Aermacchi MB.323

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Aermacchi MB.323
Descrizione
Tipoaereo da addestramento
Equipaggio2, pilota ed istruttore
ProgettistaErmanno Bazzocchi
CostruttoreBandiera dell'Italia Aermacchi
Data primo volo1952
MatricolaM.M.554
Utilizzatore principaleBandiera dell'Italia Aeronautica Militare
Esemplari2
Destino finaleNon accettato e destinato al museo
Dimensioni e pesi
Lunghezza9,80 m
Apertura alare12,40 m
Altezza4,04 m
Superficie alare22,0
Peso a vuoto1 690 kg
Peso carico2 250 kg
Peso max al decollo2 590 kg
Propulsione
Motoreun radiale Pratt & Whitney R-1340-AN-1
Potenza610 hp (455 kW)
Prestazioni
Velocità max390 km/h
Velocità di crociera330 km/h
Autonomia1 300 km
Tangenza6 500 m

i dati sono estratti da Jane's All The World's Aircraft 1953-54[1] tranne dove diversamente indicato

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L'AerMacchi MB.323, denominato informalmente "Bipo", è stato un aereo da addestramento monoplano costruito dall'azienda aeronautica italiana Macchi nei primi anni cinquanta e rimasto allo stadio di prototipo. Realizzato per rispondere ad una specifica emanata dall'Aeronautica Militare, dopo la valutazione, peraltro conclusasi positivamente, non riuscì ad ottenere alcuna commissione ed il suo sviluppo venne definitivamente interrotto.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni cinquanta del XX secolo l'Aeronautica Militare ritenne opportuno pianificare la sostituzione dell'aereo da addestramento statunitense North American T-6 Texan in uso all'epoca, da tempo presente nelle scuole di volo nel ruolo di addestratore di secondo periodo, o avanzato. Tali aerei erano stati ottenuti a basso costo come materiale surplus dopo il termine della seconda guerra mondiale, per ricostituire il parco velivoli compromesso dalle distruzioni avvenute durante il conflitto.

A tale scopo venne emessa una specifica relativa alla fornitura di un modello di similari caratteristiche in grado di sostituirlo, alla quale risposero l'Aeronautica Macchi, la Fiat Aviazione e la Società Rinaldo Piaggio proponendo rispettivamente l'Aermacchi MB.323, il Fiat G.49 ed il Piaggio P.150.

Il progetto fu affidato all'ingegnere Ermanno Bazzocchi, capo dell'ufficio tecnico della ditta, che vantava una buona esperienza nel campo degli addestratori, avendo già progettato tra gli altri l'Aermacchi MB.308. Il risultato fu un aereo di impostazione classica che riproponeva nelle linee essenziali quella del T-6 Texan, ma più moderno nella struttura e nelle soluzioni impiegate, un monomotore in configurazione traente di costruzione interamente metallica, configurazione alare monoplana con ala a sbalzo posizionata bassa sulla fusoliera, carrello d'atterraggio di tipo classico o biciclo, con i due elementi anteriori retrattili completati da un ruotino d'appoggio posteriore, cabina di pilotaggio a due posti in tandem dotata di doppi comandi ma dotata di una più ampia cappottina rispetto a quella del tipo da sostituire, che garantiva una migliore visibilità al pilota ed all'istruttore, caratteristica comune agli altri velivoli presentati.

Il prototipo presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare, con la cappottatura motore aperta.

Il prototipo fu completato nel 1952 e quindi preso in carico dall'Aeronautica Militare, gli venne pertanto assegnata la Matricola Militare 554 ed i codici RS-10 del Reparto sperimentale di volo, all'epoca basato sull'aeroporto di Guidonia, per la valutazione, ma malgrado questa riscontrasse la piena corrispondenza alle specifiche, questo velivolo e gli altri tipi testati, nonostante presentassero caratteristiche interessanti e più moderne, non risultarono particolarmente superiori al T-6 già ampiamente in uso, che montava lo stesso motore ed oltretutto continuava ad essere proposto ad un costo più basso sul mercato, per cui non si concretizzò infine alcun ordine per nessuno dei tipi in concorso.[2]

Il velivolo venne comunque utilizzato per qualche tempo come aereo da collegamento presso il Reparto sperimentale, per poi finire accantonato in magazzino. Dapprima trasportato al Palazzo a Vela di Torino, a quel tempo destinato a diventare museo, oggi è conservato in esposizione al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.[3]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

MB.323.
Bandiera dell'Italia Italia
utilizzato solo per prove di valutazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985), Orbis Publishing, 1985.
  • Giorgio Apostolo, Guida agli Aeroplani d'Italia dalle origini ad oggi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1981.
  • (EN) Leonard Bridgman (ed.), Jane's All The World's Aircraft 1953-54, Jane's, 1953.
  • M. Gueli, F. D'Amico; R. Rovere, Guida agli aerei storici italiani, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1978.
  • (EN) Michael John H. Taylor, Jane's encyclopedia of aviation, 2nd Edition, Londra, Studio Editions Ltd., 1989, ISBN 0-517-10316-8.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]