Luigi Serafini (artista)

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Luigi Serafini (Roma, 4 agosto 1949) è un artista, architetto e designer italiano.

È famoso per le sue opere stranianti e misteriose, come il Codex Seraphinianus (1981).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

LUNA PAC SERAFINI arch

Durante gli studi di architettura, Serafini lavora con Maurizio Sacripanti e Luigi Pellegrin. Nel 1971 viaggia attraverso gli Stati Uniti con sacco a pelo e Rolleiflex e si ferma a lavorare da Paolo Soleri presso la nascente Arcosanti. Nel 1972 scende fino a Babilonia, lungo l'Eufrate. Nel 1973 visita l'Africa equatoriale e il fiume Congo. Successivamente comincia la carriera come architetto.

Nel 1981 pubblica la prima edizione del Codex Seraphinianus con Franco Maria Ricci Editore, che richiama l'attenzione di Roland Barthes e su cui Italo Calvino scrive un saggio pubblicato nella raccolta "Collezione di sabbia" (Oscar Mondadori). Il libro ha successivamente altre sette edizioni e la presente è l'ottava, edito dalla Rizzoli. Il Codex Seraphinianus è stato inoltre d'ispirazione fin dal 1986 per il coreografo francese Philippe Decouflé, autore delle cerimonie dei Giochi olimpici di Albertville. Nel 1984 è la volta di Pulcinellopedia (piccola) per la casa editrice Longanesi, un libro concepito come suite di disegni a matita e brevi testi, dedicato interamente alla maschera di Pulcinella.

Serafini oltre a essere pittore, scultore, ceramista, orafo etc., compie le sue brave incursioni nel campo del design, come nel 1981 con il collettivo Memphis di Ettore Sottsass e poi con progetti dall'impronta chiaramente metalinguistica, come le sedie "Suspiral" e "Santa" per Sawaya & Moroni o i vetri e le lampade per Artemide.

Nel 1990 crea la prima locandina per il film di Federico Fellini La voce della Luna, con Roberto Benigni e Paolo Villaggio. Nel 1991 è autore di scene, costumi e luci per il balletto Jazz Calender di Frederick Ashton al Teatro alla Scala. Nel 1992 collabora con la Rai e su Rai 1 progetta la scenografia del programma Ci vediamo alle 10. Nel 1993 inventa e realizza la sigla del documentario in 6 puntate di Enzo Biagi sulla Lunga marcia di Mao. Nel 1994, sempre per Raiuno ridisegna la sigla del programma Linea verde.

A metà anni '90 è visiting artist in Canada, al Banff Center (Alberta) e al McLuhan Program (Toronto), diretto da Derrick de Kerckhove. Nel 1998 si svolge alla Fondazione Mudima di Milano una mostra personale intitolata "il Teatro della Pittura" e che ha come colonna sonora una composizione di Danny Elfman realizzata per l'occasione. Nel 1999 è finalista per la miglior scenografia al Premio Ubu con "Materiali per una tragedia tedesca" di Antonio Tarantino (drammaturgo), prodotto dal Piccolo Teatro di Milano.

Nel 2002 realizza "Geometrindi e Matematindi", un grande tondo dipinto per la Sala Consiglio del Dipartimento di Matematica Francesco Brioschi del Politecnico di Milano. Dal 2003, all'uscita della stazione Materdei della nuova Metropolitana di Napoli, è presente una grande scultura in bronzo policromo, Carpe Diem, preceduta da una pavimentazione con bassorilievi in poliestere colorato, "Paradiso Pedestre".

Da maggio a giugno 2007 si svolge al PAC (Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano) una "Mostra Ontologica" dal titolo "Luna-Pac Serafini" che conta quasi 11.000 visitatori in poco più di 30 giorni. Nel luglio 2008 viene realizzata l'installazione frontaliera in legno policromo "Balançoires sans Frontières" (Altalene senza Frontiere) a Castasegna, lungo il confine italo-elvetico, dopo Chiavenna e sulla strada per St. Moritz. La struttura permette di dondolarsi tra le due Nazioni confinanti e recentemente è stata acquisita dal Comune svizzero.

A fine di novembre 2009 esce un erbario fantastico, interamente realizzato al computer, che illustra una riedizione speciale delle Histoires Naturelles (in italiano Storie naturali) di Jules Renard in occasione del 60° della BUR-Rizzoli Editore e che è anche un'occasione per raccontare la sua relazione con Pedaso, comune della provincia di Fermo. Nel maggio 2014, in occasione della nuova edizione Rizzoli del "Codex Seraphinianus", viene ospitato dall'Università Cattolica di Milano per un incontro dal titolo "Codex Seraphinianus: una cura per l'immaginazione".

Ha pubblicato racconti con Fandango, Bompiani, Archinto, nonché articoli su numerosi quotidiani italiani e collaborato con programmi di Rai Radio 3.

Citazioni[modifica | modifica wikitesto]

Hanno scritto sul suo lavoro Federico Zeri, Italo Calvino, Giorgio Manganelli, Giorgio Soavi, Giacinto di Pietrantonio, Achille Bonito Oliva, Douglas Hofstadter, Philippe Daverio, Tonino Guerra, Alberto Manguel, Umberto Eco, Tarek Iurcich (Rancore). Tra i suoi estimatori anche Tim Burton.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Laura Belloni, Roma in mostra. Luigi Serafini, un Leonardo Da Vinci dei tempi moderni Archiviato il 1º maggio 2018 in Internet Archive., Recensito, 06 07 2010.

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