Luigi Tandura

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Luigi Tandura
SoprannomeNibbio
NascitaVittorio Veneto, 26 aprile 1921
MortePremariacco, 28 giugno 1944
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataesercito
Gradocaporale
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
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Luigi “Nino” Tandura, nome di battaglia "Nibbio" (Vittorio Veneto, 26 aprile 1921Premariacco, 28 giugno 1944), è stato un militare e partigiano italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ex-allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, studente in chimica presso l'Università di Padova, venne chiamato alle armi nel 1942 e destinato al fronte russo.

Scampato alla quasi totale distruzione del contingente italiano, riuscì a rientrare in Italia, e venne successivamente destinato al 5º Reggimento Alpini di Merano come allievo ufficiale.

All'atto della firma dell'armistizio di Cassibile, senza esitazioni formò un movimento clandestino operante sotto forma di battaglione della Divisione "Garibaldi-Osoppo" dapprima nel bellunese, poi nelle valli del Natisone con la Divisione d'assalto "Garibaldi - Natisone" (Brigata "Gramsci", numero di matricola 102564). Con questa scelta coraggiosa, seguì le orme del padre Alessandro Tandura, primo paracadutista al mondo in azione di guerra e medaglia d'oro al valor militare[1] e della madre Maddalena Petterle (medaglia d'argento, durante la prima guerra mondiale).

Il 28 giugno del 1944 durante un'azione di guerriglia alla quale partecipa seppur ferito e febbricitante, rimane ucciso mentre copriva la ritirata dei compagni, impegnando da solo il nemico.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane combattente della lotta di liberazione, animato per suo sentimento e per tradizione familiare da vivo amore di Patria, si distingueva ripetutamente per fermo coraggio e per slancio generoso. Ancora febbricitante per ferite riportate in combattimento, chiedeva di partecipare ad un’ardita impresa. Riuscita l’azione si attardava coscientemente per coprire la ritirata dei suoi. Ferito ad una gamba continuava a combattere e, sollecitato a porsi in salvo, rifiutava di farlo. Rimasto solo, ferito una seconda ed una terza volta, teneva eroicamente il posto da lui scelto sino a che si abbatteva esanime sull’arma, ormai vuota.[2]
— Zona del Collio (Gorizia), 28 giugno 1944.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ [1] Quirinale - scheda Alessandro Tanduravisto - 21 dicembre 2008
  2. ^ [2] Quirinale - scheda - visto 21 dicembre 2008

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]