2867 Šteins
Šteins (2867 Šteins) | |
---|---|
Immagine scattata dalla sonda Rosetta il 5 settembre 2008 durante il sorvolo dell'asteroide. | |
Scoperta | 4 novembre 1969 |
Scopritore | Nikolaj Stepanovič Černych |
Classificazione | Fascia principale |
Classe spettrale | E |
Designazioni alternative | 1969 VC |
Parametri orbitali | |
(all'epoca K074A) | |
Semiasse maggiore | 2,3634195 au |
Inclinazione sull'eclittica | 9,94544° |
Eccentricità | 0,1458624 |
Longitudine del nodo ascendente | 55,53528° |
Argom. del perielio | 250,51963° |
Anomalia media | 177,83068° |
Par. Tisserand (TJ) | 3,515 (calcolato) |
Dati fisici | |
Dimensioni | 5,9 × 4 km[1] |
Periodo di rotazione | 6,049 ore |
Albedo | 0,35±0,05[1] |
Dati osservativi | |
Magnitudine ass. | 12,9 |
2867 Šteins è un asteroide della Fascia principale. Appartiene alla poco comune classe spettrale E,[2] che raccoglie asteroidi di ridotte dimensioni che orbitano principalmente nella parte interna della fascia principale e che probabilmente hanno avuto origine dal mantello di asteroidi di grandi dimensioni, distrutti in tempi remoti.[3]
Presenta un'orbita caratterizzata da un semiasse maggiore pari a 2,3634195 au e da un'eccentricità di 0,1458624, inclinata di 9,94544° rispetto all'eclittica. Ha una forma irregolare, che ricorda quella di un diamante.[1] La sua superficie è caratterizzata da un grande cratere di 2,1 km di diametro e da una catena di sette crateri. Sono stati contati 23 crateri con un diametro superiore ai 200 m, testimonianza di una complessa storia di impatti.[1] Tuttavia, nel complesso, si nota che il numero dei crateri di piccole dimensioni (di diametro inferiore ai 0,5 km) è inferiore rispetto a quanto teoricamente previsto.[4][5] Ciò è stato spiegato da Keller et al. come conseguenza dell'effetto YORP avvenuto sull'asteroide, che ha determinato lo scorrimento dello strato superficiale ed il riempimento dei crateri più piccoli.[4][5] Un risultato simile era stato precedentemente registrato nei rilevamenti della superficie di 433 Eros.[6]
L'assenza di rilevanti variazioni nel colore della superficie lascia supporre una composizione omogenea dell'asteroide, mentre la presenza di numerosi crateri di grandi dimensioni suggerisce che non presenti una struttura monolitica, ma si componga di un cumulo di detriti.[4][5]
Fu scoperto da Nikolaj Stepanovič Černych il 4 novembre 1969 ed è dedicato a Kārlis Šteins.
È stato visitato il 5 settembre 2008 dalla sonda Rosetta, transitata ad 800 km dalla sua superficie.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d First Rosetta/OSIRIS images of asteroid Steins, su sci.esa.int. URL consultato il 6 settembre 2008.
- ^ S. Fornasier, I. Belskaya, M. Fulchignoni, M. A. Barucci, C. Barbieri, First albedo determination of 2867 Steins, target of the Rosetta mission, su fr.arxiv.org. URL consultato l'8 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2020).
- ^ a b Encounter of a different kind: Rosetta observes asteroid at close quarters, su esa.int. URL consultato il 7 settembre 2008.
- ^ a b c Keller, H.U. et al, 2010.
- ^ a b c (EN) Rosetta's OSIRIS cameras reveal the nature of asteroid Steins, su sci.esa.int, ESA Portal, 8 gennaio 2010. URL consultato il 16 gennaio 2010.
- ^ Vedi la sezione Caratteristiche fisiche della relativa voce.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) H.U. Keller et al., E-Type Asteroid (2867) Steins as Imaged by OSIRIS on Board Rosetta, in Science, vol. 327, n. 5962, 2010, pp. 190-193, DOI:10.1126/science.1179559.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 2867 Šteins
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) 2867 Šteins - Dati riportati nel database dell'IAU, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center.
- (EN) 2867 Šteins - Dati riportati nello Small-Body Database, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory.
- (EN) ESA - Prime immagini e curva di luce di Šteins riprese dalla sonda Rosetta
- (EN) Steins: A diamond in the sky, prime immagini raccolte dalla sonda Rosetta durante il fly-by con l'asteroide Šteins, dal sito dell'ESA.