Anfiteatro minore

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Anfiteatro cosiddetto Minore di Pozzuoli
Civiltàromana
UtilizzoAnfiteatro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ComunePozzuoli
Amministrazione
EnteSoprintendenza archeologia della Campania
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°49′33.82″N 14°07′39.07″E / 40.826061°N 14.127519°E40.826061; 14.127519

L'anfiteatro minore di Pozzuoli era un teatro di costruzione romana antica, di cui rimangono poche rovine; un classico anfiteatro romano di epoca augustea o pre-augustea. Gli assi dell'ellisse misurerebbero rispettivamente 130 e 95 metri. Le principali rovine arrivate a noi sono una decina di arcate costruite in opera incerta che avevano funzione di appoggio della curva della cavea.

In età flavia venne costruito il grande anfiteatro perché l'anfiteatro minore non era adeguato alle necessità dei ludi gladiatori.

Il minore e più antico anfiteatro puteolano è stato individuato durante i lavori per la costruzione del tronco della direttissima Roma-Napoli, che lo ha seriamente danneggiato, attraversandolo centralmente.

Testimonianze[modifica | modifica wikitesto]

Il vaso in vetro di Odemira, in cui, insieme con altri edifici puteolani, sono raffigurati due anfiteatri: l'uno inferiore contrassegnato dall'emblema del flagello, come se fosse destinato alle venationes; l'altro superiore contrassegnato da una palma, come se fosse più propriamente adatto a combattimenti fra gladiatori. Infatti l'anfiteatro minore era stato costruito secondo il tipo dell'anfiteatro pompeiano senza i sotterranei e i servizi organizzati per le venationes di cui furono dotati gli anfiteatri costruiti successivamente.

Svetonio riporta che in un'occasione a causa della calca un senatore fu impedito all'accesso e Augusto per rimediare all'offesa stabili nuove regole per l'accesso agli spettacoli.

Dione Cassio narra che nel 66 d.C., sotto il regno di Nerone, il liberto Petronio organizzò a sue spese nell'anfiteatro più antico di Pozzuoli, dei ludi con venationes in onore di Tiridate, nominato re di Armenia da Nerone, alla presenza di spettatori etiopici e stranieri presenti per portare tributo e onore al re. Tiridate volle partecipare allo spettacolo anche per dare prova delle sue capacità, uccidendo due tori con una sola freccia scoccata dalla tribuna d'onore.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV. A cura del Progetto Eubea I Campi Flegrei un itinerario archeologico, Marsillo editore, Napoli, 1990

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]