Palazzo delle arti (Paternò)

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Palazzo delle arti
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàPaternò
Indirizzovia Gancia, 1
Coordinate37°33′56.83″N 14°53′41.5″E / 37.565787°N 14.89486°E37.565787; 14.89486
Informazioni generali
Condizioniin uso
CostruzioneXIII secolo
Piani2
Realizzazione
ProprietarioComune di Paternò

Il palazzo delle arti è un edificio storico di Paternò, in provincia di Catania, di proprietà comunale e sede di un museo che ospita vari eventi, rassegne d'arte moderna e conferenze. Fondato in epoca sveva come monastero della Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat, è stato, in periodi diversi, sede dell'Ospedale Santissimo Salvatore e di un istituto tecnico commerciale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'immobile sorse nel 1123 come monastero benedettino dell'Ordine di Santa Maria di Valle Josaphat, annesso all'omonima chiesa, fondata nel 1092 dalla contessa Adelasia del Vasto.[1] Il monastero era sede di una grangia, ovvero un centro dove si raccoglievano le derrate provenienti dai cospicui possedimenti del monastero per essere poi ridistribuite agli altri conventi dell'Ordine o inviati in Terra santa, dove l'ordine militare della Valle di Josaphat si trovava impegnato nelle Crociate.[2]

Dal 1197, l'abbazia benedettina paternese divenne suffraganea del Monastero di Santa Maddalena di Messina.[3] Prosperò per quasi quattro secoli, finché non andò in declino, e nel 1445, a seguito di bolla emanata dal papa Eugenio IV,venne aggregata al Monastero di San Nicolò l'Arena di Catania, confermata da una successiva bolla del 2 luglio 1457 di papa Callisto III.[3] Da quel momento la grangia di Santa Maria della Valle di Josaphat, cessò di esistere come autonomo centro di vita monastica e le sue vicende seguivano quelle del monastero di San Nicolò l'Arena, dove pure venne trasferito l'antico fondo archivistico.[3]

I locali del convento, nei secoli successivi, furono restaurati e ampliati con l'aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica.[3] Nel 1866, in attuazione delle leggi eversive promulgate dallo Stato italiano, con R.D. n. 3036 il monastero benedettino fu soppresso, e l'edificio fu convertito in ospedale, a cui fu data la denominazione di "Ospedale Santissimo Salvatore". Il fabbricato comprendeva 35 stanze, in parte a piano terreno con magazzini e cantine, in parte al primo piano, un chiostro con cisterna e stalla, una chiesa a navata unica.[4]

L'ex monastero benedettino dell'Ordine di Josaphat fu sede dell'Ospedale Santissimo Salvatore fino al 1966, quando fu trasferito in un nuovo complesso edilizio edificato nella zona dell'Acquagrassa.[4] Dal 1971 al 1977, i locali dell'edificio ospitarono un istituto tecnico commerciale intitolato a Gioacchino Russo, la cui sede fu poi trasferita in un nuovo edificio all'Annunziata.[5][6][7]

Abbandonato nei decenni successivi, lo stabile, di proprietà del Comune di Paternò è stato recuperato e ristrutturato, e nel 2011, in occasione di una mostra culturale organizzata dall'Ente, tenutasi all'interno dei suoi locali, è stato inaugurato e denominato Palazzo delle arti.[8]

Descrizione e ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

L'antica sede dell'ospedale Santissimo Salvatore, oggi "palazzo delle Arti", è situato nel quartiere della Gancia, a ridosso della collina storica.

Elevato su due livelli, il palazzo, la cui porta d'ingresso si trova nel lato adiacente alla chiesa normanna di Santa Maria di Josaphat, ha struttura rettangolare e due facciate.

L'edificio ha una semplice decorazione esterna in stile eclettico, che deriva dalla ristrutturazione dell'antico edificio barocco avvenuta nella seconda metà dell'Ottocento, a sua volta sorto sui resti dell'antico monastero costruito in età medievale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Di Matteo, pp. 87-90.
  2. ^ Paternò perla del Simeto (PDF), su terredipaterno.it. URL consultato il 20-11-2019 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2019).
  3. ^ a b c d Di Matteo, pp. 91-92.
  4. ^ a b Paternò, su www3.unict.it. URL consultato il 21-11-2019 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2011).
  5. ^ Avrà presto una degna sede il Tecnico commerciale di Paternò, in La Sicilia, 5 ottobre 1971, p. 6.
  6. ^ Intitolato a Gioacchino Russo il Tecnico commerciale di Paternò, in La Sicilia, 2 febbraio 1972, p. 6.
  7. ^ Chi siamo, su iterusso.edu.it. URL consultato il 21-11-2019.
  8. ^ F. Giordano, Settimana della Cultura: «Scommessa vinta», in La Sicilia - Edizione di Catania, 19 aprile 2011, p. 39.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Savasta, Memorie storiche della città di Paternò, Catania, Galati, 1905.
  • C. Rapisardi, Paternò medievale, Santa Maria di Licodia, Aesse, 1999.
  • S. Di Matteo, Paternò. La storia e la civiltà artistica, Palermo, Arbor Edizioni, 2009, ISBN 88-86325-38-X.