Giovanni Vecchi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giovanni Vecchi
NascitaQuistello, 5 gennaio 1881
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGranatieri
Anni di servizio1902 -1943
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
Invasione della Jugoslavia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante di31ª Divisione fanteria "Calabria"
XIV Corpo d'armata
XXV Corpo d'armata
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Generals[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Giovanni Vecchi (Quistello, 5 gennaio 1881 – ...) è stato un generale italiano, veterano della guerra italo-turca e della prima guerra mondiale. Durante il corso della seconda guerra mondiale fu comandante del XIV Corpo d'armata e poi del XXV Corpo d'armata. Decorato di Medaglia d'argento al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Quistello, provincia di Mantova, il 5 gennaio 1881.[1] Nel 1899 entrò come Allievo ufficiale nella Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da dove uscì con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria, corpo dei granatieri, il 28 agosto 1902. Prese parte alle guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale in forza al 1º Reggimento "Granatieri di Sardegna" con grandi riconoscimenti, tra cui una Medaglia d'argento al valor militare.

Promosso tenente colonnello, il 30 gennaio 1922 fu destinato a prestare servizio presso il 2º Reggimento "Granatieri di Sardegna", quale comandante del I Battaglione.

Divenuto colonnello comandò il 4º Reggimento fanteria "Piemonte" sino al 20 dicembre 1927, poi il distretto militare di Catanzaro; poi il 42º Reggimento fanteria "Modena"[1] (dal 15 febbraio 1930), e infine il 63º Reggimento fanteria "Cagliari".[1]

Promosso generale di brigata il 24 febbraio 1935,[1] assunse il comando della 21ª Brigata fanteria "Granatieri di Sardegna" a Roma.

Il 1 luglio 1937 venne promosso generale di divisione,[1] e assunse il comando della 31ª Brigata fanteria "Caprera"[1] a Sassari All'atto, nel 1939, della trasformazione per la riforma dell'esercito voluta dal generale Alberto Pariani, l'unità fu ridenominata 31ª Divisione fanteria "Calabria", di cui divenne il primo comandate.[1]

All'atto dell'ingresso in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, comandò il XIV Corpo d'armata[1] con sede a Valdobbiadene, con alle dipendenze la Divisioni fanteria "Puglie" e "Marche".[2] Promosso generale di corpo d'armata dal 5 gennaio 1941, nel febbraio dello stesso anno, alle testa del suo corpo d'armata partì per raggiungere il fronte greco-albanese[3] stabilendo il suo Quartier generale[N 1] in Albania, sul confine con la Jugoslavia, con alle dipendenze la divisioni "Puglie", "Firenze" e "Cuneense". Dopo l'inizio dell'invasione della Jugoslavia[4] partecipò alla successiva conquista e all'occupazione del Montenegro. Le unità poste alle sue dipendenze sono poste a presidio delle zone di Antivari, Cettigne, Cattaro, Podgorica, Vispazar e di quelle lungo le rive del lago di Scutari. Per svolgere questo nuovo compito di occupazione di ordine e sicurezza, il XIV corpo viene notevolmente potenziato ed inquadrò le divisioni "Messina", "Venezia", "Taro", "Pusteria" e "Cacciatori delle Alpi" nonché il I e II Gruppo Alpini Valle. Dal 1º dicembre il corpo d'armata assume il nome di Comando Truppe Montenegro (XIV).

Nella metà di luglio 1941 lasciò il comando al parigrado Luigi Mentasti e rientrò in Italia. Assunse, a Bitolj in Albania,[5] dal 5 dicembre successivo, quello del XXV Corpo d'armata,[1] permanendovi sino all'11 febbraio 1943 e venendo sostituito dal parigrado Umberto Mondino.

Dal 12 al 28 febbraio rimase a disposizione del Ministero della guerra ed il 1º marzo fu ricollocato in congedo assoluto all'età di 62 anni.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per mirabile contegno tenuto nel dirigere la sua compagnia, la cui azione emerse per tenacia e valore in un momento critico del combattimento. Caddè gravemente ferito. Fondue Gemel, 28-29 maggio 1915
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 27 maggio 1920[6]
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 27 ottobre 1940[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo Capo di stato maggiore era il colonnello Giovanni Casula.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j Generals.
  2. ^ Jowett, Andrew 2000, p. 10.
  3. ^ Jowett, Andrew 2000, p. 6.
  4. ^ Jowett, Andrew 2000, p. 9.
  5. ^ Jowett, Andrew 2000, p. 13.
  6. ^ Bollettino Ufficiale 1920, dispensa 2ª.
  7. ^ Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n.178 del 30 luglio 1941, pag.2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-78159-181-4.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]