Nasua nasua
Nasua rosso o Coati rosso | |
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Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Famiglia | Procyonidae |
Genere | Nasua |
Specie | N. nasua |
Nomenclatura binomiale | |
Nasua nasua Linnaeus, 1766 | |
Areale | |
Il nasua rosso o coati rosso[2] o kuassi[2] (Nasua nasua Linnaeus, 1766) è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei Procyonidae, diffuso nella regione neotropicale.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il coati rosso è così chiamato dal colore del suo mantello, bruno-rossastro, mentre il nome scientifico deriva dalla particolare conformazione del suo naso, che è lungo e flessibile, come una piccola proboscide.[2] Lungo fino a 40-65 centimetri,[3] presenta una corporatura snella; la coda, retta durante il movimento, può essere lunga anche 70 centimetri, quindi come il resto del corpo.[3] Il suo mantello è folto e lungo, gli occhi sono piccoli, così come le orecchie, mentre gli arti sono brevi e muscolosi.[2]
È presente nell'Elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale dell'Unione Europea,[4] e pertanto in Europa ne è:
- vietata la riproduzione
- vietato il trasporto
- vietato l'acquisto, la vendita e lo scambio
- vietato il rilascio
- vietato l'allevamento.
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Le femmine di coati rosso vivono in gruppi più o meno numerosi, che vanno da 15 a 40 individui. I maschi di solito sono solitari.[5]
Ha un movimento agile, inoltre è un buon nuotatore. Ha abitudini diurne, come le altre specie del genere Nasua, e passa la maggior parte del suo tempo a procurarsi del cibo: è sostanzialmente onnivoro, ma si nutre principalmente di frutti, larve, uova, piccoli mammiferi, rettili, ragni e scorpioni.[5]
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
Il coati rosso è diffuso nell'America meridionale.[2]
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome originariamente proposto per questa specie da Linneo era Viverra nasua.[6] Successivamente fu subordinato al genere Nasua.
Nel 2005 è stato suddiviso in 13 sottospecie:[7]
- N. n. nasua (Linnaeus, 1766)
- N. n. spadicea Olfers, 1818
- N. n. solitaria Schinz, 1823
- N. n. vittata Tschudi, 1844
- N. n. montana Tschudi, 1844
- N. n. dorsalis Gray, 1866
- N. n. molaris Merriam, 1902
- N. n. manium Thomas, 1912
- N. n. candace Thomas, 1912
- N. n. quichua Thomas, 1912
- N. n. cinerascens Lönnberg, 1921
- N. n. aricana Vieira, 1945
- N. n. boliviensis Cabrera, 1956
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Template:Cite iucn
- ^ a b c d e Scortecci, p. 840.
- ^ a b Kays, R. (2009). South American Coati (Nasua nasua), pp. 526-528 in: Wilson, D. E., and R. A. Mittermeier, eds. (2009). Handbook of the Mammals of the World. Vol. 1, Carnivores. ISBN 978-84-96553-49-1
- ^ Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione, su eur-lex.europa.eu.
- ^ a b Emmons, L. H., Neotropical Rainforest Mammals, A Field Guide, 2nd, Chicago, University of Chicago Press, 1997, pp. 153–154, ISBN 978-0-226-20721-6.
- ^ Linné, C., Viverra nasua, in Systema naturae : per regna tria natura, secundum classes, ordines, genera, species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis, vol. 1, 12ª ed., Holmiae, L. Salvii, 1766.
- ^ Mammal Species of the World, 3rd edition, su bucknell.edu. URL consultato il 13 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2011).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Scortecci, Animali, vol. 1, 2ª ed., Milano, Edizioni Labor, 1957.
- (EN) Mustelid Specialist Group 1996, Nasua nasua, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Nasua nasua, su Fossilworks.org.