell'Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM), è "sede primaria di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale" e svolge "correlate attività di produzione" (L. 508/99, art. 2, c. 4)[7]. In quanto tale ha acquisito autonomia statutaria ed ha avviato, accanto ai percorsi di studio ordinamentali a esaurimento, i nuovi corsi triennali di primo livello e biennali di secondo livello, che consentono di acquisire diplomi accademici equiparati alle corrispondenti lauree triennale e magistrale.
Il progressivo ampliamento del Conservatorio ha consentito al "Nicolini" di acquisire un ruolo importante nella formazione musicale di base, risultando al pari dei grandi conservatori della cerchia intorno a Milano (come Como, Brescia e Novara). Nell'istituzione ha operato una classe docente di primissimo ordine[8] che ha annoverato, in passato, musicisti come il tenore Gianni Poggi, il direttore d'orchestra e musicologo Alberto Zedda (in seguito direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano), Marcello Abbado, Giuseppe Zanaboni, il violinista Fabio Biondi, per citarne solo alcuni, e che prosegue ai giorni nostri con insegnanti che richiamano studenti da tutta Italia e anche dall'estero.
Patrimonio[modifica | modifica wikitesto]
Il "Nicolini" è l'unica università interamente piacentina e può contare su un centinaio di docenti[9]. Tra le dotazioni di cui l'istituto dispone si annoverano tre organi, fra i quali quello del Salone dei Concerti, costruito nel 1975 da Tamburini, è stato per lungo tempo il più grande organo a trasmissione meccanica esistente in Italia.[10] Il conservatorio possiede inoltre due pianoforti Steinway gran coda, un pianoforte Blüthner del 1960 e numerosi "mezza coda"[11]. La biblioteca del Conservatorio affianca la normale funzione scolastica alla conservazione di pregevoli fondi storici (spesso consultati da studiosi italiani e stranieri), tra i quali il fondo del marchese Corrado Pavesi Negri, che nella sua parte libraria ha costituito il nucleo iniziale della biblioteca; di particolare interesse è la raccolta fotografica appartenuta a Pavesi Negri, che comprende 171 fotografie di allievi del maestro di canto come Amedeo Bassi, Italo Cristalli, Nunzio Rapisardi[12]. Un altro fondo importante è l’Archivio degli editori di musica Giudici e Strada, pervenuto integro al liceo musicale quando è stata interrotta l’attività è stata interrotta a causa del fallimento. Il materiale d’archivio, che comprende manoscritti autografi di Amilcare Ponchielli, Enrico Petrella, Lauro Rossi ecc., era stato acquisito dalla Banca Cattolica di Parma, e nel 1928 fu donato alla biblioteca dell’allora liceo musicale di Piacenza.[13] Nel 2022 ha acquisto un manoscritto autografo con abbozzi dell'opera Falstaff di Giuseppe Verdi, donato dalla famiglia di Angiolo Tarocchi, già docente del Conservatorio e vicini ai discendenti del maestro.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Cfr. «Regolamento di servizio e disciplinare del teatro comunitativo di Piacenza», 1839, in Il liceo musicale “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, Firenze, Le Monnier,, 1950, pp. 85-92.
- ^ I musicisti coinvolti all'avvio delle attività furono Giuseppe Jona, violino e direttore d’orchestra, che divenne anche ispettore della scuola; Giuseppe Pini, primo violino; Luigi Mengoli, primo dei secondi violini; Giuseppe Cigalini, viola, Giuseppe Mazzola, violoncello; Demetrio Savi, contrabbasso; Vincenzo Bacci, flauto; Giuseppe Galli, oboe; Gaetano Chiusi, clarinetto; Gaetano Via, fagotto; Giovanni Skokai, tromba; Luigi Martelli, trombone; Giuseppe Canetta, corno. Cfr. 1839-1939. I cent’anni del liceo musicale “G. Nicolini” di Piacenza, Piacenza, Del Maino, 1839, pp. 29-39.
- ^ Carlo Censi, Il liceo musicale “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, Firenze, Le Monnier, 1950.
- ^ Cfr. Regolamento per le Scuole Municipali di musica della città di Piacenza (29 dicembre 1900), in Il liceo musicale “Giuseppe Nicolini” di Piacenza, Firenze, Le Monnier,, 1950, pp. 106-114.
- ^ Per le immagini dei bombardamenti cfr. Mariateresa Dellabora e Patrizia Florio, «Per l’istruzione e il raffinamento dell’arte» I 180 anni del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, Lucca, LIM, pp. 162-165.
- ^ Annuario del Liceo Musicale £Giuseppe Nicolini", 1948-49., Piacenza, Unione Tipografica Piacentina, 1949.
- ^ L 508/99, su parlamento.it. URL consultato il 17 febbraio 2016.
- ^ Cfr. Mariateresa Dellaborra e Patrizia Florio, «Per l’istruzione e il raffinamento dell’arte». I 180 anni del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, Lucca, LIM, 2020.
- ^ Conservatorio "Giuseppe Nicolini" di Piacenza, su conservatorionicolini.it.
- ^ Andrea Toschi, Il grande organo Tamburini, in «Per l’istruzione e il raffinamento dell’arte». I 180 anni del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, Lucca, LIM, 2020, pp. 101-106.
- ^ Antonio Tarallo, I pianoforti storici del "Nicolini", in «Per l’istruzione e il raffinamento dell’arte». I 180 anni del Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, Lucca, LIM, 2020, pp. 95-99.
- ^ Immagini del Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza, su commons.wikimedia.org.
- ^ Vedi Patrizia Florio, Un progetto di ricerca e valorizzazione sull’archivio degli editori di musica Giudici e Strada conservato nella biblioteca del Conservatorio di musica “G. Nicolini” di Piacenza, in Scripta sonant, Milano, IAML Italia, 2018, pp. 89-100.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- 1839-1939. I cent’anni del liceo musicale “G. Nicolini” di Piacenza, Piacenza, Del Maino, 1839, pp. 29-39.
- Carlo Censi, Il liceo musicale "Giuseppe Nicolini" di Piacenza, Firenze, Le Monnier, 1950.
- Silvia Arena, L'Archivio della casa editrice Giudici & Strada presso il Conservatorio 'Nicolini' di Piacenza, in Fonti musicali italiane, V, 2000, pp. 249-269..
- . Patrizia Florio, Patrizia Florio, Un progetto di ricerca e valorizzazione sull’archivio degli editori di musica Giudici e Strada conservato nella biblioteca del Conservatorio di musica “G. Nicolini” di Piacenza, in Scripta sonant, Milano, IAML Italia, 2018, p. 89-100.
- Mariateresa Dellaborra e Patrizia Florio (a cura di), Per l'Istruzione e il raffinamento dell'arte". I 180 anni del Conservatorio "G. Nicolini" di Piacenza, Lucca, LIM, 2020, ISBN 9788855430609.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su conservatorionicolini.it.
- Canale YouTube Ufficiale del Conservatorio "Giuseppe Nicolini" di Piacenza
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4001145857140322922769 · ISNI (EN) 0000 0004 1777 546X |
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