Arabi israeliani: differenze tra le versioni

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|correlati = [[Palestinesi]] e altri [[arabi]]
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|distribuzione1 = {{ISR}}
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|popolazione1 = {{M|1916000}}<ref name="Population of Israel on the Eve of 2020">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Population of Israel on the Eve of 2020|url=https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2019/413/11_19_413e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=31 dicembre 2019|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
|popolazione1 = {{M|1916000}} (2019)<ref group=N>Inclusi gli arabi di [[Gerusalemme Est]] e delle [[alture del Golan]].</ref><ref name="Population of Israel on the Eve of 2020">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Population of Israel on the Eve of 2020|url=https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2019/413/11_19_413e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=31 dicembre 2019|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
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I '''cittadini arabi di Israele''' ({{Arabo|المواطنون العرب في إسرائيل}}; {{Ebraico|ערבים אזרחי ישראל}}), chiamati anche '''arabi israeliani''', '''arabi del '48''' o '''palestinesi israeliani''', sono quei cittadini di [[Israele]] di etnia [[Arabi|araba]] discendenti dai [[palestinesi]] residenti in quello che divenne territorio israeliano e che non presero parte all'[[esodo palestinese del 1948]]. Nel gruppo vengono spesso inclusi gli arabi di [[Gerusalemme Est]] e gli arabi [[siria]]ni delle [[alture del Golan]], che detengono lo status di residenza permanente e il diritto alla [[cittadinanza israeliana]]. Nel 2019 risiedevano in Israele {{M|1916000}} arabi, costituenti il 21% della popolazione.<ref name="Population of Israel on the Eve of 2020"/>
I '''cittadini arabi di Israele''' ({{Arabo|المواطنون العرب في إسرائيل}}; {{Ebraico|ערבים אזרחי ישראל}}), chiamati anche '''arabi israeliani''', '''arabi del '48''' o '''palestinesi israeliani''', sono quei cittadini di [[Israele]] di etnia [[Arabi|araba]] discendenti dai [[palestinesi]] residenti in quello che divenne territorio israeliano e che non presero parte all'[[esodo palestinese del 1948]]. Nel gruppo vengono spesso inclusi anche gli arabi di [[Gerusalemme Est]] e gli arabi [[siria]]ni delle [[alture del Golan]], i quali detengono lo status di residenza permanente e il diritto alla [[cittadinanza israeliana]]. Nel 2019 risiedevano in Israele {{M|1916000}} arabi, costituenti il 21% della popolazione.<ref name="Population of Israel on the Eve of 2020"/>


Costituente circa un quinto della popolazione israeliana, la comunità araba israeliana è per la grande maggioranza di religione [[Islam|musulmana]] [[Sunnismo|sunnita]] e comprende cospicue comunità [[Cristianesimo|cristiane]] di varie confessioni e [[Drusi|druse]]. La quasi totalità della comunità parla dialetti [[Arabo levantino|arabi levantini]] e in ambito scritto utilizza la [[lingua araba standard]]; la maggior parte degli arabi israeliani padroneggia anche la [[lingua ebraica]], che ha esercitato nel corso nei decenni una certa influenza sul lessico degli arabi israeliani. La maggioranza degli arabi israeliani vivono in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione e dispongono di un sistema educativo di [[lingua araba]] indipendente da quello degli [[ebrei israeliani]].
Costituente circa un quinto della popolazione israeliana, la comunità araba israeliana è per la grande maggioranza di religione [[Islam|musulmana]] [[Sunnismo|sunnita]] e comprende cospicue comunità [[Cristianesimo|cristiane]] di varie confessioni e [[Drusi|druse]]. La quasi totalità della comunità parla dialetti [[Lingue arabe levantine|arabi levantini]] e in ambito scritto utilizza la [[lingua araba standard]]; la maggior parte degli arabi israeliani padroneggia anche la [[lingua ebraica]], che ha esercitato nel corso nei decenni una certa influenza sul lessico degli arabi israeliani. La maggioranza degli arabi israeliani vivono in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione e dispongono di un sistema educativo di [[lingua araba]] indipendente da quello degli [[ebrei israeliani]].


Gran parte della comunità si identifica coi [[palestinesi]], anche se tra i [[Drusi israeliani|drusi]] e i [[Beduini israeliani|beduini]] il senso di identificazione con lo Stato di Israele è tendenzialmente più forte. Gli arabi israeliani di religione musulmana e cristiana non sono soggetti alla coscrizione militare nelle [[forze di difesa israeliane]], al contrario degli uomini drusi.<ref group=N>La coscrizione è richiesta agli [[Ebrei israeliani|ebrei]] e agli uomini [[Drusi israeliani|drusi]] e [[Circassi israeliani|circassi]].</ref> Da un punto di vista socio-economico buona parte della comunità araba israeliana vive situazioni di disagio sociale ed emarginazione e risulta statisticamente più svantaggiata rispetto ai concittadini ebrei; tuttavia la componente cristiana riscuote ampi successi nell'ambito dell'istruzione. In politica la comunità vota per la gran parte partiti di identità araba, i più importanti dei quali si coalizzarono nel 2015 per dar vita alla [[Lista Comune]].
Gran parte della comunità si identifica coi [[palestinesi]], anche se tra i [[Drusi israeliani|drusi]] e i [[Beduini israeliani|beduini]] il senso di identificazione con lo Stato di Israele è tendenzialmente più forte. Gli arabi israeliani di religione musulmana e cristiana non sono soggetti alla coscrizione militare nelle [[forze di difesa israeliane]], al contrario degli uomini drusi.<ref group=N>La coscrizione è richiesta agli [[Ebrei israeliani|ebrei]] e agli uomini [[Drusi israeliani|drusi]] e [[Circassi israeliani|circassi]].</ref> Da un punto di vista socio-economico buona parte della comunità araba israeliana vive situazioni di disagio sociale ed emarginazione e risulta statisticamente più svantaggiata rispetto ai concittadini ebrei; tuttavia la componente cristiana riscuote ampi successi nell'ambito dell'istruzione. In politica la comunità vota per la gran parte partiti di identità araba, i più importanti dei quali si coalizzarono nel 2015 per dar vita alla [[Lista Comune]].
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=== Composizione religiosa ===
=== Composizione religiosa ===
[[File:Christian and Druze.jpg|miniatura|sinistra|[[Mowafaq Tarif]], leader spirituale dei [[drusi israeliani]], e [[Theodosios (Hanna) di Sebastia]], arcivescovo della [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme]], 2019]]
[[File:Christian and Druze.jpg|miniatura|sinistra|[[Mowafaq Tarif]], leader spirituale dei [[drusi israeliani]], e [[Theodosios (Hanna) di Sebastia]], arcivescovo della [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme]], 2019]]
Da quanto emerso da un'indagine condotta nel 2003 dall'[[Ufficio centrale israeliano di statistica]], i [[Islam|musulmani]] rappresentavano l'82% degli arabi israeliani, i [[Cristianesimo|cristiani]] componevano il 9% e i [[Drusi israeliani|drusi]] il 9%.<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=The Arab Population of Israel 2003|url=http://www.cbs.gov.il/statistical/arab_pop03e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=2003|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071201024709/http://www.cbs.gov.il/statistical/arab_pop03e.pdf|urlmorto=sì}}</ref> La comunità musulmana è per la stragrande maggioranza [[Sunnismo|sunnita]], anche se vi sono piccole comunità [[Sciismo|sciite]] nel nord, oltre a una comunità [[Ahmadiyya|ahmadi]] concentrata a [[Kababir]], vicino a [[Haifa]].<ref>{{Cita|Bligh|p. 40}}.</ref> Gli arabi cristiani costituiscono circa l'80% dei cristiani israeliani e si suddividono tra varie confessioni religiose: il 60% è di denominazione [[Chiesa cattolica greco-melchita|cattolica melchita]], il 30% è di confessione [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme|greco-ortodossa]] e i rimanenti sono perlopiù [[Chiesa maronita|maroniti]], [[Chiesa latina|cattolici latini]] e [[Anglicanesimo|anglicani]].<ref name="The Christian communities in Israel">{{Cita web|lingua=en|titolo=The Christian communities in Israel|url=https://mfa.gov.il/MFA/AboutIsrael/Spotlight/Pages/The-Christian-communities-in-Israel-May-2014.aspx|editore=[[Ministero degli affari esteri (Israele)|Ministero degli affari esteri]]|data=1 maggio 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Lo status personale dei cittadini, in materie quali il diritto familiare, è soggetto a tribunali gestiti dalle rispettive comunità religiose; la legge israeliana preclude però la poligamia e pone un'età minima per il matrimonio. Le festività musulmane, cristiane e druse sono legalmente riconosciute dallo Stato.<ref>{{Cita|Reiter|p. 25}}.</ref>
Da quanto emerso da un'indagine condotta nel 2003 dall'[[Ufficio centrale israeliano di statistica]], i [[Islam|musulmani]] rappresentavano l'82% degli arabi israeliani, i [[Cristianesimo|cristiani]] componevano il 9% e i [[Drusi israeliani|drusi]] il 9%.<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=The Arab Population of Israel 2003|url=http://www.cbs.gov.il/statistical/arab_pop03e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=2003|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071201024709/http://www.cbs.gov.il/statistical/arab_pop03e.pdf|urlmorto=sì}}</ref> La comunità musulmana è per la stragrande maggioranza [[Sunnismo|sunnita]], anche se vi sono piccole comunità [[Sciismo|sciite]] nel nord, oltre a una comunità [[Ahmadiyya|ahmadi]] concentrata a [[Kababir]], vicino a [[Haifa]].<ref>{{Cita|Bligh|p. 40}}.</ref> Gli arabi cristiani costituiscono circa l'80% dei cristiani israeliani, i quali si suddividono tra varie confessioni religiose: il 60% è di denominazione [[Chiesa cattolica greco-melchita|cattolica melchita]], il 30% è di confessione [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme|greco-ortodossa]] e i rimanenti sono perlopiù [[Chiesa maronita|maroniti]], [[Chiesa latina|cattolici latini]] e [[Anglicanesimo|anglicani]].<ref name="The Christian communities in Israel">{{Cita web|lingua=en|titolo=The Christian communities in Israel|url=https://mfa.gov.il/MFA/AboutIsrael/Spotlight/Pages/The-Christian-communities-in-Israel-May-2014.aspx|editore=[[Ministero degli affari esteri (Israele)|Ministero degli affari esteri]]|data=1 maggio 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Lo status personale dei cittadini, in materie quali il diritto familiare, è soggetto a tribunali gestiti dalle rispettive comunità religiose; la legge israeliana preclude però la poligamia e pone un'età minima per il matrimonio. Le festività musulmane, cristiane e druse sono legalmente riconosciute dallo Stato.<ref>{{Cita|Reiter|p. 25}}.</ref>


Uno studio pubblicato nel 2016 dal [[Pew Research Center]] rilevò le pratiche religiose di vari settori della società israeliana.<ref group=N>Lo studio non distingue i gruppi religiosi dal punto di vista etnico.</ref> Il 68% degli intervistati musulmani, il 57% di quelli cristiani e il 49% di quelli drusi considerava la propria religione importante. La fede in [[Dio]] era condivisa dalla quasi totalità dei musulmani, dal 94% dei cristiani e dal 99% dei drusi. La preghiera quotidiana era praticata dal 61% dei musulmani, dal 34% dei cristiani e dal 26% dei drusi, mentre la partecipazione settimanale alle funzioni religiose si attestava al 49%, al 38% e al 25% rispettivamente per musulmani, cristiani e drusi. L'83% degli intervistati musulmani digiunava durante il [[Ramadan]] e il 66% adempieva all'obbligo della ''[[zakāt]]''. Degli intervistati cristiani il 94% era battezzato, il 65% considerava la [[Bibbia]] parola di Dio, il 60% digiunava in occasione della [[Quaresima]], l'81% teneva in casa icone dei santi, l'83% riceveva il [[crisma]] e il 39% offriva la [[decima]].<ref name="Israel’s Religiously Divided Society">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Israel’s Religiously Divided Society|url=https://www.pewforum.org/2016/03/08/israels-religiously-divided-society/|editore=[[Pew Research Center]]|data=8 marzo 2016|cid=''Israel’s Religiously Divided Society''|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
Uno studio pubblicato nel 2016 dal [[Pew Research Center]] rilevò le pratiche religiose di vari settori della società israeliana.<ref group=N>Lo studio non distingue i gruppi religiosi dal punto di vista etnico.</ref> Il 68% degli intervistati musulmani, il 57% di quelli cristiani e il 49% di quelli drusi considerava la propria religione importante. La fede in [[Dio]] era condivisa dalla quasi totalità dei musulmani, dal 94% dei cristiani e dal 99% dei drusi. La preghiera quotidiana era praticata dal 61% dei musulmani, dal 34% dei cristiani e dal 26% dei drusi, mentre la partecipazione settimanale alle funzioni religiose si attestava al 49%, al 38% e al 25% rispettivamente per musulmani, cristiani e drusi. L'83% degli intervistati musulmani digiunava durante il [[Ramadan]] e il 66% adempieva all'obbligo della ''[[zakāt]]''. Degli intervistati cristiani il 94% era battezzato, il 65% considerava la [[Bibbia]] parola di Dio, il 60% digiunava in occasione della [[Quaresima]], l'81% teneva in casa icone dei santi, l'83% riceveva il [[crisma]] e il 39% offriva la [[decima]].<ref name="Israel’s Religiously Divided Society">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Israel’s Religiously Divided Society|url=https://www.pewforum.org/2016/03/08/israels-religiously-divided-society/|editore=[[Pew Research Center]]|data=8 marzo 2016|cid=''Israel’s Religiously Divided Society''|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
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=== Demografia ===
=== Demografia ===
[[File:Population of israel by religion en.svg|miniatura|Variazione delle percentuali delle varie componenti religiose della popolazione [[Israeliani|israeliana]] tra il 1949 e il 2015]]
[[File:Population of israel by religion en.svg|miniatura|Variazione delle percentuali delle varie componenti religiose della popolazione [[Israeliani|israeliana]] tra il 1949 e il 2015]]
I [[Tasso di fecondità totale|tassi di fecondità totale]] della minoranza araba sono più alti che tra la componente [[Ebrei israeliani|ebraica]]; questo varia tra le differenti comunità religiose: la componente [[Cristianesimo|cristiana]] si caratterizza per tassi di fecondità totale relativamente bassi rispetto al resto della popolazione, sin dai tempi del [[Mandato britannico della Palestina|mandato britannico]]; esso passò da 4,6 negli anni 1950 a 2,6 nel 2000. Il tasso di fecondità totale dei [[Drusi israeliani|drusi]] calò drasticamente a partire dagli anni 1960, passando da 7,2 negli anni 1950 a 3,1 nel 2000. I [[Islam|musulmani]] rappresentano invece il gruppo religioso con il più alto tasso di fecondità totale nel Paese, malgrado fosse andato incontro a drastiche diminuzioni tra gli anni 1970 e 1980, passando da 8,2 negli 1950 a 4,7 del 2000; le nascite hanno conosciuto un incremento tra i [[Beduini israeliani|beduini]] del [[Negev]] e tra gli arabi di [[Gerusalemme Est]].<ref>{{Cita|Bligh|pp. 54-61}}.</ref> Dati i differenti tassi di fecondità, la componente musulmana passò dal rappresentare il 70% degli arabi israeliani negli anni 1950 all'82%, mentre i cristiani passarono dal 21% negli anni 1950 al 9%.<ref name="The Arab population in Israel">{{Cita news|lingua=en|titolo=The Arab population in Israel|url=http://www.cbs.gov.il/www/statistical/arabju.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=novembre 2002|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071124190335/http://www.cbs.gov.il/www/statistical/arabju.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
I [[Tasso di fecondità totale|tassi di fecondità totale]] della minoranza araba sono più alti che tra la componente [[Ebrei israeliani|ebraica]]; questi variano tra le differenti comunità religiose: la componente [[Cristianesimo|cristiana]] si caratterizza per tassi di fecondità totale relativamente bassi rispetto al resto della popolazione, sin dai tempi del [[Mandato britannico della Palestina|mandato britannico]]; esso passò da 4,6 negli anni 1950 a 2,6 nel 2000. Il tasso di fecondità totale dei [[Drusi israeliani|drusi]] calò drasticamente a partire dagli anni 1960, passando da 7,2 negli anni 1950 a 3,1 nel 2000. I [[Islam|musulmani]] rappresentano invece il gruppo religioso con il più alto tasso di fecondità totale nel Paese, malgrado fosse andato incontro a drastiche diminuzioni tra gli anni 1970 e 1980, passando da 8,2 negli 1950 a 4,7 del 2000; le nascite hanno conosciuto un incremento tra i [[Beduini israeliani|beduini]] del [[Negev]] e tra gli arabi di [[Gerusalemme Est]].<ref>{{Cita|Bligh|pp. 54-61}}.</ref> Dati i differenti tassi di fecondità, la componente musulmana passò dal rappresentare il 70% degli arabi israeliani negli anni 1950 all'82%, mentre i cristiani passarono dal 21% negli anni 1950 al 9%.<ref name="The Arab population in Israel">{{Cita news|lingua=en|titolo=The Arab population in Israel|url=http://www.cbs.gov.il/www/statistical/arabju.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=novembre 2002|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071124190335/http://www.cbs.gov.il/www/statistical/arabju.pdf|urlmorto=sì}}</ref>


==== Distribuzione geografica ====
==== Distribuzione geografica ====
Tra il 2001 e il 2002 il 71% degli arabi israeliani risiedevano in 116 località dove rappresentavano la quasi interezza della popolazione, il 24% risiedeva nelle città a maggioranza [[Ebrei israeliani|ebraica]] di [[Gerusalemme]], [[Tel Aviv]]-[[Giaffa]], [[Haifa]], [[Lidda]], [[Ma'alot-Tarshiha]], [[Nazareth Illit]], [[Acri (Israele)|Acri]] e [[Ramla]], l'1% vive in altre località a maggioranza ebraica e il 4% viveva in insediamenti [[Beduini israeliani|beduini]] nel [[Negev]] non riconosciuti dalle autorità. Nel corso degli anni 1970 per i beduini furono realizzati 27 insediamenti, 20 dei quali nel nord del Paese e sette nel Negev. Nel 2002 81 delle 116 località arabe riconosciute dallo Stato avevano una popolazione per la quasi interezza di religione [[Islam|musulmana]], due ospitavano una popolazione per la quasi interezza [[Cristianesimo|cristiana]] e tredici avevano una popolazione quasi interamente [[Drusi israeliani|drusa]].<ref name="The Arab population in Israel"/>
Tra il 2001 e il 2002 il 71% degli arabi israeliani era concentrato in 116 località dove rappresentavano la quasi interezza della popolazione, il 24% viveva nelle città a maggioranza [[Ebrei israeliani|ebraica]] di [[Gerusalemme]], [[Tel Aviv]]-[[Giaffa]], [[Haifa]], [[Lidda]], [[Ma'alot-Tarshiha]], [[Nazareth Illit]], [[Acri (Israele)|Acri]] e [[Ramla]], l'1% risiedeva in altre località a maggioranza ebraica e il 4% viveva in insediamenti [[Beduini israeliani|beduini]] nel [[Negev]] non riconosciuti dalle autorità. Nel corso degli anni 1970 per i beduini furono realizzati 27 insediamenti, 20 dei quali nel nord del Paese e sette nel Negev. Nel 2002 81 delle 116 località arabe riconosciute dallo Stato avevano una popolazione per la quasi interezza di religione [[Islam|musulmana]], due ospitavano una popolazione per la quasi interezza [[Cristianesimo|cristiana]] e tredici avevano una popolazione quasi interamente [[Drusi israeliani|drusa]].<ref name="The Arab population in Israel"/> Negli anni 2010 i beduini israeliani erano stimati a {{M|250000}} unità, delle quali {{M|150000}} concentrati nel Negev, {{M|80000}} in [[Galilea]] e {{M|20000}} residenti nelle regioni centrali del Paese.<ref name="Reich-Goldberg84-85">{{Cita|Reich-Goldberg|pp. 84-85}}.</ref>


I cristiani sono concentrati per la grande maggioranza nelle regioni settentrionali del Paese. Nel 2020 gli arabi cristiani rappresentavano il 7,1% degli arabi israeliani. Il 70,4% degli arabi cristiani risiede nel [[Distretto Settentrionale (Israele)|distretto Settentrionale]] e il 13,4% nel [[distretto di Haifa]]. Le più numerose comunità cristiane sono concentrate nelle città di [[Nazareth]], [[Haifa]], [[Gerusalemme]] e [[Shefaram]].<ref name="Christmas 2020 - Christians in Israel">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Christmas 2020 - Christians in Israel|url=https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2020/419/11_20_419e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=23 dicembre 2020|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> I cristiani rappresentano la maggioranza assoluta a [[I'billin]], [[Jish]], [[Kafr Yasif]], [[Eilabun]], [[Rameh]], [[Mi'ilya]] e [[Fassuta]]; negli ultimi due insediamenti i cristiani costituiscono la quasi totalità della popolazione.<ref name="The Christian communities in Israel"/> Nelle [[alture del Golan]] rimangono poche famiglie cristiane, concentrate a [[Majdal Shams]] e a [[Ein Qiniyye]], residuo di una comunità molto più vasta, rifugiatasi in massa in [[Siria]] in occasione della [[guerra dei sei giorni]].<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Last Christians of Israeli-controlled Golan Heights endure|url=https://www.arabnews.com/node/1122281/world|pubblicazione=[[Arab News]]|data=30 giugno 2017|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
I cristiani sono concentrati per la grande maggioranza nelle regioni settentrionali del Paese. Nel 2020 gli arabi cristiani rappresentavano il 7,1% degli arabi israeliani. Il 70,4% degli arabi cristiani risiede nel [[Distretto Settentrionale (Israele)|distretto Settentrionale]] e il 13,4% nel [[distretto di Haifa]]. Le più numerose comunità cristiane sono concentrate nelle città di [[Nazareth]], [[Haifa]], [[Gerusalemme]] e [[Shefaram]].<ref name="Christmas 2020 - Christians in Israel">{{Cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Christmas 2020 - Christians in Israel|url=https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2020/419/11_20_419e.pdf|editore=[[Ufficio centrale israeliano di statistica]]|data=23 dicembre 2020|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> I cristiani rappresentano la maggioranza assoluta a [[I'billin]], [[Jish]], [[Kafr Yasif]], [[Eilabun]], [[Rameh]], [[Mi'ilya]] e [[Fassuta]]; negli ultimi due insediamenti i cristiani costituiscono la quasi totalità della popolazione.<ref name="The Christian communities in Israel"/> Nelle [[alture del Golan]] rimangono poche famiglie cristiane, concentrate a [[Majdal Shams]] e a [[Ein Qiniyye]], residuo di una comunità molto più vasta, rifugiatasi in massa in [[Siria]] in occasione della [[guerra dei sei giorni]].<ref>{{Cita news|lingua=en|titolo=Last Christians of Israeli-controlled Golan Heights endure|url=https://www.arabnews.com/node/1122281/world|pubblicazione=[[Arab News]]|data=30 giugno 2017|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
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=== Cultura ===
=== Cultura ===
==== Lingue ====
{{...|Società}}
[[File:SignsInIsrael.jpg|miniatura|sinistra|Cartelli stradali in [[Israele]] comprendenti testo in [[lingua araba]]]]
La [[lingua araba]] ha mantenuto in [[Israele]] lo status di lingua ufficiale riconosciuto dal [[Mandato britannico della Palestina|mandato britannico]]; la valuta e i cartelli stradali comprendono testo in arabo e i documenti governativi e i discorsi tenuti alla [[Knesset]] vengono tradotti dall'[[Lingua ebraica|ebraico]].<ref>{{Cita|Reiter|p. 26}}.</ref> La lingua araba domina in ogni ambito sociale in seno alla comunità araba israeliana ed è utilizzata oltre che in ambito quotidiano anche in campo educativo, lavorativo, culturale e mediatico. Il mantenimento della [[lingua araba standard]] è rafforzato anche dall'esposizione di gran parte della comunità ai canali televisivi e radiofonici dei [[Paesi arabi]], oltre che dall'incremento della scolarizzazione. L'arabo standard esercita una forte influenza lessicale sui [[Dialetto arabo palestinese|dialetti arabi palestinesi]] parlati in Israele. I sempre maggiori contatti sociali tra le comunità arabe rurali e quelle urbane hanno favorito nel corso dei decenni una forte influenza da parte dei dialetti arabi urbani su quelli rurali.<ref name="Amara-Mar'i47">{{Cita|Amara-Mar'i|p. 47}}.</ref> La forte popolarità della televisione [[Egitto|egiziana]] ha portato anche a varie influenze da parte dell'[[Lingua araba egiziana|arabo egiziano]].<ref>{{Cita|Amara-Mar'i|p. 48}}.</ref>

La lingua ebraica è appresa dagli arabi israeliani come seconda lingua e la sua conoscenza rappresenta un'importante condizione per facilitare la mobilità sociale.<ref>{{Cita|Amara-Mar'i|p. 56}}.</ref> La [[lingua inglese]] è pienamente integrata nel sistema educativo israeliano e riveste di fatto il ruolo di terza lingua. Rispetto agli [[ebrei israeliani]] la comunità araba è meno esposta al mondo anglofono e questo fattore favorisce una vasta difficoltà tra gli studenti arabi nell'approcciarsi allo studio della lingua.<ref>{{Cita|Amara-Mar'i|p. 106}}.</ref> L'ebraico e l'inglese esercitano una forte influenza lessicale sui dialetti arabi parlati dalla comunità.<ref name="Amara-Mar'i47"/>

==== Media ====
Una fetta consistente degli arabi israeliani guarda canali televisivi dei [[Paesi arabi]]; questa pratica ha contribuito a mantenere lo status della [[lingua araba]] tra la comunità.<ref>{{Cita|Jamal|p. 106}}.</ref> I politici arabi israeliani, per rivolgersi al proprio elettorato, si impegnano maggiormente a comparire nei canali dei Paesi arabi che non in quelli [[Israele|israeliani]].<ref>{{Cita|Jamal|p. 155}}.</ref> I principali canali televisivi israeliani dedicano poche ore del proprio palinsesto ai programmi di lingua araba, fattore che ha favorito l'emergere di vari canali televisivi arabi in Israele, tra i quali Hala TV e Falasteen 48, quest'ultimo con sede a [[Nazareth]] e di proprietà dell'[[Autorità Nazionale Palestinese]]; Falasteen 48 venne chiuso dalle autorità israeliane nel giugno 2015, timorose di una possibile influenza politica palestinese nel Paese.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Karin Laub|autore2=Mohammed Daraghmeh|titolo=Palestinian-funded TV channel for Israeli Arabs challenged|url=https://apnews.com/article/e95e38e64c394eeea5f421d8919517d7|editore=[[Associated Press]]|data=23 giugno 2015|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Numerosi arabi israeliani si sono affermati nel mondo del [[cinema israeliano]] e internazionale, tra questi [[Hiam Abbass]], [[Makram Khoury]], [[Clara Khoury]], [[Elia Suleiman]], [[Hisham Zreiq]], [[Yousef Sweid]], [[Jamil Khoury]], [[Mira Awad]], [[Mouna Hawa]], [[Sana Jammelieh]] e [[Shaden Kanboura]].<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Viva Sarah Press|titolo=16 Arabs from Israel making a difference on the world stage|url=https://www.israel21c.org/16-arabs-from-israel-making-a-difference-on-the-world-stage/|pubblicazione=[[ISRAEL21c]]|data=30 gennaio 2017|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>

==== Cucina ====
Tra i principali cibi della [[cucina palestinese]] in [[Israele]] si distinguono in particolare i [[falafel]], consistenti in polpette di ceci o fave fritte, il [[hummus]], costituito da una purea di ceci, spezie e [[tahina]], il [[Ful (gastronomia)|ful]], composto di fave e consumato tradizionalmente a colazione, e il [[fattoush]], consistente in un'insalata di verdure.<ref>{{Cita|Gvion|p. 182}}.</ref> Molti dei piatti arabi, in particolare i falafel e il hummus, sono stati pienamente integrati nella [[cucina israeliana]].<ref>{{Cita|Gvion|p. 17}}.</ref>


=== Status socio-economico ===
=== Status socio-economico ===
==== Istruzione ====
==== Istruzione ====
Alla comunità araba è riservato un sistema educativo pubblico separato da quello destinato alla maggioranza [[Ebrei israeliani|ebraica]] e nel quale l'insegnamento viene impartito in [[lingua araba]]. Il programma educativo è però comunque soggetto alle direttive del governo israeliano e include equivalenti quantitativi di tempo riservati alla storia araba e a quella ebraica, anche se non comprende lo studio del retaggio nazionale arabo. Il programma educativo delle scuole arabe include anche lo studio delle religioni [[islam]]ica e [[Cristianesimo|cristiana]].<ref>{{Cita|Reiter|pp. 24-25}}.</ref>
Alla comunità araba è riservato un sistema educativo pubblico separato da quello destinato alla maggioranza [[Ebrei israeliani|ebraica]] e nel quale l'insegnamento viene impartito in [[lingua araba]]. Il programma educativo è però comunque soggetto alle direttive del governo [[Israele|israeliano]] e include equivalenti quantitativi di tempo riservati alla storia araba e a quella ebraica, anche se non comprende lo studio del retaggio nazionale arabo. Il programma educativo delle scuole arabe include anche lo studio delle religioni [[islam]]ica e [[Cristianesimo|cristiana]].<ref>{{Cita|Reiter|pp. 24-25}}.</ref>


== Politica ==
== Politica ==
=== Identità politica e culturale ===
[[File:הנהגת הציבור הערבי בישראל מציינת את יום האדמה ה-40.JPG|miniatura|Vari leader politici arabi israeliani riuniti per celebrare il [[Giorno della Terra (Palestina)|Giorno della Terra]], 30 marzo 2016]]
[[File:Nazareth wall explanations.jpeg|miniatura|Murale a [[Nazareth]] celebrante il [[Giorno della Nakba]], 2018]]
Nel corso degli seguenti la creazione dello [[Stato di Israele]] nel 1948 la leadership della comunità araba era concentrata tendenzialmente in partiti di [[Sinistra (politica)|sinistra]], in particolare nel [[Mapam]] e nel [[Maki (partito storico)|Maki]].<ref>{{Cita|Hitman|pp. 49-50}}.</ref> L'ideologia [[Comunismo|comunista]] propria del Maki portò questo a divenire il partito israeliano che più si interessò alla situazione sociale della minoranza araba, divenendo sempre più un partito misto arabo-ebraico. Il Maki vide ampie tensioni tra la fazione a maggioranza ebraica e quella a maggioranza araba più incline alle idee [[Nazionalismo arabo|nazionaliste arabe]], promosse dagli attivisti arabi [[Emile Habibi]], [[Tawfiq Ziyad]] e [[Tawfik Toubi]], e che portarono il partito a dividersi nel 1965, quando la componente a maggioranza araba, guidata da Toubi e da [[Meir Vilner]], fondò il [[Rakah]].<ref>{{Cita|Hitman|p. 27}}.</ref> I comunisti dominarono la politica araba israeliana nel corso degli anni 1970 e 1980.<ref>{{Cita|Sorek|p. 42}}.</ref> Nel 1977 il Rakah e altre formazioni nazionaliste arabe confluirono nella lista [[Hadash]].<ref>{{Cita|Jamal|pp. 140-141}}.</ref> Altra formazione politica attiva tra gli arabi negli anni 1980 fu la [[Lista Progressista per la Pace]], che comprendeva sia arabi che ebrei.<ref>{{Cita|Jamal|p. 142}}.</ref> Una forte influenza la esercitarono poi il [[ba'thismo]] e il [[nasserismo]].<ref>{{Cita|Jamal|p. 43}}.</ref> Un gruppo di studenti nazionalisti, in gran parte cristiani, fondò nel 1959 il movimento nazionalista [[Al-Ard]], bandito poi dalle autorità israeliane.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 28-30}}.</ref>
La comunità araba israeliana è caratterizzata da una diffusa complessità dal punto di vista identitario; i [[Cristianesimo|cristiani]] tendono a enfatizzare primariamente la loro identità [[Arabi|araba]], i [[Islam|musulmani]] quella [[Palestinesi|palestinese]] e i [[Drusi israeliani|drusi]] rimangono legati maggiormente alla loro identità religiosa e a quella civica [[Israele|israeliana]].<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 30-31}}.</ref> Secondo uno studio condotto dall'[[Università di Tel Aviv]] il senso di appartenenza al popolo palestinese è condiviso in particolare dal 43% dei musulmani e dal 24% dei cristiani che si identificarono primariamente come "arabi palestinesi".<ref name="Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli">{{Cita news|lingua=en|titolo=Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli|url=https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3514638,00.html|pubblicazione=[[Ynet]]|data=3 aprile 2008|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Una delle ricorrenze che più contraddistinguono l'attivismo politico arabo in Israele è il [[Giorno della Terra (Palestina)|Giorno della Terra]].<ref>{{Cita|Bligh|p. 168}}.</ref> Da un'indagine condotta dal [[Pew Research Center]] nel 2016 è emerso che il 99% degli intervistati musulmani, 96% di quelli cristiani e il 71% di quelli drusi si identificavano come [[arabi]]; molti drusi si identificano semplicemente come "drusi" o come "druso-arabi".<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/> Tra i drusi il senso di identificazione con lo Stato di Israele è più forte che tra gli altri arabi; secondo lo stesso studio condotto dall'Università di Tel Aviv infatti il 94% dei giovani drusi intervistati si identificarono come "druso-israeliani".<ref name="Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli"/> I [[drusi]] delle [[alture del Golan]] sono invece fermamente legati alla loro identità araba e [[siria]]na, tanto che solo una piccola minoranza dei membri della comunità ha richiesto la [[cittadinanza israeliana]].<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ari Plachta|titolo=This Ethnic Minority in Israel Still Swears Allegiance to Syria. But for Many Young People That's Changing|url=https://www.haaretz.com/israel-news/an-israeli-ethnic-minority-swears-allegiance-to-syria-but-that-s-changing-1.5453460|pubblicazione=[[Haaretz]]|data=2 ottobre 2017|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>


L'attivismo politico tra gli arabi cristiani è molto acceso; gran parte degli storici leader della comunità araba sono cristiani, tra questi [[Emile Habibi]], [[Tawfik Toubi]] ed [[Emile Touma]].<ref>{{Cita|Jamal|p. 139}}.</ref> Molti dei partiti arabi, in particolare [[Balad (partito politico)|Balad]] e [[Hadash]], riservano puntualmente dei seggi per i propri candidati cristiani.<ref>{{Cita|Jamal|p. 150}}.</ref> In seno alla comunità cristiana un'ampia controversia è stata generata dalle posizioni del sacerdote greco-ortodosso [[Gabriel Naddaf]], il quale divenne celebre per il suo attivismo volto a portare la comunità araba cristiana più vicina allo Stato di Israele. Naddaf si rese molto attivo nel promuovere un'identità etnica [[Aramei|aramaica]] per i cristiani. La comunità cristiana rimane però per la maggior parte fortemente legata al [[nazionalismo arabo]]; infatti vari esponenti delle comunità cristiana, tra i quali il parlamentare [[Basel Ghattas]], condannarono fermamente le posizioni di Naddaf.<ref name="Ginsburg">{{Cita news|lingua=en|autore=Mitch Ginsburg|titolo=The unorthodox priest who stands with the Jews|url=https://www.timesofisrael.com/the-un-orthodox-priest-who-stands-with-the-jews/|pubblicazione=[[The Times of Israel]]|data=19 maggio 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Nel settembre 2014 il [[Ministero dell'interno (Israele)|ministero dell'interno]], sotto la direzione di [[Gideon Sa'ar]], rese possibile per una limitata sezione dei cristiani registrarsi ufficialmente come aramei. L'iniziativa fu promossa in particolare dal parlamentare [[Yariv Levin]]. La legge estese questo diritto a circa 200 famiglie cristiane.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Jonathan Lis|titolo=Israel Recognizes Aramean Minority in Israel as Separate Nationality|url=https://www.haaretz.com/israel-recognizes-arameans-as-official-group-1.5302306|pubblicazione=[[Haaretz]]|data=17 settembre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Esponenti della [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme]] condannarono il riconoscimento dell'identità aramaica, vista come un tentativo di dividere la comunità araba.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ariel Cohen|titolo=Israeli Greek Orthodox Church denounces Aramaic Christian nationality|url=https://www.jpost.com/Christian-News/Israeli-Greek-Orthodox-Denounce-Move-to-Differentiate-Christians-from-Arabs-376493|pubblicazione=[[The Jerusalem Post]]|data=28 settembre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Il primo cristiano a venire registrato come arameo in Israele fu un bambino di due anni di [[Jish]] nell'ottobre dello stesso anno.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ariel Ben Solomon|titolo=Child registers as Aramean instead of Arab for the first time|url=https://www.jpost.com/Christian-News/First-Aramean-Registers-in-Israel-379383|pubblicazione=[[The Jerusalem Post]]|data=21 ottobre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>
In occasione del fenomeno del [[revivalismo islamico]], che aveva interessato il [[Medio Oriente]] a partire dagli anni 1970, anche tra gli arabi israeliani cominciarono a rafforzarsi, in particolare tra i giovani, l'impegno nelle pratiche religiose e il sostegno all'[[Islamismo|islamismo politico]], introdotto in [[Palestina]] già a partire dagli anni 1930 sotto l'influenza dei [[Fratelli Musulmani]]. Nel 1979, sotto la guida di [[Abdullah Nimar Darwish]], nacque l'organizzazione Usrat al-Jihad, che si rese protagonista di varie azioni sovversive a [[Umm al-Fahm]]; i leader dell'organizzazione furono arrestati nel 1981 e vennero poi rilasciati negli anni seguenti. In seguito al suo rilascio, Darwish si impegnò quindi a organizzare un attivismo più orientato alla [[daʿwa]] e all'impegno sociale. Il [[Movimento Islamico in Israele|Movimento Islamico]], fondato da Darwish nel 1971, a partire dal 1983 cominciò ad ampliare la sua influenza politica nelle aree attorno a Umm al-Fahm, conquistando vari consigli comunali e approfondì i rapporti con i movimenti islamisti attivi nei [[Territori occupati da Israele|territori occupati]] nel corso della [[prima intifada]]. Il movimento si divise in occasione delle [[Elezioni generali in Israele del 1996|elezioni generali del 1996]], dal momento che Darwish adottò posizioni più concilianti nei confronti dello Stato di Israele. La sezione moderata, guidata da Darwish e con base a [[Kafr Qasim]], venne denominata "sezione meridionale"; la "sezione settentrionale", guidata da [[Raed Salah]] e con centro a Umm al-Fahm, si mantenne invece su posizioni più estremiste.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 32-34}}.</ref>


=== Partiti politici ===
Nel 1972 un gruppo di giovani attivisti arabi, perlopiù liberi professionisti, fondarono l'organizzazione nazionalista araba [[Abnaa el-Balad]], la quale militò per l'abolizione dell'identità ebraica dello Stato di Israele e sostenne l'[[Organizzazione per la Liberazione della Palestina]].<ref>{{Cita|Sorek|p. 30}}.</ref> Nel corso degli anni 1970 Abnaa el-Balad cominciò a competere con i comunisti, accusandoli di aver negato l'identità [[Palestinesi|palestinese]] della comunità araba.<ref>{{Cita|Sorek|p. 54}}.</ref> L'influenza politica dell'organizzazione cominciò a declinare a partire dagli anni 1990.<ref>{{Cita|Hitman|p. 32}}.</ref> Nel 1995 un folto gruppo di attivisti arabi di religione [[Cristianesimo|cristiana]] e [[Islam|musulmana]], guidati da [[Azmi Bishara]] e provenienti in gran parte dalle file di Hadash e di altre formazioni di sinistra, fondò il partito [[Balad (partito politico)|Balad]], che alle elezioni generali del 1996 si coalizzò con Hadash. Balad pone enfasi sull'identità araba della comunità palestinese, accusa lo Stato di Israele di implementare politiche discriminatorie nei confronti dei suoi cittadini arabi e rivendica il riconoscimento degli arabi israeliani come minoranza nazionale e una più vasta autonomia per questi ultimi.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 35-36}}.</ref>
[[File:Mapai-arabic.png|miniatura|sinistra|Manifesto elettorale del [[Mapai]] rivolto agli elettori arabi in sostegno a una sua lista satellite araba, anni 1950]]
Nel corso degli seguenti la creazione dello [[Stato di Israele]] nel 1948 la leadership della comunità araba era concentrata tendenzialmente in partiti di [[Sinistra (politica)|sinistra]], in particolare nel [[Mapam]] e nel [[Maki (partito storico)|Maki]].<ref>{{Cita|Hitman|pp. 49-50}}.</ref> Ai principali partiti israeliani erano affiliati varie liste satelliti arabe. A partire dagli anni 1970 la maggior parte del supporto della comunità araba si raccolse attorno al Maki.<ref>{{Cita|Reich-Goldberg|p. 44}}.</ref> L'ideologia [[Comunismo|comunista]] propria del Maki portò questo a divenire il partito israeliano che più si interessò alla situazione sociale della minoranza araba, divenendo sempre più un partito misto arabo-[[Ebrei israeliani|ebraico]]. Il Maki vide ampie tensioni tra la fazione a maggioranza ebraica e quella a maggioranza araba più incline alle idee [[Nazionalismo arabo|nazionaliste arabe]], promosse dagli attivisti arabi [[Emile Habibi]], [[Tawfiq Ziyad]] e [[Tawfik Toubi]], e che portarono il partito a dividersi nel 1965, quando la componente a maggioranza araba, guidata da Toubi e da [[Meir Vilner]], fondò il [[Rakah]].<ref>{{Cita|Hitman|p. 27}}.</ref> I comunisti dominarono la politica araba israeliana nel corso degli anni 1970 e 1980.<ref>{{Cita|Sorek|p. 42}}.</ref> Nel 1977 il Rakah e altre formazioni nazionaliste arabe confluirono nella lista [[Hadash]].<ref>{{Cita|Jamal|pp. 140-141}}.</ref> Altra formazione politica attiva tra gli arabi negli anni 1980 fu la [[Lista Progressista per la Pace]], che comprendeva sia arabi che ebrei.<ref>{{Cita|Jamal|p. 142}}.</ref> Una forte influenza la esercitarono poi il [[ba'thismo]] e il [[nasserismo]].<ref>{{Cita|Jamal|p. 43}}.</ref> Un gruppo di studenti nazionalisti arabi, in gran parte [[Cristianesimo|cristiani]], fondò nel 1959 il movimento nazionalista [[Al-Ard]], bandito poi dalle autorità israeliane.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 28-30}}.</ref>


In occasione del fenomeno del [[revivalismo islamico]], che aveva interessato il [[Medio Oriente]] a partire dagli anni 1970, anche tra gli arabi israeliani cominciarono a rafforzarsi, in particolare tra i giovani, l'impegno nelle pratiche religiose e il sostegno all'[[Islamismo|islamismo politico]], introdotto in [[Palestina]] già a partire dagli anni 1930 sotto l'influenza dei [[Fratelli Musulmani]]. Nel 1979, sotto la guida di [[Abdullah Nimar Darwish]], nacque l'organizzazione Usrat al-Jihad, che si rese protagonista di varie azioni sovversive a [[Umm al-Fahm]]; i leader dell'organizzazione furono arrestati nel 1981 e vennero poi rilasciati negli anni seguenti. In seguito al suo rilascio, Darwish si impegnò quindi a organizzare un attivismo più orientato alla [[daʿwa]] e all'impegno sociale. Il [[Movimento Islamico in Israele|Movimento Islamico]], fondato da Darwish nel 1971, a partire dal 1983 cominciò ad ampliare la sua influenza politica nelle aree attorno a Umm al-Fahm, conquistando vari consigli comunali e approfondì i rapporti con i movimenti islamisti attivi nei [[Territori occupati da Israele|territori occupati]] nel corso della [[prima intifada]]. Il movimento si divise in occasione delle [[Elezioni generali in Israele del 1996|elezioni generali del 1996]], dal momento che Darwish adottò posizioni più concilianti nei confronti dello Stato di Israele. La sezione moderata, guidata da Darwish e con base a [[Kafr Qasim]], venne denominata "sezione meridionale"; la "sezione settentrionale", guidata da [[Raed Salah]] e con centro a Umm al-Fahm, si mantenne invece su posizioni più estremiste.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 32-34}}.</ref> La sezione meridionale del Movimento Islamico, insieme ad altri quattro piccoli partiti arabi, fondò nel 1996 la [[Lista Araba Unita]], che partecipa da allora alle elezioni.<ref>{{Cita|Peleg-Waxman|p. 83}}.</ref>
=== Identità politica e culturale ===
[[File:Nazareth wall explanations.jpeg|miniatura|sinistra|Murale a [[Nazareth]] celebrante il [[Giorno della Nakba]], 2018]]
La comunità araba israeliana è caratterizzata da una diffusa complessità dal punto di vista identitario; i [[Cristianesimo|cristiani]] tendono a enfatizzare primariamente la loro identità [[Arabi|araba]], i [[Islam|musulmani]] quella [[Palestinesi|palestinese]] e i [[Drusi israeliani|drusi]] rimangono legati maggiormente alla loro identità religiosa e a quella civica [[Israele|israeliana]].<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 30-31}}.</ref> Secondo uno studio condotto dall'[[Università di Tel Aviv]] il senso di appartenenza al popolo palestinese è condiviso in particolare dal 43% dei musulmani e dal 24% dei cristiani che si identificarono primariamente come "arabi palestinesi".<ref name="Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli">{{Cita news|lingua=en|titolo=Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli|url=https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3514638,00.html|pubblicazione=[[Ynet]]|data=3 aprile 2008|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Da un'indagine condotta dal [[Pew Research Center]] nel 2016 è emerso che il 99% degli intervistati musulmani, 96% di quelli cristiani e il 71% di quelli drusi si identificavano come [[arabi]]; molti drusi si identificano semplicemente come "drusi" o come "druso-arabi".<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/> Una delle ricorrenze che più contraddistinguono l'attivismo politico arabo in Israele è il [[Giorno della Terra (Palestina)|Giorno della Terra]].<ref>{{Cita|Bligh|p. 168}}.</ref> Tra i drusi il senso di identificazione con lo Stato di Israele è più forte che tra gli altri arabi; secondo lo stesso studio condotto dall'Università di Tel Aviv infatti il 94% dei giovani drusi intervistati si identificarono come "druso-israeliani".<ref name="Study: 94% of Druze in Israel define themselves as Druze-Israeli"/> I [[drusi]] delle [[alture del Golan]] sono invece fermamente legati alla loro identità araba e [[siria]]na, tanto che solo una piccola minoranza dei membri della comunità ha richiesto la [[cittadinanza israeliana]].<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ari Plachta|titolo=This Ethnic Minority in Israel Still Swears Allegiance to Syria. But for Many Young People That's Changing|url=https://www.haaretz.com/israel-news/an-israeli-ethnic-minority-swears-allegiance-to-syria-but-that-s-changing-1.5453460|pubblicazione=[[Haaretz]]|data=2 ottobre 2017|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>


Nel 1972 un gruppo di giovani attivisti arabi, perlopiù liberi professionisti, fondarono l'organizzazione nazionalista araba [[Abnaa el-Balad]], la quale militò per l'abolizione dell'identità [[Ebrei|ebraica]] dello Stato di Israele e sostenne l'[[Organizzazione per la Liberazione della Palestina]].<ref>{{Cita|Sorek|p. 30}}.</ref> Nel corso degli anni 1970 Abnaa el-Balad cominciò a competere con i comunisti, accusandoli di aver negato l'identità [[Palestinesi|palestinese]] della comunità araba.<ref>{{Cita|Sorek|p. 54}}.</ref> L'influenza politica dell'organizzazione cominciò a declinare a partire dagli anni 1990.<ref>{{Cita|Hitman|p. 32}}.</ref> Nel 1988 [[Abdulwahab Darawshe]] fondò il [[Partito Democratico Arabo]], primo partito politico israeliano espressamente arabo,<ref>{{Cita|Peleg-Waxman|p. 55}}.</ref> mentre nel 1995 un folto gruppo di attivisti arabi di religione cristiana e [[Islam|musulmana]], guidati da [[Azmi Bishara]] e provenienti in gran parte dalle file di Hadash e di altre formazioni di sinistra, fondò il partito [[Balad (partito politico)|Balad]], che alle elezioni generali del 1996 si coalizzò con Hadash. Balad pone enfasi sull'identità araba della comunità palestinese, accusa lo Stato di Israele di implementare politiche discriminatorie nei confronti dei suoi cittadini arabi e rivendica il riconoscimento degli arabi israeliani come minoranza nazionale e una più vasta autonomia per questi ultimi.<ref>{{Cita|Hitman|pp. 35-36}}.</ref> [[Ahmad Tibi]], collaboratore di [[Yasser Arafat]], fondò nel 1996 il partito [[Ta'al]].<ref>{{Cita|Reich-Goldberg|p. 519}}.</ref>
L'attivismo politico tra gli arabi cristiani è molto acceso; gran parte degli storici leader della comunità araba sono cristiani, tra questi [[Emile Habibi]], [[Tawfik Toubi]] ed [[Emile Touma]].<ref>{{Cita|Jamal|p. 139}}.</ref> Molti dei partiti arabi, in particolare [[Balad (partito politico)|Balad]] e [[Hadash]], riservano puntualmente dei seggi per i propri candidati cristiani.<ref>{{Cita|Jamal|p. 150}}.</ref> In seno alla comunità cristiana un'ampia controversia è stata generata dalle posizioni del sacerdote greco-ortodosso [[Gabriel Naddaf]], il quale divenne celebre per il suo attivismo volto a portare la comunità araba cristiana più vicina allo Stato di Israele. Naddaf si rese molto attivo nel promuovere un'identità etnica [[Aramei|aramaica]] per i cristiani. La comunità cristiana rimane però per la maggior parte fortemente legata al [[nazionalismo arabo]]; infatti vari esponenti delle comunità cristiana, tra i quali il parlamentare [[Basel Ghattas]], condannarono fermamente le posizioni di Naddaf.<ref name="Ginsburg">{{Cita news|lingua=en|autore=Mitch Ginsburg|titolo=The unorthodox priest who stands with the Jews|url=https://www.timesofisrael.com/the-un-orthodox-priest-who-stands-with-the-jews/|pubblicazione=[[The Times of Israel]]|data=19 maggio 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Nel settembre 2014 il [[Ministero dell'interno (Israele)|ministero dell'interno]], sotto la direzione di [[Gideon Sa'ar]], rese possibile per una limitata sezione dei cristiani registrarsi ufficialmente come aramei. L'iniziativa fu promossa in particolare dal parlamentare [[Yariv Levin]]. La legge estese questo diritto a circa 200 famiglie cristiane.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Jonathan Lis|titolo=Israel Recognizes Aramean Minority in Israel as Separate Nationality|url=https://www.haaretz.com/israel-recognizes-arameans-as-official-group-1.5302306|pubblicazione=[[Haaretz]]|data=17 settembre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Esponenti della [[Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme]] condannarono il riconoscimento dell'identità aramaica, vista come un tentativo di dividere la comunità araba.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ariel Cohen|titolo=Israeli Greek Orthodox Church denounces Aramaic Christian nationality|url=https://www.jpost.com/Christian-News/Israeli-Greek-Orthodox-Denounce-Move-to-Differentiate-Christians-from-Arabs-376493|pubblicazione=[[The Jerusalem Post]]|data=28 settembre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref> Il primo cristiano a venire registrato come arameo in Israele fu un bambino di due anni di [[Jish]] nell'ottobre dello stesso anno.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Ariel Ben Solomon|titolo=Child registers as Aramean instead of Arab for the first time|url=https://www.jpost.com/Christian-News/First-Aramean-Registers-in-Israel-379383|pubblicazione=[[The Jerusalem Post]]|data=21 ottobre 2014|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>

Nel 2015 Hadash, Balad, Ta'al e la Lista Araba Unita si coalizzarono per dar vita alla [[Lista Comune]]. Sotto la guida di [[Ayman Odeh]] la Lista Comune conquistò tredici seggi alle [[Elezioni parlamentari in Israele del 2015|elezioni parlamentari del 2015]], risultando il terzo partito; l'iniziativa incrementò drasticamente l'attività politica tra la comunità araba, dal momento che il tasso di partecipazione elettorale arabo del 2015 si attenne al 63,5%, più alto rispetto al 45% delle [[Elezioni parlamentari in Israele del 2013|elezioni del 2013]].<ref>{{Cita|Reich-Goldberg|p. 45}}.</ref> Secondo quanto rilevato da un sondaggio condotto tra il 2014 e il 2015 dal [[Pew Research Center]] il 28% degli arabi si identificava maggiormente in vari partiti [[Sionismo|sionisti]] dominati dalla componente ebraica, mentre il 50% si sentiva più vicino ai partiti allora facenti parte della Lista Comune. L'appoggio della comunità araba agli uni o agli altri partiti politici variava significativamente tra le varie componenti religiose, dal momento che i partiti sionisti erano sostenuti dal 26% dei musulmani, dal 19% dei cristiani e dal 55% dei [[Drusi israeliani|drusi]], mentre la Lista Comune era appoggiata dal 53% dei musulmani, dal 53% dei cristiani e dal 19% dei drusi.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/> Il supporto dei drusi e dei [[Beduini israeliani|beduini]] ai tradizionali partiti sionisti scese a partire dagli anni 1990 in favore di quelli arabi.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 85}}.</ref>


=== Rapporti con lo Stato di Israele e con la maggioranza ebraica ===
=== Rapporti con lo Stato di Israele e con la maggioranza ebraica ===
[[File:הנהגת הציבור הערבי בישראל מציינת את יום האדמה ה-40.JPG|miniatura|sinistra|Vari leader politici arabi israeliani riuniti per celebrare il [[Giorno della Terra (Palestina)|Giorno della Terra]], 30 marzo 2016]]
[[File:Israeli Druze rally against Nation-State Law.jpg|miniatura|Decine di migliaia di manifestanti [[drusi israeliani]] si riunirono il 4 agosto 2018 a [[Tel Aviv]] per manifestare contro la [[legge sullo Stato-nazione]]]]
La comunità araba e quella [[Ebrei isreliani|ebraica]] sono fortemente segregate in quasi ogni ambito sociale; gli arabi sono infatti per la maggioranza concentrati in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione ed è a loro riservato un settore educativo separato. I rapporti tra le due comunità sono tendenzialmente caratterizzati da una reciproca diffidenza. Secondo un sondaggio condotto nel 2007 l'87% degli intervistati sosteneva che i rapporti tra le due comunità non fossero buoni. I matrimoni tra i membri delle due comunità sono estremamente rari, così come i rapporti di amicizia.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 11-13}}.</ref> Secondo uno studio del [[Pew Research Center]] l'82% dei [[Islam|musulmani]], l'88% dei [[Cristianesimo|cristiani]] e l'87% dei [[Drusi israeliani|drusi]] non avrebbe accettato con facilità il matrimonio di un proprio figlio con un concittadino ebreo.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/>
La comunità araba e quella [[Ebrei isreliani|ebraica israeliana]] sono fortemente segregate in quasi ogni ambito sociale; gli arabi sono infatti per la maggioranza concentrati in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione ed è a loro riservato un settore educativo separato. I rapporti tra le due comunità sono tendenzialmente caratterizzati da una reciproca diffidenza. Secondo un sondaggio condotto nel 2007 l'87% degli intervistati sosteneva che i rapporti tra le due comunità non fossero buoni. I matrimoni tra i membri delle due comunità sono estremamente rari, così come i rapporti di amicizia.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 11-13}}.</ref> Secondo uno studio del [[Pew Research Center]] l'82% dei [[Islam|musulmani]], l'88% dei [[Cristianesimo|cristiani]] e l'87% dei [[Drusi israeliani|drusi]] non avrebbe accettato con facilità il matrimonio di un proprio figlio con un concittadino ebreo.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/>


Lo [[Israele|Stato israeliano]] si è impegnato nel corso dei decenni in opere di giudaizzazione delle regioni a maggioranza araba, in particolare della [[Galilea]] e delle [[alture del Golan]], attraverso la fondazione di numerosi insediamenti ebraici.<ref>{{Cita|Jamal|p. 42}}.</ref> Malgrado gli arabi costituiscano oltre il 20% della popolazione israeliana, essi detengono solamente il 3,5% dei terreni, mentre le municipalità arabe amministrano meno del 2,5% del territorio del Paese. Lo Stato israeliano, aldilà delle poche città [[Beduini israeliani|beduine]] realizzate nel [[Negev]], non si è mai impegnato nel creare insediamenti destinati agli arabi, mentre per gli ebrei ne sono stati fondati centinaia; decine di insediamenti beduini non hanno poi ottenuto il riconoscimento da parte delle autorità, malgrado esistano da decenni.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 41}}.</ref> Un piano popolare tra la [[Destra (politica)|destra]] israeliana consiste nel ridisegnamento dei confini, in modo da includere il [[Triangolo (Israele)|Triangolo]], regione a maggioranza araba al ridosso del confine con la [[Cisgiordania]], in un futuro Stato [[Palestinesi|palestinese]] e favorire in questo modo una più elevata omogeneità etnica per Israele.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 121, 210-211}}.</ref> Vari politici ebrei israeliani di destra, quali [[Revaham Ze'evi]], hanno proposto invece l'espulsione degli arabi dal Paese.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 120}}.</ref>
La componente drusa è quella che si è distinta per un più marcato distacco dal resto della comunità araba; gli uomini drusi sono tenuti a servire nell'esercito israeliano e molti non si identificano come arabi. Le autorità israeliane approfittarono delle divisioni settarie, riuscendo a creare tra i drusi un'identità collettiva separata da quelli degli altri arabi, classificandoli come un gruppo etnico e religioso a parte e riservando loro un sistema educativo separato all'interno di quello arabo. Malgrado questo approccio da parte dello Stato favorevole ai drusi, la comunità rimane però comunque socialmente svantaggiata rispetto a quella ebraica, portando di conseguenza a un declino del patriottismo israeliano tra i drusi. Le autorità israeliane si impegnarono a coltivare relazioni più forti anche con i [[Beduini israeliani|beduini]] e con gli arabi cristiani, senza tuttavia riuscire nell'intento.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 22-25}}.</ref>

Nelle città miste, come a [[Nazareth Illit]], si sono verificati in più occasioni violenti scontri tra la comunità ebraica e quella araba, soprattutto nell'ambito della [[seconda intifada]].<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 94}}.</ref> Nel 2008 ad [[Acri (Israele)|Acri]] in occasione dello [[Yom Kippur]] un conducente arabo attraversò un quartiere ebraico con accesa la musica alta, offendendo la sensibilità religiosa degli abitanti, i quali lanciarono pietre contro l'automobile;<ref>{{Cita|Reiter |p. 287}}.</ref> l'evento generò uno scontro tra le due comunità che portò al danneggiamento di decine di negozi, abitazioni e veicoli.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 214}}.</ref> L'avversione nei confronti della comunità araba da parte di una cospicua parte degli ebrei israeliani si manifestò in particolare in occasione del successo di partiti politici quali [[Israel Beitenu]], il cui leader [[Avigdor Lieberman]] si è distinto per un marcato sostegno all'identità [[Ebrei|ebraica]] e [[Sionismo|sionista]] dello Stato di Israele e per un'intensa condanna dei politici arabi.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|p. 123}}.</ref> Il Pew Research Center rilevò che il 48% degli ebrei intervistati sosteneva l'espulsione degli arabi dal Paese.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/>

[[File:Israeli Druze rally against Nation-State Law.jpg|miniatura|Decine di migliaia di manifestanti [[drusi israeliani]] si riunirono il 4 agosto 2018 a [[Tel Aviv]] per manifestare contro la [[legge sullo Stato-nazione]]]]
La componente drusa è quella che si è distinta per un più marcato distacco dal resto della comunità araba; gli uomini drusi sono tenuti a servire nell'esercito israeliano e molti non si identificano come arabi. Le autorità israeliane approfittarono delle divisioni settarie, riuscendo a creare tra i drusi un'identità collettiva separata da quelli degli altri arabi, classificandoli come un gruppo etnico e religioso a parte e riservando loro un sistema educativo separato all'interno di quello arabo. Malgrado questo approccio da parte dello Stato favorevole ai drusi, la comunità rimane però comunque socialmente svantaggiata rispetto a quella ebraica, portando di conseguenza a un declino del patriottismo israeliano tra i drusi. Le autorità israeliane si impegnarono a coltivare relazioni più forti anche con i beduini e con gli arabi cristiani, senza tuttavia riuscire nell'intento.<ref>{{Cita|Pelex-Waxman|pp. 22-25}}.</ref> L'approvazione della [[legge sullo Stato-nazione]] nel 2018 contribuì ad allontanare molti drusi dal tradizionale supporto allo Stato di Israele.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Adam Rasgon|titolo=Druze revolt: Why a tiny, loyal community is so infuriated by nation-state law|url=https://www.timesofisrael.com/druze-revolt-why-a-tiny-loyal-community-is-so-infuriated-by-nation-state-law/|pubblicazione=[[The Times of Israel]]|data=8 agosto 2018|urlarchivio=|urlmorto=no}}</ref>


Secondo quanto rilevato dal Pew Research Center solo il 27% degli arabi concordava con l'idea di Israele come Stato ebraico e contemporaneamente democratico, mentre il 64% discordava; il 72% sosteneva che il governo israeliano non fosse sinceramente impegnato per il raggiungimento della pace. Tra gli ebrei intervistati il 48% sosteneva l'espulsione degli arabi da Israele.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/>
Secondo quanto rilevato dal Pew Research Center solo il 27% degli arabi concordava con l'idea di Israele come Stato ebraico e contemporaneamente democratico, mentre il 64% discordava; il 72% sosteneva che il governo israeliano non fosse sinceramente impegnato per il raggiungimento della pace.<ref name="Israel’s Religiously Divided Society"/>


== Note ==
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== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
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* {{Cita libro|lingua=en|autore=Muhammad Amara|autore2=Abd Al-Rahman Mar'i|titolo=Language Education Policy: The Arab Minority in Israel|url=https://www.google.it/books/edition/Language_Education_Policy_The_Arab_Minor/aZIRBwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Springer Netherlands|anno=2006|ISBN=9780306475887|cid=Amara-Mar'i}}
* {{Cita libro|lingua=en|curatore=Alexander Bligh|titolo=The Israeli Palestinians: An Arab Minority in the Jewish State|url=https://www.google.it/books/edition/The_Israeli_Palestinians/Ho-RAgAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Taylor & Francis|anno=2004|ISBN=9781135760779|cid=Bligh}}
* {{Cita libro|lingua=en|curatore=Alexander Bligh|titolo=The Israeli Palestinians: An Arab Minority in the Jewish State|url=https://www.google.it/books/edition/The_Israeli_Palestinians/Ho-RAgAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Taylor & Francis|anno=2004|ISBN=9781135760779|cid=Bligh}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Liora Gvion|titolo=Beyond Hummus and Falafel: Social and Political Aspects of Palestinian Food in Israel|url=https://www.google.it/books/edition/Beyond_Hummus_and_Falafel/bPHLINVQ05EC?hl=it&gbpv=1|editore=University of California Press|anno=2012|ISBN=9780520262324|cid=Gvion}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Gadi Hitman|titolo=Israel and Its Arab Minority, 1948–2008: Dialogue, Protest, Violence|url=https://www.google.it/books/edition/Israel_and_Its_Arab_Minority_1948_2008/or7VDAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Lexington Books|anno=2016|ISBN=9781498539739|cid=Hitman}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Gadi Hitman|titolo=Israel and Its Arab Minority, 1948–2008: Dialogue, Protest, Violence|url=https://www.google.it/books/edition/Israel_and_Its_Arab_Minority_1948_2008/or7VDAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Lexington Books|anno=2016|ISBN=9781498539739|cid=Hitman}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Amal Jamal|titolo=Arab Minority Nationalism in Israel: The Politics of Indigeneity|url=https://books.google.it/books?id=pWLCpqnsoLQC&printsec=frontcover&vq=arab+self-identification+israel&hl=it#v=onepage&q&f=false|editore=Taylor & Francis|anno=2011|ISBN=978-1-136-82412-8|cid=Jamal}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Amal Jamal|titolo=Arab Minority Nationalism in Israel: The Politics of Indigeneity|url=https://books.google.it/books?id=pWLCpqnsoLQC&printsec=frontcover&vq=arab+self-identification+israel&hl=it#v=onepage&q&f=false|editore=Taylor & Francis|anno=2011|ISBN=978-1-136-82412-8|cid=Jamal}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Ilan Peleg|autore2=Dov Waxman|titolo=Israel's Palestinians: The Conflict Within|url=https://books.google.it/books?id=oIi3BK_mT5YC&printsec=frontcover&vq=israel%27s+palestinians&hl=it#v=onepage&q&f=false|editore=Cambridge University Press|anno=2011|ISBN=978-0-521-15702-5|cid=Peleg-Waxman}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Ilan Peleg|autore2=Dov Waxman|titolo=Israel's Palestinians: The Conflict Within|url=https://books.google.it/books?id=oIi3BK_mT5YC&printsec=frontcover&vq=israel%27s+palestinians&hl=it#v=onepage&q&f=false|editore=Cambridge University Press|anno=2011|ISBN=978-0-521-15702-5|cid=Peleg-Waxman}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Bernard Reich|autore2=David H. Goldberg|titolo=Historical Dictionary of Israel|url=https://www.google.it/books/edition/Historical_Dictionary_of_Israel/S97dDAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Rowman & Littlefield Publishers|anno=2016|ISBN=9781442271852|cid=Reich-Goldberg}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Yitzhak Reiter|titolo=National Minority, Regional Majority: Palestinian Arabs Versus Jews in Israel|url=https://www.google.it/books/edition/National_Minority_Regional_Majority/igQq2FBQ1V8C?hl=it&gbpv=1|editore=Syracuse University Press|anno=2009|ISBN=9780815651031|cid=Reiter}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Yitzhak Reiter|titolo=National Minority, Regional Majority: Palestinian Arabs Versus Jews in Israel|url=https://www.google.it/books/edition/National_Minority_Regional_Majority/igQq2FBQ1V8C?hl=it&gbpv=1|editore=Syracuse University Press|anno=2009|ISBN=9780815651031|cid=Reiter}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Tamir Sorek|titolo=Palestinian Commemoration in Israel: Calendars, Monuments, and Martyrs|url=https://www.google.it/books/edition/Palestinian_Commemoration_in_Israel/xgRfBwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Stanford University Press|anno=2015|ISBN=9780804795203|cid=Sorek}}
* {{Cita libro|lingua=en|autore=Tamir Sorek|titolo=Palestinian Commemoration in Israel: Calendars, Monuments, and Martyrs|url=https://www.google.it/books/edition/Palestinian_Commemoration_in_Israel/xgRfBwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1|editore=Stanford University Press|anno=2015|ISBN=9780804795203|cid=Sorek}}
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== Altri progetti ==
== Altri progetti ==

Versione delle 01:41, 4 gen 2022

Cittadini arabi di Israele
المواطنون العرب في إسرائيل
ערבים אזרחי ישראל
Aree a maggioranza araba in Israele
 
Nomi alternativiArabi israeliani, arabi del '48, palestinesi israeliani
SottogruppiBeduini israeliani, drusi israeliani
Luogo d'origineBandiera d'Israele Israele
LinguaArabo
ReligioneIslam, cristianesimo, dottrina drusa[N 1]
Gruppi correlatiPalestinesi e altri arabi
Distribuzione
Bandiera d'Israele Israele1916000 (2019)[N 2][1]

I cittadini arabi di Israele (in arabo المواطنون العرب في إسرائيل?; in ebraico ערבים אזרחי ישראל?), chiamati anche arabi israeliani, arabi del '48 o palestinesi israeliani, sono quei cittadini di Israele di etnia araba discendenti dai palestinesi residenti in quello che divenne territorio israeliano e che non presero parte all'esodo palestinese del 1948. Nel gruppo vengono spesso inclusi anche gli arabi di Gerusalemme Est e gli arabi siriani delle alture del Golan, i quali detengono lo status di residenza permanente e il diritto alla cittadinanza israeliana. Nel 2019 risiedevano in Israele 1916000 arabi, costituenti il 21% della popolazione.[1]

Costituente circa un quinto della popolazione israeliana, la comunità araba israeliana è per la grande maggioranza di religione musulmana sunnita e comprende cospicue comunità cristiane di varie confessioni e druse. La quasi totalità della comunità parla dialetti arabi levantini e in ambito scritto utilizza la lingua araba standard; la maggior parte degli arabi israeliani padroneggia anche la lingua ebraica, che ha esercitato nel corso nei decenni una certa influenza sul lessico degli arabi israeliani. La maggioranza degli arabi israeliani vivono in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione e dispongono di un sistema educativo di lingua araba indipendente da quello degli ebrei israeliani.

Gran parte della comunità si identifica coi palestinesi, anche se tra i drusi e i beduini il senso di identificazione con lo Stato di Israele è tendenzialmente più forte. Gli arabi israeliani di religione musulmana e cristiana non sono soggetti alla coscrizione militare nelle forze di difesa israeliane, al contrario degli uomini drusi.[N 3] Da un punto di vista socio-economico buona parte della comunità araba israeliana vive situazioni di disagio sociale ed emarginazione e risulta statisticamente più svantaggiata rispetto ai concittadini ebrei; tuttavia la componente cristiana riscuote ampi successi nell'ambito dell'istruzione. In politica la comunità vota per la gran parte partiti di identità araba, i più importanti dei quali si coalizzarono nel 2015 per dar vita alla Lista Comune.

Storia

Società

Composizione religiosa

Mowafaq Tarif, leader spirituale dei drusi israeliani, e Theodosios (Hanna) di Sebastia, arcivescovo della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme, 2019

Da quanto emerso da un'indagine condotta nel 2003 dall'Ufficio centrale israeliano di statistica, i musulmani rappresentavano l'82% degli arabi israeliani, i cristiani componevano il 9% e i drusi il 9%.[2] La comunità musulmana è per la stragrande maggioranza sunnita, anche se vi sono piccole comunità sciite nel nord, oltre a una comunità ahmadi concentrata a Kababir, vicino a Haifa.[3] Gli arabi cristiani costituiscono circa l'80% dei cristiani israeliani, i quali si suddividono tra varie confessioni religiose: il 60% è di denominazione cattolica melchita, il 30% è di confessione greco-ortodossa e i rimanenti sono perlopiù maroniti, cattolici latini e anglicani.[4] Lo status personale dei cittadini, in materie quali il diritto familiare, è soggetto a tribunali gestiti dalle rispettive comunità religiose; la legge israeliana preclude però la poligamia e pone un'età minima per il matrimonio. Le festività musulmane, cristiane e druse sono legalmente riconosciute dallo Stato.[5]

Uno studio pubblicato nel 2016 dal Pew Research Center rilevò le pratiche religiose di vari settori della società israeliana.[N 4] Il 68% degli intervistati musulmani, il 57% di quelli cristiani e il 49% di quelli drusi considerava la propria religione importante. La fede in Dio era condivisa dalla quasi totalità dei musulmani, dal 94% dei cristiani e dal 99% dei drusi. La preghiera quotidiana era praticata dal 61% dei musulmani, dal 34% dei cristiani e dal 26% dei drusi, mentre la partecipazione settimanale alle funzioni religiose si attestava al 49%, al 38% e al 25% rispettivamente per musulmani, cristiani e drusi. L'83% degli intervistati musulmani digiunava durante il Ramadan e il 66% adempieva all'obbligo della zakāt. Degli intervistati cristiani il 94% era battezzato, il 65% considerava la Bibbia parola di Dio, il 60% digiunava in occasione della Quaresima, l'81% teneva in casa icone dei santi, l'83% riceveva il crisma e il 39% offriva la decima.[6]

Demografia

Variazione delle percentuali delle varie componenti religiose della popolazione israeliana tra il 1949 e il 2015

I tassi di fecondità totale della minoranza araba sono più alti che tra la componente ebraica; questi variano tra le differenti comunità religiose: la componente cristiana si caratterizza per tassi di fecondità totale relativamente bassi rispetto al resto della popolazione, sin dai tempi del mandato britannico; esso passò da 4,6 negli anni 1950 a 2,6 nel 2000. Il tasso di fecondità totale dei drusi calò drasticamente a partire dagli anni 1960, passando da 7,2 negli anni 1950 a 3,1 nel 2000. I musulmani rappresentano invece il gruppo religioso con il più alto tasso di fecondità totale nel Paese, malgrado fosse andato incontro a drastiche diminuzioni tra gli anni 1970 e 1980, passando da 8,2 negli 1950 a 4,7 del 2000; le nascite hanno conosciuto un incremento tra i beduini del Negev e tra gli arabi di Gerusalemme Est.[7] Dati i differenti tassi di fecondità, la componente musulmana passò dal rappresentare il 70% degli arabi israeliani negli anni 1950 all'82%, mentre i cristiani passarono dal 21% negli anni 1950 al 9%.[8]

Distribuzione geografica

Tra il 2001 e il 2002 il 71% degli arabi israeliani era concentrato in 116 località dove rappresentavano la quasi interezza della popolazione, il 24% viveva nelle città a maggioranza ebraica di Gerusalemme, Tel Aviv-Giaffa, Haifa, Lidda, Ma'alot-Tarshiha, Nazareth Illit, Acri e Ramla, l'1% risiedeva in altre località a maggioranza ebraica e il 4% viveva in insediamenti beduini nel Negev non riconosciuti dalle autorità. Nel corso degli anni 1970 per i beduini furono realizzati 27 insediamenti, 20 dei quali nel nord del Paese e sette nel Negev. Nel 2002 81 delle 116 località arabe riconosciute dallo Stato avevano una popolazione per la quasi interezza di religione musulmana, due ospitavano una popolazione per la quasi interezza cristiana e tredici avevano una popolazione quasi interamente drusa.[8] Negli anni 2010 i beduini israeliani erano stimati a 250000 unità, delle quali 150000 concentrati nel Negev, 80000 in Galilea e 20000 residenti nelle regioni centrali del Paese.[9]

I cristiani sono concentrati per la grande maggioranza nelle regioni settentrionali del Paese. Nel 2020 gli arabi cristiani rappresentavano il 7,1% degli arabi israeliani. Il 70,4% degli arabi cristiani risiede nel distretto Settentrionale e il 13,4% nel distretto di Haifa. Le più numerose comunità cristiane sono concentrate nelle città di Nazareth, Haifa, Gerusalemme e Shefaram.[10] I cristiani rappresentano la maggioranza assoluta a I'billin, Jish, Kafr Yasif, Eilabun, Rameh, Mi'ilya e Fassuta; negli ultimi due insediamenti i cristiani costituiscono la quasi totalità della popolazione.[4] Nelle alture del Golan rimangono poche famiglie cristiane, concentrate a Majdal Shams e a Ein Qiniyye, residuo di una comunità molto più vasta, rifugiatasi in massa in Siria in occasione della guerra dei sei giorni.[11]

Nel 2021 risiedevano in territorio israeliano[N 5] 147000 drusi, rappresentanti l'1,6% della popolazione israeliana e il 7,5% degli arabi israeliani. L'80% dei drusi israeliani risiede nel distretto Settentrionale e il 19% nel distretto di Haifa. Il 98% dei membri della comunità è concentrato in diciannove località: in tredici di queste (Yarka, Beit Jann, Kisra-Sumei, Yanuh-Jat, Julis, Hurfeish, Sajur, Ein al-Asad e Daliyat al-Karmel e Majdal Shams, Buq'ata, Mas'ade e Ein Qiniyye nelle alture del Golan) i drusi rappresentano la quasi totalità della popolazione; nelle restanti sei località i drusi convivono con altri arabi: a Maghar, Peki'in e a Isfiya i drusi costituiscono una larga maggioranza degli abitanti, mentre formano cospicue minoranze a Shefaram, Abu Snan e Rameh.[12]

Cultura

Lingue

Cartelli stradali in Israele comprendenti testo in lingua araba

La lingua araba ha mantenuto in Israele lo status di lingua ufficiale riconosciuto dal mandato britannico; la valuta e i cartelli stradali comprendono testo in arabo e i documenti governativi e i discorsi tenuti alla Knesset vengono tradotti dall'ebraico.[13] La lingua araba domina in ogni ambito sociale in seno alla comunità araba israeliana ed è utilizzata oltre che in ambito quotidiano anche in campo educativo, lavorativo, culturale e mediatico. Il mantenimento della lingua araba standard è rafforzato anche dall'esposizione di gran parte della comunità ai canali televisivi e radiofonici dei Paesi arabi, oltre che dall'incremento della scolarizzazione. L'arabo standard esercita una forte influenza lessicale sui dialetti arabi palestinesi parlati in Israele. I sempre maggiori contatti sociali tra le comunità arabe rurali e quelle urbane hanno favorito nel corso dei decenni una forte influenza da parte dei dialetti arabi urbani su quelli rurali.[14] La forte popolarità della televisione egiziana ha portato anche a varie influenze da parte dell'arabo egiziano.[15]

La lingua ebraica è appresa dagli arabi israeliani come seconda lingua e la sua conoscenza rappresenta un'importante condizione per facilitare la mobilità sociale.[16] La lingua inglese è pienamente integrata nel sistema educativo israeliano e riveste di fatto il ruolo di terza lingua. Rispetto agli ebrei israeliani la comunità araba è meno esposta al mondo anglofono e questo fattore favorisce una vasta difficoltà tra gli studenti arabi nell'approcciarsi allo studio della lingua.[17] L'ebraico e l'inglese esercitano una forte influenza lessicale sui dialetti arabi parlati dalla comunità.[14]

Media

Una fetta consistente degli arabi israeliani guarda canali televisivi dei Paesi arabi; questa pratica ha contribuito a mantenere lo status della lingua araba tra la comunità.[18] I politici arabi israeliani, per rivolgersi al proprio elettorato, si impegnano maggiormente a comparire nei canali dei Paesi arabi che non in quelli israeliani.[19] I principali canali televisivi israeliani dedicano poche ore del proprio palinsesto ai programmi di lingua araba, fattore che ha favorito l'emergere di vari canali televisivi arabi in Israele, tra i quali Hala TV e Falasteen 48, quest'ultimo con sede a Nazareth e di proprietà dell'Autorità Nazionale Palestinese; Falasteen 48 venne chiuso dalle autorità israeliane nel giugno 2015, timorose di una possibile influenza politica palestinese nel Paese.[20] Numerosi arabi israeliani si sono affermati nel mondo del cinema israeliano e internazionale, tra questi Hiam Abbass, Makram Khoury, Clara Khoury, Elia Suleiman, Hisham Zreiq, Yousef Sweid, Jamil Khoury, Mira Awad, Mouna Hawa, Sana Jammelieh e Shaden Kanboura.[21]

Cucina

Tra i principali cibi della cucina palestinese in Israele si distinguono in particolare i falafel, consistenti in polpette di ceci o fave fritte, il hummus, costituito da una purea di ceci, spezie e tahina, il ful, composto di fave e consumato tradizionalmente a colazione, e il fattoush, consistente in un'insalata di verdure.[22] Molti dei piatti arabi, in particolare i falafel e il hummus, sono stati pienamente integrati nella cucina israeliana.[23]

Status socio-economico

Istruzione

Alla comunità araba è riservato un sistema educativo pubblico separato da quello destinato alla maggioranza ebraica e nel quale l'insegnamento viene impartito in lingua araba. Il programma educativo è però comunque soggetto alle direttive del governo israeliano e include equivalenti quantitativi di tempo riservati alla storia araba e a quella ebraica, anche se non comprende lo studio del retaggio nazionale arabo. Il programma educativo delle scuole arabe include anche lo studio delle religioni islamica e cristiana.[24]

Politica

Identità politica e culturale

Murale a Nazareth celebrante il Giorno della Nakba, 2018

La comunità araba israeliana è caratterizzata da una diffusa complessità dal punto di vista identitario; i cristiani tendono a enfatizzare primariamente la loro identità araba, i musulmani quella palestinese e i drusi rimangono legati maggiormente alla loro identità religiosa e a quella civica israeliana.[25] Secondo uno studio condotto dall'Università di Tel Aviv il senso di appartenenza al popolo palestinese è condiviso in particolare dal 43% dei musulmani e dal 24% dei cristiani che si identificarono primariamente come "arabi palestinesi".[26] Una delle ricorrenze che più contraddistinguono l'attivismo politico arabo in Israele è il Giorno della Terra.[27] Da un'indagine condotta dal Pew Research Center nel 2016 è emerso che il 99% degli intervistati musulmani, 96% di quelli cristiani e il 71% di quelli drusi si identificavano come arabi; molti drusi si identificano semplicemente come "drusi" o come "druso-arabi".[6] Tra i drusi il senso di identificazione con lo Stato di Israele è più forte che tra gli altri arabi; secondo lo stesso studio condotto dall'Università di Tel Aviv infatti il 94% dei giovani drusi intervistati si identificarono come "druso-israeliani".[26] I drusi delle alture del Golan sono invece fermamente legati alla loro identità araba e siriana, tanto che solo una piccola minoranza dei membri della comunità ha richiesto la cittadinanza israeliana.[28]

L'attivismo politico tra gli arabi cristiani è molto acceso; gran parte degli storici leader della comunità araba sono cristiani, tra questi Emile Habibi, Tawfik Toubi ed Emile Touma.[29] Molti dei partiti arabi, in particolare Balad e Hadash, riservano puntualmente dei seggi per i propri candidati cristiani.[30] In seno alla comunità cristiana un'ampia controversia è stata generata dalle posizioni del sacerdote greco-ortodosso Gabriel Naddaf, il quale divenne celebre per il suo attivismo volto a portare la comunità araba cristiana più vicina allo Stato di Israele. Naddaf si rese molto attivo nel promuovere un'identità etnica aramaica per i cristiani. La comunità cristiana rimane però per la maggior parte fortemente legata al nazionalismo arabo; infatti vari esponenti delle comunità cristiana, tra i quali il parlamentare Basel Ghattas, condannarono fermamente le posizioni di Naddaf.[31] Nel settembre 2014 il ministero dell'interno, sotto la direzione di Gideon Sa'ar, rese possibile per una limitata sezione dei cristiani registrarsi ufficialmente come aramei. L'iniziativa fu promossa in particolare dal parlamentare Yariv Levin. La legge estese questo diritto a circa 200 famiglie cristiane.[32] Esponenti della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme condannarono il riconoscimento dell'identità aramaica, vista come un tentativo di dividere la comunità araba.[33] Il primo cristiano a venire registrato come arameo in Israele fu un bambino di due anni di Jish nell'ottobre dello stesso anno.[34]

Partiti politici

Manifesto elettorale del Mapai rivolto agli elettori arabi in sostegno a una sua lista satellite araba, anni 1950

Nel corso degli seguenti la creazione dello Stato di Israele nel 1948 la leadership della comunità araba era concentrata tendenzialmente in partiti di sinistra, in particolare nel Mapam e nel Maki.[35] Ai principali partiti israeliani erano affiliati varie liste satelliti arabe. A partire dagli anni 1970 la maggior parte del supporto della comunità araba si raccolse attorno al Maki.[36] L'ideologia comunista propria del Maki portò questo a divenire il partito israeliano che più si interessò alla situazione sociale della minoranza araba, divenendo sempre più un partito misto arabo-ebraico. Il Maki vide ampie tensioni tra la fazione a maggioranza ebraica e quella a maggioranza araba più incline alle idee nazionaliste arabe, promosse dagli attivisti arabi Emile Habibi, Tawfiq Ziyad e Tawfik Toubi, e che portarono il partito a dividersi nel 1965, quando la componente a maggioranza araba, guidata da Toubi e da Meir Vilner, fondò il Rakah.[37] I comunisti dominarono la politica araba israeliana nel corso degli anni 1970 e 1980.[38] Nel 1977 il Rakah e altre formazioni nazionaliste arabe confluirono nella lista Hadash.[39] Altra formazione politica attiva tra gli arabi negli anni 1980 fu la Lista Progressista per la Pace, che comprendeva sia arabi che ebrei.[40] Una forte influenza la esercitarono poi il ba'thismo e il nasserismo.[41] Un gruppo di studenti nazionalisti arabi, in gran parte cristiani, fondò nel 1959 il movimento nazionalista Al-Ard, bandito poi dalle autorità israeliane.[42]

In occasione del fenomeno del revivalismo islamico, che aveva interessato il Medio Oriente a partire dagli anni 1970, anche tra gli arabi israeliani cominciarono a rafforzarsi, in particolare tra i giovani, l'impegno nelle pratiche religiose e il sostegno all'islamismo politico, introdotto in Palestina già a partire dagli anni 1930 sotto l'influenza dei Fratelli Musulmani. Nel 1979, sotto la guida di Abdullah Nimar Darwish, nacque l'organizzazione Usrat al-Jihad, che si rese protagonista di varie azioni sovversive a Umm al-Fahm; i leader dell'organizzazione furono arrestati nel 1981 e vennero poi rilasciati negli anni seguenti. In seguito al suo rilascio, Darwish si impegnò quindi a organizzare un attivismo più orientato alla daʿwa e all'impegno sociale. Il Movimento Islamico, fondato da Darwish nel 1971, a partire dal 1983 cominciò ad ampliare la sua influenza politica nelle aree attorno a Umm al-Fahm, conquistando vari consigli comunali e approfondì i rapporti con i movimenti islamisti attivi nei territori occupati nel corso della prima intifada. Il movimento si divise in occasione delle elezioni generali del 1996, dal momento che Darwish adottò posizioni più concilianti nei confronti dello Stato di Israele. La sezione moderata, guidata da Darwish e con base a Kafr Qasim, venne denominata "sezione meridionale"; la "sezione settentrionale", guidata da Raed Salah e con centro a Umm al-Fahm, si mantenne invece su posizioni più estremiste.[43] La sezione meridionale del Movimento Islamico, insieme ad altri quattro piccoli partiti arabi, fondò nel 1996 la Lista Araba Unita, che partecipa da allora alle elezioni.[44]

Nel 1972 un gruppo di giovani attivisti arabi, perlopiù liberi professionisti, fondarono l'organizzazione nazionalista araba Abnaa el-Balad, la quale militò per l'abolizione dell'identità ebraica dello Stato di Israele e sostenne l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina.[45] Nel corso degli anni 1970 Abnaa el-Balad cominciò a competere con i comunisti, accusandoli di aver negato l'identità palestinese della comunità araba.[46] L'influenza politica dell'organizzazione cominciò a declinare a partire dagli anni 1990.[47] Nel 1988 Abdulwahab Darawshe fondò il Partito Democratico Arabo, primo partito politico israeliano espressamente arabo,[48] mentre nel 1995 un folto gruppo di attivisti arabi di religione cristiana e musulmana, guidati da Azmi Bishara e provenienti in gran parte dalle file di Hadash e di altre formazioni di sinistra, fondò il partito Balad, che alle elezioni generali del 1996 si coalizzò con Hadash. Balad pone enfasi sull'identità araba della comunità palestinese, accusa lo Stato di Israele di implementare politiche discriminatorie nei confronti dei suoi cittadini arabi e rivendica il riconoscimento degli arabi israeliani come minoranza nazionale e una più vasta autonomia per questi ultimi.[49] Ahmad Tibi, collaboratore di Yasser Arafat, fondò nel 1996 il partito Ta'al.[50]

Nel 2015 Hadash, Balad, Ta'al e la Lista Araba Unita si coalizzarono per dar vita alla Lista Comune. Sotto la guida di Ayman Odeh la Lista Comune conquistò tredici seggi alle elezioni parlamentari del 2015, risultando il terzo partito; l'iniziativa incrementò drasticamente l'attività politica tra la comunità araba, dal momento che il tasso di partecipazione elettorale arabo del 2015 si attenne al 63,5%, più alto rispetto al 45% delle elezioni del 2013.[51] Secondo quanto rilevato da un sondaggio condotto tra il 2014 e il 2015 dal Pew Research Center il 28% degli arabi si identificava maggiormente in vari partiti sionisti dominati dalla componente ebraica, mentre il 50% si sentiva più vicino ai partiti allora facenti parte della Lista Comune. L'appoggio della comunità araba agli uni o agli altri partiti politici variava significativamente tra le varie componenti religiose, dal momento che i partiti sionisti erano sostenuti dal 26% dei musulmani, dal 19% dei cristiani e dal 55% dei drusi, mentre la Lista Comune era appoggiata dal 53% dei musulmani, dal 53% dei cristiani e dal 19% dei drusi.[6] Il supporto dei drusi e dei beduini ai tradizionali partiti sionisti scese a partire dagli anni 1990 in favore di quelli arabi.[52]

Rapporti con lo Stato di Israele e con la maggioranza ebraica

Vari leader politici arabi israeliani riuniti per celebrare il Giorno della Terra, 30 marzo 2016

La comunità araba e quella ebraica israeliana sono fortemente segregate in quasi ogni ambito sociale; gli arabi sono infatti per la maggioranza concentrati in insediamenti dove costituiscono la quasi totalità della popolazione ed è a loro riservato un settore educativo separato. I rapporti tra le due comunità sono tendenzialmente caratterizzati da una reciproca diffidenza. Secondo un sondaggio condotto nel 2007 l'87% degli intervistati sosteneva che i rapporti tra le due comunità non fossero buoni. I matrimoni tra i membri delle due comunità sono estremamente rari, così come i rapporti di amicizia.[53] Secondo uno studio del Pew Research Center l'82% dei musulmani, l'88% dei cristiani e l'87% dei drusi non avrebbe accettato con facilità il matrimonio di un proprio figlio con un concittadino ebreo.[6]

Lo Stato israeliano si è impegnato nel corso dei decenni in opere di giudaizzazione delle regioni a maggioranza araba, in particolare della Galilea e delle alture del Golan, attraverso la fondazione di numerosi insediamenti ebraici.[54] Malgrado gli arabi costituiscano oltre il 20% della popolazione israeliana, essi detengono solamente il 3,5% dei terreni, mentre le municipalità arabe amministrano meno del 2,5% del territorio del Paese. Lo Stato israeliano, aldilà delle poche città beduine realizzate nel Negev, non si è mai impegnato nel creare insediamenti destinati agli arabi, mentre per gli ebrei ne sono stati fondati centinaia; decine di insediamenti beduini non hanno poi ottenuto il riconoscimento da parte delle autorità, malgrado esistano da decenni.[55] Un piano popolare tra la destra israeliana consiste nel ridisegnamento dei confini, in modo da includere il Triangolo, regione a maggioranza araba al ridosso del confine con la Cisgiordania, in un futuro Stato palestinese e favorire in questo modo una più elevata omogeneità etnica per Israele.[56] Vari politici ebrei israeliani di destra, quali Revaham Ze'evi, hanno proposto invece l'espulsione degli arabi dal Paese.[57]

Nelle città miste, come a Nazareth Illit, si sono verificati in più occasioni violenti scontri tra la comunità ebraica e quella araba, soprattutto nell'ambito della seconda intifada.[58] Nel 2008 ad Acri in occasione dello Yom Kippur un conducente arabo attraversò un quartiere ebraico con accesa la musica alta, offendendo la sensibilità religiosa degli abitanti, i quali lanciarono pietre contro l'automobile;[59] l'evento generò uno scontro tra le due comunità che portò al danneggiamento di decine di negozi, abitazioni e veicoli.[60] L'avversione nei confronti della comunità araba da parte di una cospicua parte degli ebrei israeliani si manifestò in particolare in occasione del successo di partiti politici quali Israel Beitenu, il cui leader Avigdor Lieberman si è distinto per un marcato sostegno all'identità ebraica e sionista dello Stato di Israele e per un'intensa condanna dei politici arabi.[61] Il Pew Research Center rilevò che il 48% degli ebrei intervistati sosteneva l'espulsione degli arabi dal Paese.[6]

Decine di migliaia di manifestanti drusi israeliani si riunirono il 4 agosto 2018 a Tel Aviv per manifestare contro la legge sullo Stato-nazione

La componente drusa è quella che si è distinta per un più marcato distacco dal resto della comunità araba; gli uomini drusi sono tenuti a servire nell'esercito israeliano e molti non si identificano come arabi. Le autorità israeliane approfittarono delle divisioni settarie, riuscendo a creare tra i drusi un'identità collettiva separata da quelli degli altri arabi, classificandoli come un gruppo etnico e religioso a parte e riservando loro un sistema educativo separato all'interno di quello arabo. Malgrado questo approccio da parte dello Stato favorevole ai drusi, la comunità rimane però comunque socialmente svantaggiata rispetto a quella ebraica, portando di conseguenza a un declino del patriottismo israeliano tra i drusi. Le autorità israeliane si impegnarono a coltivare relazioni più forti anche con i beduini e con gli arabi cristiani, senza tuttavia riuscire nell'intento.[62] L'approvazione della legge sullo Stato-nazione nel 2018 contribuì ad allontanare molti drusi dal tradizionale supporto allo Stato di Israele.[63]

Secondo quanto rilevato dal Pew Research Center solo il 27% degli arabi concordava con l'idea di Israele come Stato ebraico e contemporaneamente democratico, mentre il 64% discordava; il 72% sosteneva che il governo israeliano non fosse sinceramente impegnato per il raggiungimento della pace.[6]

Note

Annotazioni
  1. ^ La dottrina drusa viene spesso compresa nell'alveo dell'Islam ismailita.
  2. ^ Inclusi gli arabi di Gerusalemme Est e delle alture del Golan.
  3. ^ La coscrizione è richiesta agli ebrei e agli uomini drusi e circassi.
  4. ^ Lo studio non distingue i gruppi religiosi dal punto di vista etnico.
  5. ^ Incluse le alture del Golan.
Fonti
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Bibliografia

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