Ipersonnia idiopatica: differenze tra le versioni

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==Trattamento==
==Trattamento==
Allo stato attuale non c'è nessuna cura per l'ipersonnia idiopatica. Inoltre, poiché l'eziopatologia della malattia non è ancora stata del tutto compresa (vedere la sezione [[Ipersonnia idiopatica#Eziologia|Eziologia]]), i trattamenti si focalizzano sulla gestione dei sintomi. Sebbene per la narcolessia ci siano parecchi farmaci approvati dall'[[Food and Drug Administration|FDA]], per l'ipersonnia idiopatica non ce ne sono. Per cui tutti i farmaci utilizzati come promotori della veglia nella prima vengono comunemente usati [[off-label]] in quest'ultima, nel tentativo di alleviare l'[[eccessiva sonnolenza diurna]] (ESD). Però "questi trattamenti non sono stati studiati in modo altrettanto approfondito nei pazienti di ipersonnia idiopatica e per alcuni di loro non si rivelano abbastanza efficaci."<ref name="foundation-treatment"/>
Allo stato attuale non c'è nessuna cura per l'ipersonnia idiopatica. Inoltre, poiché l'eziopatologia della malattia non è stata ancora del tutto compresa (vedere la sezione [[Ipersonnia idiopatica#Eziologia|Eziologia]]), i trattamenti si focalizzano sulla gestione dei sintomi. Sebbene per la narcolessia ci siano parecchi farmaci approvati dall'[[Food and Drug Administration|FDA]], per l'ipersonnia idiopatica non ce n'è nessuno attualmente. Per cui tutti i farmaci utilizzati come promotori della veglia nella prima vengono comunemente usati [[off-label]] in quest'ultima, nel tentativo di alleviare l'[[eccessiva sonnolenza diurna]] (ESD). Però "questi trattamenti non sono stati studiati in modo altrettanto approfondito nei pazienti di ipersonnia idiopatica e per alcuni di loro non si rivelano abbastanza efficaci."<ref name="foundation-treatment"/>


Le ricerche in corso stanno però aumentando gli orizzonti terapeutici di questa malattia. "Quando saranno compresi meglio i sistemi cerebrali che regolano il sonno e la veglia, gli scienziati saranno nelle condizioni di ideare trattamenti più specifici" <ref name="foundation-treatment"/> (vedere la sezione [[Ipersonnia idiopatica#Ricerca|Ricerca]]).
Le ricerche in corso stanno però aumentando gli orizzonti terapeutici di questa malattia. "Quando saranno compresi meglio i sistemi cerebrali che regolano il sonno e la veglia, gli scienziati saranno nelle condizioni di ideare trattamenti più specifici" <ref name="foundation-treatment"/> (vedere la sezione [[Ipersonnia idiopatica#Ricerca|Ricerca]]).


Sebbene il trattamento non sia ben codificato, è raccomandabile che la terapia iniziale sia moderata, concentrandosi sulle modificazioni comportamentali e sui farmaci come [[modafinil]] e [[atomoxetina]]. Comunque "potrebbe essere necessario un trattamento più aggressivo (stimolanti ad alte dosi, [[ossibato di sodio]], etc.), diverso da caso a caso, da stabilire attraverso tentativi empirici. Siccome le cause e l'evoluzione di questa condizione sono sconosciute è importante mettere periodicamente in discussione diagnosi e terapia."<ref name="Mignot 2012"/>
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Complessivamente i farmaci attualmente usati per l'ipersonnia idiopatica (tutti [[off-label]]) non sono abbastanza soddisfacenti. Gli stimolanti del sistema nervoso centrale tendono ad essere meno efficaci per questa condizione rispetto a quanto lo siano per la narcolessia e potrebbero non essere tollerati altrettanto bene.<ref name="Billiard summary"/>

===Stimolanti===
Ci sono parecchi stimolanti approvati dall'[[Food and Drug Administration|FDA]] per il trattamento dell'[[eccessiva sonnolenza diurna]] dovuta alla narcolessia. Questi includono [[metilfenidato]], [[destroanfetamina]] e altri. Anche la [[selegilina]] può essere utile visto che è "principalmente un precursore metabolico dell'[[anfetamina]] ed esercita la maggior parte dei suoi effetti terapeutici attraverso il metabolismo anfetaminico."<ref name="Mignot 2012"/> Si pensa che l'effetto di promozione della veglia di questi farmaci sia dovuto ad un aumentato rilascio di dopamina.<ref name="Mignot 2012"/> Nonostante gli stimolanti possano effettivamente ridurre la sonnolenza in un periodo medio-corto, sono raramente efficaci a lungo termine, infatti i pazienti sviluppano frequentemente una [[tolleranza]] ai loro effetti. In aggiunta ci sono spiacevoli effetti collaterali che includono problemi cardiaci, comportamento aggressivo e [[dipendenza]].<ref name="foundation-treatment"/> L'[[insonnia]] è un altro effetto collaterale comune e potrebbe richiedere un trattamento addizionale. <ref name="epocrates adderall">{{cite web|url=https://online.epocrates.com/u/10a360/Adderall |title=Epocrates - Adderall |accessdate=3 Febbraio 2015}}</ref>

Il [[mazindolo]] è uno stimolante simile alle anfetamine che "si è dimostrato efficace nel trattare l'ipersonia nei narcolettici," ma non è ancora stato approvato negli Stati Uniti.<ref name="AdenugaAttarian 2014">{{cite journal| last1=Adenuga| first1=Olufemi|last2=Attarian|first2=Hrayr|title=Treatment of Disorders of Hypersomnolence|journal=Current Treatment Options in Neurology|volume=16|issue=9|year=2014|issn=1092-8480|doi=10.1007/s11940-014-0302-9}}</ref>

La [[caffeina]] è uno dei più sicuri promotori della veglia non dopaminergici. È largamente usato ma "ha effetti collaterali intollerabili ad alte dosi (inclusi problemi cardiovascolari) e generalmente non è abbastanza efficace nei pazienti con ipersonnia o narcolessia."<ref name="Mignot 2012"/>

===Farmaci promotori della veglia===
I farmaci promotori della veglia non-stimolanti approvati per la narcolessia includono [[modafinil]] e [[armodafinil]]. La loro farmacologia non è stata pienamente compresa, ma "sembrano influenzare i processi chimici cerebrali che potenziano la veglia."<ref name="foundation-treatment"/> Aumentano i livelli di [[istamina]] nell'[[ipotalamo]],<ref name="Ishizuka 2008">{{cite journal|author=Ishizuka T, Murakami M, Yamatodani A |title=Involvement of central histaminergic systems in modafinil-induced but not methylphenidate-induced increases in locomotor activity in rats |journal=Eur. J. Pharmacol. |volume=578 |issue=2–3 |pages=209–15 |date=January 2008 |pmid=17920581|doi=10.1016/j.ejphar.2007.09.009 |url=}}</ref> e si legano al trasportatore della dopamina, inibendone così la ricaptazione. Modafinil può causare in alcuni pazienti spiacevoli effetti collaterali, come nausea, mal di testa e secchezza delle fauci, mentre in altri pazienti non è stato osservato alcun miglioramento, neanche a dosaggi relativamente elevati.<ref name="epocrates provigil">{{cite web|url=https://online.epocrates.com/u/10a2276/Provigil |title=Epocrates - Provigil |accessdate=3 Febbraio 2015}}</ref> Può anche interferire con i contraccettivi orali, riducendone potenzialmente l'efficacia, anche se i dati scientifici a supporto di questa affermazione sono deboli e si basano su dei casi poco documentati."<ref name="Mignot 2012"/> Nuovi farmaci promotori della veglia che agiscono sul sistema istaminergico sono attualmente in fase di sviluppo (vedere la sezione [[Ipersonnia idiopatica#Farmaci istaminergici|Ricerca - Farmaci istaminergici]]).

L'[[atomoxetina]] e la [[reboxetina]] sono [[NaRI|inibitori della ricaptazione della noradrenalina]], che incrementano la veglia (generalmente in maniera meno marcata rispetto ai farmaci dopaminergici) e che si sostiene "possano entrare di diritto nell'arsenale terapeutico contro la narcolessia e l'ipersonnia, nonostante ciò non sia ancora stato documentato da studi clinici."<ref name="Mignot 2012"/>

La [[ritanserina]] è un antagonista della [[serotonina]] che "ha dimostrato di migliorare la veglia e la qualità del sonno soggettiva nei pazienti che già assumevano i loro farmaci per la narcolessia." È intesa come un'aggiunta (a supplemento di un altro farmaco principale) ed è disponibile in Europa, ma non negli Stati Uniti.<ref name="AdenugaAttarian 2014"/>

Anche se gli antidepressivi in generale non si sono dimostrati utili nel trattamento dell'ipersonnia idiopatica, il [[bupropione]] presenta anche proprietà di promozione della veglia. "E' un inibitore aspecifico e con effetto moderato della ricaptazione delle monoammine, quindi ha anche un effetto inibitorio sulla ricaptazione della dopamina."<ref name="Mignot 2012"/>

===Ossibato di sodio===
L'[[ossibato di sodio]] (anche chiamato sodio ossibato o sodio oxibato) è un [[farmaci orfani|farmaco orfano]] che era stato progettato specificamente per il trattamento della narcolessia. Ha dimostrato di promuovere il sonno profondo e di migliorare la sonnolenza diurna (così come la cataplessia) nei pazienti con narcolessia; comunque "i suoi effetti sugli ipersonni idiopatici non sono descritti in maniera univoca." <ref name="foundation-treatment"/> Effetti collaterali comuni includono nausea, capogiri e allucinazioni.<ref name="epocrates xyrem">{{cite web|url= https://online.epocrates.com/noFrame/showPage.do?method=drugs&MonographId=1663|title=Epocrates - Xyrem |accessdate=3 Febbraio 2015}}</ref>

===Terapie comportamentali===
===Terapie comportamentali===
In aggiunta ai farmaci, "gli approcci comportamentali e le tecniche di [[igiene del sonno]] sono raccomandate, sebbene nel complesso abbiano solo un piccolo impatto positivo."<ref name="Medscape-treatment">{{cite web|url=http://emedicine.medscape.com/article/291699-treatment |title=Medscape - Treatment |accessdate=2013-01-25}}</ref> "Pianificare dei sonnellini diurni non è d'aiuto, in quanto essi sono generalmente lunghi e poco ristoratori."<ref name="Anderson 2007"/> Sebbene gli approcci comportamentali non si siano rivelati efficaci nel mitigare l'[[eccessiva sonnolenza diurna|ESD]], l'obiettivo (come nella [[psicoterapia cognitivo-comportamentale]]) è quello di aiutare il paziente a ridurre le proprie risposte emozionali negative (come [[frustrazione]], [[rabbia]], [[depressione]]) nei confronti dei sintomi della propria malattia. Inoltre, poichè l'ipersonnia idiopatica "potrebbe portare al fallimento di un matrimonio, deve far parte del piano terapeutico complessivo anche l'educazione minuziosa della/del partner del paziente, informandola/o sulla sintomatologia e sulle opzioni terapeutiche. L'educazione di parenti, amici e colleghi aiuta il paziente a convivere meglio con questa malattia incurabile."<ref name="medscape-patient education"/>
In aggiunta ai farmaci, "gli approcci comportamentali e le tecniche di [[igiene del sonno]] sono raccomandate, sebbene nel complesso abbiano solo un piccolo impatto positivo."<ref name="Medscape-treatment">{{cite web|url=http://emedicine.medscape.com/article/291699-treatment |title=Medscape - Treatment |accessdate=3 Febbraio 2015}}</ref> "Pianificare dei sonnellini diurni non è d'aiuto, in quanto essi sono generalmente lunghi e poco ristoratori."<ref name="Anderson 2007"/> Sebbene gli approcci comportamentali non si siano rivelati efficaci nel mitigare l'[[eccessiva sonnolenza diurna|ESD]], l'obiettivo (come nella [[psicoterapia cognitivo-comportamentale]]) è quello di aiutare il paziente a ridurre le proprie risposte emozionali negative (come [[frustrazione]], [[rabbia]], [[depressione]]) nei confronti dei sintomi della propria malattia. Inoltre, "poiché l'ipersonnia idiopatica potrebbe portare al fallimento di un matrimonio, deve far parte del piano terapeutico complessivo anche l'educazione minuziosa della/del partner del paziente, informandola/o sulla sintomatologia e sulle opzioni terapeutiche. L'educazione di parenti, amici e colleghi aiuta il paziente a convivere meglio con questa malattia incurabile."<ref name="medscape-patient education"/>
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<!-- ==Epidemiologia e cenni storici== -->
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<!-- ===Complicanze===
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==Anatomia patologica== -->
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<!-- Esame macroscopico e microscopico -->
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===Diagnosi precoce===
===Diagnosi precoce===

===Risvolti psicologici===

==Trattamento==

===Trattamento chirurgico===

===Trattamento farmacologico===


===Prognosi===
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==Prevenzione==
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==Note==
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Versione delle 19:39, 3 feb 2015

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Ipersonnia idiopatica
Specialitàneurologia
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM327.11, 327.12
ICD-10G47.11, G47.12
MeSHD020177
MedlinePlus000803
eMedicine291699

L'Ipersonnia idiopatica, chiamata anche ipersonnia primaria o ipersonnia centrale, è una malattia di interesse neurologico caratterizzata principalmente da un'eccessiva sonnolenza diurna (ESD).[1] Storicamente è stata diagnosticata di rado ed è difficile farlo a uno stadio iniziale; è solitamente un disturbo cronico che dura per tutta la vita e che spesso è disabilitante.[1] C'è poca consapevolezza riguardo questa malattia nell'opinione pubblica e ciò spesso conduce alla stigmatizzazione di chi ne soffre.[2] Attualmente non c'è nessuna cura, nessun trattamento approvato dalla FDA e i finanziamenti per la ricerca sono scarsi.[3][4]

Nel DSM-IV si definisce l'ipersonnia idiopatica come un'eccessiva sonnolenza diurna senza le caratteristiche tipiche della narcolessia e degli altri disturbi del sonno.[5] Si presenta in assenza di problemi medici che possono causare un'ipersonnia secondaria e si manifesta "nonostante un sonno notturno normale per quantità e qualità (e in certi casi nonostante un sonno notturno eccezionalmente protratto). L'ipersonnia primaria si pensa che nasca da un problema nei sistemi cerebrali che regolano il sonno e la veglia."[6]

Classificazione

Oltre a differenziare le ipersonnie tra primarie e secondarie la Classificazione internazione dei disturbi del sonno (ICSD) del 2001 classifica ulteriormente le ipersonnie primarie in: ipersonnia idiopatica, narcolessia e ipersonnie ricorrenti (come la Sindrome di Kleine-Levin). [6]

L'ICSD del 2001 definisce l'ipersonnia idiopatica come "un disturbo di origine presumibilmente centrale, associato con un episodio principale di sonno normale o prolungato e un'eccessiva sonnolenza diurna (ESD) che si manifesta con episodi protratti di sonno (da 1 a 2 ore) non REM durante l'arco della giornata."[1] L'ICSD inizialmente descriveva due forme cliniche di ipersonnia idiopatica: "1) Una forma polisintomatica con sonno notturno e sonnellini diurni di durata eccezionalmente lunga con "ebbrezza da sonno" al risveglio, e 2) una forma monosintomatica che si manifesta esclusivamente con un'ESD." Queste due forme sono state successivamente classificate come ipersonnia idiopatica con aumento della durata del sonno e ipersonnia idiopatica senza aumento della durata del sonno. [7]

La classificazione si è evoluta nel tempo per adattarsi ai nuovi risultati scientifici. Quando alcune ricerche dimostrarono una sovrapposizione tra narcolessia e ipersonnia idiopatica[8], la terza edizione dell'ICSD ha classificato narcolessia di primo tipo la narcolessia causata da un'insufficienza di ipocretina/oressina, che è quasi sempre associata con la cataplessia. Le altre ipersonnie rimasero suddivise in base alla manifestazione o meno di periodi di fase REM nei 15 minuti successivi all'addormentamento (SOREMPs).[9] I pazienti rientrano nella narcolessia di secondo tipo se manifestano 2 o più SOREMPs nel test delle latenze multiple del sonno (MSLT) e nell'ipersonnia idiopatica se manifestano meno di due SOREMPs.[10]

Comunque "non c'è nessuna evidenza che la patofisiologia o la risposta terapeutica siano sostanzialmente diverse per l'ipersonnia con la presenza di SOREMPs, rispetto a quella che non li manifesta."[10] Data la presenza di questa sovrapposizione anche il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ha aggiornato la sua classificazione delle ipersonnie primarie, ha riclassificato l'ipersonnia idiopatica con o senza aumento della durata del sonno come disturbo di sonnolenza maggiore (MSD). Ma l'MSD comprende tutte le sindromi di ipersonnolenza in cui non sono presenti bassi livelli di ipocretina/oressina, che includono non solo l'ipersonnia idiopatica ma anche narcolessia senza cataplessia e i soggetti che sono lunghi dormitori (ossia che dormono più di 10 ore al giorno, senza però presentare ESD).[10][11][12]

Per complicare ulteriormente il quadro è stata dimostrata una sovrapposizione tra narcolessia con cataplessia e ipersonnia idiopatica. Uno studio ha evidenziato che il 18% dei narcolettici presenta, oltre ai classici sintomi, anche un aumento della durata del sonno, potendo così rientrare sia sotto la diagnosi di narcolessia sia sotto quella di ipersonnia idiopatica. Si pensa che questo sottogruppo possa avere disfunzioni multiple nei sistemi di regolazione sonno/veglia.[13]

Segni e sintomi

Chi soffre di ipersonnia idiopatica manifesta ricorrenti episodi di eccessiva sonnolenza diurna (ESD). Questi si presentano nonostante un "adeguato o, più tipicamente, allungato sonno notturno (per esempio, più di 10 ore per notte)."[6] Il sonno è solitamente abbastanza profondo, con una significativa difficoltà a svegliarsi, anche con l'uso di parecchie sveglie. Questi pazienti devono perciò sviluppare elaborati rituali per svegliarsi, visto che spesso né le sveglie né eventuali tentativi fisici da parte dei familiari riescono a svegliarli. Nonostante dormano parecchie ore in più di quelle tipicamente richieste dai soggetti della stessa età, i pazienti si svegliano poco riposati e potrebbero anche soffrire di inerzia del sonno, che nei casi più gravi viene comunemente chiamata ebbrezza da sonno (un'evidente stato di disorientamento e confusione).[14] I sonnellini durante il giorno sono generalmente molto lunghi (fino a parecchie ore) e sono anche poco ristoratori, al contrario dei brevi sonnellini ristoratori associati con la narcolessia.[6] Anche la paralisi nel sonno e le allucinazioni ipnagogiche possono essere presenti e sono comuni nell'ipersonnia idiopatica quanto nella narcolessia senza cataplessia.[8]

Parecchi studi hanno mostrato un'elevata frequenza di altri sintomi nei soggetti affetti da ipersonnia idiopatica, però non è chiaro se questi sintomi siano causati dalla malattia stessa o da altri fattori.[15][8] Questi sintomi includono palpitazioni, problemi di regolazione della temperatura corporea, problemi digestivi, problemi cognitivi, specialmente disturbi di memoria, attenzione e concentrazione.[15] I livelli di ansia e depressione sono aumentati rispetto ai soggetti di controllo, probabilmente come conseguenza della sofferenza cronica.[8] Sono abbastanza comuni sintomi del sistema vascolare periferico, come mani e piedi freddi (che ricordano il fenomeno di Raynaud). Oltre ai problemi di regolazione della temperatura corporea e a sintomi simili al fenomeno di Raynaud, non sono rari altri sintomi associati con la disautonomia, questi possono includere: svenimenti, capogiri quando ci si alza (ipotensione ortostatica) e mal di testa (forse di tipo emicranico).[15] Anche fame patologica e impotenza possono essere presenti. [16] Inoltre alcuni pazienti "mostrano un'ipersensibilità a sostanze come anestetici, sonniferi e alcol."[6]

I pazienti con ipersonnia idiopatica mostrano questi sintomi costantemente per mesi o anni.[17] La gravità dei sintomi spesso varia nel corso di settimane, mesi o anni e nelle donne potrebbe peggiorare prima delle mestruazioni.[6] Molti pazienti arrivano anche cronicamente in ritardo al lavoro, a scuola e agli appuntamenti[18] e, col tempo, possono diventare incapaci affrontare i propri impegni familiari, sociali, lavorativi e relativi ad altri contesti[17] (vedere la prognosi).

Eziologia

Diversamente dalla narcolessia con cataplessia, che ha una causa conosciuta (distruzione autoimmune dei neuroni che producono ipocretina/oressina), il meccanismo eziopatologico dell'ipersonnia idiopatica è, finora, sconosciuto ed è proprio a questo fatto che la malattia deve il suo nome (idiopatico). Comunque i ricercatori hanno identificato alcune anormalità associate con la malattia.[10]

Negli studi sperimentali sugli animali la distruzione dei neuroni noradrenergici ha scatenato l'ipersonnia, e anche un denneggiamento dei neuroni andrenergici conduce all'ipersonnia. L'ipersonnia idiopatica è stata anche associata a un malfunzionamento del sistema noradrenergico e a livelli più bassi di istamina nel liquido cerebrospinale.[19]

I ricercatori hanno recentemente scoperto un'anomala ipersensibilità all'acido γ-amminobutirrico (la sostanza che nella chimica cerebrale ha le maggiori proprietà sedative) in un sottogruppo di pazienti con ipersonnia primaria (la quale raggruppa ipersonni idiopatici, narcolettici senza cataplessia e anche lunghi dormitori). Hanno identificato una piccola sostanza bioattiva nel liquido cerebrospinale di questi pazienti. È una sostanza che viene naturalmente prodotta dal loro organismo, di grandezza tra i 500 e i 3000 dalton, più probabilmente un peptide dato che è sensibile alla tripsina. Sebbene la natura di questa sostanza vada approfondita, si è già compreso che essa stimola un'iperreattività dei recettori GABAA, causando sedazione e sonnolenza. In altre parole è come se questi soggetti fossero cronicamente sedati con delle benzodiazepine (come Tavor o Xanax), anche se non le assumono.[20][21][22]

Diagnosi

L'ipersonnia idiopatica è "difficile da diagnosticare allo stadio iniziale", specialmente perché esistono molti altri disturbi che possono causare un'eccessiva sonnolenza diurna (ESD). Perciò, "al momento della diagnosi, molti pazienti presentano i sintomi già da diversi anni."[1]

Il processo diagnostico è ulteriormente complicato dal fatto che non ci sono caratteristiche cliniche chiaramente definite. Mentre la narcolessia è associata con cataplessia ed episodi di sonno REM all'addormentamento, e la sindrome di Kleine-Levin è associata con iperfagia (fame compulsiva) e ipersessualità, l'ipersonnia idiopatica non presenta caratteristiche così evidenti, ad eccezione forse dell'ebbrezza da sonno. "Di conseguenza c'è stata la spiacevole tendenza di etichettare tutti i casi di ESD come ipersonnia idiopatica." Per esempio la sindrome da resistenza delle vie aeree superiori e la sindrome da sonno posticipato erano precedentemente confuse con l'ipersonnia idiopatica, ma, ora che sono state definite in modo più chiaro, per i medici è diventato più facile escludere queste cause di ESD e la diagnosi di ipersonnia idiopatica può essere fatta in modo più specifico.[16] Comunque, "anche in presenza di altri specifiche cause di ipersonnia, si dovrebbe attentamente valutare il contributo di questi fattori eziologici all'ESD e, quando lo specifico trattamento di queste condizione non riesce a risolvere l'eccessiva sonnolenza, andrebbe considerata la diagnosi (addizionale) di ipersonnia idiopatica."[23]

La gravità dell'ESD può essere quantificata da una scala soggettiva, come la Scala di Epworth della sonnolenza e la Scala di Stanford della sonnolenza, e anche da un test oggettivo, il test delle latenze multiple del sonno (MSLT).[7][24]

Nel 2001 la Classificazione internazionale dei disturbi del sonno (ICSD) ha aggiornato i criteri per la diagnosi dell'ipersonnia idiopatica. Essenzialmente, l'ESD deve essere presente per almeno 6 mesi, gli studi del sonno (polisonnografia e test delle latenze multiple del sonno) devono mostrare certe caratteristiche e devono essere escluse tutte le altre cause conosciute che possono provocare aumentata durata del sonno e ESD (vedere la voce Ipersonnia).[1] Per i pazienti questa procedura diagnostica è spesso tediosa, dispendiosa e richiede molto tempo, ma, proprio perché si tratta di una diagnosi per esclusione, più tempo e accortezza si dedica all'esclusione delle altre diagnosi differenziali, più sarà accurata.

Nei pazienti con ipersonnia idiopatica la polisonnografia tipicamente mostra latenza del sonno accorciata, fasi di sonno a onde lente più lunghe del normale e alta efficienza media del sonno. "La latenza per il sonno REM (SOREMPs) e le percentuali di sonno leggero e sonno REM rientrano nei limiti della norma."[25]

È importante notare che, nonostante le latenze del sonno siano tipicamente corte nell'ipersonnia idiopatica, la gravità clinica potrebbe non essere strettamente correlata con i risultati del MSLT. Infatti "latenze superiori ai 5 minuti non sono infrequenti nei pazienti con grave ipersonnia." [1] Quando la latenza del sonno è minore di 10 minuti, la presenza di episodi di sonno REM all'addormentamento (SOREMPs) in due o più sonnellini durante il MSLT suggerisce una diagnosi di narcolessia, mentre un sonno non-REM fa propendere per una diagnosi di ipersonnia idiopatica.[17] Comunque l'importanza di questa classificazione sulla base della presenza o no di SOREMPs è stata messa in discussione[10] (vedere la sezione Classificazione).

Sebbene il MSLT sia, attualmente, il miglior test disponibile per diagnosticare l'ESD in generale, il suo protocollo pecca nella capacità di documentare i pisolini diurni prolungati e non ristoratori che sono spesso presenti nell'ipersonnia idiopatica. Inoltre parecchi gruppi di ricercatori hanno notato che alcuni pazienti che presentavano tutti i sintomi di questa malattia hanno ottenuto risultati normali al MSLT. Perciò, quando si sospetta l'ipersonnia idiopatica, i ricercatori suggeriscono di aggiungere una polisonnografia continua di 24 ore oltre ai due test standard (polisonnografia notturna e MSLT) in modo da registrare la durata complessiva del sonno.[17] In alternativa può essere effettuato un esame del liquido cerebrospinale (CSF) per verificare un adeguato livello di ipocretina/oressina (per escludere narcolessia con cataplessia)[6] e per determinare se il CSF del paziente presenti un'anomala iperreattività dei recettori GABAA (che si pensa possa essere la cuasa di molti casi di ipersonnia idiopatia e narcolessia senza cataplessia).[20] A livello globale solo pochi laboratori sono in grado di effettuare gli esami del CSF appena menzionati.

È anche importante notare che, mentre la narcolessia è fortemente associata con il genotipo HLA-DQB1*0602,[10] "la tipizzazione HLA non è di nessun aiuto nella diagnosi dell'ipersonnia idiopatica.[16] Ciò nonostante alcune volte si sono registrati incrementi nella frequenza di HLA Cw2 e DRS nei soggetti affetti da tale malattia."[16]

Trattamento

Allo stato attuale non c'è nessuna cura per l'ipersonnia idiopatica. Inoltre, poiché l'eziopatologia della malattia non è stata ancora del tutto compresa (vedere la sezione Eziologia), i trattamenti si focalizzano sulla gestione dei sintomi. Sebbene per la narcolessia ci siano parecchi farmaci approvati dall'FDA, per l'ipersonnia idiopatica non ce n'è nessuno attualmente. Per cui tutti i farmaci utilizzati come promotori della veglia nella prima vengono comunemente usati off-label in quest'ultima, nel tentativo di alleviare l'eccessiva sonnolenza diurna (ESD). Però "questi trattamenti non sono stati studiati in modo altrettanto approfondito nei pazienti di ipersonnia idiopatica e per alcuni di loro non si rivelano abbastanza efficaci."[3]

Le ricerche in corso stanno però aumentando gli orizzonti terapeutici di questa malattia. "Quando saranno compresi meglio i sistemi cerebrali che regolano il sonno e la veglia, gli scienziati saranno nelle condizioni di ideare trattamenti più specifici" [3] (vedere la sezione Ricerca).

Sebbene il trattamento non sia ben codificato, è raccomandabile che la terapia iniziale sia moderata, concentrandosi sulle modificazioni comportamentali e sui farmaci come modafinil e atomoxetina. Comunque "potrebbe essere necessario un trattamento più aggressivo (stimolanti ad alte dosi, ossibato di sodio, etc.), diverso da caso a caso, da stabilire attraverso tentativi empirici. Siccome le cause e l'evoluzione di questa condizione sono sconosciute è importante mettere periodicamente in discussione diagnosi e terapia."[10]

Complessivamente i farmaci attualmente usati per l'ipersonnia idiopatica (tutti off-label) non sono abbastanza soddisfacenti. Gli stimolanti del sistema nervoso centrale tendono ad essere meno efficaci per questa condizione rispetto a quanto lo siano per la narcolessia e potrebbero non essere tollerati altrettanto bene.[17]

Stimolanti

Ci sono parecchi stimolanti approvati dall'FDA per il trattamento dell'eccessiva sonnolenza diurna dovuta alla narcolessia. Questi includono metilfenidato, destroanfetamina e altri. Anche la selegilina può essere utile visto che è "principalmente un precursore metabolico dell'anfetamina ed esercita la maggior parte dei suoi effetti terapeutici attraverso il metabolismo anfetaminico."[10] Si pensa che l'effetto di promozione della veglia di questi farmaci sia dovuto ad un aumentato rilascio di dopamina.[10] Nonostante gli stimolanti possano effettivamente ridurre la sonnolenza in un periodo medio-corto, sono raramente efficaci a lungo termine, infatti i pazienti sviluppano frequentemente una tolleranza ai loro effetti. In aggiunta ci sono spiacevoli effetti collaterali che includono problemi cardiaci, comportamento aggressivo e dipendenza.[3] L'insonnia è un altro effetto collaterale comune e potrebbe richiedere un trattamento addizionale. [26]

Il mazindolo è uno stimolante simile alle anfetamine che "si è dimostrato efficace nel trattare l'ipersonia nei narcolettici," ma non è ancora stato approvato negli Stati Uniti.[27]

La caffeina è uno dei più sicuri promotori della veglia non dopaminergici. È largamente usato ma "ha effetti collaterali intollerabili ad alte dosi (inclusi problemi cardiovascolari) e generalmente non è abbastanza efficace nei pazienti con ipersonnia o narcolessia."[10]

Farmaci promotori della veglia

I farmaci promotori della veglia non-stimolanti approvati per la narcolessia includono modafinil e armodafinil. La loro farmacologia non è stata pienamente compresa, ma "sembrano influenzare i processi chimici cerebrali che potenziano la veglia."[3] Aumentano i livelli di istamina nell'ipotalamo,[28] e si legano al trasportatore della dopamina, inibendone così la ricaptazione. Modafinil può causare in alcuni pazienti spiacevoli effetti collaterali, come nausea, mal di testa e secchezza delle fauci, mentre in altri pazienti non è stato osservato alcun miglioramento, neanche a dosaggi relativamente elevati.[29] Può anche interferire con i contraccettivi orali, riducendone potenzialmente l'efficacia, anche se i dati scientifici a supporto di questa affermazione sono deboli e si basano su dei casi poco documentati."[10] Nuovi farmaci promotori della veglia che agiscono sul sistema istaminergico sono attualmente in fase di sviluppo (vedere la sezione Ricerca - Farmaci istaminergici).

L'atomoxetina e la reboxetina sono inibitori della ricaptazione della noradrenalina, che incrementano la veglia (generalmente in maniera meno marcata rispetto ai farmaci dopaminergici) e che si sostiene "possano entrare di diritto nell'arsenale terapeutico contro la narcolessia e l'ipersonnia, nonostante ciò non sia ancora stato documentato da studi clinici."[10]

La ritanserina è un antagonista della serotonina che "ha dimostrato di migliorare la veglia e la qualità del sonno soggettiva nei pazienti che già assumevano i loro farmaci per la narcolessia." È intesa come un'aggiunta (a supplemento di un altro farmaco principale) ed è disponibile in Europa, ma non negli Stati Uniti.[27]

Anche se gli antidepressivi in generale non si sono dimostrati utili nel trattamento dell'ipersonnia idiopatica, il bupropione presenta anche proprietà di promozione della veglia. "E' un inibitore aspecifico e con effetto moderato della ricaptazione delle monoammine, quindi ha anche un effetto inibitorio sulla ricaptazione della dopamina."[10]

Ossibato di sodio

L'ossibato di sodio (anche chiamato sodio ossibato o sodio oxibato) è un farmaco orfano che era stato progettato specificamente per il trattamento della narcolessia. Ha dimostrato di promuovere il sonno profondo e di migliorare la sonnolenza diurna (così come la cataplessia) nei pazienti con narcolessia; comunque "i suoi effetti sugli ipersonni idiopatici non sono descritti in maniera univoca." [3] Effetti collaterali comuni includono nausea, capogiri e allucinazioni.[30]

Terapie comportamentali

In aggiunta ai farmaci, "gli approcci comportamentali e le tecniche di igiene del sonno sono raccomandate, sebbene nel complesso abbiano solo un piccolo impatto positivo."[31] "Pianificare dei sonnellini diurni non è d'aiuto, in quanto essi sono generalmente lunghi e poco ristoratori."[25] Sebbene gli approcci comportamentali non si siano rivelati efficaci nel mitigare l'ESD, l'obiettivo (come nella psicoterapia cognitivo-comportamentale) è quello di aiutare il paziente a ridurre le proprie risposte emozionali negative (come frustrazione, rabbia, depressione) nei confronti dei sintomi della propria malattia. Inoltre, "poiché l'ipersonnia idiopatica potrebbe portare al fallimento di un matrimonio, deve far parte del piano terapeutico complessivo anche l'educazione minuziosa della/del partner del paziente, informandola/o sulla sintomatologia e sulle opzioni terapeutiche. L'educazione di parenti, amici e colleghi aiuta il paziente a convivere meglio con questa malattia incurabile."[2]


Note

  1. ^ a b c d e f International classification of sleep disorders, revised: Diagnostic and coding manual (PDF), su esst.org, American Academy of Sleep Medicine, 2001. URL consultato il 1º Febbraio 2015.
  2. ^ a b Medscape - Primary hyepersomnia - Patient education, su emedicine.medscape.com, Medscape. URL consultato il 1º Febbraio 2015.
  3. ^ a b c d e f Hypersomnia foundation - Treatment, su hypersomniafoundation.org, Hypersomnia Foundation. URL consultato il 1º Febbraio 2015.
  4. ^ Bayon V, Léger D, Philip P., Socio-professional handicap and accidental risk in patients with hypersomnias of central origin, in Sleep Med Rev, vol. 13, n. 6, 2009, pp. 421–426, DOI:10.1016/j.smrv.2009.02.001.
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  10. ^ a b c d e f g h i j k l m Emmanuel J. M. Mignot, A Practical Guide to the Therapy of Narcolepsy and Hypersomnia Syndromes, in Neurotherapeutics, vol. 9, n. 4, 2012, pp. 739–52, DOI:10.1007/s13311-012-0150-9.
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  23. ^ Montplaisir, Idiopathic hypersomnia: a diagnostic dilemma. A commentary of "Idiopathic hypersomnia" (M. Billiard and Y. Dauvilliers), in Sleep Medicine Reviews, vol. 5, n. 5, 2001, pp. 361–362, DOI:10.1053/smrv.2001.0216.
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  29. ^ Epocrates - Provigil, su online.epocrates.com. URL consultato il 3 Febbraio 2015.
  30. ^ Epocrates - Xyrem, su online.epocrates.com. URL consultato il 3 Febbraio 2015.
  31. ^ Medscape - Treatment, su emedicine.medscape.com. URL consultato il 3 Febbraio 2015.
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