Museo archeologico regionale di Gela

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Museo archeologico regionale
Facciata esterna dell'edificio
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGela
IndirizzoCorso Vittorio Emanuele, 2
Coordinate37°03′45.3″N 14°15′28.79″E / 37.062584°N 14.257998°E37.062584; 14.257998
Caratteristiche
TipoArcheologia
Apertura21 Settembre 1958
Visitatori143 (2021)
Sito web

Il Museo archeologico regionale di Gela è un museo archeologico situato a Gela.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una delle sale del museo

Il museo sorge accanto all'acropoli e fu costruito nel 1955 dal Ministero dei lavori pubblici su progetto dell'architetto Luigi Pasquarelli, con i fondi della Cassa del Mezzogiorno. L'inaugurazione fu il 21 settembre del 1958.

Nel 1984 il Museo fu oggetto di lavori di ampliamento resisi necessari in seguito ai nuovi reperti da esporre ad opera dell'architetto Franco Minissi. I percorsi espositivi e didattici furono interamente rinnovati nel 1995. Gli ultimi interventi effettuati a partire dal 1995 lo hanno interamente rinnovato nei percorsi espositivi e negli apparati didattici e didascalici.

Le collezioni[modifica | modifica wikitesto]

Il museo si divide in due piani, nei quali, attraverso reperti ceramici, bronzei e numismatici, si ripercorre la storia di Gela antica e del territorio circostante dall'età preistorica all'età medievale. Contiene circa 4200 reperti cronologicamente distribuiti dalla preistoria all'età medievale, provenienti dai siti limitrofi come Dessueri, Monte Bubbonia, e il sito di Sophiana.

Molto ampie le collezioni relative a Gela greca con materiali provenienti dall'acropoli, dalla zona di capo Soprano, dall'emporio di Bosco Littorio e dalle necropoli.

Ara in terracotta con Medusa, Pegaso e Crisaore (V sec. a.C.)
Ara in terracotta con Medusa, Pegaso e Crisaore (V sec. a.C.)

Sono da mettere in evidenza[senza fonte]:

  • un integro elmo calcidese
  • le ampie collezioni di ceramica greca a figure nere e a figure rosse
  • i resti del carico del "relitto di Gela", una nave mercantile greca affondata davanti al porto della città
  • i dettagli architettonici provenienti da templi cittadini e le arule votive provenienti dall'emporio di Bosco Littorio
  • l'ampia collezione numismatica con monete provenienti dalle varie colonie greche

Le collezioni Navarra e Nocera costituiscono il nucleo espositivo più antico. La prima, comprende una considerevole quantità di vasi corinzi ed attici a figure nere e a figure rosse. Questi provengono dagli scavi clandestini delle necropoli e collezionati alla fine dell'Ottocento dal barone Giuseppe Navarra.

Statua del tragediografo Eschilo, posta dinnanzi al Museo, realizzata dall’artista greco Taxis Parlavantzas.
Statua del tragediografo Eschilo, posta dinnanzi al museo, realizzata dall’artista greco Taxis Parlavantzas.

Tra i vasi attici a figure nere (fine VI, inizi V secolo a.C.) si ritrovano opere attribuite al Pittore di Gela e al Pittore di Eucharides, e molte lekythoi della "classe di Phanillys". La collezione di vasi attici a figure rosse (prima metà del V secolo a.C.) presenta opere di grandi ceramografi attici. Si tratta del Pittore di Edimburgo, del Pittore di Boreas, del Pittore della Phiale di Boston, del Pittore dei porci, del Pittore di Berlino e del Pittore di Brygos.

Acroterio con testa di cavallo fittile (V sec. a.C.)
Acroterio con testa di cavallo fittile (V sec. a.C.)

Il circuito museale è strutturato secondo un ordine cronologico e si articola in undici sezioni:

  • Sezione I — Preistoria
  • Sezione II — Acropoli
  • Sezione III — Età Timoleontea, nave greca ed emporio
  • Sezione IV — Zona Urbana
  • Sezione V — Necropoli
  • Sezione VI — Collezioni
  • Sezione VII — Anfore da trasporto
  • Sezione VIII — Arule e monetiere
  • Sezione IX — Santuari extra-urbani
  • Sezione X — Dalla preistoria all'età greca
  • Sezione XI — Dall'età romana al medioevo

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN135063308 · SBN NAPV076193 · LCCN (ENn2002048503 · J9U (ENHE987007573081505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n2002048503