Citrinitas

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La citrinitas in alchimia, detta anche xanthosis,[1] denota la «fase al giallo» della Grande Opera, costituendo il passo successivo all'albedo e anteriore alla rubedo nel percorso di creazione della pietra filosofale. Suoi simboli sono il Sole e l'aquila.[2]

Un sole citrino che aleggia sopra un sepolcro ricolmo di acqua spirituale,[3] simbolo di una «dolorosa illuminazione».[4]

Spesso la citrinitas non è menzionata nei trattati di alchimia perché a partire dal XV secolo venne fusa in un'unica fase con l'albedo,[5] oppure con la rubedo.[6]

Proprietà e analogie[modifica | modifica wikitesto]

La fase della citrinitas è caratterizzata dalla combustione, associata alla luminosità del fuoco e del Sole: la materia alchemica, precedentemente putrefatta (nigredo) e poi purificata (albedo), viene adesso illuminata dall'energia forte e virile della consapevolezza.[5] Mentre l'albedo era infatti una fase essenzialmente femminile, la citrinitas assume un carattere maschile: con l'unione delle due polarità avverrà infine il matrimonio sacro che darà luogo al figlio, ovvero la pietra rossa (rubedo).[5]

La citrinitas è dunque la sublimazione contraddistinta dal colore dell'oro che va a tingere il precedente bianco lunare.[7] Fra i quattro elementi è posta in analogia all'aria,[8] fra le quattro stagioni all'estate,[8] fra i periodi del giorno al calore del meriggio,[8] fra le età della vita umana alla giovinezza,[8] fra i quattro temperamenti al collerico,[8] oppure al sanguigno.[9]

Nell'interpretazione dello psicanalista Carl Jung, che ha svolto un'interpretazione del processo alchemico associata ai simboli della psicologia analitica, se la nigredo è l'Ombra, e l'albedo si riferisce all'Anima o all'Animus (gli aspetti dell'anima rispettivamente contrapposti nell'uomo e nella donna), la citrinitas rappresenta invece l'archetipo del Vecchio Saggio, corrispondente maschile della Grande Madre, mentre la rubedo esprimerà il che ha raggiunto la totalità del proprio essere.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gabriele Mandel, Il sufismo, vertice della piramide esoterica, pag. 193, SugarCo, 1977.
  2. ^ Stefano Valente, Breve storia dell'alchimia, Graphofeel, 2019.
  3. ^ Xilografia del XVI secolo acclusa ad una stampa del trattato alchemico Rosario dei filosofi (Francoforte, 1550).
  4. ^ Ovvero «purgazione ignea» dell'umida terra dei filosofi, cfr. Johannes Fabricius, L'alchimia. L'arte regia nel simbolismo medievale, pag. 145, trad. it. di Paolo Lucarelli, introduzione di Gianfranco de Turris, Mediterranee, 1997.
  5. ^ a b c La Citrinitas e l'immagine archetipica del maschile, su sentieriniziatici.it, 2019. URL consultato il 2 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2021).
  6. ^ Mircea Eliade, Le forme della Tradizione e del Sacro, pp. 1984-2016, Roma, Edizioni Mediterranee, 2012.
  7. ^ Iryna Parepskaya, I segreti della zarina, pp. 30-31, Milano, Anima Edizioni, 2020.
  8. ^ a b c d e Vincenzo Schettino, Scienza e Arte: Chimica, arti fi gurative e letteratura, pag. 39, Firenze University Press, 2014.
  9. ^ L'Arte, Volumi 5-8, pag. 127, Istituto editoriale italiano, 1969.
  10. ^ Giuseppe Carrara, Il chierico rosso e l'avanguardia, pag. 86, Ledizioni, 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]