Vicugna pacos

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Alpaca
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Sottoclasse Placentalia
Superordine Ungulata
Ordine Artiodactyla
Sottordine Tylopoda
Famiglia Camelidae
Genere Vicugna
Specie V. pacos
Nomenclatura binomiale
Vicugna pacos
Linnaeus, 1758
Areale

L'alpaca[1] (Vicugna pacos) è un mammifero della famiglia dei camelidi, originario del Sudamerica, addomesticato e allevato soprattutto per utilizzarne la pregiata fibra e, in misura nettamente inferiore, la carne.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

La sua origine è rimasta per lungo tempo piuttosto incerta. Secondo alcuni autori si trattava di una razza domestica derivante dalla selezione della vigogna, mentre secondo altri derivava dalla selezione del guanaco. Secondo altri ancora, era il frutto di incroci selezionati tra guanachi e vigogne.

Quando furono assegnati i nomi scientifici ai camelidi sudamericani, tra il XVIII e il XIX secolo, si ritenne che l'alpaca derivasse dal lama. Del resto, molte difficoltà di classificazione erano dovute anche al fatto che le quattro specie si possono incrociare, producendo prole fertile.[2] L'ibrido tra lama e alpaca si chiama huarizo.

Dopo l'avvento delle nuove tecnologie, le analisi del DNA condotte nel 2001 e la presentazione di una ricerca per la Royal Society of London for the Improvement of Natural Knowledge, rivelarono che l'alpaca deriva dalla vigogna e non dal guanaco, antenato del lama.[3] Di conseguenza il nome scientifico dell'alpaca fu cambiato da Lama pacos a Vicugna pacos. Esistono diversi allevamenti in Australia non nativi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'alpaca maschio generalmente non supera i 90 cm di altezza al garrese e i 75 kg di peso. La femmina ha dimensioni e peso inferiori.

L'alpaca è una delle due specie domestiche di camelidi diffuse in Sudamerica; l'altra è il lama, mentre il guanaco e la vigogna sono selvatiche. A causa del folto pelo, l'aspetto ricorda una pecora ma, non essendo un ovino, presenta numerose differenze; per esempio, ha maggiori dimensioni, collo e zampe più lunghe, orecchie dritte e mobili.

L'alpaca è ruminante; come tutti i camelidi possiede tre stomaci per la digestione della fibra. In media ogni animale mangia circa un chilogrammo di vegetali e beve da tre a cinque litri d'acqua al giorno.

Esistono due razze di alpaca: la huacaya e la suri; quest'ultima rappresenta solo il 10% della popolazione degli alpaca nel mondo. La razza huacaya è quella maggiormente diffusa (85% del totale)[4]; presenta un pelo che cresce perpendicolarmente alla pelle (ossia dritto, simile a un peluche) e ha la groppa convessa. Il tutto gli conferisce un aspetto gradevole e rotondo. Nella razza alpaca suri il pelo, morbido e setoso, cade lungo il corpo e la groppa è dritta. Nonostante siano animali eleganti e posseggano un carattere timido e curioso al contempo, sono tendenzialmente molto schivi o addirittura diffidenti e si lasciano accarezzare solo se addestrati.

Gli alpaca sono gregari e vengono allevati in grandi mandrie; nei luoghi d'origine pascolano a un'altitudine compresa fra i 3500 e i 5000 metri[5], sulle Ande del Perù meridionale, della Bolivia settentrionale e del nord del Cile. Al contrario dei lama, gli alpaca sono allevati non come animali da soma ma per il loro vello pregiato, utilizzato per tessere capi di vario genere: maglie, sciarpe, ponchos, coperte e altro ancora.

Le femmine danno alla luce un solo piccolo (chiamato cria) l'anno; la gestazione dura circa 350 giorni e può eccezionalmente superare l'anno. I parti gemellari sono molto rari e purtroppo spesso hanno esito fatale, dal momento che le crias nascono sottopeso. Sono però documentati casi in cui uno o entrambi i nuovi nati sono sopravvissuti e almeno uno dei gemelli ha raggiunto uno sviluppo completamente normale.

I piccoli nascono di solito la mattina, così il loro mantello può asciugarsi prima che arrivi il freddo notturno, molto intenso alle alte quote andine. Le madri non leccano i propri cuccioli; entro le primissime ore dalla nascita li nutrono, inizialmente con il colostro ricco di anticorpi, e poi con il latte. Occasionalmente, una fattrice può rifiutare il proprio piccolo, che deve perciò essere alimentato artificialmente.

L'alpaca adeguatamente addestrato si presta a essere utilizzato come animale da passeggio o per l'alpaca-terapia, trovando impiego con bambini, malati e anziani.

Fibra di alpaca[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lana di alpaca.

Gli alpaca vengono tosati una volta all'anno, in tarda primavera. Un'alpaca femmina produce circa 2,5 kg di fibra, mentre un alpaca maschio può arrivare a produrne anche 4 kg all'anno. La fibra di alpaca è solo apparentemente simile alla lana di pecora. Infatti, è molto più leggera, morbida, calda e non pizzica la pelle. È apprezzata per la brillantezza e per la leggerezza, è priva di lanolina, non infeltrisce e non dà allergie,[6][7] ma contiene cheratina che viene usata anche per produrre cosmetici.

Il pelo dell'animale può assumere circa 22 colorazioni naturali, dal bianco fino alle infinite gradazioni che vanno verso il marrone e il nero. Il manto può presentarsi anche pezzato, maculato, o sfumato dalla radice del pelo fino all'estremità. L'etichettatura tessile è WP.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È accettata sia la pronuncia sdrucciola àlpaca /ˈalpaka/ sia quella piana alpàca /alˈpaka/ (cfr. DOP Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.), corrispondente a quella ispano-americana; il DiPI Archiviato il 15 maggio 2013 in Internet Archive. considera la pronuncia piana come "neutra" e la sdrucciola come "tradizionale".
  2. ^ Jane C. Wheeler, South American camelids – past, present and future (PDF), in Journal of Camelid Science, vol. 5, 2012, p. 13. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  3. ^ Miranda Kadwell, Matilde Fernandez, Helen F. Stanley, Ricardo Baldi, Jane C. Wheeler, Raul Rosadio e Michael W. Bruford, Genetic analysis reveals the wild ancestors of the llama and the alpaca, in Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, vol. 268, n. 1485, December 2001, pp. 2575–2584, DOI:10.1098/rspb.2001.1774, PMC 1088918, PMID 11749713.
  4. ^ Jane C Wheeler, South American Camelids - Past. Present and Future (PDF), in Journal of Camelid Science, vol. 5, 2012, pp. 1–24. URL consultato il 30 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2019).
  5. ^ Harvesting of textile animal fibres, su fao.org, UN Food and Agriculture Organization.
  6. ^ Charlotte Quiggle, Alpaca: An Ancient Luxury, in Interweave Knits, Fall 2000, pp. 74–76, ISSN 1088-3622 (WC · ACNP).
  7. ^ Debbie Stoller, Stitch 'N Bitch Crochet: The Happy Hooker, Workman Publishing Company, 2006, p. 18, ISBN 978-0-7611-7498-1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni testi sono tratti dall'Enciclopedia Britannica, undicesima edizione, pubblicazione di pubblico dominio.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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