Zoo di Napoli
Zoo di Napoli | |
---|---|
![]() | |
Tipo di area | Giardino zoologico |
Stati | ![]() |
Comuni | Napoli |
Superficie a terra | 0,08 km² |
Gestore | Zoo di Napoli s.r.l. |
Presidente | Francesco Floro Flores |
Mappa di localizzazione | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Lo zoo di Napoli è un giardino zoologico italiano.
Storia
Cenni storici
Lo zoo nasce nel 1940, ma a causa della seconda guerra mondiale viene aperto permanentemente al pubblico solo nel 1949, grazie a Franco Cuneo ed Angelo Lombardi, nell'area della Mostra d'Oltremare. Secondo zoo italiano ad essere inaugurato (dopo quello di Roma), verrà considerato per oltre un quarto di secolo un luogo ideale in cui condurre ricerche scientifiche, assumendo fama in tutta Europa, dato che ospitava numerosi animali rari e vantava, in aggiunta, una pregevole collezione botanica ed un patrimonio artistico di grande interesse e valore (merito dell'intervento di Luigi Piccinato). Tra i maggiori risultati del parco faunistico figurano le prime nascite di saltarupe e di avvoltoio reale al mondo, di gerenuk in Europa e di rinoceronte nero in Italia.[1] Nonostante i trascorsi senz'altro importanti, negli anni ottanta inizia per lo zoo una fase difficile della sua storia. L'area verrà colpita da abbandono e degrado a causa dei debiti accumulati dalla società che lo gestiva, e lo Zoo di Napoli chiuderà nel settembre 2003. Subito dopo la chiusura si registra nello zoo una moria di animali a causa della mancanza di cibo, spazio ed acqua[2]. Più avanti lo zoo va in gestione alla società Park and Leusure proprietaria del parco Edenlandia, dopo un lungo periodo di crisi e abbandono.
Storia recente
Nel corso del 2009, sia in maggio che in settembre, sono nati diversi cuccioli di leone[3]; in seguito a queste nascite, lo zoo ha iniziato a dare il suo contributo al progetto di recupero del leone asiatico, oltre a quello del salvataggio della capra napoletana a cui aveva già aderito. Nello zoo dal 2008 non vi sono più giraffe[4], mentre l'ultima otaria presente è deceduta nel 2010. Nel 2011 fallisce il progetto che mirava alla creazione di un grande "family park", integrando lo zoo con Edenlandia. Inizia così un nuovo lungo periodo di abbandono e degrado, mancano cibo per gli animali e soldi per mandare avanti la struttura.
Il 2 ottobre 2013 l'imprenditore napoletano Francesco Floro Flores ha rilevato il giardino zoologico dopo il lungo periodo di abbandono e degrado, promettendo di trasformarlo in un bioparco. A inizio 2016 arrivano allo zoo esemplari che mancavano da anni come giraffe[5], elefanti, ippopotami e il coccodrillo del Nilo[6].
Lo zoo
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/2d/298_tigre.jpg/220px-298_tigre.jpg)
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1c/312_mm.jpg/220px-312_mm.jpg)
Lo zoo, dopo aver attraversato un lungo processo di restauro, ha acquisito nuove aree dedicate agli animali e rispondenti agli standard qualitativi europei che sono state edificate o riadattate nel triennio 2014-2016. Sono state riprese negli ultimi anni 2010 molte attività didattiche rivolte in particolare ai bambini. Numerose sono state le nascite tra gli animali, come pure i numerosi arrivi da altre strutture zoologiche[5][6]. Sono visibili numerose aree, in parte riqualificate dalle precedenti strutture:
- Rettilario e insettario
- Voliera
- Capanna del Sapere (Area didattica)
- Habitat diversificati (canguri, siamango, lemuri, foche, tapiri, marà, orsi, è tanti altri)
- Area tigri
- Area elefanti
- Fattoria didattica
- Savana: area in cui sono visibili gnu, gru, zebre, sitatunga, ippopotami e giraffe, antilopi ecc.
- Area coccodrilli
- Area testuggine africana
- Area servalo
Lo zoo ha iniziato il programma Operazione 2.0, con lo scopo di svolgere programmi di ricerca scientifica e di conservazione delle specie minacciate di estinzione in modo da poter entrare a far parte dell'EAZA.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f3/287_jmkm.jpg/220px-287_jmkm.jpg)
Animali
Mammiferi
- Alpaca
- Asino domestico
- Asino dell'Asinara
- Cammello
- Capra d'Angora
- Capra domestica
- Cane della prateria
- Caracal
- Cavia peruviana
- Cercopiteco di Brazzà
- Cervo pomellato
- Citello
- Coati rosso
- Cobo defassa
- Coniglio ariete
- Coniglio selvatico
- Coniglio gigante delle Fiandre
- Daino
- Elefante asiatico
- Falabella
- Foca comune
- Fossa
- Gatto orsino
- Giraffa
- Gnu
- Ippopotamo
- Istrice
- Lama
- Catta
- Leone
- Leopardo dello Sri Lanka
- Lichi del Nilo
- Macaco del Giappone
- Mara'
- Orso bruno euroasiatico
- Pantera nera
- Pony Shetland
- Puzzola americana
- Scoiattolo rosso
- Servalo
- Siamango
- Sitatunga
- Tapiro del Sud America
- Tigre del Bengala
- Tigre bianca
- Tigre di Sumatra
- Wallaby dal collo rosso
- Zebra di Grant
Uccelli
- Anatra mandarina
- Anatra muta
- Anatra smeraldo
- Ara gialloblu
- Ceropside
- Cicogna bianca
- Cigno collonero
- Cigno nero
- Cigno reale
- Cormorano comune
- Corritrice indiana
- Oca indiana
- Oca selvatica
- Emù
- Fagiano di Lady Amherst
- Fenicottero rosa
- Germano reale
- Gru cenerina
- Gru coronata
- Ibis sacro
- Mestolone
- Parrocchetto guance verdi
- Pellicano comune
- Nandù
- Struzzo
- Volpoca
Rettili e anfibi
- Coccodrillo del Nilo
- Iguana rinoceronte
- Pitone reale
- Pitone reticolato
- Rana australiana
- Tartaruga africana
- Tartaruga palustre americana
- Tegu argentino
- Serpente del grano
- Serpente del latte
- Serpente della bellezza cinese
Note
- ^ Comune di Napoli - Comunicati Stampa
- ^ Napoli, fallisce e chiude lo zoo cercasi casa per orsi e lama (2004) la Repubblica
- ^ Quattro cuccioli di leone nati a settembre 2009 Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive. Il Messaggero
- ^ Zoo di Napoli, se ne va l'ultima star È morta di polmonite la giraffa Bakalù
- ^ a b Due giraffe nello Zoo di Napoli: dopo Lubango arriva Naledi, su NapoliToday, 7 aprile 2016. URL consultato il 9 aprile 2016.
- ^ a b Zoo di Napoli, arrivano il coccodrillo del Nilo e l'ippopotamo, in Corriere del Mezzogiorno, 28 marzo 2016. URL consultato il 9 aprile 2016.
Voci correlate
Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sullo zoo di Napoli
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sullo zoo di Napoli
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su lozoodinapoli.com.